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La voce di Megaride

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"ARGO" (dim.di LETARGO) il caporedattore de "LA VOCE DI MEGARIDE"/blog, coraggioso foglio indipendente, senza peli sulla lingua... ne' sullo stomaco!
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L'archivio delle video-news e delle interviste filmate per "La Voce di Megaride" è al link http://www.vocedimegaride.it/Fotoreportages.htm

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http://www.napoletano.info/auto.asp

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Cliccando http://www.box404.net/nick/index.php?b  si procede ad una originalissima elaborazione del nickname ANCESTRALE di una url. "La Voce di Megaride" ha ottenuto una certificazione ancestrale  a dir poco sconcertante poichè perfettamente in linea con lo spirito della Sirena fondatrice di Napoli che, oggidì, non è più nostalgicamente avvezza alle melodie di un canto ma alla rivendicazione urlata della propria Dignità. "Furious Beauty", Bellezza Furiosa, è il senso animico de La Voce di Megaride, prorompente femminilità di una bellissima entità marina, non umana ma umanizzante, fiera e appassionata come quella divinità delle nostre origini, del nostro mondo sùdico  elementale; il nostro Deva progenitore, figlio della Verità e delle mille benedizioni del Cielo, che noi napoletani abbiamo offeso.
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Messaggi di Ottobre 2008

Camilla la stella che brilla... sempre più!

Post n°856 pubblicato il 31 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

Ultimissime notizie dalla Florida, dove la nostra piccola e bellissima  Camilla sta facendo enormi progressi. Il nostro cronista è papà Mariano che - tra le righe - percepiamo molto più sereno ed ottimista e che ringraziamo per le puntuali informazioni.

Ciao a tutti,
sono ormai 5 mesi che stiamo negli USA, quindi a metà del primo ciclo di cure dei tre previsti per la nostra stella. Questi mesi sono stati duri per Camilla, basti pensare che ha fatto 250 ore di fisioterapia intensiva e oltre 90 ore di logopedia, sommando tutte le varie terapie in totale la piccola è stata sottoposta a 550 ore di trattamenti. I risultati? Il più importante è che la piccola sta bene, fortunatamente ha reagito positivamente al carico di lavoro, a piccoli passi continua a migliorare la sua postura e la sua attenzione. Anche con la sua epilessia le cose continuano ad andare bene, gli scattini ci sono ancora ma con intensità e frequenza ridotte notevolmente nonostante la progressiva diminuzione dei farmaci che Camilla assume. Siamo contenti per come procedendo le cose, naturalmente ogni giorno che passa aumenta il nostro desiderio di vedere risultati sempre più eclatanti, ma siamo consapevoli che per le patologie simili a quella di nostra figlia ogni minimo passo in avanti è un piccolo miracolo. Guardando al futuro, siamo ottimisti soprattutto per l’aspetto fisico, mentre per quello cognitivo poiché la piccola assume ancora un alto quantitativo di farmaci, non possiamo per il momento capire i suoi limiti reali. La strada è ancora lunga, cinque mesi sono appena l’inizio (purtroppo), noi ci auguriamo che tutto continui ad andare bene, di finire questo primo ciclo diminuendo il più possibile i medicinali, in questo modo sicuramente la piccola ci darà altre soddisfazioni.
“Angelina Jolie”, così chiamano la nostra Camilla i fisioterapisti del centro! Perchè quando non gradisce alcuni esercizi piange, ma senza lacrime, praticamente come una vera attrice, con una scenata teatrale, cerca d'impietosire il terapista di turno,"ANGELINA JOLIE" le urlano. Non vi dico quando stamattina a causa del freddo insolito, per questi luoghi, siamo arrivati al centro con cappello, felpa e occhiali da sole, "ECCO LA STAR" hanno gridato, Sharon scherzosamente ha detto : "adesso sembri veramente Angelina, sei smorfiossa come lei"
Camilla inizia ad uscire dalla "gabbia", ha infatti cominciato nuovi esercizi in piedi senza l'ausilio degli "elastici".
Vai piccola continua così!!!
segnalo il seguente link: http://it.youtube.com/watch?v=sn3mFYqCtI4 (cliccate sulla sinistra dov'è scritto Video Camilla 2) troverete un nuovo video di Camilla mentre fa le terapie, questa volta abbiamo lasciato il sonoro originale in modo da farvi conoscere il "Live" della giornata tipo della nostra stella. (nella foto la piccola mentre "protesta" per il duro lavoro.)
Mariano Luise

 
 
 

Contrada ruggisce ancora

Post n°855 pubblicato il 30 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

di Marina Salvadore

I nodi vengono al pettine. Dopo sedici anni, durante i quali si è fatto di tutto per tacitare nel sottoscala di Stato la voce di Bruno Contrada, subliminalmente condannato a morte, torturato dalle istituzioni con un più che sospetto “fumus persecutionis” per isolarlo dal mondo, attentando alla sua salute psico-fisica, secondo i canoni delle peggiori sceneggiate della vulgata, altamente offensive per l’intelligenza media degli italiani, qualcuno ha deciso di rileggere determinati capitoli  del “caso Contrada”, troppo frettolosamente scribacchiati – con molti errori di ortografia, grammatica e privi di contenuto – ed archiviati, gettando via la chiave dell’archivio insieme a quella della cella, così come avevano pensato di farla franca taluni autorevoli delle Istituzioni.  Prima o poi - in particolare in questi ultimi due anni che hanno visto lievitare le schiere dei sostenitori di Bruno Contrada riportando in auge la sua drammatica storia – qualche segnale di risveglio delle coscienze sarebbe stato prevedibile quanto opportuno, perché ridicolo continuare secondo il solito copione di una volgare sceneggiata. La vera grande novità è che ORA c’è qualcuno disposto ad ascoltare il prefetto Contrada che, anche se in veste succinta ed umile di detenuto, non ha smarrito punto la sua dignità ma soprattutto la memoria di fatti e circostanze dei quali è stato artefice o testimone nella sua qualità di miglior investigatore d’Italia e d’Europa. Finalmente, anche il generale Bruno Contrada può deporre, parlare, esprimersi come era dato farlo SOLO ai delinquenti incalliti, pendagli da forca  dei “mai “ PENTITI. Bisognerebbe chiedere al colonnello Arcangioli perché dal 1992 in poi e fino al 2006 non abbia ritenuto opportuno chiarire che la borsa l'aveva presa lui o comunque l'ha avuta lui". E' quanto sollecitava Contrada al Gip di Caltanissetta, nel corso del suo interrogatorio reso il 7 aprile scorso davanti al giudice di sorveglianza di Napoli,  in riferimento all’ignobile accusa d’essere stato sul luogo della strage e di aver fatto sparire la misteriosa agenda rossa del povero Paolo Borsellino. Nel maggio scorso la procura di Caltanissetta,  presentava ricorso in Cassazione contro la sentenza di non luogo a procedere "per non aver commesso il fatto"
emessa all'inizio di aprile dal Gup nisseno, nei confronti di Arcangioli che era indagato di furto aggravato perché sospettato di aver preso, lui, il 19 luglio 1992 in via D'Amelio, poco dopo la strage, l'agenda rossa del procuratore aggiunto Paolo Borsellino. Il 5 novembre Bruno Contrada comparirà davanti al Gup di Caltanissetta, Ottavio Sferlazza, che per due volte ha rigettato la richiesta di archiviazione delle indagini da parte della Procura, sulla base dell'esposto presentato da Contrada. Poi, c’è sempre da verificare quello strano caso di “mobbing”, come paventato da Lino Jannuzzi ne “I due poliziotti”, con riferimento alla gelosia professionale tra “sbirri” del Sisde e della DIA. L'allora nascente Direzione Investigativa Antimafia, non avrebbe 'gradito' l'intromissione di Bruno Contrada nelle indagini per le stragi del 1992.  Quando lo scorso 7 aprile, fu sentito dal giudice di sorveglianza di Santa Maria Capua Vetere Contrada disse che la sera del 20 luglio 1992, il giorno dopo la strage di via D'Amelio, venne convocato dall'allora Procuratore di Caltanissetta, Gianni Tinebra che gli chiese di collaborare con lui nelle indagini relative alle stragi. L’incontro avvenne in una stanza messa a disposizione dalla procura generale di Palermo. "Io gli feci presente che non ero più nella polizia, non ero più ufficiale di polizia giudiziaria e che quindi non potevo svolgere indagini e che quale funzionario del sisde avrei potuto soltanto dare un mio contributo basato anche sull'esperienza maturata in 25 anni di servizio a Palermo in organismi deputati alla lotta contro la mafia, ma per far ciò avrei dovuto essere autorizzato dal mio direttore, il prefetto Alessandro Voci". Pochi giorni dopo il vice operatore del Sisde, prefetto Fausto Gianni e altri funzionari presero contatti con il procuratore di Caltanissetta. "La cosa non fu molto gradita alla Dia, allora in fase di costituzione, anche perché in seguito agli accordi presi, io costituii un gruppo di lavoro presso il centro Sisde di Palermo costituito da funzionari dell'Alto commissariato di Palermo tra cui il vice questore Carmelo Emanuele e altri come il dottor Paolo Splendore e Carlo Colmone". La prima attività del 'pool' fu un monitoraggio su Francesco Madonia, sui 4 figli e tutto il clan. "Il risultato di tale lavoro venne fatto pervenire alla procura tramite la questura. I Madonia – sottolineava Contrada - sono tutti condannati all'ergastolo". Quando noi del Comitato Bruno Contrada Napoli asserivamo ch’egli fu arrestato una settimana prima di mettere le mani su Provenzano (arrestato, poi, dopo qualche lustro) eravamo coscienti e consapevoli che  - sempre dopo la strage di via D'Amelio - egli costituì anche un gruppo di lavoro per le ricerche e la cattura di Bernardo Provenzano. Del gruppo facevano parte elementi della Criminalpol di Roma e Palermo oltre a funzionari del Sisde. "Mi erano stati confidenzialmente forniti  i numeri di cellulari in uso al nipote di Bernardo Provenzano, Giovanni Gariffo, che comunicava per conto e nell'interesse dello zio latitante da numerosissimi anni. Mentre io facevo ciò, alcuni ufficiali dell'arma dei carabinieri mettevano in giro le voci sulla mia presenza sul luogo delle stragi e sul mio coinvolgimento nelle stragi… mentre negli uffici della Dia di Roma, che era ai primi passi e che ospitava i primi pentiti, qualcuno dei pentiti cominciava ad accusarmi, in primo luogo Gaspare Mutolo che dette ad intendere a chi l'interrogava che io ero responsabile della strage Falcone e Borsellino… Fra il 1975 ed il 1976 i miei uomini, quando ero capo della squadra mobile di Palermo, spararono per tre volte contro Mutolo senza colpirlo". Convalidare le verità di Bruno Contrada contro le calunnie dei delatori e il potere di taluni autorevoli personaggi delle istituzioni, cui necessitava un capro espiatorio, potrebbe servire a far luce su mille altri misteri italiani, su patti scellerati tra lo Stato e la Mafia, su giochi di potere… Finalmente, anche a far luce sulle due Italie compromesse e derelitte nell’abortito colpo di Stato comunista di quel diabolico anno 1992 e rendere giustizia alle tante innocenti vittime. Anche Vincenzo Agostino, padre del poliziotto assassinato Antonino afferma: “Ero a conoscenza di queste dichiarazioni di Contrada, la magistratura di Palermo ne è al corrente. Non posso commentare nulla perchè ci sono indagini in corso e vorrei che, adesso, si vada fino in fondo". Antonino Agostino, aveva 28 anni, fu ucciso il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini, nel palermitano, assieme alla moglie Ida Castelluccio, 19 anni, incinta. Bruno Contrada, in un verbale trasmesso al Gip di Caltanissetta, tra le altre cose rivelava che "sull'omicidio dell'agente di polizia Antonino Agostino, assassinato con la moglie nell'agosto 1989 sarebbe opportuno sentire l'ex sottufficiale della Squadra Mobile di Palermo, Guido Paolilli perchè lo stesso sarebbe al corrente di importanti particolari sulla vicenda secondo quanto da lui stesso confidatomi".  "Aspetto fiducioso l'esito delle indagini" dice ancora Vincenzo Agostino. "Mio figlio e l'agente Piazza allora avevano scoperto qualcosa. Ecco perchè li hanno ammazzati tutti e due. Mio figlio aveva scritto nella sua agenda tutti gli appunti ma li hanno fatto sparire". "Adesso, dopo tanti anni, sono fiducioso e aspetto che la magistratura mi dia il risultato. Vogliono ancora tempo per potere indagare". Tempo addietro – come ci informa Apcom - Vincenzo Agostino, noto per aver giurato di non radersi più la barba finché non sarebbero stati scoperti tutti i responsabili del delitto, aveva rivelato che "un giorno Paolilli, che era amico di mio figlio, insistette per venire con noi al cimitero. Incalzato dalle nostre domande sulle indagini, disse che la scoperta della verità non avrebbe fatto piacere. Disse pure che avrebbe fatto il possibile per mostrarci sei fogli. Io dissi che volevo sapere la verità ad ogni costo. Quei sei fogli, dove c'era la verità, non sono stati trovati. Chi ha preso quei fogli durante la perquisizione a casa dopo l'omicidio? Mi spiega perchè hanno dichiarato che mio figlio è stato una vittima del dovere? Me lo spiega perchè c'erano tante autorità ai suoi funerali?". "Mio figlio - conclude - non era colluso ed è stato dichiarato vittima del dovere. Amava la divisa e la indossava con onore".
Bruno Contrada deporrà il prossimo 17 novembre al processo contro Totò Riina
Nel frattempo, speriamo che il microcosmo dell’”antimafia” – quello cui la finanziaria di Tremonti non taglierà i fondi come alla scuola, quello che non vedrà mai i tornelli di Brunetta alle esternazioni in libera uscita -  che trova la sua ragion d’essere – con tutti i benefici del caso – nell’estenuante giustizialismo contro il capro espiatorio Bruno Contrada, non si indispettisca oltremodo, preferendo lo stagnare di comode menzogne alla Verità che tanti, troppi italiani non illustri, non abbienti vogliono vedere coniugata alla Giustizia Giusta!

 
 
 

LOS VON ROM !

Post n°854 pubblicato il 28 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

di Patty Ghera

Dopo aver visto il filmato, molto ben fatto, sul fenomeno del "brigantaggio", all'indomani della forzata unità d'Italia, mi è venuta in mente la similitudine con la cosiddetta "insurrezione altoatesina" avvenuta alla fine degli anni 50 in Tirolo (Alto Adige è nome inventato da Mussolini), che ha visto Georg Klotz fra i protagonisti di questa ribellione. Da nord a sud, in epoche diverse, vi sono sempre stati fenomeni d’intolleranza alle leggi antipopolari fatte dai potenti a tavolino dopo un conflitto. Dopo la dis-unità d'Italia, avevamo dei regnanti schifati (mi piace il vostro verbo napoletano che rende l'idea) di parlare addirittura l'italiano che, fra loro, si esprimevano in francese. Figuriamoci come avrebbero potuto capire i vari dialetti parlati lungo tutto lo stivale.  I Tirolesi, forzatamente italiani che, per caratteristiche somatiche, lingua, razza, uso e costumi, nulla hanno mai avuto a che fare con il resto del paese. Brigantaggio nel meridione e insurrezione tirolese, accomunate da un unico denominatore: la giusta pretesa della propria indipendenza e il rispetto degli usi e delle tradizioni di questi popoli tramandati nei secoli. La verità su quest’insurrezione, come sul brigantaggio, non è mai stata detta, ci ha provato Eva Klotz che ha dedicato a suo padre un libro dal titolo "Georg Klotz" dove racconta la sua verità. Peccato che sia scritto in lingua tedesca. L'ho esortata più volta a tradurre il libro anche in lingua italiana. Spero che prima o poi questo succeda. Avrete saputo della vittoria elettorale delle elezioni in Sud Tirolo? Il partito di destra di Eva Klotz (Sud Tiroler Freiheit), i cugini di Heider, ha ottenuto un gran risultato, a scapito della SVP (Sud tiroler von spartei), che hanno perso quasi l'8%. Il partito di Eva è formato quasi esclusivamente da giovani che fanno politica con il cuore. Hanno piazzato un bellissimo cartellone con i colori dell'Austria, in territorio austriaco, a 10 cm dal confine italiano (parlo del Brennero) dove c'è scritto: SUD TIROL IST NICHT ITALIEN  e cioè il Sud Tirolo non è Italia. Loro parlano esclusivamente il tirolese e vogliono mantenere a tutti i costi le loro bellissime e religiosissime tradizioni. Un popolo da ammirare per l'onestà e tutto quanto. Sapessi quanti sabotaggi, ma alla fine ce l'hanno fatta. Sono proprio dei panzer, vanno avanti per la loro strada e Eva prosegue il cammino del padre, del quale propongo le gesta. Georg Klotz, eroe sudtirolese che gli italiani volevano “chiamare” Giorgio Dal Ceppo… Il 24 gennaio del 1976 moriva nel suo esilio austriaco Georg Klotz, uno degli eroi della lotta del popolo sudtirolese. Descritto per anni dalla stampa patriottica italiana come un terrorista (l´epiteto più "gentile", poi però diventato una sorta di medaglia, era "martellatore della Val Passiria"), lui si è sempre vantato di avere sempre e solo colpito "cose" (tralicci, caserme, infrastrutture) e di non avere mai fatto del male alle persone, secondo un codice di onore che distingueva quelli come lui da tutta la marmaglia sanguinaria che ha riempito le cronache più tragiche del tempo e degli anni più recenti. Klotz era nato a Walten, in val Passiria, l´11 settembre 1919, proprio il giorno del Trattato di Saint-Germain che consegnava la sua terra alla sovranità del Regno d´Italia, strappandola dall´antica heimat della Contea del Tirolo. Ha vissuto la sua giovinezza sotto l´oppressione fascista, stupida e prepotente: a un certo punto gli è anche capitato che un burocrate ottuso - che aveva preso sul serio la sciocchezza scolpita (rigorosamente in latino) sull´Arco della Vittoria, il patriottico catafalco che deturpa una piazza di Bozen-Bolzano: "Qui abbiamo insegnato agli altri la lingua, il diritto, le arti" - avesse cercato di cambiargli il nome in Giorgio Dal Ceppo.  La notte fra il 6 e il 7 settembre 1964, Klotz e il suo compagno di lotta Luis Amplatz si erano rifugiati in un piccolo edificio, la Malga Brunner, sopra Novale di San Martino, in Passiria, assieme a tale Christian Kerbler (alias Peter Hofman), un collaboratore della Divisione affari riservati del Ministero dell´Interno, "infiltrato" dal questore Allitto Bonanno. Lì questo Kerbler uccide nel sonno Amplatz e spara due colpi di rivoltella al petto di Klotz, che riesce a trascinarsi in condizioni drammatiche fino al confine austriaco e a salvarsi. Il sicario si "consegna" ai carabinieri ma riesce a fuggire alla non troppo oculata sorveglianza di chi lo stava trasportando a valle. Arrestato anni dopo a Londra per altri reati (evidentemente i "trenta denari" si erano presto esauriti..), si scoprirà che non esisteva a suo carico nessun mandato di cattura emesso da autorità italiane. Le sue tracce si perderanno in Brasile. Georg Klotz resterà in Austria fino alla sua morte, avvenuta per un’embolia, lontana conseguenza delle ferite riportate. In sua assenza la polizia si era accanita contro la sua famiglia: nel 1967 la moglie era stata incarcerata per 14 mesi: un vergognoso ricatto per cercare di costringerlo a rientrare e a confessare delitti mai commessi e per cui era stato condannato a morte con il solo metodo utilizzabile in un paese che ha formalmente eliminato la pena capitale. Dei sei figli si occupava la più grande, Eva, che aveva allora 16 anni, e che oggi è la più combattiva esponente della libertà sudtirolese. Da qualche anno sembra essere tornata a farsi sentire la pressione italiana contro l´autonomia di Bolzano: gli attacchi al bilinguismo, alla proporzionale etnica e allo stesso istituto della Provincia autonoma. Come già successo molte volte nel passato, i Sudtirolesi possono contare nei momenti più cupi della loro vita comunitaria sulla solidarietà dei loro fratelli tirolesi e austriaci di oltre Brennero. Una tutela che purtroppo manca ai popoli padani che sono sempre da soli a combattere la loro battaglia. La vicenda sudtirolese serve però da esempio a tutti quelli che combattono per libertà e autonomia. In questo senso il Tirolo è davvero la "Patria del mondo" esaltata in una popolare canzone degli Insorgenti trentino-tirolesi che combattevano a fianco di Andreas Hofer: lo è nel senso di patria dei diritti di tutti i popoli oppressi, di scrigno di libertà difeso nei secoli contro tutti gli aggressori. Il valore simbolico ed esemplare di Hofer e Klotz travalica il tempo e i confini: sono gli eroi di tutti quelli che lottano per la libertà. Lo sono in particolare per quelli che hanno gli stessi nemici. Los von Rom!... Letteralmente, FUORI DA ROMA!
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Con i più fervidi voti augurali ad Eva Klotz ed alle sue genti, per la piena affermazione della loro nobile Causa Identitaria . Noi sudisti, ex regnicoli delle Due Sicilie imparentati con gli Austriaci, necessiteremmo tra le nostre fila di altrettanto appassionati combattenti… ma la perniciosa, atavica malattia dell’individualismo e del “ TIRAMMO ‘A CAMPA’ ! “ è il più duro freno all’affermazione della nostra Causa, eppure abbiamo subito un Olocausto peggiore di quello ebreo e la nostra Diaspora è tuttora in atto. Ma vorrei segnalare, scrutando il presente, quanta scarsa attenzione abbia riservato Roma alla tornata elettorale nel Tirolo, limitandosi ognuno– i vari presidenti e segretari dei due maggiori partiti nazionali (che, poi, sarebbero un unico grande ibrido “Centro”) a vedere una personale vittoria scaturire da quelle urne lontane che sono dimenticate colonie italiane SOLO sulla carta geopolitica dell’Atlante del Potere… mentre da un anno impazza, quotidianamente, fino allo sfinimento delle “bolas” la campagna elettorale americana: un martellamento continuo… inopportuno… immorale. Spersonalizzante! Dio, quanta disonestà intellettuale! Auguri, dunque, brigantessa Eva Klotz! Permettimi di stringerti la mano, con tanto orgoglio… che vorrei fosse proprio delle mie genti del Mezzogiorno. Chissà, cara Eva, magari la nostra battaglia per il Sud dovremmo venire a lanciarla da lassù... da voi, visto che qui vige il solito  mortificante NEMO PROPHETA IN PATRIA – Marina Salvadore
 

 
 
 

E' scoccato Mezzogiorno!

Post n°853 pubblicato il 27 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 




UNA PROPOSTA DAI NON "INTRUPPATI":
Proprio riguardo alla svolta politica dei dirigenti A.N., potremmo citare il vecchio proverbio secondo cui "il diavolo fa le pentole ma non i coperchi". Infatti, proprio nel momento in cui Fini ed i suoi grgari si sono spostati (tardivamente) nell'area liberal-democratica, il modello politico liberale e quello economico neoliberista sono entrati in una crisi profonda, fino al punto che oggi, finalmente, nel mondo si mette in discussione e si contesta il modello neoliberista di globalizzazione capitalista e la cultura del "pensiero unico" - La Destra

Servizio di Marina Salvadore - Regia e Montaggio di Mauro Caiano per V.I.P. Napoli

 
 
 

'O Pazzariello

Post n°852 pubblicato il 26 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

tadzebao periodico di cronache, annunci e denunce...
Distaccamento Marina Militare Napoli 
Ufficio Stampa - Via S. Lucia 2 – 80132 – Napoli
26 ottobre 2008
Oggetto: Cambio di Comando al Distaccamento Marina Militare di Napoli. 
Martedì 28 ottobre p.v., alle ore 11: 00, nel piazzale della Base Navale partenopea, si terrà la cerimonia di Cambio di Comando del Distaccamento Marina Militare di Napoli tra il Capitano di Vascello Bruno PUZONE BIFULCO ed il parigrado Amedeo DE NAPOLI. Alla cerimonia presenzierà l’Ammiraglio di Squadra  Gian Maria FAGGIONI, Comandante in Capo del Dipartimento Militare Marittimo dello Jonio e del Canale d’Otranto, da cui dipende il Distaccamento M.M. di Napoli, nonché le massime Autorità civili e militari della regione, e vedrà la partecipazione degli ufficiali, dei sottufficiali e del personale civile in servizio presso l’ente partenopeo della Marina Militare. Il Comandante PUZONE, nativo di Torre Annunziata, lascia l’incarico dopo due anni di intenso lavoro durante i quali la Marina Militare in generale, e la Base Navale napoletana in particolare, sono assurti agli onori della cronaca cittadina per le innumerevoli iniziative culturali, sportive e rievocative che sono state organizzate in questo periodo all’ombra del Vesuvio. Il Comandante PUZONE proseguirà la sua brillante carriera a Roma, presso lo Stato Maggiore della Marina, assumendo il prestigioso incarico di Capo Ufficio Sport e Vela della Forza Armata. Il Comandante DE NAPOLI
, originario della Provincia di Avellino, proviene dal Dipartimento di Taranto presso il quale ha svolto importanti incarichi dirigenziali. 
Claudio Romano - Addetto Stampa del Distaccamento M.M. di Napoli
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da Maria Venera/Roma/25 ottobre 
SE NAPOLI PIANGE ROMA NON RIDE
Seimila dipendenti, mille cellulari. E tutti con contratti aperti, ovvero senza limiti per le chiamate in uscita. E così nell'era veltroniana della Capitale, durata sette anni, accadeva che i vigili non avessero la pistola per difendersi, mentre gli spazzini erano dotati di cellulare per spostare la monnezza. All'Ama, l'azienda municipalizzata del Comune di Roma che si occupa di igiene urbana, ci sono 6303 dipendenti, di cui 5.521 operai, 714 impiegati, 35 quadri e 33 dirigenti e mille cellulari, spesso assegnati a consulenti esterni.A fare la scoperta, che ha rischiato di farlo cadere dalla poltrona, è stato il nuovo amministratore delegato dell'Ama, Franco Panzironi, chiamato dal sindaco Gianni Alemanno a rimettere in sesto l'azienda. «Ovviamente il primo provvedimento è stato quello di oscurare i cellulari», dice Panzironi, «in modo da evitare ulteriori sprechi». Sprechi che, in alcuni, hanno prodotto bollette telefoniche stratosferiche. Ma per capire meglio l'entità del danno, occorre dare i numeri. Roma produce 2 milioni di tonnellate all'anno di rifiuti, eppure è l'unica azienda in Europa a non gestire la fase finale dello smaltimento. Il tasso di assenteismo è pari al 15%, contro una media nazionale del settore attestata attorno al 6%. In pratica ogni giorno circa 800 dipendenti dell'Ama restano a casa. Nell'80% dei casi i compattatori, i mezzi che svuotano i cassonetti, rientrano in sede con un carico medio pari all'80% della loro capacità di carico. Eppure avanti tutta con i cellulari. Sotto il profilo economico, il nuovo amministratore delegato si ritrova a fare i conti con un'azienda in sofferenza. «Per troppo tempo a Roma nessuno si è preoccupato di mettere le mani nel problema dei rifiuti», dice Panzironi, «l'Ama serviva solo a spostare da una parte all'altra della città la monnezza». Questo domino dei rifiuti ha partorito una montagna di debiti che rischia di creare una doppia emergenza. «Vista la situazione creata dalla precedente amministrazione», dice Panzironi, «saremo costretti a chiedere l'aumento della Tari, in assenza di altre risorse economiche. E senza la realizzazione dei nuovi impianti per lo smaltimento dei rifiuti, fra pochi mesi Roma sarà nella stessa situazione di Napoli».
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dalla   volontaria animalista Monica Zunica - La casa editrice napoletana Edizioni Cento Autori mi ha pubblicato un libro piccolo piccolo. Ma la cosa stupenda è che a loro è piaciuto il fatto che i racconti trattassero di animali. Un maiale, una pecora e un cavallo. Martedì 28 ottobre ci sarà la presentazione a Napoli, ore 17: 00, Antisala dei Baroni del Maschio Angioino.  Se qualche volontaria di Napoli volesse partecipare ne sarei felice. Per coloro che non sono di Napoli resta il piacere di comunicare la notizia e la speranza che il libro sia distribuito anche nel resto d'Italia.Vorrei anche in questa occasione trovare il modo di aiutare materialmente gli sfortunati randagi e vorrei organizzare delle presentazioni presso associazioni animaliste, canili, gattili o gruppi di volontarie. La casa editrice dice che - nel caso in cui potessi organizzare presentazioni per conto mio anche in altre città e se prendessi delle copie in conto deposito - sarebbe disposta a darmi il 50 % delle vendite che io a mia volta darei a chi ne ha bisogno. Ho solo paura che siccome il costo del libro è bassino (3 E.) il gioco potrebbe non valere la candela. Così ho pensato di dare in ogni modo comunicazione della cosa…magari a qualcuno potrebbe interessare in ogni caso.
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Organizzata dall’ INARS CIOCIARIA e dall’URSE con il patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Frosinone, dell’URSE, Unione Regioni Storiche Europee, venerdì 24 ottobre 2008 presso la Sala Marafini della Curia Vescovile di Frosinone, si è svolta la quinta edizione del Convegno-Mostra “Storia e cultura nel culto dei Santi”, finalizzato alla realizzazione di un progetto condiviso da diversi partner, che riscopra, tuteli e valorizzi il grande patrimonio culturale legato ai santi, ai patroni, ai beati che hanno operato nella Ciociaria Storica, nello spirito dell’ individuazione concreta delle radici cristiane per la difesa della memoria e dell’ identità delle regioni storiche europee. Un clima sereno e cordiale ha accompagnato la trattazione dei vari temi del programma, presentato all’apertura del Convegno dalla Prof.ssa Cristina Amoroso, presidente dell’INARS CIOCIARIA e dell’URSE. Il saluto da parte del Presidente della Provincia di Frosinone Francesco Scalia è stato portato dal consigliere Francesco Garofani, che si è soffermato sull’impegno dell’INARS CIOCIARIA nella tutela dell’identità regionale e sulla ricchezza dei valori religiosi e delle tradizioni popolari ancora vive in Ciociaria. Le radici cristiane d’Europa sono state ampiamente trattate nell’ intervento del presidente nazionale dell’INARS, Prof. Sergiacomi de Aicardi, che ha tenuto una lezione sui valori della Chiesa in Europa e sul significato reale dell’Europa. La relazione seguente svolta dalla Prof.ssa Cristina Amoroso ha avuto per protagonista la lingua latina, il filo ideale che ci congiunge al passato, cioè alla radice stessa della nostra storia, e che contribuì a formare l’anima europea molto più del francese e dell’inglese; a completamento dell’intervento, l’uditorio ha potuto ascoltare l’inno all’Europa, Salve Europa Mater Humanitatis, nelle parole in latino della Prof.ssa Cristina Amoroso e su musica del M° Enrico Fanciulli di Anagni, con il coro diretto dal M° Mauro Gizzi, inno che si può ascoltare e scaricare dal sito 
 www.urse.it
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da Vittoria Mariani/Napoli/26 ottobre - Uno striscione di 100 metri di pittura ha dato libero sfogo stamane,  nella  villa comunale di Napoli, al desiderio di creatività e di protesta dei cittadini Napoletani che decidono insieme di socializzare in una domenica "ecologica", coinvolgendo bambini, giovani ed anziani; tutto all'insegna della rivalutazione dei talenti che albergano da sempre nell'animo Napoletano. L' evento, intitolato " Striscia la tela " è stata una  manifestazione di libertà di spirito e di sogni cui il nostro movimento Insorgenza Civile, del quale sono portavoce, ha aderito con gioia. La manifestazione ideata dall'Associazione Medici Pittori e capitanata da Fabio Perticone, Alessandro Giamattei, Dario di Croscio, Antonella Sangiorgio, Stefano Miele ha toccato le corde del cuore dei Napoletani ed ha registrato un'affluenza di circa 200 persone che, inginocchiate a terra, hanno esternato col simbolismo delle loro creazioni – anche le più elementari - il loro pensiero su tematiche sociali e politiche cittadine quali sicurezza sul lavoro, ambiente, vivibilità. L'evento è destinato a ripetersi, con l’obiettivo di inserirsi nel Guinnes dei Primati, con la realizzazione dello striscione artistico di denuncia sociale più lungo al mondo. Preparate i pennelli!
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da Bruno Berardi/Roma/26 ottobre – Parig i -Affaire Petrella Sarkozy –

successo della manifestazione vittime a Parigi - La nostra manifestazione del 24 scorso a Parigi nella Place de la Concorde, per chiedere l’estradizione della Terrorista Marina Petrella , ha ottenuto una vasta eco presso la stampa d’oltralpe ed anche presso l’opinione pubblica francese nonostante l’ostruzionismo dei mass media italiani, completamente silenti. Il prossimo appuntamento è fissato martedì 28 ottobre alle ore 16 innanzi il ministero di grazia e giustizia di via Arenula, per chiedere al Sig. Ministro Alfano di rispettare i diritti delle vittime del terrorismo che chiedono l’applicazione  della Giustizia Giusta, evitando intrallazzi politici tra la Francia e l’Italia, a spese delle vittime stesse.
Bruno Berardi – Presidente “Domus Civitas” Vittime del terrorismo – 3295340474
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da Antonio Ambrosino/Procida/24 ottobre
Stamattina, mentre facevo il mio abituale "comizio"
in piazzetta al mio abituale uditorio (amici al bar) mi e' venuta un'idea che e' subito diventata il tema centrale e portante del mio discorrere. L'idea e' stata questa: - Il montepremi del superenalotto era di 100 milioni di euro - il popolo italiano, stabilmente residente sul territorio italiano, ammonta a circa 64 milioni di individui - Se io fossi stato Berlusconi, avrei preso subito la palla al balzo. e cioe', di imperio: 1) non permettere nessuna giocata per l'estrazione avvenuta ieri sera 2) devolvere a CIASCUN cittadino italiano, anche vecchissimi e anche neonati, la somma di UN MILIONE DI EURO 3) il restante ammontare del montepremi, da destinare all'impresa produttiva Ecco, con questa misura si sarebbero tacitate d'un colpo tutte le controversie sindacali, tutte le amarezze del precariato, ogni italiano avrebbe avuto la possibilita' di diventare proprietario di casa. E Berlusconi si sarebbe assicurato i voti A VITA del popolo italiano, tranne ovviamente, quelli nati geneticamente deviati...di sinistra! Rivendico la paternità di questa idea, la cui creatività in data odierna e' scaturita in località "Sammarezio" sede della più bella piazzetta di Procida, da tempo immemore fucina di idee della "intellighentia" procidana.
Caro Comandante, mi consenta, metabolizzi un bel Cosciani di Economia Politica – classico testo base – per capire quanto le sue bizzarre idee in materia di generosissima redistribuzione del reddito con riferimento al Mercato ed all’attuale stallo di futura recessione siano pericolosissime. Un milione di euro a testa ad ogni italiano, non cambierebbe affatto la situazione . Servirebbe solo ad inflazionare la moneta, non spostando di una virgola la miseria e la ricchezza dei "più " e dei "meno" o "non" abbienti italiani, presi uno per uno. Un consiglio: continui a fare il lupo di mare. I soldi con lei stanno proprio “appiccicati”. Perciò, lei ci piace! (red. Megaride)
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da info@rinocammilleri.it Gore - Val la pena riportare quanto ha scritto Paolo Togni su «Tempi» (ripreso dall’agenzia SviPop il 10 ottobre 2008) a proposito di Al Gore, premiato col Nobel e pure con l’Oscar nello stesso 2008: «Non sarà però inutile ricordare che nel recente, clamoroso fallimento della Lehman Bros, la sua corresponsabilità è evidente come un cerchio giallo su un elefante; infatti è stato il nostro premio Nobel che ha convinto la banca d’affari ad effettuare poderosi investimenti nel commercio dei crediti di carbonio. Il che è avvenuto sulla base di uno studio previsionale, pubblicato in due parti, a febbraio e settembre 2007, col titolo The business of climate ch’ange; il documento estendeva fino ai cento anni a venire la previsione di grandi affari da realizzare sul mercato derivato da Kyoto. Lo studio è molto piaciuto ai soliti conformisti, e vari governi lo hanno assunto tra i materiali per le decisioni future (“Lo dice pure la Lehman!”); facendo una scommessa sul futuro motivata da una capacità di previsione a cento anni di chi non ha saputo prevedere, a dodici mesi, il proprio fallimento».
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da LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI E LA MORTE A CUORE BATTENTE - L' Agenzia Adnkronos Salute ha reso noto il primo espianto da neonato successivo al Decreto che abbrevia i tempi per la certificazione di cosiddetta “morte cerebrale” (D.M. 11.4.2008). Comunicazione data a qualche mese dal fatto con l'alibi di proteggere la privacy della famiglia. Il primario di terapia intensiva neonatale dell'ospedale di Caserta, dott. Falco, fa riferimento al neonato espiantato a cuore battente utilizzando termini come “piccolo donatore”, ma è chiaro che un neonato non può mai essere definito “donatore” in quanto non è in grado di comunicare ad altri le proprie volontà, può diventare solo una facile preda dei medici quando ha dei genitori disinformati. Sempre il dott. Falco dichiara che l'espianto pediatrico “deve rispettare requisiti 'feroci' a tutela dei piccoli donatori”. Il termine 'ferocia' si riferisce evidentemente al fatto che i neonati posti sotto ventilazione, non possono per legge essere dichiarati in cosiddetta “morte cerebrale” prima di una settimana di vita extrauterina. Veramente 'feroci' però appaiono i medici che allo scadere della settimana espiantano quei corpicini indifesi, sommando tortura (ventilazione) alla tortura (espianto). Nessuna tutela dei neonati, ma uso ed abuso da parte degli adulti.  Il neonato in questione è stato intubato a seguito di “una forma aggressiva di asfissia perinatale” e dopo una settimana gli sono stati espiantati reni, fegato, intestino e cuore dal corpo pulsante. Ricordiamo che i bambini e i neonati sono stati di fatto equiparati nei tempi della dichiarazione di “morte cerebrale” agli adulti con Decreto 11 aprile 2008 emesso dall'ex Ministra Livia Turco, quindi il tempo di osservazione è passato da 24 a sole 6 ore e a soli 2 controlli (vedi comunicato stampa n° 13 del 02/07/2008 www.antipredazione.org). Inoltre, in riferimento all'EEG (elettroencefalogramma) va sottolineato che “i soggetti neonati possono avere un tracciato piatto che di per sé non è assolutamente definibile patologico” (Prof. Lodovico Bergamini – Manuale di Neurologia Clinica). Il Decreto 11 aprile 2008, appositamente creato per favorire le dichiarazioni di “morte cerebrale” e quindi incrementare gli espianti, apre la strada a nuovi crimini soprattutto in ambito pediatrico. La facilità con cui si possono espiantare in Italia i neonati ha agevolato un accordo relativo al trapianto pediatrico di fegato tra gli Ospedali Riuniti di Bergamo e il “Rigshospitalet” di Copenaghen. Si sacrificano i bambini italiani, in quanto in Danimarca gli organi per trapianto scarseggiano perché la cosiddetta “morte cerebrale” è considerata una condizione di vita in cui si possono prelevare organi, ma solo in caso di donazione esplicita: per i danesi vige il diritto del “silenzio-dissenso”. L'espianto di questo neonato di Caserta è stato propagandato come primo caso in Italia. Falso! Per fare un esempio vi ricordiamo Gabriele, neonato che fu espiantato il 30 gennaio 1998 all'ospedale Regina Margherita di Torino. Comitato Giovani Matteo Ciarimboli- Presidente Nerina Negrello
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Appello da Cristina agli animalisti e titolari di gattili - Potrebbe essere scontato quello che sto per scrivere ma…NON DATE IN ADOZIONE GATTI NERI IN QUESTO PERIODO! Mai tante richieste come in questa settimana! In questi giorni al nostro gattile c'è una richiesta ESAGERATA di gatti neri! Già, normalmente, bisogna stare attenti quando vengono richiesti ma CI MANCAVA ANCHE QUESTA MALEDETTA FESTA DI HALLOWEEN CON TUTTI GLI ANNESSI E CONNESSI! ATTENZIONE! PERCHE' DI” FUORI DI TESTA” CE NE SONO IN GIRO TANTI!!!  info@amicideigatti.org  ”Verrà il giorno nel quale gli uomini conosceranno l'anima degli animali, e uccidere un animale, sarà considerato un delitto, come uccidere un uomo” - Leonardo Da Vinci

 
 
 

Primi positivi effetti del federalismo

Post n°851 pubblicato il 24 Ottobre 2008 da vocedimegaride

I più vivi complimenti di "Megaride" agli autori ed ai protagonisti del documentario trasmesso oggi dalla terza rete nazionale...

II Parte

... soprattutto per essere riusciti a PASSARE in RAI con un argomento "SCABROSO".

 
 
 

caso Contrada: a piccoli e lenti passi verso la VERITA'

Post n°850 pubblicato il 24 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

Contrada/ Chiede al Gip di Caltanissetta di essere sentito

Senza scorta o con quella dei carabinieri
postato 8 giorni fa da APCOM
Palermo, 16 ott. (Apcom) - E' stata formalizzata dall'avvocato Giuseppe Lipera - come anticipato ieri da Apcom - l'istanza al Gip di Caltanissetta, Ottavio Sferlazza al quale viene chiesto di ascoltare Bruno Contrada, l'ex numero tre del Sisde, condannato in via definitiva a 10 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
La richiesta di audizione riguarda l'esposto denuncia presentato da Contrada nei confronti di pentiti, ufficiali dei carabinieri e magistrati per il quale il prossimo 5 novembre il Gip, dopo aver rigettato per due volte la richiesta di archiviazione della procura di Caltanissetta, ha fissato una udienza camerale.
L'avvocato Lipera chiede al Gip di autorizzare Contrada a presenziare all'udienza, "senza scorta o in subordine con la scorta dei Carabinieri" al fine "di potere rendere dichiarazioni".
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CASO CONTRADA: CASSAZIONE, NUOVO ESAME PER STABILIRE SE E' ANCORA PERICOLOSO
Roma, 24 ott. - (Adnkronos) - Bruno Contrada, condannato definitivamente a dieci anni per concorso esterno in associazione mafiosa, potrebbe ottenere il differimento della pena per un anno a patto che il Tribunale di sorveglianza dica "con specifiche, concrete e significative circostanze fattuali" se l'ex funzionario del Sisde presenti ancora "profili di pericolosita' sociale" o se invece ci siano "garanzie di affidabilita'". Lo sottolinea la Prima sezione penale della Cassazione nelle motivazioni con le quali spiega il perche' lo scorso 8 ottobre ha accolto il ricorso della difesa di Contrada, rappresentata dall'avvocato Giuseppe Lipera. In particolare, piazza Cavour, nelle motivazioni contenute nella sentenza 39334, sottolinea che il Tribunale di Sorveglianza di Napoli, lo scorso 23 luglio, nel dire no al differimento della pena per Contrada che ha ottenuto i domiciliari a Palermo per gravi motivi di salute, non ha fatto "alcun riferimento a specifiche, concrete e significative circostanze fattuali, che facciano ritenere tuttora necessario un minimo controllo da parte dello Stato". Da qui la decisione della Suprema Corte di rinviare la questione alla sorveglianza di Napoli affinche' "colmi l'accertata lacuna motivazionale". Infatti, i giudici del precdente grado, dice la Suprema Corte, hanno negato il differimento della pena facendo riferimento a "indici astratti e generici (quali la personalita' dell'interessato, il reato in esecuzione, l'entita' della residua pena)".
(Dav/Pn/Adnkronos)
24-OTT-08

 
 
 

Compagno! Tu fatichi e IO magno!

Post n°849 pubblicato il 24 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

Nel mentre non si hanno più notizie dello scandalo COSMOFILM/Regione Campania e dei due processi “alla monnezza” nei quali il nostro viceré Bassolino risulta indagato con l’Impregilo di Romiti, ecco spuntar fuori la generosità del nostro eroe incompreso, nullatenente disposto a finanziare come uno sprovveduto mentecatto ristrutturazioni di villoni di proprietà altrui in Toscana. Mah!… e se dessimo uno sguardo anche alla celebre Villa La Rondinaia di Ravello, come insistenti e pettegole “voci di popolo di costiera” van sussurrando da anni?… e, con riguardo agli arresti-lampo dei comunali Nonno e Nugnes, rei di aver solo fomentato una rivolta a Pianura, come non rilevare che Bassolino è ancora al suo posto di comando, benché coinvolto in numerosi scandali? Esiste davvero, allora, quel patto scellerato tra Governo e viceré? ... e Lombardo del "vento nuovo" del MPA, gli ha pure stretto la mano...Perchè? (M.S.)

di Fabio Postiglione – quotidiano IL ROMA del 23 ottobre u.s. - NAPOLI. La Procura di Napoli è sulle tracce del “tesoro” di Antonimo Bassolino e tutti gli indizi portano a Cortona. La villa di Giuseppe Petrella, al quale il governatore ha versato un assegno di 81 milioni e 500mila delle vecchie lire, sarebbe in parte anche del Presidente della Regione.

La Guardia di Finanza, nel corso di un blitz, ha rinvenuto una scrittura privata non firmata, nella quale si faceva riferimento alla spartizione in parti uguali dei lavori di ristrutturazione costati circa 200mila euro. Inoltre sarebbe stata trovata una chiave con la targhetta “Bassolino” e una ricevuta della ditta che ha operato i lavori sulla quale c’era scritto “cantiere Bassolino”. Intanto l’Arpac in un rapporto denuncia: si producono più rifiuti, ma la differenziata resta ferma al palo. Ed i vigili urbani continuano a stangare i cittadini NAPOLI. C’è una traccia che è più di una traccia. Una scrittura privata, non firmata, nella quale c’è scritto che i lavori di ristrutturazione della lussosissima villa di Cortona, costati oltre 200 mila euro, sarebbero stati divisi a metà tra Giuseppe Petrella e Antonimo Bassolino. Quella villa, secondo la Procura, è una parte del “tesoro” del Governatore della Campania, sotto processo per truffa aggravata ai danni dello Stato edal 2 ottobre, indagato per illecito profitto derivante dal cattivo smaltimento dei rifiuti in Campania. I pubblici ministeri vogliono dimostare che Antonio Sassolino ha ottenuto un profitto dalla crisi rifiuti in Campania, e quel profitto, si nasconderebbe nella villa di Cortona. Una ipotesi che va ovviamente presa con le molle ma l’indagine è serrata e nei giorni scorsi è stato sequestrato un assegno del valore di 81 milioni di vecchie lire che Bassolino avrebbe ceduto a Petrella. Così come rilevato dall’Espresso, che domani publicherà un ampio servizio sul caso, sono stati i finanziari del Gruppo Spesa Pubblica di Napoli a depositare un'informativa basata su testimonianze e documenti «da cui emergerebbe il commissionamento di lavori edili sul manufatto in località Farneta presso Cortona da parte di Antonimo Bassolino, nonché la simulazione dell'acquisto dell'immobile da parte del solo Petrella al fine di nascondere la compartecipazione di Bassolino nell'acquisto». Per la Procura proprio nella ristrutturazione raffinata di quella villa di 800 metri quadrati (450 di abitazione e il resto suddiviso tra sala giochi, seminterrato, sauna e servizi) «potrebbero essere stati reinvestiti e occultati i presunti profitti patrimoniali di Bassolino». L’attenzione degli investigatori si è concentrata su un esposto di un consigliere comunale di Cortona, Luciano Meoni (An), che si batte contro la costruzione di un complesso di 20 ville e segnalò la coincidenza che vede concentrarsi nel raggio di pochi chilometri gli interessi immobiliari di Bassolino e quelli dei Romiti. Gli investigatori, cosi come rivela il settimanale, non hanno riscontrato collegamenti sospetti tra il golf di Romiti e “il cantiere Bassolino” (così come la ditta che effettuava le ristrutturazioni denominava il cantiere), ma hanno scoperto alcune anomalie nelle carte del casale. Nel casale poi sarebbe stata trovata inoltre una chiave con impresso il nome “Bassolino” e una nota che distingue così i lavori: “lato Bassolino” e “lato Petrella”. …

ma il boss c’ha sempre la risposta pronta, come quando firmava, senza leggere, consulenze milionarie a’ suoi “parrocchiani-consulenti” della monnezza… NAPOLI. «Non possiedo casali e neppure una casa in proprietà. Sono invece titolare, contrariamente a quanto a volte scrivono alcuni organi di stampa, e come è del tutto naturale, di un (uno e solo) conto corrente, quello dove vengono versate le mie indennità. Questa è la realtà». Arriva puntuale la risposta di Bassolino all’inchiesta de l’Espresso e agli articoli usciti ieri sui quotidiani napoletani. «L’unica casa che ho comprato quando ero parlamentare, e che ho pagato con lungo e oneroso mutuo - spiega il governatore - l’ho data ai miei figli prima di risposarmi». Poi spiega come “salta” fuori l’assegno versato all’oncologo Petrella: «Diversi anni fa, mi è stato proposto di partecipare alla ristrutturazione di un immobile nella zona di Cortona e, aderendo all’invito, ho versato un assegno di 81 milioni di vecchie lire. Ma quando poi mi sono reso conto che c’erano esigenze differenti e che il progetto diventava per me troppo costoso, la mia partecipazione all’iniziativa non ha avuto più seguito». E Petrella? «Il professore era ed è l’unico proprietario di tutto il casolare» afferma ancora il presidente della Regione. E chiarisce, non senza una punta polemica dopo i noti fatti della telefonata del suo ex amico sulle ingerenze sanitarie con l’allora direttore dell’Asl Napoli 2 Cerato: «Con lui non ci sentiamo da anni». Come sempre, da parte mia - conclude - esprimo rispetto per la magistratura. Ma questa nuova indagine dei pm Noviello e Sirleo è per me incomprensibile e profondamente ingiusta».

 
 
 

Dalle stelle alle stalle

Post n°848 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

di Patty Ghera
E’ normale che voi napoletani vi preoccupiate della malavita organizzata che soffoca la vostra vita e vi condiziona l'esistenza dal momento che venite al mondo fino a quando morite. Se fossi napoletana, vivrei anch'io come voi questo tormento. Ne trattate spesso ed è doveroso continuare nella vostra battaglia che è anche la battaglia di tutti gli italiani ma in diverse altre regioni italiane non minori sono i problemi. In Toscana, nella mia zona, ci sono altre emergenze che, negli ultimi anni hanno peggiorato, e non di poco, le nostre condizioni di vita. Mi riferisco alla presenza massiccia della comunità cinese localizzata nella zona del pratese dove, il 50% della popolazione è autoctona e l'altro 50% è formata da cinesi. Fra non molto saremo superati alla grande.Si sono impadroniti della nostra economia che verteva prevalentemente sull'industria tessile, con i mezzi noti a tutti, noti anche alle forze dell'ordine. Lavorando ventiquattro ore su ventiquattro a ciclo continuo, con costo di manodopera vicino allo zero, in condizioni di schiavitù e,  è il caso di dire, per una ciotola di riso, hanno distrutto le nostre piccole e medie imprese, molto spesso a conduzione familiare e si sono imposti sul mercato diventando così i nuovi padroni dell'economia locale. Il tutto sotto il controllo della loro mafia che gestisce il giro di affari. Le ultime notizie dicono che i cinesi stanno facendo il loro ingresso anche nell'edilizia, ovviamente come impresari. Fra poco tempo anche questo tipo di attività molto fiorente da noi, sarà soppiantata dalla concorrenza sleale degli orientali. I toscani diventano sempre più poveri, in tanti hanno perso il lavoro, troppi, il ceto medio di pochi anni fa oggi va ad ingrossare le fila dei poveri, chiamati nuovi poveri; allo stesso tempo vediamo sempre più spesso cinesi alla guida di grosse autovetture e proprietari di case lussuose. Tutto questo grazie alla politica scellerata dei nostri governi. Basta fare una capatina in un qualsiasi paese della vicina Europa (quella civile), per rendersi conto che i governi europei hanno gestito in maniera differente il fenomeno dell'immigrazione e, in particolare, quello cinese. Non vedrete mai, in Germania o in Austria, una Casa che produce birra da generazioni, essere soppiantata dai  graziosi musi gialli. Non vedrete mai in questi paesi, da sempre produttori della "Trachtenmode" (moda tirolese) i capi di abbigliamento con l'etichetta "made in China". Al massimo è stato concesso loro di aprire, qua e là, qualche ristorante cinese. E di questo si devono accontentare. Nel paese del bengodi, con leggi "fanfarone", permettiamo di togliere crocifissi dalle scuole perché disturbano i musulmani, costruiamo loro, con i soldi pubblici, moschee e luoghi di culto, gli enti pubblici si adoperano per cercare interpreti che parlino la loro lingua, insomma ci adattiamo alle loro regole e non loro alle nostre. Vi sembra di vivere in un paese normale? A completamento di quanto sopra, ho ritrovato una interessante dichiarazione del Ministro australiano Peter Costello in materia di immigrazione. Non sarebbe male farne un unico interessante argomento di conversazione sul vostro online.
DICHIARAZIONI DEL MINISTRO AUSTRALIANO PETER COSTELLO
Non sono contrario all´immigrazione e non ho niente contro coloro che cercano una vita migliore venendo in Australia. Tuttavia ci sono questioni che coloro che recentemente sono arrivati nel nostro paese e, a quanto sembra, anche qualcuno dei nostri concittadini nati qui, devono capire.  L´idea che l´Australia deve essere una comunità multiculturale è servita soltanto a dissolvere la nostra sovranità ed il sentimento di identità nazionale. Come australiani, abbiamo la nostra cultura, la nostra società, la nostra lingua ed il nostro modo di vivere. Questa cultura è nata e cresciuta durante più di due secoli di lotte, processi e vittorie da parte dei milioni di uomini e donne che hanno cercato la libertà di questo paese. Noi parliamo l´inglese, non il libanese, l´arabo, il cinese, il giapponese, il russo o       qualsiasi altra lingua. Perciò, se desiderate far parte della nostra società, imparate la lingua! La maggioranza degli australiani crede in Dio. Non si tratta soltanto di un affare privato di qualche cristiano fondamentalista di destra, ma vi è un dato di fatto certo ed incontrovertibile: uomini e donne cristiani hanno fondato questa nazione su principi cristiani, ed è chiaramente documentato nella nostra storia e dovrebbe essere scritto sui muri delle nostre scuole. Se il nostro Dio vi offende, allora vi consiglio di prendere in considerazione la decisione di scegliere un'altra parte  del mondo per mettere su casa, perché Dio è parte della nostra cultura. Accetteremo le vostre opinioni religiose, e non vi faremo domande,  però daremo per scontato che anche voi accettiate le nostre e cercherete di vivere in pace ed armonia con noi.  Se la Croce vi offende, o vi molesta, o non vi piace, allora dovrete  pensare seriamente di andarvene da qualche altra parte. Siamo orgogliosi della nostra cultura e non pensiamo minimamente di cambiarla, ed i problemi del vostro paese di origine non devono essere trasferiti sul nostro. Cercate di capire che potete praticare la vostra cultura, ma non dovete       assolutamente obbligare gli altri a farlo. Questo è il nostro paese, la nostra terra, il nostro modo di vivere vi offriamo la possibilità di viverci al meglio. Ma se voi cominciate a lamentarvi, a piagnucolare, e non accettate la nostra bandiera, il nostro giuramento, i nostri impegni , le nostre credenze cristiane, o il nostro modo di vivere, vi dico con la massima franchezza che potete far uso di questa nostra grande libertà di cui godiamo in Australia: il diritto di andarvene. Se non siete felici qui, allora andatevene. Nessuno vi ha obbligato a venire nel nostro paese. Voi avete chiesto di vivere qui: ed allora accettate il paese che avete scelto. Se non lo fate, andatevene! Vi abbiamo accolto aprendo le porte del nostro paese; se non volete essere cittadini come tutti in questo paese, allora tornate al paese da cui siete partiti! Questo è il dovere di ogni nazione.  Questo è il dovere di ogni immigrante.
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di Marina Salvadore
Ci piacerebbe, eccome, che Veltroni e Berlusconi (che oggi è a Pechino) nelle varie “piazzate” leggessero il proclama del ministro australiano, sostituendo Australia con l’assonanza Italia… ma non lo faranno mai, così come, nonostante la decimazione dei Tibetani, abbiamo ampiamente foraggiato le Olimpiadi cinesi che dell’autentico spirito di Olimpia non conservavano neppure un alito, uno spiffero. Il Dio Danaro è quello che organizza i giochi mondiali: dalla vendita di armi ai guerriglieri in paesi già stroncati dalla fame e dalla siccità, all’importazione di alimenti adulterati nelle opulente civiltà d’occidente, alla svendita e rottamazione dei simboli identitari di ogni moderna realtà sociale. C’è tutto un pullulare febbrile di pubbliche relazioni con gli esteri più temibili , giustappunto perché ne temiamo la preponderanza numerica in fatto di popolazione, gli strumenti di annientamento di cui dispongono e quelli che ci lasciano immaginare di possedere… ma, più di tutti, esercita su di noi un perverso fascino  la ricchezza ostentata come un vessillo; quella dove non fa schifo ad alcuno, di sinistra o di destra, intingere le dita, sporcarsele e leccarsele. E, badate bene, questi “ricchi” e misteriosi paesi dell’altra parte del mondo, sono proprio quelli dove ogni diritto umano è abolito, dove il popolo è schiavizzato e ridotto nella miseria più inenarrabile, dove la Legge quando non è un optional  prende ispirazione  dalle antiche superstizioni  e crudeli riti tribali, in gran conflitto con la tecnologia ed il progresso manageriale ostentato. La Cina, nel nostro immaginario collettivo rsiede tutta nel fascino di prezioso VASO della dinastia Ming, così come gli arabi siamo soliti pensarli in virtù di un TAPPETO magari volante… La storia contemporanea ha più volte svuotato quel Vaso Ming, più  simile al Vaso di Pandora ed ha srotolato molti tappeti, trovandoci avvolti molti cadaveri senza nome. Napoli, la comprendiamo, spesso, solo attraverso un mandolino ed un corno di corallo… ma Napoli è una radio accesa, è pettegola, è chiassosa… ed è per questo che la sua Camorra non può tenerla secretata al mondo. Ed è per questo che il mondo parla SOLO della Camorra napoletana e niente affatto dei più pericolosi Tappeti arabi e dei Vasi cinesi, anche perché a Napoli c’è il SanMarzano e c’è la mozzarella, non c’è il petrolio e non c’è il magico “fungo cinese” che realizza ogni desiderio. A noi, il corno di corallo serve solo quale parafulmine, a tenere lontane le disgrazie; il “fungo cinese”, invece – anche se molto velenoso – chiama soldi! Perciò, ‘sto corno smagnetizzato ficchiamocelo pure in quel posto, visto che sul sentiero della Via Lattea, la nostra mozzarella di bufala, l’unica cosa autoctona che riuscivamo ad esportare in tutto il mondo, è stata macabramente messa all’indice con le notizie false, prodotte ahimè in Italia ed amplificate proprio da queste merdacce di cinesi, che hanno collassato l’unico nostro mercato possibile. Solo dopo averci provocato il danno, l’ennesimo, si è saputo ch’era una “bufala” sulla bufala, una menzogna perfida quel tam tam vajasso e senza pudore, ben orchestrato sulla teoria malthusiana dello sfruttamento allarmistico della paura. Intanto, la Via Lattea era percorsa, su e giù, dai furgoncini della non più italiana Galbani  e da altre simili industrie che trasportavano formaggi e derivati putrefatti, ammuffiti e lerci di sterco di topo, belli belli rigenerati e rietichettati, da smerciare in tutti i mercati, soprattutto nel più grande mercato del Nord CH’E’ il SUD! Il traffico sulla Via Lattea vedeva scorrere camionate di latte e cerali cinesi alla melamima, un plastificante solubile in acido cianurico, destinate ai nostri bravi produttori italiani di pappe e snacks per bambini, per  cani e per gatti. I nostri bambini, i nostri  amici animali! Saranno forse gli stessi imprenditori italioti del nord – tuttora impuniti - che procuravano, in complicità con la Camorra, di seppellire le loro tonnellate di rifiuti tossici in Campania Felix? Veltroni, Prodi, Berlusconi, Fini e compagnia cantante esterofila, votata tutta alla plutocrazia dell’aziendalizzazione di questo Stato ormai da intendere  solo – grammatica alla mano - come un “participio passato”, cosa volete che dicano, che facciano, per l’onore perduto di questo piccolo Paese lungo, frammentato e ridicolo, già per metà portaerei americana e… per l’altra metà contaminato e scassato e predato dai pirati? Ogni tanto, una chicca buonista di Veltroni, ci sprona all’antirazzismo, poi giù un bicchierino di disinfettante-sicurezza versato dalla destra sui problemi dell’integrazione… tanto per far vedere che si guadagnano lo stipendio che gli passiamo, passando sopra, serenamente, alle autentiche sofferenze di madre Patria.
Ora, tornando alle parole del ministro australiano che sognamo inutilmente di sentir profferire da almeno UNO dei nostri  pavidi conductor, non posso evitare di segnalare che Costello è comunque un cognome diffuso nell’Italia meridionale e che l’Australia, al pari del Mezzogiorno d’Italia pre-unitario, dell’America dei nativi americani prima di Colombo, è stata rubata ai suoi figli ed alla sua antica Civiltà, quella degli aborigeni che parlavano con gli alberi, le balene e la creazione di Dio, conquistati, decimati e ridotti nei ghetti del folklore. Proprio come hanno fatto i savoiardi piemontesi ed i garibaldeschi con noi! Tra l'altro, siamo molto simili ai cinesi: mangiamo spaghetti, tarocchiamo tutto, spariamo i botti, ci ammazziamo tra di noi... fors'è per questo che non ci riesce di essere razzisti ad oltranza, come lo sono gli ariani leghisti. Siamo tolleranti, è vero, ma non del tutto FESSI predichiamo il rispetto, purchè sia reciproco.

 
 
 

Intelligente iniziativa da importare a Napoli

Post n°847 pubblicato il 22 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

TOVAGLIETTE ANTIUSURA
L'usura si può combattere anche a tavola.

Da oggi sono in distribuzione le tovagliette della Fondazione Antiusura “Interesse Uomo” (con centri di ascolto a Potenza, Melfi, Moliterno e Francavilla in Sinna)  che spiegano cos'è il fenomeno e come lo si può arginare.
Si tratta di tovagliette di carta monouso che gestori e camerieri di ristoranti, pizzerie, bar, pub e vinerie, utilizzeranno nei loro locali per informare i clienti su come difendersi dall'estorsione.
Una simpatica storia raccontata in dieci immagini, spiega come una famiglia “normale” può diventare vittima di prestiti illeciti e perdere soldi, sogni e speranze. Può capitare a chiunque di dover affrontare un periodo negativo e di vedere il proprio conto diventare sempre più rosso. E quando sembra che tutti voltino le spalle, l'unica soluzione pare essere “quell'amico di un amico” che propone prestiti vantaggiosi senza richiedere alcuna garanzia sulla possibilità di restituire il denaro. Poi i tassi d'interesse diventano sempre più alti e il laccio intorno alla gola sempre più stretto.
Il finale di queste storie, sempre più comuni, spesso è lo stesso. Uomini e donne alla rovina, famiglie che si sgretolano e non è raro sentire di qualcuno che rinuncia alla vita.
Ma una soluzione a questo c'è. E' solo che molti non lo sanno. Si tratta della legge 108/96 che stanzia fondi di garanzia per le persone in difficoltà economiche.
Questi fondi sono chiaramente descritti sulle tovagliette. Per chi è vittima di usura e denuncia i suoi strozzini, esiste il Fondo di Solidarietà che permette di accedere ad un mutuo senza interessi che può essere comodamente restituito nell'arco di dieci anni. Il Fondo Antiusura, invece, è  un fondo di garanzia erogato dallo Stato e gestito dalle singole fondazioni per soggetti con contratto a tempo indeterminato mentre per quei soggetti che hanno un lavoro precario o sono lavoratori autonomi esiste il Credito Etico: un progetto di microcredito finanziato dall'amministrazione provinciale di Potenza e da Banca Etica, gestito dalla fondazione per la copertura di spese derivanti da situazioni di emergenza dalle quali dipende il miglioramento (o il peggioramento) della qualità di vita.
Per ottenere gratuitamente  le simpatiche tovagliette, è sufficiente contattare la fondazione “Interesse Uomo” al numero di telefono 0971/51893. e-mail interesseuomo@tiscali.it
C'è sempre tempo per trovare la giusta soluzione. Anche tra un antipasto e un primo o tra una pizza e una tazzina di caffè.
Mariagrazia Zaccagnino
Ufficio Stampa Ce.St.Ri.M.
Tel/fax 0971 44 15 49

 
 
 

C’era una volta un “generale”

Post n°846 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

... il suo nome era Giuseppe Garibaldi. Egli agiva, foraggiato da massoni di varia nazionalità, in nome della libertà. Ma suoi sono stati i genocidi perpetrati contro i popoli meridionali … comandava mille uomini l’eroe dei due mondi … definizione data dai “vincitori” … altrimenti, storia alla mano, da definirsi aggressori … .Il loro ideale era unificare l’Italia … purtroppo con la forza e la violenza! Questo era il 1860 … centodieci anni dopo, precisamente nel 1970 appaiono dei volantini firmati Brigate rosse. Vi è disegnata una asimmetrica stella a cinque punte. E' nato un progetto di guerra civile, ma l'opinione pubblica non se ne accorge. Lo Stato stesso lo sottovaluta. Non ci si allarma neppure nell'ultima settimana di agosto quando, all'interno dello stabilimento Sit-Siemens di piazza Zavattari, a Milano, viene rinvenuto un pacco di ciclostilati. Il testo, in cui ci si riferisce soprattutto a situazioni aziendali, contiene pesanti insulti a "dirigenti bastardi" e a "capi reparto aguzzini" da mettere - cosi' è scritto - fuori gioco. Ma quella sigla, Br, è pressoché sconosciuta alla direzione di fabbrica e molto di più non ne sa neppure la questura di Milano. 

17 settembre 1970, via Moretto da Brescia, una tranquilla strada residenziale del quartiere Città Studi. Ore 20,30. Due bidoni di benzina esplodono contro il box di Giuseppe Leoni, direttore centrale del personale della Sit-Siemens. Sulla porta del garage la scritta: Brigate Rosse.  

E' la prima azione cosiddetta punitiva delle Brigate rosse in ottemperanza allo slogan: "colpiscine uno per educarne cento". Ma gli inquirenti ritengono che si tratti di un atto teppistico, e che la rivendicazione sia soltanto una copertura.
Poi ,vengono tutti gli attentati allo stato … e tanto per ricordarlo il sequestro Moro e la sua tragica conclusione … ma non finisce li … inutile continuare a raccontarVi la storia che tutti conoscete.

Questi, signori sono stati definiti CRIMINALI … ma oggi sono tutti liberi e protetti!
Mi domando se questi “signori”, che hanno agito perseguendo un “LORO PERSONALISSIMO IDEALE” sono definiti dalla storia “organizzazioni terroristiche” perché una associazione sovversiva, che a suo tempo ha minato l' autonomia di uno stato SOVRANO, ed un massone che la comandava sono definiti EROI, PATRIOTI … PADRI DELLA PATRIA. Nel mio piccolo non posso far altro che associarli a coloro che hanno TENTATO negli anni ’70 dell’ultimo millennio di cambiare l’ordinamento del nostro stato.
La verità dov’ è ?… sono delinquenti i Brigatisti che hanno tentato di porre le loro regole come aveva fatto 110 anni prima l’eroe Garibaldi … o sono entrambi  da accomunare in un' unica logica sovversiva? … Oggi i brigatisti sono stati, come denunciato prima, ammessi a cariche istituzionali … Garibaldi, osannato e dichiarato l’eroe dei due mondi, anche se in sud America lo ritengono un FUORILEGGE, … la nostra verità dov’è ? Quanti anni ancora dovremo attendere per poter finalmente far luce su quanto è avvenuto dallo sbarco di Marsala in poi ?
Oggi si parla di MAFIA, CAMORRA, ‘NDRANGHETA e SACRA CORONA UNITA … ma dimentichiamo che il nostro eroe dei due mondi nel lasciare la NOSTRA CAPITALE affidò la gestione dell’ordine pubblico alla “famigerata camorra”?
Oggi, la combattiamo con tutte le nostre forze … ma chi gli ha dato l’autorità del controllo e della gestione dell’ordine pubblico… e da allora quanti politici hanno “collaborato” con “questi delinquenti”?
Penso che ognuno di noi si sia fatta una propria idea di quanti di questi “SIGNORI”, che noi stessi abbiamo votato, si siano alleati al MALAFFARE per impinguare le LORO CASSE FAMILIARI…
Oggi, abbiamo, nella nostra regione, politici intoccabili … gente che non può subire procedimenti penali fino a … ma questo "fino a" chi lo codifica? … Magistrati che rimandano udienze … faldoni che vengono sistematicamente rimossi e “occultati” sotto cumuli di altri … Abbiamo GLI INTOCCABILI … eppure il POPOLO SOVRANO E’ STANCO … non ne può più di sopportare le stesse facce … gli stessi ipocriti giochi e manomissioni con cui da decenni ci governano … allora, invocare un nuovo Masaniello ci porterebbe ad evocare un’ascesa ed una fine di reazione nell’arco di una sola settimana, come la storia ci insegna … quindi ben venga un nostrano “Ga-ribaldo” che possa porre fine, con un gran botto, allo stato attuale delle cose. Se non altro, per movimentare questa storia ingessata!
Mauro Caiano

 
 
 

Contrasti identitari

Post n°845 pubblicato il 20 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

E’ incredibile! Già si avvertono, da molto lontano, i miasmi delle ipocrite future celebrazioni per il 150.mo dell’Unità d’Itaglia; è un puzzo nauseabondo di finanziamenti che obbliga istituzioni locali, associazioni culturali , movimenti, pseudo intellettuali e pseudo artisti a prone minzioni di retorica, pur di raccattare, affamati, briciole di euro che cascano dalla ricca tavola imbandita dallo Stato per l’occasione. Uno Stato ch’è perfettamente al corrente della Grande Menzogna Risorgimentale e che, in quanto Repubblica nata da un Plebiscito che relegò finalmente nell’onta suprema i nemici “fasti sabaudi”, ancora ne celebra, per oscuri motivi, la memoria… a partire da quella buffa marcetta ch’è l’Inno di Mameli zum pa pa zum pa pa zum…  Inspiegabilmente! Forte è il contrasto, oggi più che mai – con al governo reazionari della Lega Nord e del MPA – tra la Storia bandita e la Storia impartita alle giovani generazioni, laddove sarebbe obbligatoria una sincera revisione del Risorgimento e dell’empia era sabauda, per affermare – proprio in tempo di auspicato federalismo – le peculiarità degli antichi stati pre-unitari, con le loro gloriose storie. Ciò che più provoca la nausea è che proprio nel mezzogiorno, da Marsala a Teano, per una rozza “sindrome di Stoccolma” - o, forse, semplicemente per il solito accattonaggio senza dignità – certi illustri “assistiti”, mutuati della Menzogna Istituzionale, insistono a darsi la zappa sui piedi, ad evirarsi, a infibularsi, in uno strumentale sadomasochismo di stampo esibizionista, per una manciata di spiccioli e di notorietà. Sono questi, i meridionali di merda, quelli che fanno da amplificatori dei volgari luoghi comuni vomitati da un secolo e mezzo sulle fiere genti del Mezzogiorno. Eppure, solo una settimana fa, eravamo con Ben Hopkins, giovane regista inglese, a magnificare – per un film destinato ad un pubblico straniero – la Storia gloriosa del regno napolitano di Sua Maestà siciliana… mentre a Teano, ignoranti politici locali e – quel ch’è più grave -  responsabili della Pubblica Istruzione progettavano, incoscienti ed anacronistici, quanto segue… Ma, per Fortuna, in Abruzzo possiamo ancora contare su di un manipolo di eroici partigiani, come leggerete. (Marina Salvadore)
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Teano. Lettere a Garibaldi di Lacetera. In vista dell’anniversario dello storico incontro. Si avvicina a vista d’occhio la data dello storico incontro tra Giuseppe Garibaldi e Vittorio Emanuele III^ e l’assessorato al Turismo e Spettacolo, guidato da Rosaria Pentella, sta mettendo a punto gli ultimi dettagli. Il Comune di Teano quest'anno ha voluto porre l'accento sul tema dell'Unità d'Italia nata dall'incontro dai due grandi leader dell’epoca. In quest'ottica, il giorno 26 è previsto un dibattito sul tema “Quale federalismo per l'Italia e per il Sud”. Interverranno l'ex ministro della Pubblica Istruzione On. le Giuseppe Fioroni ed il ministro leghista Calderoli. Sarà un incontro sicuramente molto attuale ed interessante che vedrà peraltro gli alunni delle scuole superiori nelle vesti di intervistatori dei due relatori. Il giorno 25, invece, sarà rappresentato uno spettacolo dal titolo “A Giuseppe Garibaldi: lettere dal presente”. Lo spettacolo è basato sulla lettura di lettere immaginarie, scritte dal dottor Giuseppe Lacetera,  attraverso le quali alcuni attori impersoneranno i protagonisti della vicenda garibaldina (il padre, la madre, la zia, Don Giaccone, il comandante della nave Clorinda, la moglie Anita, il figlio Menotti, Bixio, Dumas, ecc.) racconteranno tre momenti della vita di Garibaldi: l'infanzia e l'adolescenza, gli anni trascorsi nel sudamerica, gli anni dell'esilio a Caprera. La recitazione sarà accompagnata da musiche della metà dell'ottocento contemporanee alla vicenda narrata, musiche sia popolari che classiche e liriche, curate dal maestro Antonio Pompa. Durante lo spettacolo, a sottolineare i passaggi tra una fase e l'altra, vi sarà l'intervento di un gruppo locale che presenterà balli e musiche dell'area  campana e meridionale  coeve alla vicenda narrata. La regia è curata da Alessandro Frolli. Gli interventi di stacco sono curati dal gruppo "L'aquilone" di Teano. Lo spettacolo si terrà nella sala dell'Annunziata alle ore 19.00. Grazie anche al fattivo interessamento del presidente della locale sezione dell’associazione nazionale bersaglieri, Giuseppe Palmieri, in città saranno presenti anche due fanfare: quella della sezione bersaglieri di Benevento e quella dell’Arma dei Carabinieri di Napoli.
 (Nunzio De Pinto – ag. TeleRadioNews di Gianni Gosta)

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RAI 3: “BRIGANTI: eroi o malfattori?”
Venerdì 24 ottobre, su Rai Tre, nel corso del programma “Geo&Geo” che va in onda alle 17, verrà trasmesso il documentario “Briganti, eroi o malfattori?”, prodotto da Rai Radio Televisione Italiana e realizzato dalla San Polo Produzioni s. r. l., per la regia di Andrea Cherubini. Attraverso numerose testimonianze di anziani che hanno raccolto i racconti di testimoni diretti di quelle vicende, e il parere di alcuni studiosi, questo documentario intende far piena luce sul controverso fenomeno del brigantaggio. I briganti, considerati da alcuni come volgari malfattori o incalliti criminali, da altri come una sorta di benefattori e di giustizieri, formarono numerose bande (circa 1400) in tutta l’Italia meridionale. Complessivamente furono 80.000 circa, uomini e donne, le persone che vollero ribellarsi all’invasione dei Piemontesi del 1860. Il documentario intende far piena luce su quella guerra civile che si scatenò nel decennio successivo alla forzata unificazione dell’Italia (1860-70) e che causò centinaia di migliaia di morti (qualcuno parla addirittura di un milione), che vennero occultati dalla storiografia ufficiale per non intaccare la connotazione epica ed eroica che si volle dare al Risorgimento. Intende chiarire, con obiettività, il vero significato e la reale portata di quella terribile lotta. Dall’analisi emerge uno scenario di feroci guerriglie, di tremende repressioni, di fucilazioni, di atti di crudeltà da entrambe le parti, ma anche gesta di solidarietà, attaccamento alla propria terra, ai valori, alla religione ed al Sovrano Francesco II. Il documentario è impreziosito dalla limpida voce del narratore Cristian Jansante, e dalle scene girate, prevalentemente sul monte Sirente, con il gruppo teatrale “I briganti”, di Secinaro (AQ) brigantidisecinaro@yahoo.it, che recitano la parte di “ribelli” con un realismo sorprendente. Questo gruppo, ogni anno, in prossimità del 15 agosto, fa, nello stupendo scenario del monte Sirente, una bellissima rievocazione storica sul tema del brigantaggio. Altre scene sono state girate a Sante Marie, a Pietrasecca e Civitella del Tronto. Il gruppo musicale “VIA”, di L’Aquila, intona mirabilmente la canzone “brigante se more” Il documentario merita dunque di essere visto per la bellissima scenografia, per la sapiente regia di Andrea Cherubini, per l’obiettività con cui è condotto e per il fatto che molte delle scene sono state girate in Abruzzo con personaggi abruzzesi - . G.Ranucci
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MERCOLEDì 29 p.v. ore 18 al Vomero, presso il Koesis, in Via Luigia Sanfelice, 2, 80127 Napoli (palazzina della funicolare)
Proiezione del video "NAPOLI CAPITALE" di MAURO CAIANO - conversazione con MARINA SALVADORE e MAURO CAIANO -  intervento di LUIGI RISPOLI -  introduce YVONNE CARBONARO. Vi attendiamo numerosi e... motivati!
www.puntosunapoli.it

 
 
 

Mi chiamo Roberto ma di cognome non faccio Saviano

Post n°844 pubblicato il 19 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

L'imprenditore schiacciato da strozzini e tribunale
di Antonio Corbo - Repubblica

Neanche quarant'anni, da nove Roberto Battaglia resiste a usurai, esattori del racket, banche ma anche giudici inflessibili, come quelli del tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere. "Mi è stata negata la sospensiva di trecento giorni sollecitata dal prefetto e prevista dalla legge per chi denuncia usura e racket. Mi trovo schiacciato
tra due forze dello Stato: magistratura penale e carabinieri mi hanno salvato dalla malavita ed io ho fatto arrestare chi mi ricattava. Ma se il tribunale civile manda all’a sta i miei beni, per soddisfare le banche mi condanna alla fame". Si è scoperto che una delle banche creditrici ha presentato una difejussione con firma falsa, e le copie originali di quel fascicolo non si trovano più. Un fascicolo sparito nel tribunale civile di Santa Maria Capua Vetere. Possibile? "Possibile, anche se la coincidenza è sospetta", sospira uno dei legali di Roberto Battaglia in una mansarda adibita ad aula di udienze, ultimo piano di un edificio convertito con buona fantasia in un irriconoscibile tribunale, dove si registra un giallo dopo l’altro. Battaglia racconta il suo in un lungo incontro nella fattoria di Caiazzo, tra bufale, tori, mucche, cavalli e un incubo. Quelle porte chiuse. "Rischio la vita, dopo aver fatto arrestare chi mi ricattava. Ed ora un giudice civile può distruggermi negandomi una sospensiva prevista dalla legge, non posso crederci". Il giudice è di Santa Maria Capua Vetere. Battaglia ha pensato più volte di ricusarlo. Gli avvocati lo frenano. Il primo soccorso è di Confindustria, che ha chiesto l’intervento di Roberto Maroni. Si comincia dall' Agenzia Battaglia. "L'Alitalia, fine anni Novanta con la deregulation, revoca le 28 agenzie generali in Italia. Una era di mio padre. Biglietti aerei per tutta la provincia. Il fatturato crolla. Le banche ci mettono in sofferenza. Un avvocato consiglia di vendere l' immobile dell' agenzia e ci presenta tre signori. Vogliono investire, dice lui. Ci danno un acconto di cento milioni. Ma le banche impediscono la vendita, hanno una ipoteca. I tre pretendono quindi il fitto di un locale che non possono più comprare e la restituzione dei cento milioni. Ne incassano in poco tempo 300". Non finisce qui, perché Battaglia non si libererà più di loro, né di altri usurai che prestavano i soldi da versare ai primi tre. "Solite minacce, interessi del 10 per cento mensile, in un anno è il 120. Prendevo i soldi dall'allevamento, avevo allora 300 mucche". I nuovi usurai sono ancora più infidi. "Mio padre muore il 19 gennaio 2000, io provo a dire basta. Macché. Gli usurai impongono la cessione delle nostre auto del noleggio a metà prezzo. Uno era un commerciante di auto. Firmavo un assegno da 10 milioni di lire, me ne davano 8. Portavo gli assegni dei caseifici che pagano il mio latte a 60 giorni, e loro trattenevano il 10 per cento. Esempio: su 10 milioni, per due mesi di attesa, perdevo due milioni. L'azienda produceva bene, lavoravo tanto, ma mi ritrovai con un'esposizione di 250 milioni. Come un naufrago che nuota controcorrente. I debiti si gonfiavano giorno per giorno. Mi fermo a 250 e chiedo una dilazione. L' ultima. Riesco ancora a pagare". Perché sempre nella morsa degli usurai? "Perché le banche non mi aprivano le porte. Avevano ormai aggredito il mio patrimonio, valeva 4 milioni. Non c' era interesse a riaprirle". Ma neanche gli strozzini, recuperati i soldi, lo mollavano. Dall' usura al racket. Roberto Battaglia tra 2003 e 2006 rende più moderna l' azienda: inserisce 500 bufale in un ciclo meccanizzato, perfetti i controlli sanitari e la sala mungitura. Un gioiello. Ma l'azienda attrae. Anche la zona. I casalesi vogliono espandersi verso campi di quieta bellezza, da Caiazzo a Squille a Monteverna. Che Battaglia abbia superato la crisi, sembra certo. Lo scoprono i tre, che avevano tentato di acquistare l' agenzia. "Me li ritrovo in azienda, ogni tre-quattro mesi, dicevano che il conto era aperto, e conoscevano loro la strada giusta per farmi pagare.Capisco qual era la strada ad aprile 2008, e corro in Procura. Viene un certo Giuseppe D'Anna, a nome di Luigi Schiavone, cugino di secondo grado di Sandokan. Sono costretto a incontrarlo a Caserta Nord il primo luglio, ma il procuratore Luigi Gay mi aveva subito affidato al colonnello Burgio. A Caserta Nord c'è con me un carabiniere in borghese. Luigi Schiavone mi parla chiaro: sono di Casale, mi dice, e ho in mano i titoli che devi onorare, da questo momento te la vedi solo con me. Insisto: non devo più niente a nessuno, poi prendo tempo, 15 giorni". Attenti al 17 luglio, è la data da ricordare. La mattina un giudice civile dà esecuzione alla vendita dei beni all'asta per soddisfare le banche. La sera alle 17.30 sono arrestati Luigi Schiavone e Giuseppe D'Anna, di professione mago. I carabinieri li fermano all'uscita dell' azienda con 140 mila euro in assegni e tremila in contanti, la somma pattuita dopo quasi un'ora di discussione, tutta registrata. Luigi Schiavone ha nelle tasche anche altri assegni, che forse porteranno ad altre vittime. Gente che ancora tace. "Devo tutto al colonnello Carmelo Burgo, ai carabinieri di Caserta, fantastici, al maresciallo Francesco Corrado e la sua squadra. Magari mi fossi rivolto prima". Ma le banche hanno memoria lunga. Sono andate avanti. C' è una fideiussione contestata. "Ha una firma falsa", denuncia Battaglia nell’intervista apparsa su "Repubblica" a fine settembre. Non sfugge al nuovo procuratore di Santa Maria Capua Vetere, Corrado Lembo. Un magistrato che arriva dalla Superprocura antimafia. Silenzioso, deciso, concreto: ha restituito efficienza e serenità ad un ufficio molto concitato. Lembo invita Battaglia in Procura, scopre che era stata già presentata una denuncia per quella firma falsa, associa i fascicoli. E l’inchiesta prende slancio. Il procuratore aggiunto Palo Albano e il pm Antonio Ricci ottengono la prima conferma da una perizia lampo: la firma non è di Battaglia. Scoprono che il direttore dell’agenzia, anni fa, aveva fatto cambiare anche titoli attraverso l’imprenditore Cipriano Chianese, insospettabile all’epoca, ma finito in cronaca nera, coinvolto nel traffico di rifiuti tossici sotterrati nei campi di Giugliano. "Il giudice dice che non sono stato corretto, che non è arrivata in tempo la notizia degli arresti, e che va all' asta tutto quello che ho. Azienda, casa, tutto", protesta Battaglia. I carabinieri intanto vanno a cercare il fascicolo della fidejussione da 450 milioni di lire, diventato 400mila euro in pochi anni, ma non trovano le copie originali. Il giudice aveva fissato per il 16 ottobre l’esecuzione, "basandosi su una perizia fatta attraverso Google che non tiene conto di tutti i modernissimi e costosi apparecchi della mia azienda, ovviamente sottovalutata", precisa l’imprenditore che torna il 14 ottobre con una istanza. Ma il giudice Felice Pizzi non c’è, è malato. Sembra la fine. Battaglia sbianca. Il suo avvocato insiste con una istanza urgente che finisce sul tavolo di un altro giudice. Giuliano Tartaglione. Al termine delle sue udienze, concede una pausa. Fissa una udienza per il 20 novembre. Battaglia si commuove, trema, rivede la sua agenzia e la sua azienda, può ancora salvarle. La Procura intanto indaga. "Nel fascicolo ci sono solo fotocopie. Una montagna di carte, carte molto dubbie, poteva strapparmi quello che la mia famiglia in un secolo ha realizzato". Non è finita, Confindustria con Cristiana Coppola ha promesso che gli sarà accanto. Ha scritto a Maroni. Un deputato, Domenico Zinzi, ha inviato una interrogazione perlamentare ai ministri dell’Interno e della Giustizia, notizia che ha subito diffuso l’ipotesi di una ispezione nel tribunale dal tetto obliquo, dove le aule sono ricavate nelle mansarde e vi passano ogni giorno i drammi dei disperati di Caserta.

 
 
 

Cronaca di un pontificale

Post n°843 pubblicato il 18 Ottobre 2008 da vocedimegaride

...rovinato dai cattocomunisti

Atto I: il 2 settembre 2008, il Vicario generale della Curia di Verona, Monsignor Giuseppe Pellegrini, verga a mano, su carta intestata della Curia, l’incarico a Monsignor Juan Rodolfo Laise, già Vescovo argentino di San Luis, ad amministrare le Sante Cresime secondo il rito antico in Verona, presso la chiesa di Santa Toscana, in occasione della Messa  Pontificale per il Beato Imperatore Carlo d’Asburgo; le funzioni sono fissate per domenica 19 ottobre 2008; Monsignor Laise vive attualmente presso il convento di Padre Pio, di cui è da sempre devoto, in San Giovanni Rotondo ed è spesso chiamato in varie diocesi del mondo, di recente anche per le ordinazioni sacerdotali presso il seminario internazionale di Wigratzbad, in Baviera.
 Atto II: tre giorni prima del Pontificale il quotidiano L’Arena, per la penna di Enrico Santi, già corrispondente dell’agenzia cattocomunista Adista, intraprende una feroce campagna diffamatoria contro il Vescovo Laise: mescolando fonti indirette, inverificate e parziali, L’Arena accusa S. Ecc.za Laise (che non ha nessuna condanna, né processo sia in sede civile che canonica a suo carico) di legami con i militari argentini, al tempo in cui i montoneros, le Brigate Rosse di lì, insanguinavano il Paese, quasi fosse una colpa non aver approvato il terrorismo; fra le imputazioni de L’Arena a S. Ecc.za Laise anche quella di essere contrario alla comunione nella mano e di credere nell’origine divina dell’autorità legittima, secondo l’insegnamento della Santa Chiesa.
Atto III: l’articolo fazioso e irresponsabile di Enrico Santi conduce a immediate conseguenze sul piano dell’ordine pubblico; per Centri Sociali e ultrasinistra extraparlamentare è una manna avventarsi contro i tradizionalisti e infatti preannunziano azioni davanti a S. Toscana contro le Cresime; Monsignor Bruno Fasani, direttore dell’ufficio stampa della diocesi, scrive un vergognoso comunicato stampa in cui dimostra di non sapere neppure dell’autorizzazione scritta data dalla Curia a Monsignor Laise circa le Sante Cresime e il Pontificale per Carlo d’Asburgo; Fasani smentisce ciò che la Curia stessa aveva consentito, dice che le Cresime erano autorizzate, ma non Monsignor Laise (e chi mai può conferire il Sacramento della Confermazione, se non un Vescovo?); dichiara che il Vescovo di Verona non conosce S. Ecc.za Laise e, anziché difendere un Vescovo cattolico, lo scarica indegnamente, mostrando di credere alle infamie gettategli contro dalla sinistra.
Atto IV: Una Voce Verona, associazione organizzatrice del pontificale e che promuove la liturgia latino-gregoriana, smentisce le falsità contro Mons. Laise, ma L’Arena pubblica scorrettamente non più di un periodo del comunicato di rettifica; in un incontro col Vescovo di Verona, che avviene nel primo pomeriggio di venerdì 17 ottobre, chiede al Presule di difendere l’onore di Mons. Laise non solo in privato, con gli organizzatori del Pontificale e con lo stesso Vescovo argentino che sarebbe stato ricevuto in udienza l’indomani, bensì sulla stampa; si trattava, in sostanza, di mettere una toppa al mare di sciocchezze e di cattiverie scritte da don Fasani e dai giornalisti suoi sodali; Mons. Zenti e Mons. Pellegrini, Vicario generale, assicurano che dirameranno subito questo comunicato; Una Voce Verona s’impegna a rassicurare Mons. Laise.
Atto V: il comunicato “riparatore” promesso dalla Curia non vede mai la luce o, comunque, non perviene ai giornali, né appare sul sito della diocesi, dove troneggia invece quello precedente del Fasani; la Curia insomma non se la sente di smentire lo smentitore Fasani; Mons. Laise, pressato dal Superiore dell’Ordine cappuccino, ispirato (è lecito supporre) dalla Curia scaligera stessa, decide di non venire più a Verona, adducendo motivi di salute e, del resto, quale Vescovo sarebbe mai venuto a Verona, vedendosi così malamente difeso?; L’Arena, nella sua nuova veste di militante dell’ultrasinistra, il 18 ottobre riprende con enfasi trionfale il disgraziato comunicato del Fasani, mettendo in forse persino le Sante Cresime per accrescere il panico tra i fedeli; comunisti e cattocomunisti possono menare festa, grazie a chi, avendone il dovere, non ha avuto la fortezza necessaria nel difendere né un confratello Vescovo, né la causa cattolica; nel frattempo, nella notte fra il 17 e il 18 ottobre, la solita manina vandalica della sinistra antagonista fa sparire, fuori dalla chiesa di Santa Toscana, il manifesto che annunciava la celebrazione col Vescovo Laise.
Atto VI: la Curia di Verona, per “riparare”, incarica il Vescovo emerito di Scutari, in Albania, che ha patito il carcere comunista, che ha sempre celebrato l’antica Messa latina e che risiede a Verona, di amministrare le Sante Cresime col rito antico e di officiare il Pontificale per il Beato Imperatore Carlo d’Asburgo, in Santa Toscana, come previsto, domenica 19 ottobre 2008, alle ore 10.30.
 Il Presidente UNA VOCE – Verona prof. Maurilio Cavedini
www.unavoceverona.it 

(in foto: Chiesa di Santa Toscana (secolo XII), presso Porta Vescovo a Verona. Interno)

 
 
 

Napolitani e Tiro...LESI

Post n°842 pubblicato il 16 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

di Patty Ghera


Torno volentieri sul tema della religiosità. So che voi napoletani mi capite, basta osservare le vostre tradizioni. Dovete sapere che il vostro senso della religiosità e dell'appartenenza è molto simile a quello di un popolo lontano geograficamente da voi, un popolo in cui ritrovo molte caratteristiche comuni quali, appunto, la fede e il senso di appartenenza. Si tratta del popolo tirolese. Lo amo e lo conosco bene. Mio marito è per metà austriaco. Mia suocera è nata nel 1914 quando c'era ancora l'Austria felix di "Cecco Beppe" e Sissi, viveva in quelle terre di confine che, in seguito ai due conflitti mondiali, hanno avuto una storia lunga e sfortunata. I potenti a tavolino, tracciarono una riga di confine, e la famiglia di mia suocera si ritrovò, dall'oggi al domani, ad essere italiana, a dover parlare una lingua sconosciuta, a vedersi cambiare il cognome di famiglia. Un po' come successe a voi all'indomani dell'Unità d'Italia..
Andreas Hofer rappresenta un mito in tutto il Tirolo, un eroe che ha combattuto per la libertà da guardare con rispetto ed ammirazione, l’eroe dalla lunga barba che ha pagato con la vita il prezzo per cercare di liberare la sua terra dal potente e dispotico invasore francese Napoleone.
Sui libri di scuola, dalle elementari in poi, quando si tratta di studiare le gesta di Napoleone, si notano imperdonabili lacune che riguardano le insorgenze anti-francesi e anti-giacobine verificatasi non soltanto in Tirolo ma in tutta la penisola.  Penso ai Sanfedisti, al “Viva Maria” toscani, alla controrivoluzione in Emilia Romagna (nei Ducati Padani e nelle Romagne dei Papi), alle Pasque Veronesi e, per tornare in Tirolo, al celebre episodio di Caterina Lanz, la contadina di Spinga, che nel 1797 si oppose con il forcone dinanzi alla porta della chiesa del paese ai francesi profanatori e fu l’animatrice della resistenza dei suoi compaesani all’invasore. Ancora oggi le vetrate della chiesa rappresentano il suo gesto eroico. 
Mi riferisco, in particolare, al periodo che va dal 1796 al 1810 e che riguarda, appunto, gli avvenimenti del Tirolo che terminarono con la morte, per ordine di Napoleone, di Andreas Hofer. Mi stupisco che eventi storici così importanti vengano difficilmente ricordati ed una storia appassionante come quella dell’insurrezione tirolese sorvolata.
Quando Napoleone tolse il Tirolo all’Austria per darlo alla Baviera, i tirolesi, capeggiati da Hofer, insorsero. I motivi dell’insurrezione furono diversi: l’ingiustizia dell’abolizione degli statuti di autonomia, il trattamento inumano subito, l’introduzione di funzionari amministrativi stranieri corrotti, la spartizione del Tirolo in tre province, ma la motivazione principale fu la negazione della religiosità da parte degli invasori. L’esercito casereccio di Hofer, con i suoi Schutzten, si oppose a tutto questo e tenne testa a quello di Napoleone sconfiggendo il nemico in varie occasioni (Vipiteno, Innsbruck, Bergisel) ma alla fine Hofer, tradito per danaro, fu catturato il 27 gennaio del 1810 in un rifugio fra le montagne della Val Passiria. Ed il 20 Febbraio di quell’anno, dopo un processo farsa, è stato fucilato a  Mantova dall’esercito di Napoleone. Lo stesso condannato ha dovuto gridare “fuoco” da tanto il comandante il plotone di esecuzione non aveva  cuore di farlo.
La caratteristica che più salta agli occhi nella vita di Hofer è la sua fede cristiana così autentica da condizionare tutta la sua vita, da far sì che il vento dell’illuminismo, profondamente in contraddizione con la religiosità vissuta dai tirolesi, facesse insorgere l’intero popolo contro l’invasore francese che voleva cancellare tradizioni, usi e costumi ma soprattutto la fede.
Ancora oggi passeggiando per strada se incontriamo un tirolese, dopo un aperto sorriso sentiamo dire “Gruss Gott” che significa Sia lodato Gesù Cristo. Ad ogni angolo di strada e perfino nei boschi ci sono crocifissi e immagini sacre ad illuminare il cammino di questo popolo.
La storia di Hofer  è piena di esempi che confermano l’autenticità della sua fede e il suo retto e cristiano stile di vita. Quando era tenuto prigioniero a Mantova, durante la notte, i fumi dell’esalazioni di una stufa stavano facendo morire i suoi carcerieri che avevano perso conoscenza e, se lui non fosse intervenuto, sarebbero sicuramente morti. Avrebbe potuto fuggire ma il senso cristiano  l’ha fatto agire per salvare la vita di quei soldati. La sua vita per il suo Tirolo, è morto da eroe per quella terra tanto amata che doveva appartenere al popolo tirolese. E’ interessante notare che è stato un Papa a ricordare l’insurrezione tirolese mossa soprattutto da fini religiosi: Giovanni Paolo I quando era ancora patriarca di Venezia. Andreas Hofer, oste di professione, montanaro, generoso d’animo, capo militare arguto e innovativo, rimane ancora oggi il simbolo della identità e dell’autonomismo delle genti del Tirolo. Indubbiamente la figura di Napoleone trova molti riscontri nell’immaginario collettivo, non a caso i manicomi sono pieni di matti che credono di essere Napoleone. Tuttavia l’idea che Napoleone rappresenta è malvagia e demoniaca e non merita, a mio avviso, da parte della storiografia ufficiale, quegli elogi e quei riconoscimenti che gli vengono attribuiti: è un mito da sfatare e da rivedere con obiettività. Per contro Andreas Hofer, relegato ingiustamente al ruolo di capobanda o, al massimo, di ribelle capo di ribelli, merita di essere collocato nella sua giusta luce e cioè quella di eroe che ha lottato fino alla morte per la sua heimat.
Quando vado a Innsbruck mi reco volentieri nella Hofkirke, la cattedrale, sulla tomba di Hofer dove riposano tutti i grandi dell’Impero Asburgico. Una tomba per l’eroe tirolese con la scritta alla base: “Per Dio, per l’Imperatore, per la Patria”.
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 Le "ragazze Wittelsbach" (Sissi futura imperatrice d'Austria, prima a sin. e Maria Sofia futura regina delle Due Sicilie, penultima a ds.), ritratte in famiglia nella ridente Possenhofen
 
 
 

ANATEMA per i politici napoletani

Post n°841 pubblicato il 16 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

di Vittoria Mariani

Quando l’ebbrezza giovanile mi esaltava ad ogni credo, ad ogni dogma, ogni tanto mi richiudevo nel guscio del mio pensieroso io…  E quando l’incedere dei passi stanchi dei vecchi partenopei evocava alla memoria gesta, battaglie e fulgida antica luce di un tempo che fu, allora prepotente in me si risvegliava la voglia di ostentare lo storico passato delle mie genti, il sublime ricordo dei racconti dei nonni che pur tra mille difficoltà ebbero il dono d’avere altra sorte. Altra sorte! Sì, la sorte di chi con signorilità d’animo e con tanta pazienza, costruiva, nell’intento e nella certezza, l’economia di una città che non ha mai avuto pari per clima, per bellezza, cultura e intelligenza. Allora, io pensavo nel mio cuore “Questa città è benedetta da NOSTRO SIGNORE!”... Eppoi l’emozione di camminare su quei ciottoli di lava sconnessi dei decumani, un tempo calpestati da milioni di passi, belli, lisci, ancora pieni dell’energia di quei passi, pronti ad ospitare anche le mie orme, respirando l’aria del Maestrale che dolce ci accarezza, ci trasporta nel sogno ad occhi aperti della nostra Civiltà… quale beata rigenerazione! Tutte le volte che socchiudevo gli occhi, visitavo il buio pesto dell’inferno e avevo sempre timore di non poter più vivere questo sogno eterno: il sogno eterno della freschezza della mia città … che ogni giorno gratifica chi merita...  ed anche e più chi meriti non ne ha. La spuma che superba s’infrange sulla scogliera al’alba, al mattino, alla sera, al ritmo del sospiro del mondo, persino quando è inverno fa piacere, perché sa di un vento caldo, di una brezza sferzante di piacere! Quando piove, poi, e l’aria rinfresca è come una risata, una vera gioia, tra scrosci e dispettose “ventecate”, il dondolio delle barche e le bordate… e pare che la risacca intoni una canzone per questo suo popolo innocente come uno scugnizzo, geneticamente immorale perché libero nonostante le catene di scatenare la fantasia; un popolo di buoni e di mascalzoni, di tenori, baritoni e voci bianche che intonano una canzone che tutti, lungo ogni coordinata, possono ascoltare insieme all’eco del canto delle sirene, che siano figli degni o peccatori del malaffare.... E torno ancora alla giovanile ebbrezza… che palpito… che sogno… quale carezza! E’ la carezza antica della mia città che con la sua aureola, ogni giorno, il sorriso di un saluto mi da. Anche nella solitudine della vita incompresa mi sussurra sempre due parole, mi spinge ad alzare la testa, mi da il suo calore, mi riempie d’amore… e so che ho sempre un rifugio sicuro, ermetico, nel profondo di questo mare che raccoglie le mie confidenze.
Saccheggiatori di Napoli, d’ogni specie e tempo, siete condannati alla solitudine dell’animo, perché animo e cuore sono regali degni delle persone che amano la propria terra, che non la umiliano! Assassini d’ogni tempo, morirete anche voi e per voi ci sarà una scia di vomito e di vergogna a sentiero verso l’inferno. Non passerete mai alla storia, perché la storia si purga delle nefande carogne, ammassi putrescenti dell’illusione del potere dei potenti che usurpano, predano, saccheggiano l’amata terra dei nostri padri. Questo mare non è per voi e alla fine v’inghiottirà e vomiterà fuori le vostre carogne; questo sole non è per voi e prima o poi brucerà le vostre sporche carcasse; questo vento è per voi e vi darà sollievo dal fuoco, anzi vi risucchierà, portandovi lontano come la tempesta azzera e distrugge tutto. Maledetti! Voi non siete degni di questo dono della natura Divina, eppure siete ancora qui ad oltraggiarla! Quando scoccheranno le ultime ore della vostra permanenza sarete chiamati a Giudizio… e non dai giudici cui avete legato le mani e cucito la bocca… e scoprirete com’è facile perire ad opera di voi stessi, scoprirete che il potere non è mai eterno, che il pugno nel quale stringete i trenta danari non sarà più capace di trattenere che un granello di sabbia e le vostre bocche partoriranno empie disperazioni quando dovrete abbandonare la gerla dei doni di cui non siete mai stati degni!

 
 
 

ije mo' te pozzo dìcere chello ca voglio dicere, comme 'o saccio dìcere

Post n°840 pubblicato il 15 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

"Esprimo particolare soddisfazione per l'approvazione, da parte della VI Commissione del Consiglio Regionale della Campania, della proposta di legge sulla tutela e la valorizzazione della lingua napoletana presentata dal Consiglio provinciale di Napoli su mia iniziativa". Il capogruppo di Alleanza Nazionale alla Provincia, Luigi Rispoli, commenta così l'approvazione, avvenuta ieri all'unanimità nella VI commissione regionale, della proposta di legge 'Norme per lo studio, la tutela e la valorizzazione della lingua napoletana, dei dialetti e della tradizione popolare'. "Abbiamo presentato la proposta poco più di due anni fa - sottolinea Rispoli - e da allora abbiamo moltiplicato i nostri sforzi per sensibilizzare il mondo accademico e politico in ordine all'importanza del provvedimento per la difesa e la diffusione della cultura napoletana in Italia ed all'estero: abbiamo organizzato convegni, sostenuto attività di ricerca e di analisi, verificato l'influenza delle lingue straniere per avviare un lavoro che dovrà portare alla codificazione di una grammatica, alla catalogazione dei termini, dei modi di dire, dei proverbi, delle opere letterarie per tenere traccia della Lingua Napoletana lavorando anche alla creazione di un vocabolario".
"In questo momento - evidenzia il capogruppo di An - sono molto felice anche per quanti, esperti, studiosi, storici, docenti universitari, cultori e semplici appassionati della Lingua napoletana mi stanno seguendo in questo percorso. Un ringraziamento particolare vorrei dedicare al professor Umberto Franzese, che tanto impegno sta profondendo in tutte le iniziative che mettiamo in campo per questo progetto". Il progetto di legge presentato dal Consiglio provinciale prevede che il compito di codificare una grammatica ed un dizionario e di garantire lo sviluppo di una costante attività di ricerca e di consulenza intorno al napoletano - con un'attenzione particolare proprio alla sua evoluzione e attualizzazione lessicografica - sia affidato ad un costituendo organismo denominato 'Accademia della Vicaria Vecchia'. L'organismo si dovrà occupare, inoltre, di sostenere un'attività scientifica per la formazione di nuovi docenti e di acquisire e diffondere, nella società, la conoscenza storica della lingua per favorire il suo insegnamento nelle scuole della regione.


"Esprimo soddisfazione per l'approvazione da parte della VI Commissione della proposta di legge, presentata dalla Provincia di Napoli su iniziativa del consigliere provinciale Luigi Rispoli, del sottoscritto e del mondo della cultura e della napoletanità, per la tutela e la valorizzazione della lingua napoletana". E' quanto affermato dal consigliere e portavoce regionale del MpA Salvatore Ronghi. "Questa importante normativa intende valorizzare l'identità e il territorio di Napoli, che è stata la capitale del Sud - ha sottolineato Ronghi -; ora tocca al Consiglio regionale portare avanti con celerità l'approvazione del provvedimento legislativo e continuare insieme con Luigi Rispoli la battaglia identitaria per riscoprire le radici e le tradizioni della nostra terra"
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…chissà, forse è giunta l’ora di rivedere anche lo statuto di istituzione della Regione Campania: avvilente per il suo garibaldesimo spietato, di stampo negazionista.(megaride)

 
 
 

La STORIA differenziata si ripete a RIciclo continuo

Post n°839 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

«Il quinto inceneritore si farà. Perché non si possono impiegare anni e anni a bruciare qualcosa come 7, 8 o 10 milioni di ecoballe. E si farà anche perché potrebbe dare una mano ai problemi di crisi rifiuti denunciati dalle regioni confinanti». - È il premier Berlusconi a confermare, di sua iniziativa - a margine di un Consiglio dei ministri "napoletano" .
Carissimi,
le ultime notizie risultano chiarissime ed esplicative di tutta l'intera ed autentica storia dell'affare "emergenza rifiuti" in Campania a me chiare fin dallo scorso luglio ( PER CHI BRUCIA LA CAMPANIA?) : le finalmente esplicite dichiarazioni del premier Berlusconi che con chiarezza dichiara che in Campania si bruceranno anche le "ecoballe" delle altre Regioni di Italia (ma le "ecoballe" non esistono altrove.......) . Tali affermazioni impongono una riflessione rapida ed una azione urgente con unificazione di tutte le forze disponibili ed il recupero del massimo della condivisione della opinione pubblica sul punto essenziale:
dobbiamo a mio parere partire con una immediata e plebiscitaria raccolta di firme di tutti i cittadini campani sia filoinceneritoristi che no (sia di destra che di sinistra) su una esplicita richiesta di legge regionale che imponga che in tutta la Campania non si bruci nessun materiale, nè rifiuti nè cosiddette biomasse, provenienti da altre Regioni di Italia!
e' ovvio che pretendere la iscrizione all'albo dei trasportatori per evitare infiltrazioni camorristiche nei trasporti è una pura barzelletta di quelle esilaranti del Cavaliere! tutte le ditte camorristiche sono perfettamente in regola ed iscritte all'albo e se qualche dubbio rimane persino i Prefetti (vedi in edicola ESPRESSOdi questa settimana ) intervengono per togliere qualunque ostacolo dai controlli,  in cambio magari di un tranquillo "posticiello" da acefalo "pianista" in Parlamento! Dai miei calcoli, tra l'altro semplicissimi, siamo esplicitamente esposti alla infiltrazione di non meno di UN MILIONE E MEZZO DI TONNELLATE DI RIFIUTI all'anno (circa tremila tonnellate al giorno) (NON ADEGUATAMENTE CONTROLLABILI) E FINTE BIOMASSE DA BRUCIARE SUI NOSTRI TERRITORI,MA COSA ANCORA PIU' GRAVE RISULTA la ALTRETTANTO OVVIA E QUINDI GRAVISSIMA CONSIDERAZIONE CHE ANCHE LE CENERI TOSSICHE DERIVANTI DALL'INCENERIMENTO DI TUTTO QUESTO MATERIALE DI PROVENIENZA NON CAMPANA DOVRA' PERO' ESSERE TUTTO SEPPELLITO SOLO E ANCORA NELLE NOSTRE DISCARICHE ( DA CHIAIANO AD ANDRETTA!)
Se da incenerimento dobbiamo essere colpiti , mi sembra ovvio che almeno ci sia l'incenerimento della sola "munnezza" campana e si debbano smaltire le sole ceneri TOSSICHE DELLA nostra sola munnezza! I chiarissimi comportamenti "solidali " (vergogna!) ricevuti da parte di tutte le Regioni di Italia in merito allo smaltimento dei nostri rifiuti urbani ( si sono vantati di avere smaltito BEN 6000 tonnellate IN TOTALE in Lombardia!) impedisce al nostro popolo, se abbiamo un minimo di dignità, di pensare soltanto che noi possiamo smaltire non meno di 1 milione e mezzo di tonnellate anno di munnezza extraregionale e quindi ANCHE non meno di mezzo milione di ceneri tossiche all'anno che rimarranno per sempre nelle viscere della nostra terra ad avvelenare il futuro dei nostri figli.....se ne potremo ancora avere !
Ora basta! sono assolutamente indignato dalla sfacciataggine di chi dispone sapendo di avere comprato tutto e tutti e dalla vigliaccheria di chi tace per quattro soldi di posto politico locale! sia a destra che a sinistra!  risulta chiaro che i politici attuali sia di destra che sinistra non fanno nulla per tutelare la nostra Terra, ma solo i soldi dei loro amici lobbisti e camorristi ! E' ora di cambiare e costruire qualcosa tipo LEGA SUD che possa ben confrontarsi con chiunque e fare capire a chicchessia che in Campania si vive e si muore ma di mano nostra!
Non accettero' mai solo di pensare che avro' accettato passivamente di lasciare a mia figlia una Terra in cui , per mia vigliaccheria, ci avranno prima bruciato e poi sotterrato le ceneri tossiche di qualunque tipo di munnezza proveniente da qualunque delinquente extraregionale!E' arrivata l'ora della verità: ora è tutto chiaro.
A noi il destino della nostra vita e di quella dei nostri figli!
Antonio Marfella

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da
http://procidaniuse.wordpress.com 
5° inceneritore: ditemi che non è vero
Ho letto e riletto l’articolo di Repubblica qui sotto riportato e non mi sembra vero: il “grande presidente” afferma che il 5° inceneritore serve a «un aiuto per le regioni confinanti». Ma non eravamo noi la regione con problemi di rifiuti? Qua se non facciamo attenzione e ci mobilitiamo in massa ci fanno veramente diventare la pattumiera di Europa. L’importante sarà essere in moltissimi altrimenti con le leggi militari avranno gioco facile… E arrivato il momento di partecipare compatti!!! “No al quinto termovalorizzatore”
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Proteste contro il piano del premier: non saremo l´inceneritore d´Italia
«No alla Campania inceneritore d´Italia». Dopo le dichiarazioni del premier, esplode il caso “quinto termovalorizzatore”. L´assessore regionale Walter Ganapini avrebbe appena rinnovato al governatore Bassolino i suoi pesanti malumori e presenterà in giunta un «piano alternativo» contro un prospetto «inaccettabile». È stato il Cavaliere a spiegare, venerdì, la necessità di aggiungere il quinto termovalorizzatore - l´ipotesi è di realizzarlo nel giuglianese - perché serve «un aiuto per le regioni confinanti». Parole contro cui si levano le proteste dei leader della mobilitazione come Alex Zanotelli e Guido Viale, di comitati di cittadini, perfino di esponenti del centrodestra, come Salvatore Ronghi. Silenzio invece dai livelli campani del Pd, nella regione in cui il centrosinistra, di fatto “commissariato” dall´evolversi drammatico della crisi e dal conseguente accentramento dei poteri nelle mani del sottosegretario Guido Bertolaso, ha responsabilmente aderito a tutte le prime soluzioni anti-emergenza. Intanto, proprio ieri sera a Ponticelli sfila un corteo di mille persone contro il progetto dell´inceneritore previsto, dal decreto 90, a Napoli est. Il professore Guido Viale, economista che da mesi coordina un Forum rifiuti presso la Regione, definisce la sortita del premier «pazzesca» e annuncia «una netta opposizione». Ragiona Viale: «Era ovvio che un programma assurdo di 5 inceneritori servisse non “alle regioni confinanti”, ma al Paese intero. Per funzionare, 5 inceneritori avranno bisogno di un quantitativo pari a 10 volte l´immondizia che produce la Campania». Aggiunge Viale: «Questo Piano conferma sulla Campania il ruolo che già la camorra le assegnava, estromettendo gli imprenditori campani sani da questo business». Esprime sconcerto anche Alex Zanotelli, missionario comboniano. «Con le nuove norme contro i “disturbatori” rischio anche 4 anni di carcere, ma non smetterò. Questi inceneritori bombarderanno i neonati e gli adulti; pagheremo con leucemie e tumori, tra decenni, queste scelleratezze. Dico, però, attenzione: il grande scempio sta facendo crescere la consapevolezza nei cittadini». Voci di duro dissenso anche dal centrodestra. Salvatore Ronghi, vicepresidente dell´assemblea regionale, ex An, oggi in Mpa, allarga le braccia. «Avevo visto giusto: la Campania sarà l´inceneritore del Paese. E sono le parole di Berlusconi a dircelo: ma la regione ha già dato troppo, era già la discarica di Italia, con un territorio sfregiato dagli abusi delle imprese del nord, dalla incapacità del centrosinistra e dalla mancanza di controllo». Franco Ortolani, geologo, nemico del sistema-discariche, usa un nero sarcasmo. «Sembra che la monnezza campana stia favorendo la mutazione genetica degli “uomini struzziuti” (fusione di struzzo e rifiuti)». E chiosa: «Si sta convincendo gli italiani che i campani sono sporchi, cattivi e sottomessi alla malavita organizzata: perciò devono essere adeguatamente “trattati”, guadagnandoci sopra. Così si rende legale quanto già accaduto endemicamente in Campania con lo smaltimento illegale dei rifiuti. Dobbiamo solo ringraziare le lobbies che contano, quelle del nord. Hanno pensato, con i contributi del Cip 6, loro a tutto».
di Conchita Sannino
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Come sempre, è una questione di CULTURA che non deve lasciarsi sopraffare dall'ideologia politica. Berlusconi dimostra di ignorare la nostra vera Storia ma è un uomo del nord, strumentale alla politica dei "cummenda" ed è quindi meno colpevole dei tanti autoctoni che si stanno prestando volentieri al gioco delle tre carte: i primi che dovrebbero avere soprassalti di Orgoglio Identitario. Intanto, il Governo che ci sta tenendo impegnati con l'avvincente lotta ai Casalesi, distraendoci da altre "camorre in doppiopetto", ci conferisca cortesemente l'elenco degli imprenditori del nord collusi alla criminalità campana per la brutta faccenda dei rifiuti tossici sversati nelle discariche abusive ed anche negli inimmaginabili lidi ecologici (turistici ed agricoli) e "condominiali", ritenendo che un "principe di galles" ed un "gessato" facciano benissimo il paio con "'nu jeans e 'na maglietta" dei nostri più folklorici delinquenti. Cosa seconda: provveda alla bonifica delle aree di cui sopra, costì inguaiateci dai criminali caserecci ed "esteri". Cosa terza - e non ultima - quelli di Roma, quelli del nord... ma soprattutto quella zavorra di Bassolino & soci (di sinistra e di destra campana) che sta a chiappe strette, per paura di perdere il seggiolone, ripassino un po' di STORIA e provvedano ad istruire le masse di "su" e di "giù", perchè codesta Banda di Banditi ch'è TUTTA l'ITALIA, faccia finalmente ammenda! Disposti a ricominciare daccapo, noi stanchi sudditi campani, purchè governati da onesti e volenterosi uomini radicati sul territorio e custodi dell'antica Civiltà! A tal uopo, un breve stage di 8 minuti, offerto dalla premiata ditta "La Voce di Megaride" (testo di M. Salvadore - regia e montaggio di M.Caiano)

 
 
 

Ho una "petrella" nella scarpa. Ahi!

Post n°838 pubblicato il 14 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

( Ci giunge questo breve appello da Lorenzo Conti, figlio dell’ex Sindaco di Firenze assassinato dalle BR il 10.02.1986.)

APPELLO A TUTTI GLI ITALIANI

Il Presidente francese Nicolas Sarkozy e consorte hanno vietato l’estradizione alla ex terrorista Marina Petrella per motivi umanitari.Tale scelta è grave per i seguenti motivi:
-  i familiari delle vittime hanno diritto alla GIUSTIZIA !
- lo Stato Italiano non tortura nessuno (vedi trattamento riservato a Bompressi e Sofri)
- le Convenzioni Internazionali vanno rispettate
L’arroganza del presidente francese va contrastata con fermezza e decisione.
Lancio quindi un appello a tutti gli Italiani:
NON COMPRIAMO PIU’ IL VINO E LO CHAMPAGNE FRANCESE sino a quando il Presidente Sarkozy non consentirà l’espatrio alla ex terrorista Petrella, condannata all’ergastolo nel processo Moro Ter.

Dott. Lorenzo Conti Via Maffei 99 - 50133 Firenze

cell 333 1485713 lore_co@libero.it
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L'associazione "Domus Civitas" vittime del terrorismo sarà a Parigi il 24 ottobre 2008 per protestare contro la decisione del Presidente Francese sulla mancata estradizione della terrorista Marina Putrella,  insieme -  oltre i rappresentanti dell'associazione - anche ai rappresentanti dei sindacati di polizia. Nel contempo, da oggi, il sottoscritto Bruno Berardi, figlio del maresciallo Rosario Berardi, trucidato dalle BR,  presidente dell'associazione, inizia uno sciopero della fame e della sete ad oltranza, per protesta contro le ingerenze di madame Carla Bruni  nelle istituzioni Francesi: la giustizia deve essere amministrata con egalité non -  come si sta facendo -  con LIBERTE’; madame Carla Bruni si dimostra insensibile verso le vittime del terrorismo e amica dei criminali terroristi. L’Europa ha votato la solidarietà alle vittime del terrorismo e non ai terroristi che hanno seminato lutti e dolore in Italia ed in tutto il continente.
Arrivederci a presto a Parigi!

Bruno Berardi "Domus Civitas" vittime del terrorismo – 3295340474 – brunoberard@tiscali.it
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Ho pubblicato on line la petizione "Non mi fido di Violante". Se anche voi non volete che sia nominato giudice della Corte Costituzionale, vi invito a sottoscriverla e a farla girare il più possibile. www.petitiononline.com/violante/petition.html Grazie!
Avv. Barbara Di Salvo

Non mi fido di Violante
In vista delle prossime nomine dei giudici della Corte Costituzionale da parte del Parlamento e del Presidente della Repubblica siamo fermamente contrari alla designazione dell’on. Luciano Violante. Non riteniamo accettabile che sia nominato membro della Consulta uno dei personaggi più ambigui della recente storia d’Italia, le cui implicazioni nell’utilizzo della giustizia a fini politici, in assenza delle forme più elementari di garantismo costituzionale, devono ancora essere chiarite a fondo. Le sue recenti aperture di dialogo nei confronti dell’attuale maggioranza, in merito in particolare alla riforma della giustizia, appaiono, infatti, meramente strumentali e non possono in alcun modo far dimenticare un’intera carriera costruita sulla parzialità, sul giustizialismo e sulla commistione tra politica e magistratura. Nell’equilibrio tra poteri necessario alla nostra democrazia, non reputiamo tollerabile che un esponente politico così smaccatamente di parte, e quindi privo della imprescindibile imparzialità di giudizio, sia chiamato a giudicare la costituzionalità delle leggi approvate dal Parlamento eletto dal Popolo Sovrano. Facciamo, quindi, appello al Parlamento ed al Presidente della Repubblica affinché nominino al suo posto quali giudici costituzionali insigni giuristi che diano garanzia di adempiere imparzialmente il proprio mandato, nel rispetto esclusivo della Costituzione e scevri da pregiudizi e condizionamenti ideologici.

www.barbaradi.splinder.com

 
 
 

Santa TERRONIA nostra benedetta

Post n°837 pubblicato il 13 Ottobre 2008 da vocedimegaride
 

Il martoriato Sud, sempre invaso ed occupato da pirati e  nuovi padroni, è sempre più simile alla Terra Santa di Palestina ed è forse l’incarnazione europea delle sante Betlemme, Canaan e Gerusalemme; perlomeno, vi si respira la medesima spiritualità. Lo stesso carisma. Sud: Terra di martiri e santi, paradiso infestato da dèmoni a cui resistere, per elevarsi nella Grazia di Dio. Ancora oggi. Anche Gesù era un “terrone” ed ha aperto la via, con l’esempio, a numerosi altri “terroni” che fanno la differenza in questa nostra martoriata patria a mezzogiorno, troppo spesso ingiuriata e vilipesa. Una patria che dovrebbe riprendere confidenza con i suoi santi e smetterla di pubblicizzare morbosamente i suoi dèmoni. Non a caso il solo centro storico di Napoli conta più chiese dell’intera, allora cattolicissima, città di Barcellona. Non a caso, qui, il sangue di molti santi bolle ancora, nella ripetitività degli antichi culti barocchi.


Dalla Toscana riceviamo da Patty Ghera – e le siamo grati – questo messaggio che accompagna un delizioso cammeo:
“Cara Marina, spesso mi hai detto di scrivere qualcosa di mio. Non so se quello che ti ho inviato sia un tema adatto ad un blog pubblico, dato che l'argomento "fede" è una questione tutta personale e molto intima. Il mio rapporto con la fede, fino a quell'episodio che descriverò, era stato abbastanza superficiale. Mi rivolgevo al "Principale" quando ne avevo bisogno, tutto sommato un bel rapporto egoistico. In famiglia sono sempre stati credenti. La nonna materna Amelia e la bisnonna Maria, erano fedelissime di Sant'Antonio da Padova. Una ragione c'era. Mia mamma si era ammalata piuttosto gravemente in seguito al parto. Fu ricoverata all'ospedale di Padova e la nonna, che l'aveva seguita e dormiva in un convento di suore, tutte le mattine si recava da Sant'Antonio a chiedere la grazia per la guarigione della mamma. Sant'Antonio è considerato il santo delle grazie impossibili. E lui la grazia la fece: la guarigione della mamma fu attribuita alla sua intercessione. Sant'Antonio da Padova troneggiava in camera da letto della nonna, ci parlava tutti i giorni e quel Santo "padano" era l'unica figura di Santo, oltre a Cristi e Madonne, che vedevo in casa. Poi quella sera l'incontro con Padre Pio. Ne avevo solo sentito parlare. Correva la fine degli anni '70 e Padre Pio era morto nel 1968.  Da allora quel Santo "terrone" ha un posto importante nel mio cuore tanto che, grazie a quell'incontro, la "questione fede" ha assunto una rilevanza fondamentale nella mia vita. Ora non è più un rapporto egoistico bensì un rapporto costante e giornaliero che mi fa sentire più viva che mai.”
Quella piccola cicatrice sopra il ginocchio sinistro.
di Patty Ghera
Avevo capelli lunghissimi, mori e forti. La particolarità non era tanto la lunghezza straordinaria quanto le striature naturali color mogano che avevo ereditato dalla nonna materna Amelia. La chioma della nonna era biondo-rame e, in ricordo di lei, quei tocchi di luce nei miei capelli. Mi sarebbe piaciuto avere anche i suoi occhi verdi e la pelle bianchissima. Il nonno Tommaso era stato colpito dai quei colori e si era subito innamorato di lei. L’aveva conquistata poco più che adolescente e le aveva trasmesso il suo amore per la lirica. Tre volte alla settimana la portava al Teatro Salvini di Empoli ad ascoltare opere e romanze. Il nonno stesso era tenore nel Coro di Santa Cecilia. Era un personaggio conosciuto, cantava messa in canti gregoriani. Per quei tempi era considerato un uomo di cultura in quanto aveva il diploma di sesta. Quella sera pensavo a tutto questo mentre mi spazzolavo i capelli nella piccola stanza ricavata in fondo alla mia camera, era la “stanza dei miei trucchi” di forma rettangolare e vi era appeso un grande e pesante specchio che prendeva tutta una parete, talmente grande che mi ci specchiavo tutta. Improvvisamente quello specchio si è staccato, il perno aveva ceduto e, piegandosi in avanti per il peso, era andato a sbattere contro la parete di fronte producendo mille lame taglienti, appuntite come coltelli che mi colpivano tutta. Ero in pigiana di stoffa piuttosto fine vista la stagione primaverile. Mi sono coperta d’istinto il viso e mi sono piegata su me stessa.
In quel preciso momento è apparsa una figura, un uomo con la barba vestito da frate con il saio marrone mi ha coperto con la sua persona quasi a formare una campana di protezione. Sentivo le lame battermi sul collo, sul dorso, dappertutto. Erano lame appuntite ma innocue su di me perché il frate neutralizzava i colpi. E’ successo tutto in un lasso di tempo brevissimo: lo specchio che si è frantumato, il frate arrivato a proteggermi, il rumore assordante provocato dallo specchio che si rompeva. Quando sono accorsi i miei genitori hanno dovuto disseppellirmi dalle macerie di specchi che mi sommergevano tutta. Ero impietrita. Poi ho riconosciuto quel frate, era Padre Pio. Sono riemersa e... Padre Pio non c’era più, al suo posto un intenso profumo di violette che hanno avvertito anche i miei genitori. Un rivoletto di sangue usciva da sopra al mio ginocchio sinistro. L’ho dovuto tamponare con insistenza, non voleva smettere di sanguinare. L’unico ricordo di quella che poteva essere una tragedia è una piccola cicatrice sul ginocchio che guardo spesso e tocco con delicatezza perché è come se accarezzassi il frate con le stimmate che è venuto quella notte in mio soccorso. Quella piccola cicatrice è li a ricordarmi di non dimenticare.
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SAN GAETANO ERRICO, SANTO IL CONFESSORE DI FERDINANDO IV
(Lettera Napoletana m.l. dell’Editoriale IL GIGLIO) Il 12 ottobre è stato canonizzato da Benedetto XVI il  sacerdote napoletano Gaetano Errico. Nato a Secondigliano, all'epoca casale agricolo a nord della città il 19 ottobre 1791, vi morì il 29 ottobre 1860.  Predicatore instancabile, sul modello di S. Alfonso Maria de' Liguori,  avversario del giansenismo, confessore, Padre Gaetano Errico appartiene alla serie di Santi della carità napoletani. Visitava i malati terminali dell'ospedale "Incurabili" ed i carcerati. Per quasi 20 anni fu maestro comunale e sacerdote nella parrocchia dei Santi Cosma e Damiano. Nel 1833 chiese al Re Ferdinando IV di Borbone il riconoscimento del Ritiro, nucleo della Congregazione dei Missionari dei Sacri Cuori di Gesù e Maria da lui fondata. Tre anni dopo aprì il noviziato del futuro ordine religioso. Nel 1840 Ferdinando IV, del quale Gaetano Errico era consigliere spirituale, concesse il riconoscimento governativo alla Congregazione. Alla corte di Ferdinando IV il futuro santo era ammesso a tutte le ore.Eletto Superiore, Gaetano Errico si dedicò alla Congregazione per tutta la vita, sia pure senza lasciare Secondigliano, dove è rimasta viva la devozione popolare nei suoi confronti. (LN12/08)
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Torneremo di frequente sul tema della Fede e della santità del Mezzogiorno, raccomandando la lettura del messaggio di insediamento del cardinale Sepe nella Curia Diocesana di Napoli, "Il Sangue e la Speranza", il miglior trattato identitario  - a giudizio nostro - che sia mai stato scritto.

 
 
 
 
 

PREMIO MASANIELLO 2009
Napoletani Protagonisti 
a Marina Salvadore

Motivazione: “Pregate Dio di trovarvi dove si vince, perché chi si trova dove si perde è imputato di infinite cose di cui è inculpabilissimo”… La storia nascosta, ignorata, adulterata, passata sotto silenzio. Quella storia, narrata con competenza, efficienza, la trovate su “La Voce di Megaride” di Marina Salvadore… Marina Salvadore: una voce contro, contro i deboli di pensiero, i mistificatori, i defecatori. Una voce contro l’assenza di valori, la decomposizione, la dissoluzione, la sudditanza, il servilismo. Una voce a favore della Napoli che vale.”…

 

PREMIO INARS CIOCIARIA 2006

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A www.vocedimegaride.it è stato conferito il prestigioso riconoscimento INARS 2006:
a) per la Comunicazione in tema di meridionalismo, a Marina Salvadore;
b) per il documentario "Napoli Capitale" , a Mauro Caiano
immagine                                                   www.inarsciociaria.it 

 

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DEDICATO AGLI EMIGRANTI

 

NOMEN OMEN

E' dedicato agli amici del nostro foglio meridionalista questo video, tratto da QUARK - RAI 1, condotto da Piero ed Alberto Angela, che documenta le origini della Nostra Città ed il nome del nostro blog.

 

IL MEZZOGIORNO CHE DIFENDIAMO

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vuoi effettuare un tour virtuale e di grande suggestione tra le numerose bellezze paesaggistiche, artistiche ed architettoniche di quel Mezzogiorno sempre più obliato dalle cronache del presente?
per le foto:
http://www.vocedimegaride.it/html/Articoli/Immagini.htm
per i video:
http://www.vocedimegaride.it/html/nostrivideo.htm

 

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I consigli di bellezza
di Afrodite

RITENZIONE IDRICA? - Nella pentola più grande di cui disponete, riempita d'acqua fredda, ponete due grosse cipolle spaccate in quattro ed un bel tralcio d'edera. Ponete sul fuoco e lasciate bollire per 20 minuti. Lasciate intiepidire e riversate l'acqua in un catino capiente per procedere - a piacere - ad un maniluvio o ad un pediluvio per circa 10 minuti. Chi è ipotesa provveda alla sera, prima di coricarsi, al "bagno"; chi soffre di ipertensione potrà trovare ulteriore beneficio nel sottoporsi alla cura, al mattino. E' un rimedio davvero efficace!


Il libro del mese:



 

 
 
 
 

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