CARPE DIEM

il blog per chi ama sognare

Creato da lauretta85LI il 29/05/2006

10 anni... e sembra ieri...

Se fossi stato al vostro posto, ma al vostro posto non ci so stare...

 

Ricordiamoci di lei...

 

Non abbiamo altro in nostro potere che giustizia, verità, sincerità.


Dalai Lama

 

 

 

quanto ancora hai da insegnarci....

FABRIZIO DE ANDRE'

LA BALLATA DELL'EROE

Era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vender cara la pelle

e quando gli dissero di andare avanti
troppo lontano si spinsero a cercare la verità
ora che è morto la patria si gloria
d'un altro eroe alla memoria

era partito per fare la guerra
per dare il suo aiuto alla sua terra
gli avevano dato le mostrine e le stelle
e il consiglio di vender cara la pelle

ma lei che lo amava aspettava il ritorno
d'un soldato vivo, d'un eroe morto che ne farà
se accanto nel letto le è rimasta la gloria
d'una medaglia alla memoria.

 

www.troviamoibambini.it

Bambini scomparsi - Troviamo i Bambini

 

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MA DOVE STIAMO FINENDO?

Post n°517 pubblicato il 05 Luglio 2009 da lauretta85LI

Aggressione razzista a Monteverde Nuovo, uomo del Congo picchiato e derubato

Aggressione razzista nel quartiere di Monteverde Nuovo a Roma. Un uomo del Congo è stato selvaggiamente picchiato da tre italiani, in via di Donna Olimpia, al grido di "sporco negro, noi facciamo la volontà del governo, dovete tornare a casa vostra". Il fatto è avvenuto giovedì pomeriggio.

Il congolese stava distribuendo volantini quando dalle finestre di una palazzina alcune persone lo hanno insultato per il colore della sua pelle. Mentre si allotanava spaventato, dalla palazzina sono usciti tre uomini, tutti italiani tra i 30 e i 50 anni, che lo hanno rincorso. Raggiunto lo hanno bloccato e picchiato, ferendolo al volto. Poi lo hanno derubato del passapoprto passaporto e dei soldi che aveva in tasca.

L'uomo ha chiamato, poco prima delle 15, il 113 raccontando di essersi nascosto in un palazzo di via di Donna Olimpia dopo l'aggressione. All'arrivo degli agenti della polizia di Stato gli aggressori si erano già dati alla fuga mentre l'uomo è stato soccorso dal personale del 118 ed accompagnato in ospedale dov'è stato dimesso con sette giorni di prognosi per un trauma cranico e una ferita al sopracciglio sinistro.

Il congolese è un rifugiato politico in Italia dal 2004, si è sposato in Italia, vive a Roma e ha una bambina di pochi anni. Ha raccontato ai poliziotti che stava distribuendo volantini pubblicitari citofonando agli inquilini della zona quando un cinquantenne infuriato per essere stato disturbato durante il riposino pomeridiana lo ha prima pesantemente insultato dalla finestra e poi è sceso e gli ha rotto una bottiglia in testa. Successivamente sarebbe stato raggiunto da altri due italiani che lo hanno continuato a picchiare.

Il sindaco Gianni Alemanno ha dichiarato: "L'insulto razziale offende persino più della violenza fisica. Indubbiamente quello che rende grave l'aggressione a Monteverde non è tanto l'entità delle lesioni riportate, quanto l'idea che nella nostra città si aggirino personaggi che odiano e assalgono in base al colore della pelle. Esprimo piena solidarietà alla vittima di questa aggressione razzista e chiedo agli inquirenti un'indagine approfondita  per individuare e punire i responsabili".

www.repubblica.it

SIMPLE MINDS

MANDELA DAY

Son venticinque anni da quando lo portarono via
ora la libertà si avvicina di giorno in giorno
asciuga le lacrime dai tuoi occhi tristi
dicono che Mandela è libero, esci di casa
oh oh oh oh il giorno di Mandela
oh oh oh oh Mandela è libero

quel giorno fu venticinque anni fa
rinchiuso tra quattro mura giorno e notte
anche i bambini sanno la storia di quell'uomo
e so cosa sta succedendo ora nella tua terra

Venticinque anni fa
na na na na il giorno di Mandela
oh oh oh Mandela è libero

Se le lacrime stanno scorrendo asciugale dal tuo viso
posso sentire il suo cuore battere nel profondo
lo portarono via venticinque anni fa
e ora il mondo viene e dice Mandela è libero

Oh oh oh oh Mandela è libero

Il sole nascente porta Mandela sulla sua strada
sono venticinque anni da quel giorno
chi sta fuori dice a chi è dentro
oh oh oh oh Mandela è libero
oh oh oh liberate Mandela

Na na na na il giorno di Mandela
na na na na Mandela è libero

Venticinque anni
che sta succedendo
e noi sappiamo che sta succedendo
perchè noi sappiamo che sta succedendo

 
 
 
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iononsonoio2
iononsonoio2 il 05/07/09 alle 17:49 via WEB
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Liberare i nostri sogni.

 

ORA BASTA!

 

GUAI AL POPOLO CHE NON HA MEMORIA!!!

Non ho più avuto una vita normale. Non ho mai potuto dire che tutto andasse bene e andare, come gli altri, a ballare e a divertirmi in allegria...
Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre allo stesso posto. È come se il "lavoro" che ho dovuto fare laggiù non sia mai uscito dalla mia testa...
non si esce mai, per davvero, dal Crematorio.

Shlomo Venezia

 

Quando sei a un bivio e trovi una strada che va in su e una che va in giù, piglia quella che va in su. È più facile andare in discesa, ma alla fine ti trovi in un buco. A salire c'è speranza. È difficile, è un altro modo di vedere le cose, è una sfida, ti tiene all'erta.

TIZIANO TERZANI

 

quanto me la canto!!!

FRANCESCO GUCCINI

QUELLO CHE NON...

La vedi nel cielo quell' alta pressione, la senti una strana stagione?
Ma a notte la nebbia ti dice d' un fiato che il dio dell' inverno è arrivato.
Lo senti un aereo che porta lontano? Lo senti quel suono di un piano,
di un Mozart stonato che prova e riprova, ma il senso del vero non trova?

Lo senti il perchè di cortili bagnati, di auto a morire nei prati,
la pallida linea di vecchie ferite, di lettere ormai non spedite?
Lo vedi il rumore di favole spente? Lo sai che non siamo più niente?
Non siamo un aereo né un piano stonato, stagione, cortile od un prato...

Conosci l' odore di strade deserte che portano a vecchie scoperte,
e a nafta, telai, ciminiere corrose, a periferie misteriose,
e a rotaie implacabili per nessun dove, a letti, a brandine, ad alcove?
Lo sai che colore han le nuvole basse e i sedili di un' ex terza classe?

L' angoscia che dà una pianura infinita? Hai voglia di me e della vita,
di un giorno qualunque, di una sponda brulla? Lo sai che non siamo più nulla?
Non siamo una strada né malinconia, un treno o una periferia,
non siamo scoperta né sponda sfiorita, non siamo né un giorno né vita...

Non siamo la polvere di un angolo tetro, né un sasso tirato in un vetro,
lo schiocco del sole in un campo di grano, non siamo, non siamo, non siamo...
Si fa a strisce il cielo e quell' alta pressione è un film di seconda visione,
è l' urlo di sempre che dice pian piano:
"Non siamo, non siamo, non siamo..."

 

QUANTO E' ATTUALE!!

ANTONELLO VENDITTI

PENNA A SFERA

Penna rossa, penna gialla, penna bianca, penna nera
per gli amici solamente penna a sfera
il tuo nome è diventato una bandiera.
Tutto comincia in un verde mattino
due brioches e un cappuccino
e poi di corsa trafelato giù al giornale
e questa volta certamente per un colpo sensazionale
si tratterebbe di spubblicare questo dice il direttore
un onesto e benvoluto cantautore
tanto per non fare un torto al professore
solo due fotografie magari in primo piano
mentre fa pipì oppure fa l'indiano
ma l'importante è calcare molto la mano;
poi parlarono di soldi, ragione della sua vita,
centomila più le spese di trasferta
e tutto il resto a sua discrezione personale
penna rossa, penna nera prese a volo un taxi
e le due civette con i flash alle calcagna
e arrivarono alla reggia del cantautore
non c'erano carri armati né polizia privata
fu facile penetrare nel giardino
ma nella notte il destino stava tendendo un tranello
penna a sfera decise di agire
si tramutò in un albero di mele
Pollicino e il Gatto con gli stivali
del cantautore, del cantautore nemmeno l'ombra
telefonò in tutti gli alberghi
e perfino nel piano bar
pensando che stesse bevendo ancora una coppa di champagne.
Il cantautore era al Milite Ignoto
penna rossa, penna gialla, penna bianca, penna nera
per gli amici solamente penna a sfera
il tuo nome è diventato una bandiera.
Sono il re dei festivals, delle feste padronali
delle crociere promozionali, dei giornali musicali
qui c'è sotto, qui c'è sotto un tradimento, tradimento
decise di rilassarsi i nervi
alla prima di un film qualsiasi
dove tutti lo aspettavano perciò non c'era rimasto nessuno
ferocemente gridò nel buio: "Stampa!"
il film era molto brutto
ma degno di tre pallini
ma segno indiscutibile di una stampa libera ed obbiettiva
lui si sentì un fallito
andò in via del Campo Marzio a comprare una pistola
e poi ancora giù di corsa al suo giornale
e
certamente questa volta per un colpo sensazionale
Direttore direttore smettiamola di fare la farsa
non sono nato per fare il servo o lo spione
e fino a prova contraria sono un grande scrittore
e la pistola fece clic come tutta la sua vita
quattro anni sono lunghi da passare in galera
anche con la solidarietà della stampa intera
penna rossa, penna gialla, penna bianca, penna nera
per gli amici solamente penna a sfera
il tuo nome, il tuo nome è diventato una bandiera.

 

BANDABARDO'

SOGNI GRANDIOSI

Bisognerebbe fare sempre sogni grandiosi
e con la faccia verso il cielo,
viaggi avventurosi
ma mi dirai "Ah, poesia!!
Non si mangia, sai, con la poesia!!"
Bisognerebbe fare sempre sogni grandiosi
e con la faccia verso il cielo,
viaggi avventurosi
pensa se la gente, invece del potere,
pensasse all'amicizia come modo per godere
E come capi indiani, magia,
si fuma per la pace
ma tu mi dirai "Poesia,
non si mangia con la poesia!!"
basta! Per me questo è un duello
devo salvar la testa perché dentro c'è il cervello!
E come un aquilone
volare via spezzando il filo...
...Lo vedi si può volare
e non smetter di pensare
animo, animo, i tempi duri passano
Bisognerebbe fare sempre sogni grandiosi
per combattere la noia e la nevrosi
e se ancora non ci credi fa come vuoi
io mi lancio verso il cielo, apro le braccia
e poi...
...Lo vedi si può volare

 

NOBEL A GINO STRADA!!!!

 immagine
 “Credo che la guerra sia una cosa che rappresenta la più grande vergogna dell'umanità. E penso che il cervello umano debba svilupparsi al punto da rifiutare questo strumento sempre e comunque in quanto strumento disumano. ”
 

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