Post n°2057 pubblicato il
29 Giugno 2010 da
nadir63l
GLMDJ
di Lucaboo2
Fin dall'antichità l'Italia è conosciuta come un paese di poeti, di santi e di navigatori. Da sempre, inoltre, i maschi italiani godono fama di grandi amatori. Per tacere di chi identifica dalla notte dei tempi lo Stivale come la culla del Diritto e dei giuristi. A tutte queste caratteristiche di Italianità DOC, dal giorno che il culto pallonaro vide la luce, si aggiunse quella di "Paese dei 60 milioni di CT", giacché da sempre ogni discendente di Dante ha la sua squadra ideale...
In occasione di questo Mondiale, però, una nuova identità è parsa germogliare, specie tra i giornalisti sportivi... Siamo diventati "il Paese dalle mille (e una) bandiere".
Il primo vagito di questo sentimento "mondialista", a dir la verità, è partito proprio dai Forum Juventini: non è la FIGC quella che diede, nel 2006, la sua benedizione alla nostra distruzione? E non è per compiacere Lippi che la Juve si è trasformata in un gerontocomio pallonaro? Non tifiamo per chi ci ha fatto del male!
La seconda voce "contro" arrivò dalla politica: una radio di partito commentò Italia - Paraguay tifando espressamente per "i nostri fratelli sudamericani". A parte che mi sfugge cosa ci (li) leghi così tanto ai paraguaiani, pur con il massimo rispetto per i cittadini di Asunciòn, devo dire che non è un bell'esempio. Ma tant'è.
Sorvolerei per evitare battute da caserma sull'angelica Georgia Luzi, la quale dichiara candidamente che l'unica cosa che ha notato sono i fisicacci dei camerunensi e degli ivoriani, e passerei rapidamente all'apice di questa sindrome da "disitalianizzazione": i giornalisti della televisione di Stato.
Dopo averci trapanato i maroni per le mancate convocazioni di Cassano, Del Piero (ma non era finito?) Totti, e persino di Cicciuzzo, il Pelè dell'Abruzzo, che gioca nel Dopolavoro Ferroviario (tutti paraventi per poter poi liberamente puntare il dito contro "l'infame crimine razzista-mobbizzatorio-fascista-moggiano" di non aver portato Balotelli), dopo aver inciso sulle Tavole della Legge che Maradona non capisce una beneamata cippa di calcio per non aver convocato il Big Jim del calcio italiano, e dopo aver tessuto le lodi di Brasile, Camerun, Argentina ed Olanda (chiedetevi cos'hanno in comune queste quattro squadre e poi pensate a come dovrebbe incazzarsi Muntari...), con l'inizio delle partite della seconda giornata la trasformazione ha ormai compiuto i suoi effetti nefasti; un esempio che valga per tutti può essere il prepartita di Camerun - Danimarca, ad esclusivo appannaggio di Samuel Eto'o: "questa sera vedremo in campo uno dei campioni d'Italia e d'Europa"
Esticazzi, aggiungerei io.
Quando poi il camerunense gonfia la rete per il temporaneo 1 a 0, il commentatore si trasforma in un vero e proprio ultrà, gridando come un invasato: "ETO'O! ETO'O! ETO'OOO!!"
Il dio Eupalla, però, deve essere stufo di queste "macchiette mediatiche", e regala due reti ai danesi, gettando mezza Rai nello sconforto e permettendo a chi scrive di gridare come il telecronista, solo cambiando leggermente la sillabazione: "E tò! E tò! E tòòò!" il tutto con l'ostensione solenne del terzo dito verso la televisione.
Non che con Milito siano stati più super partes... Dopo pianti e lamenti per il suo mancato impiego che, al confronto, le Lamentazioni di Geremia sembravano le comiche di Benny Hill, ecco che Maradona decide di dargli una chance e l'Inter Rai Channel stappa le bottiglie.
Il Principe, però, limitato anche dalla regola del fuorigioco che in Italia non si applica (nel senso che non si applica a lui), in campo appare simile ad un bimbo che ha perso la mamma all'Ipermercato. Pazienza.
Scocca alfine l'ora del "tutto o niente". L'Italia affronta la Slovacchia in una partita che, in altri tempi, sarebbe stata poco più di una sgambata di allenamento. Ma stavolta non è, purtroppo, così.
I nostri eroi del tubo catodico hanno un rigurgito di italianità: fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta, bisogna stringere i denti, ci si incazza per il goal fantasma, si spingono Pepe, Di Natale e Quagliarella per l'ultimo assalto all'arma bianca e...
...e sappiamo come finisce questa triste storia.
Il "rigurgito" lascia -ahimè- spazio al vomito; una vera pioggia di insulti per il CT, per i giocatori (specie quelli Juventini, chissà come mai...), per i preparatori e forse anche per il celebre cuoco della Nazionale e la sua colazione.
E così, con l'avvio della fase ad eliminazione diretta, la redazione appare in evidente confusione: per chi si tifa? L'Argentina non ha chiamato Zanetti e tiene fuori Milito... nonnò... Il Brasile? Beh, è una garanzia... però Julio Cesar, Maicon e Lucio sono dei difensori, la "ggente" si innamora di più degli attaccanti... E poi richiama il molto Milan, la Juve... l'Olanda! Vuoi mettere Snejider? Già! Ma non arriverà fino in fondo... A noi serve una squadra che vinca per raccontare dell'Inter che fa "quadruplete", mica cavoli... (il tutto mentre Muntari, sempre più incarognito, perde pure il posto da titolare...)
Mille bandiere.
Mille bandiere nelle quali avvolgersi, tanto ce ne sarà una buona per salire sul carro dei vincitori, chiunque essi siano.
Mille bandiere sotto le quali ripararsi, tanto se il calcio italiano è andato a catafascio non è colpa mia. Io non c'ero. E se c'ero dormivo.
Mille bandiere perché tanto siamo già il paese che guarda le fiction, che cerca il know-how, che ha una sua mission ed un suo target, e se non lo raggiungiamo è sicuramente per un misunderstanding.
Mille ed UNA bandiera. Quella bandiera tricolore dipinta, per Italia - Slovacchia, sul volto triste di un tifoso travestito da legionario romano, ricordo di un'epoca in cui l'Italia dominava il Mondo.
Già, ma questa era storia di duemila anni fa.
O di quattro anni fa, che in fondo è lo stesso.