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trentennale Nuovo Umanesimo

Post n°60 pubblicato il 03 Aprile 2014 da librodelfuturo1


 Il trentennale dell'Associazione NuovoUmanesimo

 

primo convegno 5 marzo2014 Biblioteca provinciale

 

 

  l'umanesimo in forma rinnovata certo èl'unica risposta ad un mondo globalizzato che è caduto nella trappola diconsiderare il denaro,la finanza come elemento fondamentale dell'esistenza edella storia

 

 Siamo condannati all'utopia diceva il grandeantropologo

Marc Auge' penal'autodistruzione.

Siamo condannatiall'umanesimo certo mai realizzato nonostante che in alcuni periodi dellastoria come quello preconizzato anticipato da Campanella sia stati sostenuto eprofessato.

L'umanesimo classico haintuito alcuni elementi fondamentali e Pohlenz ne L'uomo greco ne habene individuato la struttura.

L'umanesimo rinascimentalepoi con la sua struttura di ricerca dei testi antichi filologica certo hacontribuito alla conservazione del mondo antico

Ma sostanzialmentel'Umanesimo cosi' come preconizzato da filosofi e filologi non è stato maiattuato

La filosofia del denaro cosi'come aveva teorizzato Simmel ha costruito una nuova barbarie piu' feroce eradicale di quella antica

L'indifferenza dell'uomoverso l'uomo,l'indifferenza disaffezione verso cio' che è vicino

Simmel scriveva nel 1914 egià la prima guerra mondiale esprimeva la giustezza della sua profezia.

La perdita dei finidisintegrava l'essere e sempre piu' l'uomo si trasformava in massa.

Nel 1930 Ortega y Gassetpreconizzava dall'avvento della massa una tragedia imminente e già la secondaguerra mondiale esprimeva il realizzarsi della nuova profezia

Ma ora l'avvento di unadisuguaglianza mai vista per proporzioni e per qualità accenna palesemente aduna nuova,immane definitiva tragedia

 

 

 

L'avvento dell'uomo massa eragià un terribile tradimento dell'umanesimo

 
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villino Benassai Reggio Calabria

Post n°59 pubblicato il 18 Febbraio 2014 da librodelfuturo1


Uno straordinario edificio

 

Mi fermo per strada per rispondere all'importuno squillo del telefonino peggio dello scocciatore della satira di Orazio

Non riesco a rispondere mentre guido e la bellezza mi appare e mi sorprende. Dapprima confusamente un colore rosa,poi merli:merli in mezzo a bidoni di spazzatura,un profluvio di cemento.

Mi fermo stupita.

Si tratta del villino di Benassai

E' dirupato,un cancello abbrustolito dal tempo e corroso dalla ruggine lo chiude.

E' stretto tra un asilo dal nome fantasioso che certo non sa di fare concorrenza a siffatta realtà e ad un condominio tutto nuovo squillante con civettuoli balconi arrotondati che si stupisce certo di tanta realtà

 al suo fianco.

Ma è la bellezza fatta di storia e civiltà, di simboli eloquenti,una bellezza deturpata e in oblio,prigioniera ,ma esplodente.

 

Benassai è il grande pittore realista di fine ottocento a cui Brutium, la prestigiosa rivista di Frangipane,ha dedicato  ampio spazio ma che sembra sepolto dalle rovine di millenni.
La città gli ha dedicato una via senza memoria. Mi par di sentire

il mugugno degli abitanti del condominio,non quello dei frettolosi genitori che depositano di gran carriera i figli all'asilo.

Erbacce incuria e Benassai,... chi era costui?

“Si' vedo le mura e gli archi ma la gloria non vedo.....”

Poi mi affaccio al cancello chiuso dal catenaccio arrugginito e vedo la bellezza.

Liberty appena accennato dai motivi floreali del muro e da una vaga memoria di putti.

Liberty veneziano all'interno sperduto nel giardino coperto di erbacce.

Dopo il terremoto del 1908 Reggio era tutta liberty poi scandita da decreti fasulli di una necessaria ristrutturazione esso fu sostituito da masse cementifere senza senso e cosi' la città perse l'anima.

Puo' ancora ritrovarla pero'.

 

 Carmelina Sicari 


 
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Divina è la parola...conclusioni

Post n°57 pubblicato il 19 Ottobre 2013 da librodelfuturo1



Divina è la parola...

 

Conclusioni

 

                                           15

D'Annunzio appartiene dunqueal Novecento ed alle avanguardie del Novecento.

La sua prorompente vitalitàche lo spinge a calcare anche il palcoscenico della storia come poeta soldatonell'avventura di Fiume ha confuso la condizione di artefice della parola:Nonnel senso che la parola è il centro di un artificio ma nel senso che il suo lavorosi incentra in essa ,sulla parola che diviene il centro di emozioni,disensibilità

Si pensi a Palazzeschi alfunambolismo verbale di Lasciatemi divertire

Esso è meno sfrenato dialcune pagine dannunziane

il fatto che egli vada allaricerca della parola desueta è un indizio della centralità della parola stessache ha bisogno per cosi' dire di uno spazio incontaminato per essere davveroespressiva

L'impressione è che lareazione di giovani poeti come Sbarbaro a D'Annunzio sia superficiale ecomunque dovuta a motivi ideologici e che una volta sgombrato il  campo da essi si possa guardare in modo nuovoalla ricerca linguistica dannunziana

 

Tra il D'Annunzio bizantinoche ha al centro Roma e l'impero al suo termine come ebbe a dire Huysmans. IlD'Annunzio notturno,quello dell'ultimo periodo su cui si appunta la simpatiadei critici,e il D'annunzio 'felice' che è quello delle Faville.

Indubbiamente è quest'ultimoil piu' interessante dal punto di vista linguistico

Le Faville venivano compostead intervalli dal 1893 al 26 aGardone sul Corriere della sera

Il giudizio di Serra restaindubbiamente quello piu' vicino alla verità

 

 

-Invece della vanità e deltedio,sentiamo qualcosa di nuovo,una freschezza ed insieme un tepore di vita.Unsoffio primaverile

                                          16

muove le parole stillate epreziose,come se le perle fine diventassero gocciole di guazza,tremanti in cimain cima.

Non le vogliamo scrollare conle mani grosse........la qualità dell'artista appare liquida......e' un D'Annunziofelice come nei giorni piu' belli della giovinezza

 

E' un poeta legato allememorie ed alle cose,ai ricordi ed ai paesaggi senza funambolismi

Sulla Tribuna' il poetastesso dice

 

-è un libro in cui faccio lastoria delle cose che non ho scritto,..un edificio documentale del mio spiritoe del mio istinto...

 

Osserviamo gli esiti dellamescolanza di elementi nella parola in questo brano

 

-Io penso al Monte degliolivi che mi appar lontano come il piu' lontano vertice dei secoli.... e miappare Alessandro dalla testa inclinata sulla spalla.......

 

 

La musica nella parola è comeun flauto

 

dice il poeta

-il mio linguaggio miappartiene come il più potente dei miei istinti.è un istinto carnale purificatoed esaltato dal fuoco bianco della mia intelligenza

 

-immensa fuga di corridoi,dianditi,di aule,di sale come una reggia piena di insidie e di minacce dove iofossi per cercare qualcosa di infinitamente prezioso che m'appartenesse ed'attimo in attimo mutasse di natura e di pregio serbando la sua novità perpetua...

quante porte,quanteporte.....

 

 

 

 

 

                                         17

Il poeta doctus ancoradeclama ma l'interiorità ha il sapore di una confessione

l'emozione trapela nellamemoria

 giustamente dice Raimondi

 

 

-la pagina si frastaglia,siassottiglia,si piega in tutte le parti

docile al pari di una teneramateria cera,ancora soffusa di un intimo ritmo lirico in cui si sorprende ilritmo di un edonismo verbale ma anche l'ansia di una vita misteriosa edenigmatica

 

e' l'avvento della parolafelice.

 

 

L'elemento metamorficocontribuisce a questo  esito

il poeta si trasforma incentauro,ha un  demone mimetico

 

-Ora m'imbestio.Si non so chedivina bestialità m'inebria-

 

il poeta evoca naturalmenteOvidio,le Metamorfosi,il perenne mutare delle forme

 

Ed anche la musica entra inquesto mondo incantato

D'Annunzio in pratica vivetutte le sperimentazioni delle avanguardie europee del tempo ed obbliga leriottose èlites italiane a misurarsi con esse

 

 

Rispetto a questaliaison  con le avanguardie europeeappare meno ampio lo spazio del futurismo che si muove per quanto riguarda il

                                             18

linguaggio nell'ambito delleparole in libertà e per quanto riguarda il rapporto della parola con lamusica,nell'ambito dell'onomatopea

Certo il dato sintattico sispezza e i poeti  intitolano le loroopere 'frammenti,trucioli'

                                      

tanta anima mi cresce nellacarne che mi pare quasi di non avere piu' carne

 

 

e viceversa il ritmo pervadela parola e le detta la mimesi del reale,le imprime un che di fisico dicorporeo.

 

Il mito del mostro nato daPasifae e dal toro,la favola antica di Teseo in Creta

….sotto la sera purpurea  d'autunno egli si trasfigurava

secondo i suoi istinti delsuo sangue e  i ricordi del suointelletto

in una di quelle formeancipiti tra bestiali e divine

 

E' il Fuoco'

 

giustamente commenta Raimondi

 

la possibilità di ritrovarenell'illusione di una favola antica,,una cadenza di gesti,di movimenti,difigurazioni che somigli ad una danza a una mimica plastica e musicale

 

La poesia d'Alcyone che sidissolve in musica è vicina

 

nell'onda volubile dei suoni

 

 

che forse il geniodell'antica Grecia

 l'onda possente ti battea sul capo

 

Gli esempi potrebberomoltiplicarsi all'infinito

 

Resta da esplorare l'ereditàpostuma di D'Annunzio  in Manganelli ma èun momento davvero successivo

 

 
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Divina è la parola...parte Terza

Post n°56 pubblicato il 19 Ottobre 2013 da librodelfuturo1

 


   Divina è la parola....

4  Il caso D'Annunzio

 

Esiste un caso D'Annunzio?

 

Mi rendo conto che l'analiside 'La pioggia nel pineto  mi meriterebbeda Luigi Russo l'appellativo di vittima che lui diede a Serra e Borgese rei diavere apprezzato sia pure in parte il poeta

Sicche' dato che D'Annunzio èstato relegato nella temperie storica del decadentismo da Binni e da Leone DeCastris, in testi ormai classici ,esiste un caso nel caso,quello di Serra eBorgese

 

Serra e Borgese sono gliunici a comprendere dal punto di vista umano D'Annunzio a detta dello stessoBenedetti 1)

 

 Serra poi si era formato fin dall'infanziasugli scritti dannunziani

Un altro critico Rastignacpseudonimo di Morello scrive positivamente di D'Annunzio  riportando il giudizio di Borgese e Serra 2)

 

1) De Benedetti.Il romanzodel 900 Garzanti-1971

2)V.Morello,D'Annunzio,Sei,1910

 

                                      11

Per Russo la malattia in cuiSerra e Borgese erano caduti

è collegata alla filosofiadel superamento ed a una rivista,La Ronda1)

 

Ma l'accusa piu' totale aD'Annunzio viene dalla critica marxistica e specie da Leone De Castris-

D'Annunzio non è collegatosolo col fascismo e con l'imperialismo ma dal punto di vista della parola egliè'

 

 guardaroba dell'oratoria e artificio irreale2)

 

Legato profondamenteall'ideologia del suo tempo non viene riconosciuto a D'Annunzio alcun meritopoetico,

bisogna giungere a EzioRaimondi per trovare un giudizio meno fazioso e piu' articolato.

D'Annunzio non è soloespressione del gusto delle masse per il superuomo,delle tendenzeimperialistiche,ne' il retore-vate dei movimenti politici del tempo ma ha avutouna formazione 'bizantina' quella che gli veniva dalla sua produzione alle'Cronache bizantine e dunque un artigiano della preziosità della lingua.3)

 

 

1)L:Russo,La criticaletteraria contemporanea,Laterza,1934

 

2)L:De Castris,Ildecadentismo italiano,De Donato,1974

 

 

3)in Storia della Letteraturaitaliana Il Novecento,Garzanti

1976

 

 

 

                                          12

Ezio Raimondi riconosce aD'Annunzio un impulso di conoscenza ma lo vede immergersi sempre piu' insensazioni la cui durata è quasi istantanea.

Tra Narciso ed Ermestecnicos, va collocato il poeta

Le allucinazioni dellavolontà e della realtà non costituiscono un continuum.

La Scarano  1) che hamolto studiato la componente alessandrina delle Cronache bizantine propone  il sospetto che D'Annunzio possa essere vistoin potenzialità sotterranee strappato alla confusione autobiografica,all'individualismo,inun settore da scoprire ancora insomma

Il peso ingombrante cheD'Annunzio costituisce per la generazione successiva  a Croce, di critici e di poeti è tale cheessi cercano col silenzio con il diniego, di scrollarselo di dosso.

L'esempio per tutti diGozzano è eloquente a sufficienza

 

Pirandello dà di D'Annunziogiudizi rapidissimi e lapidari:

E' uno scrittore tuttoletteratura anziche' vita

 

 

 

-la ragione è in una grande epiuttosto prestigiosa avventura letteraria che prese e tenne per tanto tempogli animi in un abbaglio fascinoso:quella di un uomo adatto e magnifico,natoper l'avventura cosi' nell'arte come nella vita...... sotto il lussuosopaludamento di una continua letteratura.Ho detto Gabriele D'Annunzio

Giovanni Verga  il piu' antiletterario degliscrittori,D'Annunzio è tutto letteratura 2)-

 

1) Scarano.Letetraturaitaliana.1970

 

2)in Saggi,Mondadori 1960

p 415

 

                                        13

Cosi' Pirandello ma se noiguardiamo alle forme pirandelliane per esempio alla costruzione di 'Uno,nessunocentomila'

 non ci accorgiamo che la scomposizioneletteraria certo ' umoristica' è tuttavia una forma di spazio plurimo e mobile?

E lo stesso 'Il fu MattiaPascal non è un romanzo rovesciato che comincia dove dovrebbe finire?

Questa possibilità di storiemultiple  insiste in Cosi' è se vi pare

 come se la distorsione umoristica si siainnestata in una forma letteraria ormai sperimentata di uno spazio aperto apossibili svolgimenti

 

 

 

L'arte umoristica di Pirandellonon puo'  che sfociare nel dramma.

Quella di D'Annunzio invece èlaus vitae

 

 

La collocazione dunque diD'Annunzio nel migliore dei casi è posta sull'alessandrinismo o alcontrario  sull'elemento notturno,quellodell'ultimo periodo,piu' sobrio

 

Ma resta lo strano fatto cheD'Annunzio venga considerato poeta anomalo senza seguito,senzaeredità,profondamente solitario

 

 

5

 

 La parola felice

 

Proprio dal misticismoD'Annunzio trae una grandiosa felicità:La parola libertà spaziale nel pastichedei temi che si apre ad imprevedibili esiti e a possibili stadi divieneparticolarmente felice ne 'Le faville del maglio per la commistione conelementi mistici

 

                                      l4

Il poeta è a piazzaleMichelangelo a Firenze

 

 

-Dalle aiuole sale un odoreinsano di tuberose

Il suono delle campaneoscilla su la vasta conca

 

 

l'arditezza del lessico'odore insano '

 

esprime la pienezza e lafelicità della parola

 

 

-L'anima non fu mai piu'fumida in me

 

a poco a poco le infaticabilicantatrici(le cicale) s'affiocano

 

tutte le cose albeggiavano

 

l'anima del padre serafico sidiffonde per tutta la valle

benedice tutte le soglie

 

 

il bellissimo giudizio  di Raimondi merita di essere collocato a mo'di conclusione

 

-Le visioni di questo mondostregato non durano a lungo perche' il presente si frange di continuo el'arabesco lunare della memoria declina

 

 

 segue...

 

 
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Divina è la parola ...parte 2

Post n°55 pubblicato il 19 Ottobre 2013 da librodelfuturo1

                      

 Divina è la parola...2                       

           6

 

2

 La parola sensuale e l'arte combinatoria

 

Ne 'Il compagno senzacigli',dice Renato Serra , irrompe qualcosa di nuovo ' una freschezza edinsieme un sapore di vita'

 Renato Serra sembra ,salvando le 'Faville' ,volere condannare l'altra produzionedannunziana-

 

in 'Encomio della miaarte'  D'Annunzio:

 

-quel che m'importa èsprofondare fuori da qualsivoglia artificio e ritrovare la sostanza dellaparola...l'albero vitale ,la midolla  diquel frassino eternale.....la bellezza lirica come legge interiore della terra1)

 

 

-il mio linguaggio miappartiene come il piu' potente dei miei istinti

...certi costrutti mi salgonodal  profondo alla superficie precedutida un proprio barlume -

 

Mario Praz  accusa il poeta di costruire la parolaaccattandola talora dai dizionari e specie da quelli desueti,come il dizionariodella marina e si prova anche a raccogliere gli echi di Flaubert di Huysmans edi Verlaine trasmigrati nei testi dannunziani.

D'Annunzio organizza nellapagina una compositio di elementi che cura,che mette insieme copiosamente

Il trascolorare delle formenella parola,la continua trasmutazione di sensazioni sono l'obiettivo precipuodel linguaggio

La pagina si frastaglia,siscompone e torna a comporsi così come le cose si scambiano,mutano,sicompenetrano.

 

1)opcit.p.93-94

                                               7

Spazio polimorfico ecompositivo e spazio plurale dinamico  sono in continua trasformazione.

 

-simili a quei gioielli sonoquesti fiori senza nome in questo vetro soffiato-

 

Cosi' si atteggia laconcezione della divinità della parola

  O meglio come D'Annunzio spiega a Pascoli e lo racconta lo stesso  D'Annunzio proprio nel brano che abbiamocitato, si tratta di ispessire la materia col piombo e di darle un bollore.

L'antica metafora carduccianadell'artiere che al mestiere fece i muscoli d'acciaio prevale.

Si tratta di retorica,obiettaPascoli

Con questo termine checostituisce un'accusa,viene bollato il poeta

Ma il poeta non usa l'artedella retorica PER PERSUADERE  che è ilfine ultimo della retorica classica ma per abbellire o meglio per fareesplodere la bellezza. D'Annunzio non vuole persuadere.

Egli usa il mito        come ne' La resurrezione del centauro'per esprimere la sua arte  come pastiche.

 

 

3

 La pioggia sul pineto

 

ed ecco il prodigio dellaPioggia sul pineto in cui il poeta

 come direbbe Praz sembra rifare Verlaine ed iltema monotono espresso nel ritmo onomatopeico dell'ennuie ,della noia ,deldisfacimento dell'esistenza e della storia ,dell'assoluta reificazione di tuttonella pioggia.

Ed invece questo è un innoalla vita,laus vitae appunto e la celebrazione di un mito supremo a metàvitalistico ed a metà misticheggiante.

Profusione dipiante,tamerici,ginepri,ginestre,dai nomi illustri certo ma soprattutto aulenti

                                               8

Se il 'Trionfo della morte'sembrava riprendere i Triomfi petrarcheschi,questo è un altro tipo di trionfo.

Trionfa la musica nellaparola

Anzi tutta la poesia è unasinfonia, e la ricchissima vegetazione,

 le piante sono strumenti diversi su unpianoforte gigantesco su cui mille dita suonano.

 

E il pino ha un suono

il ginepro altro ancora

 

La metamorfosi,uno dei temifondanti del mito a cui  alludevocomincia.

La metamorfosi del pineto inmusica ma anche dei due protagonisti,il poeta ed Ermione,in piante.

Con i malleoli allacciatidalle piante,con gli abiti intrisi di pioggia,or congiunti ordisciolti,divengono creature terrestri

La realtà si dissolve infavola,non nel nulla si badi,ma assume un ipersignificato,diviene mito

Il mito classico che altroveè esplicito qui è come sottinteso.

Ma il mito  stesso è come introdotto per unsignificato,altro,piu' profondo

Ma di che si tratta?

I due hanno accesso alparadiso terrestre,al mito primordiale dell'avvento dell'uomo sulla terra.

Ecco la meta delsuperuomo,l'ingresso in un mondo in cui la

coscienza individuale quellache crea come separazione,l'infelicità viene azzerata

Tutto diviene semplice,iltempo diviene eterno,l'attimo si prolunga

Neppure il verso della ranainterrompe la magia

 

La rana è nel limo,lontana

Le mete spariscono

 

Chi sa dove chi sa dove

                                                         9

il primitivismo di D'Annunziodi cui tanto si è parlato si risolve in primigenio,originario

La differenza cin Pascolidell'umida sera sta qui

Il simbolismo pascolianoprelude malinconicamente al declino,in D'Annunzio c'è il trionfo dellavita,l'oltre della vita comune.

Il superuomo non è primitivone' barbaro è primigenio.

E la sua esistenza daabitante del paradiso terrestre è stupenda,non solo perchè' vive la vita dellepiante del giardino e non ha coscienza ne' di colpa ne' di solitudine,non soloperche' riesce nella parola a fondere suoni,sensazioni,colori,odori ma ancheperche' è senza meta senza tempo,

E' il signore della parola edel tempo e dello spazio perche' ne ha compreso l'essenza.

E' il signore delle forme

Non ha bisogno della retoricaperche' non esiste in questo universo la persuasione,  perche' ha compreso il divenire ma è ormai aldi là di esso,ha accesso all'eternità.

E così dopo il 'Trionfo dellamorte e del tempo',qui si celebra il trionfo dell'eternità ma con i caratteritrasfigurati della terra.

Il sentimento della colpa el'altro della precarietà dell'esistenza sono totalmente annullati.

Il balzo nella dimensioneatemporale ha delle porte,come si dice in psicanalisi.

La prima è la pioggia ma poic'è la sequela di sillabe con le sibilanti,le parole piane,le palatali.

 

Taci,ascolta

  tamerici,salmastre,arse

su le soglie del bosco

non odo parole che dici umane

ma odo parole piu' nuove

 

 L'unità è il dato della poesia unità di naturae soggetto con una sola distinzione del soggetto come  interprete di questa unità

 

                                           10

 anche ne 'L'onda la poesia entra in gara conla musica per esprimere mimeticamente nel ritmo, il movimento dell'onda

 

 Aretusa rapace

che rapisce le frutta

ond'ha colmo suo grembo

 

 gioco di assonanze e  richiami ' rapace-rapisce

creano nella parola unmovimento di danza

Un turgore  fisico ',sostiene Raimondi

 

 

 

 
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Divina è la parola...

Post n°54 pubblicato il 19 Ottobre 2013 da librodelfuturo1



DIVINA E' LA PAROLA...

 

 

1 Lo spazio multiplo

 

In genere si collocaD'Annunzio,il poeta-vate,il poeta immaginifico,lungo la linea di poeti e scrittori barocchi.

Dove per barocco si intendeil gusto espressionista della parola,  lasua teatralizzazione insieme ad un vuoto di senso.

Tuttavia la sua tensione  verso la parola 'divina', va ben oltre lasemplice ricerca di enfasi o di una parola fisica allusiva ai cinque sensi,come succedeva per il Marino o per l'Artale.

E' una vera e propria ricercadi stile individuo e in certo senso innovativo,personale,una ricercaassolutamente rivoluzionaria.

Le 'Faville del maglio sono aben ragione considerate  come espressione'sfavillante',come ebbe a dire lo stesso D'Annunzio  su 'Il corriere della sera' dove le andavacomponendo tra la fine dell'800 fino al 1920 ed oltre.

Si tratta di una funzioneulteriore rispetto alla  caratteristicaespressionista,all'indice appunto esteriore,teatralizzante,

sperimentato dal poeta.

Abbiamo pronunciato laparola' sperimentato'.

Di fatto D'Annunzio inauguranel Novecento la ricerca sperimentale della parola   che è ricerca esplicita e non solosubliminare di innovazione ed efficacia insieme,una ricercamusicale,fisicamente quasi sensuale.

Egli inaugura la lineanovecentesca degli scrittori come Gadda e più' tardi Manganelli che nonintendono soltanto sciacquare i panni in Arno ed attenersi alla grammatica,bensi' intendono penetrare nella realtà attraverso la parola ed è il caso diGadda.

E provare ad inserire illessico elementi umoristici,altri rispetto al senso ed è il caso di Manganelli.

In questa direzione oltre altesto già citato 'Le faville del maglio,'Il trionfo della morte',il terzo edultimo Romanzo della rosa,

presentauna singolare commistione con un saggio.inserito nel testo, nietzscheano,'Cosi'parlo' Zaratustra' e dunque un'ulteriore forma di sperimentazione.

                                             2

A queste due operededicheremo particolare attenzione nel tentativo di superare lo schemabiografico che vede al di là di tutto prevalere nella critica,l'influenza dellavita nell'opera e quindi l'immagine del poeta-soldato,del poeta artefice dellabeffa di Buccari o dell'impresa di Fiume confondersi con l'altradell'artefice-artista-

La vita inimitabile diD'Annunzio si riflette indubbiamente nei personaggi dei romanzi che sono il'doppio' dell'autore,in Andrea Sperelli come in Stelio Effrena , in GiorgioAurispa per tornare a Il trionfo della morte.'

Ma il linguaggio trova inalcuni sprazzi davvero la piena apoteosi di una ricerca inesausta.

Coletti 1) vede nellasperimentazione dannunziana soprattutto

prevalere  il linguaggio parlato cosi' come in alcuniromanzi pirandelliani,ma la vicinanza a Pirandello si coglie proprio neiromanzi ne 'Il fu Mattia Pascal ad esempio nell'inserimento di interi brani acarattere saggistico.

Cosi'ne Il trionfo della morte la riflessione su Nietzsche e Zaratustra occupagrande spazio

 

 

1)V.Coletti,   Il romanzo. La standardizzazione del linguaggio,il caso italiano

Einaudi,2001.p.307

'il narratore dimostra comepossa stare in piedi perfino un romanzo tutto sopra la norma,oltre la linguamedia,scritto in un italiano patinato dalla letteratura'

 

entriamo nella narrativa delxx secolo avendo cosi' accertato che il bisogno di medietà e di norma è poisoprattutto un'esigenza,di uniformità,di riduzione di spinte divergenti

 

 

                                           3

Di Zaratustra il poeta parlanella Prefazione de 'Il trionfo della morte fin da quando il romanzo sichiamava 'L'invincibile

Ma nel cuore dell'ultimaparte l'inno esplode incontenibile.

 

-Il verbo di Zaratustra,ilMaestro che insegnava il superuomo goethiano, gli pareva il più virile ed ilpiù nobile che fosse stato proferito da un poeta.-

 

 -aveva teso l'orecchio con una strana ansietà aquella voce che affermava la vita e che considerava il dolore come ladisciplina dei forti 1)

 

C'è mescolanza di invenzionee riflessione.

Ma in che modo il poetaintende preparare la via al grande Zaratustra?

Non solo accedendo ad unlivello aurorale di coscienza in cui l'ombra' in senso iunghiano,l'inconscio halibero sfogo,senza barriere, ma anche rompendo l'unità stilistica e dellastruttura e proponendo varie storie possibili all'interno del romanzo.

Asor Rosa coglie bene questadimensione  quando pur collocandoD'Annunzio all'interno del naturalismo, avverte la fine dell'unitàstilistica.lo spezzettamento tematico,il frammentismo degli elementi 2)

 

…...................................................................................................

1)  Mondadori,1975.p 322

2)  Il romanzo op,cit:Einaudi

G Ferrata nell'introduzione a'Il compagno dagli occhi senza cigli

Mondadori 1975..

dice

-     Il timbro,laqualità del linguaggio sono completamente nuovi

 

                                             

                                              4

Ma proprio ne ' Il trionfodella morte,accanto all'inno a Zaratustra

 ci sono elementi contraddittori comel'esaltazione della morte e il ricorso a quello che Mario Praz definiva,sulleorme dello stesso D'Annunzio, l'uso sensuale della parola 1)

Il paradosso dell'esaltazionedella morte insieme all'inno alla vita potrebbe essere un primo dato dellaricerca di uno stile innovativo, dell'oltre,ossia la ricerca non tanto dello stupore  che è il fine precipuo dell'arte barocca,quanto di esiti possibili narrativi e stilistici per cosi' direaccumulati,collocati insieme,sovrapposti.

 

-Era pallida ma di quellasingolare pallidezza che Giorgio non aveva trovato in nessun'altra donna maid'una pallidezza profonda cupa,quasi mortale

 

-Io penso che morta ellaraggiungerà la suprema espressione della sua bellezza 2)-

 

ma altrove prevale l'amoresensuale della parola

 

-egli senti' il profumo dilei stridulo eppur molle,il profumo cutaneo che nell'ora del gaudio divenivainebriante come quello dei tuberosi 3)-

 

qui il registro lessicale siapre alla metafora e  introduce l'indicedelle piante specie illustri,cosi' caro al poeta.

 

 

1)M:Praz,La morte,la carne ildiavolo nella letteratura romantica Sansoni 1968

D'Annunzio nelle 'Faville' nelbrano dal titolo 'Encomio della mia arte' dice che 'al poeta laureato d'Arezzo...mancava l'amore sensuale della parola,questa quasi ferina sensualità'op.cit.p.94

2)op.cit,p.204

3)op,cit,p 212

                                               5   

Questa struttura subliminaredi possibili linee sovrapposte,  siinserisce nel racconto principale ed è presente anche ne 'Il fuoco'

Li' nel momento in cuil'amore sembra trionfare,l'amore per la Duse,la sua realtà di attrice insinua l'idea di unmoltiplicarsi dell'amore in infiniti amori almeno quante sono le donne da leirappresentate nell'arte,sul palcoscenico.

Un sacrilegio,dice il poetama che già prelude alla creazione di un linguaggio multiplo.

La molteplicità dellinguaggio sempre ne 'Il trionfo della morte' si ritrova in un altro passo doveviene inserito l'elemento mistico

 

-La fede consacrava tutte leforme vegetali intorno.......

il lino era benedetto perche'con le sue onde aveva abbagliato i farisei:Benedetto era anche l'ulivo... ebenedetto era il ginepro....benedetto l'agrifoglio... e benedetto l'alloro 1)

 

Il gusto elencatorio dellepiante,l'immersione vegetale è presente

Il poeta aveva iniziato colcitare il profumo delle ginestre

'fresche di rugiada'

Ma prevale il senso mistico

Nel brano 'Scrivi che quivi èperfetta letizia',mimando Dante egli dice:

 

-Non diro' Ascesi ma orientesicchè le pupille e l'anima si ricordino.Era la vista ed era la visione.-

 

Un senso del misticismo checostituisce uno dei registri in aggiunta agli altri,che si cumulano agli altri.

Si ha qui la sensazione ched'altro canto si ricava anche da quello che i critici reputano il migliorD'Annunzio ,quello ' notturno', la sensazione, dicevo che egli stia davveroorganizzando 'un edificio documentale dello spirito'

 

1')op cit p.250

                                              6

 

 SEGUE.....


 
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Grillo e la sua Fondazione

Post n°53 pubblicato il 12 Ottobre 2013 da librodelfuturo1

asomv

 

Noi ed Asimov

 

Dicono che Grillo leggaattentamente Asimov.

Io credo non tantoattentamente per un motivo semplicissimo non ha ben riflettuto su unaccadimento della Fondazione:

Non ha bene inteso,almenodirebbe il poeta quella pagina,quella scrittura

Di che si tratta?

Ecco  La prima fondazione ha immaginato laseconda,ha previsto la crisi ed ha individuato gli elementi di sostituzione edalternativi

Ha percio' collocato ilnucleo della seconda fondazione lontanissimo dalla prima là dove nessuno possane' individuarla e tanto meno immaginarla.

Questa scienza cosi'sofisticata ha anche un nome psicostoria.

Nella psicostoria pero'centrale è il pensiero,la pianificazione degli eventi e l'istruzione,tuttielementi che non appaiono nelle proposte in atto.

Il vuoto del pensiero è ungap incolmabile.

Quando i Farisei allapredicazione dell'uomo di Nazareth e di Betlemme.si domandavano

Donde viene costui? Non è ilfiglio del falegname? E puo' venire qualcosa di buono da Betlemme?

 

mostravano lo stuporedifronte ad un poensiero che rovesciava i canoni tradizionali ed ad un metodoche si fondava sulla formazione.

I discepoli potevano essereumili pescatori ma venivano forgiati al fuoco delle Beatitudini,la pagina piu'alta ed a dirlo è nientemeno che Nietzsche,della letteratura sociale evisionaria di tutti i tempi.

Beati i poveri,beati gliafflitti,beati i perseguitati.

I farisei ed erano tronfi delloro sapere,dei loro beni volevano combattere l'immenso potere romano e non sirendevano conto della sproporzione e non si rendevano conto che solo in un modo

poteva essere battuto come lofu,corrodendo le certezze,il fondamento stesso dell'impero,il suo pensiero esolo cosi' esso era

il gigante dai piedid'argilla che un piccolo sasso puo' abbattere

 

Senza pensiero non c'èmutamento e tanto meno rivoluzione

A ben considerare il pensieromanca da parecchio ed a sostituirlo non basta la storia.

La rivoluzione sia franceseche americana è stata preparata dalle scuole,dai philosophes la prima e da unalunga frequentazione dei classici greci soprattutto,come dice Anna Arendt laseconda.

La religione della libertàche non è arbitrio nasce da li'

nonostante che fosse donna enonostant  cio' che aveva sancitoBenedetto croce,che la filosofia non si confaceva a domme.Anna Arendt è unagrande filosofa:Il suo pensiero ci riguarda.

Riguarda il territorio.L'ideadella paideia come politeia della politica come educazione è antichissimaappartiene al mondo greco e ci appartiene tanto è vero che La città del sole diCampanella è costruita su questo fondamento.I giovani vengono portati lungo lemura istoriate ad apprendere exempla di virtu'

 

Noi abbiamo dunque la chiavedella nuova fondazione e non ce ne siamo ancora accorti

 

 

  

 

 

 

 

 
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Reggio Calabria città candidata a " Città della cultura Europea..."

Post n°52 pubblicato il 06 Settembre 2013 da librodelfuturo1




 A proposito di una candidatura

Voglio segnalare un paradossoche mi sembra particolarmente fecondo

Reggio Calabria la cui famasi era diffusa in questi ultimi tempi certo non per grandi virtù',vienecandidata a capitale europea della cultura nel '19

Impresa oltre che paradossalespericolata se non impossibile,ardimentosa comunque.

Tanto più' che ha comeconcorrenti Venezia al Nord e Palermo al Sud.

Ma a parte il propositodichiarata di gettare una sfida per cosi' dire all'interno,per operare per ilriscatto,per la risalita, per l'inversione di rotta.In realtà a percorrere ilprogetto si colgono alcuni elementi che stravaganze non sono.

C'è innanzitutto lasomiglianza con Marsiglia,territorio pur essa difficile e che aveva unretroterra particolarmente fecondo,nientemeno che la Provenza.

Anche Reggio alla manieradelle città greche ha intorno a se' la cora,il territorio di cui è ilcentro

Cosi' Marsiglia. Capitaledella cultura nel 2013

Ma il territorio di Reggio hasedi veramente notabili

Locri culla del diritto conCaronda e Zaleuco,Palmi culla della musica con Cilea,melicuccà patria dellapoesia con il grande poeta Calogero,e poi i monasteri bizantini costruiti nellegrotte a S Giovanni di Teresti',a Stilo con la Cattolica.

Ne Il giorno della CalabriaRepaci elenca tutti questi doni

Ma Reggio è soprattutto unacittà plurale.Non è solo la città dei Bronzi che tutti invidiano e chevorrebbero peregrini nel mondo con la scusa che sono sottoutilizzati

E' la città del kouros dairiccioli rossi che forse era sulla tomba di Ibico.
Città greca per eccellenza dove basta scavare neppure in profondità per trovarei resti delle antiche civiltà

Recentemente lungo l'arginedel calopinace si è rinvenuta una necropoli di età ellenistica,con un guerrieroriportato in superficie sepolto con tutte le sue armi:La necropoli che dovevaavere notevole estensione nell'asse verso nord dell'argine fu ricopertaprecipitosamente.Vi si stava costruendo sopra un edificio a piu' piani che nonpoteva essere disturbato

Ma città è anche normanna ebarocca.

Il suo patrono,S.Giorgio cheuccide il drago e salva la principessa la imparenta con altre città prima fratutte Venezia non solo per l'isola di S:Giorgio ma anche per le storie delCarpaccio

Nel titolo di plurale,èstaro anche incluso un altro degli attributi,città dell'utopia,naturalmentealludendo alla Città del sole,misterioso simbolo e misteriosa opera.

Ma essa è plurale perché' nelprogetto si presenta come fautrice degli immigrati che ormai la abitano quasiin massa,promotrice dell'integrazione e come porta del Mediterraneo che è loslogan del progetto fautrice dell'incontro tra le tre religioni monboteiste.

Non è un caso ma unapremonizione quasi che nel piccolo castello di Roseto Capospulico sulloIonio,il mare greco,castello fredericiano,sul pavimento ci sono gli stemmidelle tre religioni monoteiste intrecciati.

La sua vocazione e' dunque diessere plurale perché' porta della pace e nel logo è iscritta come una portache è anche una farfalla e ricorda il profumo delle magnolie che abitano la città' e vivificano lo stretto.

Lettura in progress mafeconda di auspici.

 

Carmelina Sicari

 
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Incontri di stelle...

Post n°51 pubblicato il 12 Agosto 2013 da librodelfuturo1

stelle cadenti 

 

 Incontri di stelle

 

 

 

 

E' questa la sera delle stelle

direttrici del destino umano,

lungo le ignote vie senza confini

d'un alfabeto di sogni.

Com'è grande la distanza dal cielo

confinato nell'ultimo astro!

Appena percettibile

una voce sussurra un saluto

che forse è un addio.

La tua presenza dentro di me

riempie i vuoti della vita

quasi fossi al mio fianco.

Le tue risposte si scrivono

nell'arco pendulo del cielo ,

rarefatte dal respiro dell'aria

sul senso delle cose

che fanno il domani .

E' come se tu cadessi

dal piedistallo lassù ,

dentro di me, luce abbagliante!

 

 

                                          @GaeSicari Ruffo 

 
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