« Solitudine | Marta » |
Post n°79 pubblicato il 08 Giugno 2017 da survivant
La musica mi ha sempre salvato. E non riesco a capire come sia riuscito a farne a meno per tutto questo tempo. E in questa serata un po' uggiosa in cui la malinconia serpeggia infida nel crepuscolo della mia stanzetta mi è tornato in mente un ricordo di un secolo fa. Un estate in montagna tra adolescenti ottenuta grazie al fatto che era organizzata dalla parrocchia. La prima uscita da "soli". La fascia di età era abbastanza varia. E io ero tra i più piccoli. Per cui le esigenze delle ragazze e dei ragazzi più grandi erano radicalmente diverse dalle nostre. Per noi anche ricevere uno sguardo da quelle ragazzine sembrava un enormità. Ma le loro mire erano naturalmente verso i ragazzi più grandi. Ragione per cui alla fine noi piccoli rimanevamo sempre tra noi, un po' rassegnati ma emozionati lo stesso per il fatto di essere finalmente lontani da casa. E in quell'estate un ragazzo aveva portato una cassetta. Una sola. Era un album di Ivan Graziani che non conoscevo affatto. E per tutte le settimane di soggiorno ogni pomeriggio mettevamo quella cassetta e ce l'ascoltavamo fino all'inverosimile. Senza mai stancarci. Come serpenti incantati dal suono del flauto. Giulio, mi hai fatto pena quella notte, te lo giuro mi si è stretto il cuore quando ti ho beccato mentre tentavi di rubarmi l?autoradio in un parcheggio custodito da un custode addormentato, eri proprio tu. Giulio e mi hai sorriso, quando al chiaro della luna mi hai riconosciuto, ti dir? come eri cambiato con il petto tatuato, pochi denti e niente carne un cane randagio dal padrone abbandonato, poveretto te. Oh, Giulio ritorna a casa, forse la città non è per te qualcuno ti ha raccontato un bugia, non voltarti indietro a guardare la tua coda e scappa via. Perciò, ritorna a casa Lassie, la tua cuccia è sempre vuota ritorna a casa Lassie, fuggi via di qui. Ritorna a casa Lassie, la tua cuccia è sempre vuota ritorna a casa Lassie, fuggi via di qui. E andiamo a bere dai, vecchio amico del cuore è tanto tempo che non ci sbronziamo insieme ma tu, per non starmi a sentire hai litigato col cameriere brutta storia, un feroce calabrese finchè in faccia non le hai prese, poveretto te. Oh, Giulio ritorna a casa, forse la città non è per te qualcuno ti ha raccontato un bugia, non voltarti indietro a guardare la tua coda e scappa via. Perciò ritorna a casa Lassie, la tua cuccia èsempre vuota ritorna a casa Lassie, fuggi via di qui. Ritorna a casa Lassie, la tua cuccia èsempre vuota ritorna a casa Lassie, fuggi via di qui. Giulio, che dovevo fare, quando lì sul marciapiede ti ho visto sanguinare? Una farmacia siamo andati a cercare ma appena in centro tu mi hai detto: "Sto proprio male, mi distendo sul sedile le insegne accese sono lì, io ti aspetto qui" Giulio, quando son tornato il sedile era vuoto e tu te n?eri andato e l'autoradio mi avevi rubato povero Giulio tatuato, cane randagio maltrattato povero Cristo, povero amico disperato, poveretto te. Oh, Giulio ritorna a casa, forse la città non è per te qualcuno ti ha raccontato un bugia, non voltarti indietro a guardare la tua coda e scappa via. Perciò ritorna a casa Lassie, la tua cuccia è sempre vuota ritorna a casa Lassie, fuggi via di qui. Ritorna a casa Lassie, la tua cuccia è sempre vuota ritorna a casa Lassie, fuggi via di qui.
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p.s. la canzone è molto bella.