Creato da steppen.wolf il 01/01/2008

Gaia

Una maggiore consapevolezza delle conseguenze delle nostre azioni darà vita ad un nuovo impegno per impedire la distruzione della vita sulla terra.

 

 

Granoturco per sfamare le nostre auto

Post n°11 pubblicato il 06 Febbraio 2008 da steppen.wolf
 

Quando leggo certe notizie provo rabbia e delusione per come si continuino a fare le scelte sbagliate: su Reuters l',articolo che in Italia, precisamente a Tortona, sorgerà un mega impianto per la produzione di biocarburante dal mais, sarà il piu grande d'europa, saranno investite cifre enormi che andrebbero usate invece per riforestazione ed energia solare per pasare alla vera sostenibilità e combattere il riscaldamento globale.

Per produrre di etanolo si dovranno utilizzare 600.000 tonnellate di mais e tutto questo è assurdo se pensiamo che per un pieno di un'auto di grossa cilindrata serve una quantità di cereali pari a nutrire una persona per un anno intero, è assurdo perchè aumentando la richiesta di cerali i prezzi continueranno a salire ed i biocarburanti sono concorrerti avantaggiati rispetto le altre colture in quanto sostenuti dagli incentivi ecomomici, in alcuni paesi è obbligatoria una certa percentuale di etanolo nei carburanti messi in commercio.

E’ assurdo perché l’agricoltura intensiva sta sfruttando eccessivamente la terra portando desertificazione ed abbassamento delle falde acquifere .

E ancora..."Il punto critico del processo e’ proprio la coltivazione: occorrono mezzi agricoli (che generalmente bruciano combustibili fossili), fertilizzanti (prodotti bruciando combustibili fossili) e terreno (che ospitava altre colture o, peggio, foreste capaci di immagazzinare molta CO2). Il tempo necessario a recuperare le emissioni iniziali e iniziare a “guadagnare” in termini di CO2 varia tra i 50 e i 100 anni. Non abbiamo tutto questo tempo a disposizione e per evitare i problemi climatici che ci attendono in futuro sarebbe quindi meglio adottare altre strategie.

Renton Righelato (WLT) e Dominick Spracklen (Leeds Univ.) sostengono che riforestando le aree ora agricole, che oggi si vorrebbero destinare alla produzione di biocarburanti, si potrebbero ottenere risultati migliori in minor tempo. Basterebbero 30 anni per ridurre le emissioni dalle 2 alle 9 volte di più che adottando i biocarburanti. La riforestazione avrebbe anche alti effetti collaterali, come il mantenimento della biodiversità, la regolazione del clima e la protezione dei suoli da erosione e desertificazione."

Insomma ancora una volta il business non guarda in faccia a nulla e a nessuno e con l'etichetta "bio" si spaccia veleno per elisir di lunga vita....

Wolf

leggi anche il mio precedente post : dalla padella alla brace

Fonti : Reuters Aspo ecoblog

 
 
 

Il mare si desertifica

Post n°10 pubblicato il 05 Febbraio 2008 da steppen.wolf
 

L'acqua si riscalda, la vita scompare così l'oceano diventa un deserto In Italia va peggio: "L'estensione delle aree desertiche si aggira intorno al 20 per cento"

Visto dallo spazio, il mare senza vita assume un colore blu cupo, di contro al verde-clorofilla delle aree nelle quali la catena alimentare prospera in tranquillità. Al paradosso del deserto in mezzo all'acqua, si aggiunge quello del pianeta diventato troppo azzurro, privo di quel verde da cui traggono nutrimento pesci e cetacei. Il fenomeno del riscaldamento delle acque superficiali che blocca la circolazione delle correnti e lo scambio di sostanze nutritive tra gli strati dell'oceano non è scoperta di oggi. "Ma nessuno dei nostri calcoli aveva previsto un progresso così rapido" scrive Polovina. "Negli ultimi 9 anni i deserti si sono estesi con una rapidità 10 volte superiore al previsto". Nei mari italiani la situazione è ancora più grave: "L'estensione delle aree desertiche nel Tirreno e nell'Adriatico si aggira intorno al 20 per cento" spiega Silvio Greco, ricercatore dell'Icram, Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare. "L'interruzione della circolazione dell'acqua agisce su un ecosistema già compromesso da pesca eccessiva e inquinamento".

Il satellite della Nasa "SeaWiFs" ha calcolato che dal '96 a oggi le superfici marine prive di vita sono aumentate del 15 per cento: l'equivalente di 6,6 milioni di chilometri quadri in più.


fonti : la repubblica

 
 
 

La società sostenibile

Post n°9 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da steppen.wolf
 

Ormai è chiaro che quello che noi attualmente chiamiamo sviluppo, o crescita economica non è sostenibile dal pianeta, stiamo esaurendo le fonti non rinnovabili, come il petrolio ed altre materie prime, stiamo sfruttando eccessivamente le fonti rinnovabili come le foreste gli oceani l’acqua, e stiamo provocando cambiamenti climatici che provocano disastri enormi, le risorse inoltre non sono equamente distribuite e questo provocherà sempre più tensioni sociali dal terrorismo alla guerra per le risorse

Qual è la soluzione? "La società sostenibile".

Nel 1987 la commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo ha definito l’idea di sostenibilità:

La società sostenibile è una società che soddisfa i propri bisogni senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri.

E difficile immaginare come sarà una società sostenibile sicuramente molto diversa da quella attuale, sicuramente i valori su cui poggerà saranno molto diversi, ed ogni attività sarà valutata con i criteri della sostenibilità, si cercherà sempre il benessere, ma si capirà che si può avere anche senza il consumismo, probabilmente saranno guardate con disprezzo le persone che ostentano ricchezze materiali, e si ammirerà la sobrietà,

La rivoluzione della sostenibilità sarà prima di tutto una rivoluzione culturale di milioni di persone, e l’informazione sarà il fattore chiave del cambiamento.

Questa rivoluzione è iniziata circa quaranta’anni fa, quando Aurelio Peccei con gli altri membri del club di Roma,finanziò uno studio per prevedere quale sarebbe stato il nostro possibile futuro, il risultato fu un libro intitolato “i limiti dello sviluppo” ora quei concetti si stanno diffondendo e probabilmente tra altri quarant’anni saranno entrati a far parte della cultura comune.

La strada da fare è molta e tutti possono e devono dare il loro contributo, e anche tu che stai leggendo se capisci l’importanza di queste idee devi esserne profeta in modo che si diffondano il più velocemente possibile.

Wolf

 
 
 

L'artico si sta sciogliendo

Post n°8 pubblicato il 15 Gennaio 2008 da steppen.wolf
 

Dal 1979 in poi l’artide ha perso ogni decennio il 9 % di ghiaccio  ma secondo l’iccp il processo di scioglimento si intensificherà infatti negl’ultimi anni si sta riducendo dell’8% all’anno l’ultimo allarme dato dagli scienziati prevede che il ghiaccio artico sparisca entro il 2013 mentre fino a poco tempo fa si pensava che la fine del ghiaccio artico fosse il 2030 e prima ancora si pensava il 2100 insomma le notizie peggiorano di giorno in giorno…. Io spero che lo scienziato in questione :Wieslaw Maslowski si sbagli ma temo di no…. e sicuramente prima del 2030 perderemo il ghiaccio dell’artico….

E non è grave solo perché moriranno, tutti gli animali che ci vivono.. Dall’orso polare al tricheco… che probabilmente sanno estinti tra pochi anni… è grave perché il clima della terra , gli spostamenti dell’aria e delle correnti marine sono resi possibili dalla differenza di temperatura tra i poli e l’equatore… e quali possano essere le ripercussioni sul clima nessuno può dirlo con precisione ma nessuno prevede belle cose…

Temo che per l’artico non si possa piu fare molto ma dobbiamo provarci e dobbiamo pensare all’antartico… prima che sia troppo tardi lo scioglimento dell’antartide provocherebbe un innalzamento del mare di 80 metri… e se continuiamo e riempire l’atmosfera di gas che causano l’effetto serra anche l’antartide farà la stessa fine…

Tutti abbiamo il dovere e il potere di fare qualcosa ....

wolf  

Questa animazione - basata su osservazioni compiute dai satelliti della NASA - propone un paragone della superficie minima dei ghiacci artici misurata nel 2005 con quella osservata nel 2007. Queste superfici vengono poi confrontate a loro volta con la superficie minima media registrata fra il 1979 ed il 2007 (l’area in verde mostrata alla fine dell’animazione).

fonti BBC    

fonti

DeSmogBlog

 
 
 

Etica della terra

Post n°6 pubblicato il 12 Gennaio 2008 da steppen.wolf
 

Oggi sappiamo abbastanza bene che cosa è l’uomo: è un animale, fa parte in tutto e per tutto dei cicli naturali, si nutre, si sviluppa, si riproduce e muore come gli altri mammiferi. Anche il suo comportamento è qualitativamente riconducibile a quello degli altri animali più simili. La differenza di informazione genetica rispetto a uno scimpanzé è di poco superiore all’uno per cento.

Nella cultura occidentale, e quindi ormai in tutto il mondo, ancora oggi la nostra specie non è di fatto considerata una parte della Biosfera, ma come un elemento esterno rispetto al quale si misura ogni valore. Tanto è vero che l’espressione "l’ambiente" sottintende spesso "l’ambiente dell’uomo", che resta l’unico riferimento per tutte le considerazioni etiche. Anche i cosiddetti ambientalisti parlano di solito di "tenere pulita la nostra casa", conservare il "patrimonio di tutti", consegnare la Terra in buono stato alle generazioni future. Il riferimento costante, considerato ovvio, è l’uomo. Oggi invece sappiamo che l’uomo non è nella posizione di "abitante di una casa", ma è come un gruppo di cellule di un Organismo, da cui dipende totalmente. Infatti l’ecosistema globale è un Organismo e non "l’ambiente dell’uomo": questa posizione della nostra specie deve ancora essere recepita dalle correnti filosofiche occidentali, oltre che da tutte le istituzioni.

La posizione "esterna" dell’uomo, esportata in tutto il mondo sull’onda della tumultuosa espansione dell’Occidente, è il sottofondo di pensiero che ha provocato i grossi guai in cui ci troviamo. Considerare l’uomo al di sopra o al di fuori dell’ecosistema ha causato anche il drammatico aumento di popolazione umana e la spaventosa crescita dei consumi che hanno caratterizzato gli ultimi due secoli.  di Guido Dalla Casa

L'uomo quindi non può fare tutto quello che vuole sulla terra, deve darsi delle regole per convire con gli altri esseri viventi e deve prima di tutto rispettare la vita.

Ogni forma di vita ha un suo valore intrinseco che è indipendente dall'uomo,dal valore che l'uomo gli può dare, dall'utilita che può avere per gli uomini

Wolf

 
 
 

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