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COLONNA SONORA
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HO SEMPRE AVUTO UN SOGNO
poi se n'è aggiunto un altro
da questi sogni è nato questo racconto
VIAGGIO NEL TEMPO
Rosario
Era quasi arrivato, fra poco avrebbe saputo se il suo viaggio l'avrebbe portato nel passato o alla fine della sua esistenza.
La genialità di Jessica Smile aveva portato in dotazione all'astronave tre nuovi macchinari. Lui aveva tentato più volte di comprenderne l'esatto funzionamento, ma le lauree in fisica e astronomia non l'avevano aiutato molto.
Sapeva che il generatore di onde gravitazionali sarebbe servito solo al momento di entrare nel campo d'attrazione di Sagittarius A, per aprire un varco ed essere risucchiati dalla stringa che avrebbe portato l'astronave verso l'universo parallelo in cui il tempo scorreva dal futuro verso il passato.
Il secondo apparato era invece in grado di individuare i punti di uscita e di ingresso fra i due universi in modo da agganciare il momento esatto in cui emergere per trovare il giorno: lui aveva scelto il 12 settembre del 1973.
Il terzo era quello ora in funzione, che gli aveva permesso, in sei mesi di accelerazione, di arrivare quasi a velocità luce.
In effetti il suo era già un viaggiare nel tempo, nel futuro per la precisione, perché se ora avesse invertito la rotta, prima del balzo verso il buco nero, sarebbe atterrato, dopo solo 8 anni di viaggio, sulla terra del 2.127 e non avrebbe ritrovato in vita nessuno di coloro che conosceva e persino il ricordo della loro tenerezza sarebbe stato ormai cancellato e forse nessuno delle generazioni future avrebbe avuto memoria della sua antica missione.
Vicino al centro della galassia, il cielo era così pieno di stelle che l'oscurità era ormai diventata una parola sconosciuta. Era circondato da enormi astri che emettevano una luce blu cobalto, altri erano gialli o bianchi e infine altri soli giganteschi proiettavano una luce rosso sangue sugli schermi di protezione dell'astronave. Dalla terra nemmeno si poteva immaginare uno spettacolo simile: da trattenere il respiro.
Tutti ruotavano intorno a un'area nera come l'interno di una grotta, e l'astronave stava dirigendosi in fretta proprio in quella direzione assecondando quella forza che l'aveva afferrata dal momento in cui era entrata nel nucleo della Via Lattea. Lui sfiorando col dito il pulsante di accensione del generatore di onde gravitazionali sperò che funzionasse, altrimenti il suo destino sarebbe stato comune a quello di tutti quegli astri destinati a essere, uno alla volta, il fluido vitale del vorace buco nero.
Non percepì subito il cambiamento passarono alcuni giorni, poi la nave cominciò a scivolare, dapprima con lentezza, poi quasi precipitando in una specie di imbuto che si stava formando sulla superfice di Sagittarius A: si era aperta la strada verso la stringa. Per un lungo momento ebbe la sensazione di una caduta inarrestabile e dopo un breve tremore, tutta la struttura della nave iniziò a stridere, per resistere alle enormi forze che stavano combattendo per afferrarla, poi il silenzio. Non c'era più nulla da vedere, nulla da sentire, i motori tacevano, il generatore era spento, ora lavorava solo l'individuatore di uscita in cerca dell'universo parallelo. Lui se ne stava seduto conscio di non poter fermare il tempo e nulla poteva fare, se non aspettare il segnale di riavvio automatico dei motori da parte del computer.
Tutto avvenne come previsto e all'improvviso ricomparve la luce e il fragore dei motori che lo lanciarono in una nuova corsa verso il suo obbiettivo. Passarono solo alcuni giorni in cui poté osservare e cercare di studiare quel mondo nuovo: la luce non era la stessa, le stelle erano diverse... sbagliate, le forme strane fatte di rotondità mancate che lasciavano luminose scie ondulate ... poi capì: lì la luce non viaggiava in linea retta, forse anche la sua velocità era diversa e le dimensioni spaziali erano certo più di tre. Ma non ebbe il tempo di studiarle che fu di nuovo attratto da un fortissimo campo gravitazionale, segnale inequivocabile che era giunto presso la stringa che lo avrebbe portato al varco temporale prescelto. Ripeté la procedura precedente e sbucò nel suo passato esattamente nel luogo e nell'ora che aveva deciso, Jessica Smile aveva fatto un lavoro egregio.
Vide sé stesso entrare in chiesa parlando con suo fratello, poco prima del suo matrimonio, ma tutto sembrava un film: nessuno dei presenti si accorse della sua presenza e lui non poté rivolgersi a loro per avvisarli che di lì al un mese lo sposo sarebbe rimasto vittima di un incidente fatale.
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