ex_pre il 10/10/08 alle 09:06 via WEB
Si,messa in questa maniera è più comprensibile l'idea di fondo, d'altronde anche con un bugiardo,un ladro e una persona in malafede si possono avere relazioni che esprimono le nostre qualità interiori senza che costoro ci siano d'inciampo.
Incollo qui un brano che mi ha fatto venire in mente il discorso che stiamo facendo spero vi piaccia questo racconto che è caro alla memoria dei francescani. Mi scuso per la lunghezza e per il linguaggio antico ma è un testo tratto dai Fioretti di San Francesco.
In quello tempo usavano nella contrada tre nominati ladroni, li quali faceano molti mali nella contrada; li quali vennono un di al detto luogo de' frati e pregavano il detto frate Agnolo guardiano che desse loro da mangiare. E 'I guardiano rispuose loro in questo modo, riprendendoli aspramente:
«Voi, ladroni e crudeli e omicidi, non vi vergognate di rubare le fatiche altrui; ma eziandio, come presuntuosi e` isfacciati, volete divorare le limosine che sono mandate alli servi di Dio, che non siete pure degni che la terra vi sostenga, però che voi non avete nessuna reverenza nè a uomini nè a Dio che vi creò: andate adunque per li fatti vostri, e qui non apparite più ». Di che coloro turbati, partirono con grande sdegno.
Ed ecco santo Francesco tornare di fuori con la tasca del pane e con un vaselletto di vino ch' egli e 'l compagno aveano accattato; e recitandogli il guardiano com'egli avea cacciato coloro, santo Francesco fortemente lo riprese, dicendo che s'era portato crudelmente, « imperò ch'elli meglio si riducono a Dio con dolcezza che con crudeli riprensioni; onde il nostro maestro Gesù Cristo, il cui evangelo noi abbiamo promesso d' osservare, dice che non è bisogno a' sani il medico ma agli infermi, e che non era venuto a chiamare li giusti ma li peccatori a penitenza; e però ispesse volte egli mangiava con loro. Conciò sia cosa adunque che tu abbi fatto contra alla carità e contro al santo evangelo di Cristo, io ti comando per santa obbedienza che immantanente tu sì prenda questa tasca del pane ch' io ho accattato e questo vasello del vino, e va'loro dietro sollecitamente per monti e per valli tanto che tu li truovi, e presenta loro tutto questo pane e questo vino per mia parte; e poi t'inginocchia loro dinanzi e di' loro umilemente tua colpa della crudeltà tua, e poi li priega da mia parte che non facciano più male, ma temano Iddio e non offendano il prossimo; e s'egli faranno questo, io prometto di provvederli nelli loro bisogni e di dare loro continovamente e da mangiare e da bere. E quando tu arai detto loro questo, ritornati in qua umilemente ».
Mentre che il detto guardiano andò a fare il comandamento di santo Francesco, ed egli si puose in orazione e pregava Iddio ch' ammorbidasse i cuori di quelli ladroni e convertisseli a penitenza. Giugne loro l' ubbidiente guardiano ed appresenta loro il pane e 'l vino, e fa e dice ciò che santo Francesco gli ha imposto. E, come piacque a Dio, mangiando que' ladroni la limosina di santo Francesco, cominciarono a dire insieme: « Guai a noi miseri isventurati! E come dure pene dello inferno ci aspettiamo, i quali andiamo non solamente rubando li prossimi e battendo e ferendo, ma eziandio uccidendo; e nientedimeno di tanti mali e così scellerate cose, come noi facciamo, noi non abbiamo nessuno rimordimento di coscienza nè timore di Dio. Ed ecco questo frate santo, ch'è venuto a noi, per parecchie parole che ci disse giustamente per la nostra malizia, ci ha detto umilemente sua colpa e oltre a ciò ci ha recato il pane e lo vino e così liberale promessa del santo padre. Veramente questi si sono frati santi di Dio li quali meritano paradiso di Dio, e noi siamo figliuoli della eternale perdizione, li quali meritiamo le pene dello inferno, e ogni indì accresciamo alla nostra perdizione, e non sappiamo se de' peccati che abbiamo fatti insino qui noi potremo tornare alla misericordia di Dio ». Queste e somiglianti parole dicendo 1' uno di loro, dissono gli altri due: « Per certo tu di' il vero; ma ecco che dobbiamo noi fare? ». « Andiamo, disse costui, a santo Francesco e s'egli ci dà speranza che noi possiamo tornare a misericordia di Dio de' nostri peccati, facciamo ciò ch' e' ci comanda, e possiamo liberare le nostre anime dalle pene dello inferno. »
Piacque questo consiglio agli altri; e così tutti e tre accordati se ne vengono in fretta a santo Francesco e dicongli: « Padre, noi per molti iscellerati peccati, che noi abbiamo fatti, noi non crediamo potere tornare alla misericordia di Dio; ma se tu hai nessuna isperanza che Iddio ci riceva a misericordia, ecco che noi siamo apparecchiati a fare ciò che tu ci dirai e di fare penitenza teco ». Allora santo Francesco ricevendoli caritativamente e con benignità, sì li confortò con molti esempi e, rendendoli certi della misericordia di Dio, promise loro di certo d' accattarla loro da Dio e mostrando loro la misericordia di Dio essere infinita: « e se noi avessimo infiniti peccati, ancora la misericordia divina è maggiore ch' e' nostri peccati, secondo il Vangelo; e lo apostolo santo Paulo disse: Cristo benedetto venne in questo mondo per ricomperare li peccatori. Per quali parole e simiglianti ammaestramenti, li detti tre ladroni renunziarono al dimonio e alle sue opere, e santo Francesco li ricevette all' Ordine, e cominciarono a fare grande penitenza; e due di loro poco vissono dopo la loro conversione e andaronsi a Paradiso.
1859 Ma il terzo sopravvivendo e ripensando alli suoi peccati, si diede a fare tale penitenza, che per quindici anni continovi, eccetto le quaresime comuni, le quali egli facea con gli altri frati, d'altro tempo sempre tre dì la settimana digiunava in pane e in acqua, e andando sempre scalzo e con una sola tonica indosso, e mai non dormia dopo Mattutino.
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Inviato da: gesu_risortoannunz1
il 09/09/2011 alle 18:38
Inviato da: Spiritodiamore
il 23/03/2010 alle 14:31
Inviato da: scintilla.divina
il 21/03/2010 alle 09:11
Inviato da: Felix721
il 14/03/2010 alle 20:03
Inviato da: scintilla.divina
il 04/01/2010 alle 12:04