Veltroni ha il piglio insopportabile di quelli che… è come se avessi già vinto.
Fa, disfà, annuncia nomi, rimprovera gli avversari, gli insegna come fare politica… davvero insopportabile.
Arriva a dire che gli altri si candiderebbero solo per stare sulla ribalta più tempo possibile, per poi sfruttare in termini di persone e posizioni il loro lavoro. Discorso che, se preso per buono, dovrebbe valere anche per lui, candidato esattamente uguale agli altri.
Per quanto mi sta sul gozzo il partito democratico, andrò lo stesso alle primarie. Avrei votato furio colombo, se solo gli avessero permesso di gareggiare. Che poi, fosse dipeso da me, avrei lasciato candidare pure pannella, nonostante continui a sfuggirmi la ragione della sua scelta. Ma ormai si sa che appena sente odore di elezioni pannella si candida. Ci fosse stato anche di pietro allora sì che avremmo avuto l’illusione di vere primarie. Io già mi immaginavo i candidati impegnati in accesi dibattiti alle feste de l’unità in giro per l’italia. Sarei andata a sentire veltroni, di pietro, colombo, pannella, la bindi, letta…ma alla festa comunale di perugia verrà soltanto veltroni e non mi frega di ascoltare uno che viene a fare la primadonna.
( nei due fogli arrivati per posta e allegati al programma della festa, leggo:
“ cari amici, anche quest’anno blablabla… “
… “cari amici”…
… “cari amici”…
… c’è qualcosa che non mi torna…)
So che per votare bisogna aderire al progetto politico chiamato partito democratico. Va beh, una firmetta che sarà mai.
Primo pensiero: vado e scrivo una lunga protesta contro questa maniera verticale di fare politica e metto il mio nome e cognome. Una di quelle cose che non servono a un cazzo, ma lì per lì ti fanno tirare un sospiro di sollievo. Mi dico che non è serio, però anche queste primarie non sono serie.
Il secondo pensiero è votare la bindi, il mio voto, più un altro, più un altro… insomma, tanto per cercare di rovinare a veltroni l’occasione di proclamarsi imperatore.
Da notare come i ribelli usciti dai ds siano scomparsi dalla vita pubblica. Qualche notiziola si ha dal manifesto, che leggiamo in sessantamila in tutto il paese. Un po’ misero come palcoscenico.
Mi è anche venuto in mente che certi silenzi non siano casuali. Per dire, la repubblica invece che intervistare ogni giorno questo e quello del futuro partito democratico e sprecare carta e inchiostro per dire le stesse cose, non potrebbe far parlare anche altre voci?
Oppure potrebbe eliminare le interviste alle gemelle di vigevano, al papà delle gemelle di vigevano, ai vicini delle gemelle di vigevano e agli amici delle gemelle di vigevano. Pagine e pagine sul livello dei più sputtanati giornali di gossip.
Comunque, quando vado alla festa saluterò con un ciao compagno e ciao compagna tutti quelli che conosco, l’anno scorso si faceva così. Quando a inizio anno mi hanno mandato l’opuscolo per rinnovare la tessera, mi hanno chiamata compagna. Cara compagna, cominciava.
Mò siamo al “cara amica”, che mi fa pensare al modo di dire popolare, quando una cosa è molto lontana da raggiungere.
Amica poi è una parola grossa.
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