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Una forma di follia: i superstiziosi

Post n°4 pubblicato il 06 Novembre 2006 da supergiuggiola
 

immagineNel 1509 Erasmo Da Rotterdam scrisse L'Elogio della follia, celebre opera satirica nei confronti della società del suo tempo.
E' l'elogio che la Follia personificata tesse di se stessa, analizzando tutte le forme in cui essa domina nella vita di tutti i giorni,
una vita che non è altro che il gioco della Follia.
Riporto qui un breve capitolo, riguardo ai superstiziosi.

Altre forme di follia: i superstiziosi

E' invece senza dubbio del mio stampo quel genere di persone che si compiacciono di ascoltare o di raccontare miracoli e falsi prodigi. E non si saziano mai di storie di quel genere, mentre non fanno altro che ripetere fatti portentosi di spettri, di fantasmi, di zombi, di spiriti infernali e altre mille cose prodigiose simili a queste; e quanto più sono lontane dal vero, tanto più ci credono volentieri e le loro orecchie sono sempre più piacevolmente solleticate. Tutte queste storie, in verità, non sono solo utili meravigliosamente a ingannare il tempo nelle ore di noia, ma servono anche a far quattrini, specialmente ai sacerdoti e ai predicatori.
Sono affini a questi coloro i quali si sono erroneamente ma piacevolmente convinti che se avranno visto una statua di legno o un bel quadro di san Cristoforo, ovvero Polifemo quel giorno non dovranno morire; o che se avranno salutato la statua di santa Barbara con le invocazioni dovute ritorneranno sani e salvi dalla battaglia; o che se onoreranno sant'Erasmo in determinati giorni con certe piccole candele o certe preghierine, diventeranno presto ricchi. Hanno poi trovato in san Giorgio un nuovo Ercole, e hanno anche un secondo Ippolito. Inoltre adornano devotamente il loro cavallo con borchie e falere, e quasi quasi lo adorano, mentre cercano di accattivarsi la sua benevolenza con offerte di ogni sorta: credono perfino che sia una cosa degna di un re giurare per il suo elmo di bronzo.
E che dire poi di quei tali che nella dolce illusione di fantastiche indulgenze concesse per i loro peccati misurano il tempo del Purgatorio come una clessidra, e contano con precisione come in un sicuro calcolo matematico e senza timore di sbagliare i secoli, gli anni, i mesi, i giorni, le ore? E di quegli altri che confidando in certi segni magici e in certe giaculatorie inventate per divertimento o per lucro da qualche pio impostore, si immaginano di ottenere ogni bene, ricchezze, onori, piaceri, abbondanza, buona salute, vita lunga, vecchiaia felice e alla fine un posto proprio accanto a Cristo in Paradiso? quest'ultima cosa però vorrebbero raggiungerla più tardi possibile, quando li abbandoneranno per forza i piaceri di questa vita, trattenuti fino alla fine coi denti; soltanto allora ben vengano le delizie celesti! Prendiamo per esempio un negoziante o un soldato o un giudice: quando ha dato in elemosina una monetina presa dal mucchio di tutto quello che è la sua vita, e che tanti spergiuri, tante impudicizie, tante infamie, tanti tradimenti si possano riscattare come in un patto, e si riscattino così bene che poi si ha il diritto di ricominciare a commettere nuove scelleratezze. E chi è più folle, o anzi più felice, di coloro che, recitando ogni giorno sette versetti del salterio, si ripromettono una felicità infinita? Credono perfino che questi versetti magici li abbia indicati a san Bernardo un demonio, senza dubbio burlone, ma più scemo che furbo, perchè il santo lo intrappolò nella sua stessa furberia, poveretto!
Tutte queste sono tali follie che quasi me ne vergogno io stessa, e tuttavia non solo ci crede il popolo, ma anche i professori di teologia.
E non è forse per una simile pazzia che ogni regione pretende di avre un suo santo particolare e che a ciascuno di questi santi sono attribuiti poteri diversi, e che ciascuno è venerato con diversi riti? Uno protegge contro il mal di denti, un altro è patrono delle partorienti, un altro ancora fa ritrovare gli oggetti rubati; questo fa rifulgere la sua benevolenza ai naufraghi, quello protegge il gregge, e così via: sarebbe troppo lungo descrivere tutto. Ce ne sono poi alcuno che stendono il loro potere in campi diversi, particolarmente la Vergine Madre di Dio, alla quale il popolo attribuisce un potere quasi superiore a quello di suo Figlio.

(Erasmo Da Rotterdam, Elogio della follia, cap XL)

Stupisce notare che la stessa Follia si vergogni di se stessa, quando guarda ai superstiziosi e alle loro insulse credenze...immagine

Giulyana

 
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