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"Confermo i miei atti e rido dei miei castighi. E adesso condannatemi".

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Post N° 402

Post n°402 pubblicato il 20 Aprile 2008 da 72rosalux72

Quando ho iniziato a lavorare in libreria, dopo un mese di prova, il capo mi fece un contratto a progetto, spiegandomi senza tanti giri di parole che gli conveniva.
Ripeto: non è che non fosse sicuro di me e che volesse attendere prima di farmi un contratto di lavoro umano, semplicemente aveva ( ed ha) a disposizione forme di rapporti di lavoro regolate dalla legge che gli permettono di risparmiare. E lui le usa.
A parte lo stipendio, che non si può nemmeno chiamare così, visto che il contratto che mi fece prevedeva un compenso annuo che poi tra di noi dividevamo mensilmente, e che comunque era più basso di quel che prendo ora, ebbene, le cose stavano così: contributi pari al 19percento del suddetto compenso annuo, quindi una miseria; niente ferie, nel senso che quando ad agosto la libreria chiuse per 22 giorni io venni pagata per i restanti lavorativi; niente malattia, quindi se avevo la febbre o dovevo andare dal dentista, o mi sforzavo e lavoravo lo stesso, oppure i giorni di assenza mi venivano detratti dal compenso mensile. Sperando sempre che non mi venisse qualcosa di serio; in teoria non avevo nemmeno diritto alle festività, ma qui fui io a convincerlo, ammetto senza tanta fatica, che non poteva togliermi il compenso del primo maggio quando la libreria è chiusa e gli altri vengono pagati.
Il tutto per 40 ore la settimana, per lavorare la domenica durante il natale e per stare sempre fuori casa e poco col figlio. Naturalmente la situazione mi pesava, c’erano giorni che entravo in libreria e avrei voluto spaccare tutti gli scaffali, altri che il solo pensiero di tirarmi su dal letto mi faceva venire il mal di testa. Sarò esagerata io, ma la vivevo come una condizione di sfruttamento perfetto, specie perché vedevo che al lavoro non mi venivano lesinate responsabilità, come quella della cassa, per esempio.
Dissi al capo, guarda che se mancano soldi la colpa è di quelli che hanno l’indennità di cassa, sia chiaro.
Alla scadenza del contratto decisi di anticiparlo. O mi fai un contratto di lavoro che mi permetta anche di vivere, o… boh, non lo sapevo nemmeno io. Cercare un altro lavoro, certo, ma intanto chiedere aiuto ai genitori e con addosso un senso di sconfitta. Ricordo di avergli detto: se mio figlio ha bisogno di andare dal pediatra voglio portarcelo io e non delegare sempre la nonna; se ha la febbre a 40 voglio restare a casa con lui invece che trasportarlo in macchina vestito come un eschimese; e se sono io a beccarmi le placche alla gola e febbre alta, come successe, vorrei poter restare al calduccio un paio di giorni senza vedermi decurtato il compenso. Tuo nipote quando ha preso la polmonite è stato a casa con la mamma che lavora in comune, e penso che per te sia stato assolutamente normale.
Vero, tutto sommato sono stata fortunata. Lui aveva bisogno di una persona affidabile, diciamo così, e poi gli piacque il mio modo di farmi avanti. Insomma, non l’avessi fatto starei ancora con quel contratto di merda.

Dal demonologo ho detto che sono favorevole all’abolizione della legge 30 sul lavoro e ho votato il partito che senza “ma anche” l’ha detto chiaro. Ho aggiunto anche un altro paio di cose, per la verità: la reintroduzione della tassa sulle successioni e soprattutto sulle donazioni, con un tetto ovviamente; e la tassazione dei patrimoni oltremodo ricchi. Così che la gente che campa di rendita dia un contributo vero alla crescita della società.
Quando leggo che a sinistra si predilige l’aspetto culturale, intellettuale, mi viene da ridere. Mai ho votato in maniera così materiale.
Eppure il dem mi dice che le mie posizioni
  
presuppongono un sostrato ideologico, senza il quale fatalmente cadi nel qualunquismo”.
Non è vero, caro dem. Le mie posizioni sono un prodotto del vissuto che, insieme alla storia, è il migliore maestro di vita.
Sul qualunquismo, parolone usato perlopiù alla sprovvista, ne avrei da dire. Un esempio soltanto:
non c’è nulla di più qualunquista che sostenere e credere che gli immigrati portino insicurezza.

Eppure è il messaggio che sta passando in questi giorni. Questa faccenda ha davvero un ottimo “sostrato ideologico” vista la visibilità unilaterale di cui sta godendo.
Mesi fa, in un comune della mia regione, un marito italiano ha ucciso con le botte la moglie incinta di otto mesi, e davanti ai figli che hanno visto scorrere il sangue della madre. Non credo che simbolicamente possa accadere un crimine peggiore. Eppure la notizia è andata scemando senza che calderoli annunciasse una proposta di legge per difendere le donne italiane dai loro mariti italiani.
Non è che, per via di questo “sostrato ideologico”, finiamo per ritenere pericoloso soltanto quello che viene da fuori e diamo per scontato che in casa nostra le brutture siano fisiologiche?!

E non è qualunquismo pretendere che le persone che lavorano lo possano fare con tutti i diritti. Ma ho visto che adesso è in voga sparare sui sindacati, l’altra casta. Pare che non abbiano fatto nulla per questo paese,
pare addirittura che se non ci fossero i sindacati sarebbe meglio.
Bene. Rimettiamoci alle singole volontà dei capi e speriamo che quel giorno siano di ottimo umore.

Ps: senza i sindacati mia mamma non avrebbe mai ottenuto la cassa integrazione, e in una famiglia di operai col mutuo della casa da pagare era tanto importante ottenerla.
Senza tutela sindacale sarebbe rimasta a piedi.

 
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Commenti al Post:
72rosalux72
72rosalux72 il 22/04/08 alle 22:26 via WEB
rispondo senza aver letto l'articolo del tuo link perchè non si apre. lo cercherò. è di oggi invece la notizia che in casa ferrari si è firmato un accordo con fim e uilm, ma non con la fiom, che è il sindacato più rappresentativo dentro l'azienda. "La Fiom, che ha convocato un'assemblea con i lavoratori, propone un referendum sui nuovi orari di lavoro ipotizzati. "L'accordo separato con Fim e Uilm, escludendo la Fiom che é in maggioranza alla Ferrari - commenta Giorgio Cremaschi, della segreteria nazionale Fiom - chiarisce cosa intende Montezemolo quando attacca i sindacati. La Confindustria ha deciso di tornare agli anni '50 sperando di superare cosi' gli enormi errori fatti in questi anni. Sarebbe ora che si rispondesse all'arroganza di questa finta disponibilità al dialogo e alla democrazia, che in realtà maschera la prepotenza di sempre. Comunque questa linea finirà in un danno per chi l'ha promossa come è sempre avvenuto". Secondo Cremaschi, l'accordo "rischia di danneggiare pesantemente la salute dei lavoratori. Per questo faremo in modo che la Ferrari sia sottoposta a tutte le verifiche ispettive necessarie a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori". sarà un caso, ma proprio a casa di montezemolo.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 22/04/08 alle 22:44 via WEB
Questa è l'opinione della FIOM. Che cosa sia poi la FIOM, è cosa degna di miglior studio... PG.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 22/04/08 alle 22:47 via WEB
E quali siano in realtà le condizioni di vita e di lavoro all'interno della Ferrari, anche questo andrebbe approfondito... lo sai che hanno dei salottini da tè per le pause di metà turno?
(Rispondi)
 
 
 
 
72rosalux72
72rosalux72 il 23/04/08 alle 22:58 via WEB
davvero?! conosci qualche operaio della ferrari che durante il turno di notte si sia intrattenuto nel "salottino da tè"? tanto per avere un riscontro. ma vedo che per te le opinioni della fiom sono della FIOM, quindi altamente discutibili. vallo a dire alle acciaierie di terni.
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 23/04/08 alle 23:21 via WEB
Hanno il salottino da tè, e molte altre cose di questo tipo. Ma sei stata tu a parlare della Ferrari, facendono un caso simbolo nazionale: ti ho solo fatto presente che non lo è. Ma ti faccio una domanda semplice: i ministeriali sono il 30% in più della media europea, e producono tutti insieme la metà della PA tedesca. Pieno di nullafacenti, insomma, non licenziabili perché il sindacato dice che non sono in più e producono eccome.tanto paga lo stato. Tu accetteresti il licenziamento del 30% di loro, per investire quei soldi in sostegno per le donne separate con figli, e altre situazioni del genere? Considera che i soldi non crescono sugli alberi (come vuol far credere il sindacato)... PG.
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