Creato da Hermione_75 il 23/10/2007

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Rotto l'incantesimo del nuovo Don Rodrigo

Post n°500 pubblicato il 25 Maggio 2009 da Hermione_75


Forse ora la smetterà d'insistere sulla propria esuberanza sessuale,sulle belle signore da palpare anche tra le macerie del terremoto esulle veline che purtroppo non sempre può portarsi dietro.

A quasi 73 anni d'età, Silvio Berlusconi si trova per la prima volta invita sua a fare davvero i conti con l'universo femminile così come luil'ha fantasticato, fino a permearne la cultura popolare di massa diquesto paese. Lui, per definizione il più amato dalle donne, sente chequalcosa sta incrinandosi nel suo antiquato rapporto con loro.

Le telefonate notturne a una ragazzina, irrompendo con la sproporzionedel suo potere - come un don Rodrigo del Duemila - dentro quella vitache ne uscirà sconvolta. E poi il jet privato che le trasporta a gruppiin Sardegna per fare da ornamento alle feste del signore e dei suoibravi. Ricompensate con monili ma soprattutto con aspettative dicarriera, di sistemazione. L'immaginario cui lo stesso Berlusconi hasempre alluso nei suoi discorsi pubblici è in fondo quello diun'Italietta anni Cinquanta, la stagione della sua gioventù: vitellonie case d'appuntamento; conquista e sottomissione; il corpo femminilecome meta ossessiva; la complicità maschile nell'avventura come primodistintivo di potere. Nel mezzo secolo che intercorre fra le"quindicine" nei casini e l'uso improprio dei "book" fotografici diEmilio Fede, riconosciamo una generazione di italiani poco evoluta,grossolana nell'esercizio del potere.

Di recente Lorella Zanardo e Marco Maldi Chindemi hanno riunito in undocumentario di 25 minuti le modalità ordinarie con cui il corpofemminile viene presentato ogni giorno e a ogni ora dalle nostretelevisioni, con una ripetitiva estetica da strip club che ledifferenzia dalle altre televisioni occidentali non perché altrovemanchino esempi simili, ma perché da nessuna parte si tratta come danoi dell'unico modello femminile proposto in tv. La visione di questasequenza di immagini e dialoghi è davvero impressionante (consiglio discaricarla da www. ilcorpodelledonne. com). Viene da pensare chenell'Italia clericale del "si fa ma non si dice" l'unico passo avanticompiuto nella rappresentazione della donna sia stato di tipotecnologico: plastificazione dei corpi, annullamento dei volti e conessi delle personalità, fino a esasperare il ruolo subalterno, spessoumiliante, destinato nella vetrina popolare quotidiana alla figurafemminile senza cervello. Cosce da marchiare come prosciutti neglispettacoli di prima serata, con risate di sottofondo e senza rivoltaalcuna delle professioniste, neppure quando uno dopo l'altro si sonosusseguiti gli scandali tipicamente italiani denominati Vallettopoli.


In tale contesto ha prosperato il mito del leader sciupafemmine,invidiabile anche per questo. Fiducioso di godere della complicitàmaschile, ma anche della rassegnata subalternità di coloro fra le donneche non possano aspirare a farsi desiderare come veline.

Tale è stata finora l'assuefazione a un modello unico femminile -parossistico e come tale improponibile negli Stati Uniti, in Francia,nel Regno Unito, in Germania, in Spagna - da far sembrare audacissimala denuncia del "velinismo politico" quando l'ha proposta su"FareFuturo" la professoressa Sofia Ventura. Come se larappresentazione degradante della donna nella cultura di massa nonavesse niente a che fare con la cronica limitazione italiananell'accesso di personalità femminili a incarichi di vertice. Unastrozzatura che paghiamo perfino in termini di crescita economica,oltre che civile.

Così le ormai numerose indiscrezioni sugli "spettacolini" imbanditinelle residenze private di Berlusconi in stile harem - mai smentite,sempre censurate dalle tv di regime - confermano la gravità delladenuncia di Veronica Lario: "Figure di vergini che si offrono al dragoper rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica". Unasistematica offesa alla dignità della donna italiana resa possibile dalfatto che "per una strana alchimia il paese tutto concede e tuttogiustifica al suo imperatore".

Logica vorrebbe che dopo le ripetute menzogne sulla vicenda di NoemiLetizia tale indulgenza venga meno.
La cultura misoginadi cui è intriso il padrone d'Italia - ma insieme a lui vasti settoridella società - risulta anacronistica e quindi destinata a andare incrisi. Si rivela inadeguata al governo di una nazione moderna.
Convinto di poter dominare dall'alto, con l'aiuto dei suoi bravimediatici, anche una realtà divenuta plateale, l'anziano don Rodrigodel Duemila per la prima volta rischia di inciampare sul terreno chegli è più congeniale: l'onnipotenza seduttiva, la cavalcata deldesiderio. L'incantesimo si è rotto, non a caso, per opera di unadonna.

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