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Il complottismo 1

Post n°280 pubblicato il 11 Luglio 2012 da loritatinelli
 

<< Il complottismo non è una teoria, è una fede a cui piegare ogni prova o indizio. >>


<< I complottisti nascondono la verità. >>


Inventare e far diffondere un complotto è molto semplice, dato che molte persone sono disposte a credere anche in cose molto gravi senza fare alcuna verifica: di conseguenza, basta fornire informazioni false o manipolate per creare un complotto di successo, sopratutto se si usano meccanismi psicologici oramai collaudati.

Ad esempio, come l'ABC della bufala ci insegna, se si vuole creare un complotto di successo bisogna far leva sui sentimenti, sui pregiudizi, sugli odi, le paure. Oppure, si afferma l'esistenza di una data "verità nascosta" (un fatto) e si svincola sull'esistenza di gruppi di potere (i cattivi) che non vogliono che tu sappia che esistono queste cose (cospirazione) ma a questo punto tu ,anche se sei piccolo, sai la verità! In questo modo passa qualsiasi cosa, ed il fatto non viene più verificato correttamente, la maggioranza delle persone non chiederà neanche le prove, figuriamoci controllarle. La cosa interessante è che funziona con qualunque affermazione!

Spesso in un complotto non è necessario neanche creare prove false o manipolate, cioè non occorre più far finta di provare ciò che si afferma: basta l'esistenza del complotto, che vale anche come jolly. Non ci sono prove dell'affermazione? Le ha nascoste il complotto. Ci sono delle prove che smentiscono l'affermazione? Le ha create il complotto. E così via: il complotto si auto-dimostra e dimostra qualunque affermazione.

Il problema è che queste bufale non sono innocue e, al di là degli aspetti secondari, il complottismo trascina le persone in un mondo distante dalla realtà, con degli effetti  preoccupanti sulla salute mentale di chi davvero crede nelle falsità del complotto. Ma andiamo per ordine.


Ci sono persone che per denaro, per fama, per stupidità, per paranoia e per creare disinformazione, diffondono e creano complotti di ogni tipo, che vengono molto seguiti.
Il complottismo (o cospirazionismo) è uno schema mentale applicabile a qualunque evento, che può però avere risvolti patologici, ed è seguito da molte persone che vogliono trovare un complotto o un mistero dietro ad ogni cosa.

Di fatto è possibile inventare un complotto su qualsiasi cosa, ed è una operazione ancora più agevole se si falsificano le informazioni proposte, senza contare che quanto più ridicolo sarà il complotto, ad esempio perché inventa le informazioni facenti parti del complotto, tanto meno ci saranno persone disposte ad intervenire per smentire quello che ritengono deliri di pazzi o di ciarlatani, poiché considerano tempo perso fare simile cose.

Una delle caratteristiche comuni a tutti i complotti è che chi si pone come capo/divulgatore di un complotto è sempre in malafede, cioè mente sapendo di mentire, e questo è stato dimostrato per tutti i capi sostenitori di tutti i complotti. Invece, non è lo stesso per i seguaci di questi personaggi, che nella quasi totalità dei casi sono "a loro modo" in buona fede, seguendo un preoccupante schema psicologico che li fa cadere in una gabbia da dove è difficile uscire.

Molti sono i blocchi mentali che causa il complottismo, si va dall'impossibilità di ammettere che il proprio pensiero sia sbagliato all'impossibilità di ammettere di non essere più intelligenti e furbi degli altri. A molti complottisti se viene tolta la convinzione della loro paranoia non gli resta nulla: "la mia vita va male per colpa di altri" è una scusa perfetta per non dover ammettere le responsabilità, non possono mettersi in discussione rischiando di aver torto, devono aver ragione e accettano solo chi non li mette in dubbio.


Uno degli aspetti più inquietanti del complottismo è che di solito fa cadere le persone nella paranoia patologica più pura.
Ad esempio, definito l'assurdo assunto che a far crollare il world trade center sia stato un gruppo di americani o sionisti, il resto delle macchinazioni viene da se, in un crescendo parossistico che si nutre di se stesso. Se la guerra del terrorismo è inventata, allora tutto il resto è un invenzione… Ciò che accade, allora, è che la posizione viziata da un errore di prospettiva comincia a divergere sempre di più dalla realtà, rileggendo la realtà stessa secondo una lente interpretativa prestabilita.
In sostanza, il complottismo finisce sempre per sfociare in deliri di complottisti, e quando uno ha un delirio, anche tutto il resto della realtà piano piano viene re-interpretato per sostenere il delirio.
La cura migliore per questi personaggi è un bagno di realtà. Fino ad allora, qualsiasi appello alla ragione sarà respinto; perché non è con la ragione che sono arrivati alle loro conclusione, e quindi non sarà la ragione a riportarli alla realtà.
È di fatto impossibile convincere i complottisti con argomenti razionali, confutando una ad una le loro argomentazioni: in primo luogo perché si tratta di un compito improbo, che richiede enormi competenze a tempo pieno; in secondo luogo perché i complottisti riescono sempre a reinterpretare ogni fatto in modo da renderlo compatibile con il loro schema delirante. Fermo restando che gli studiosi ed i ricercatori seri generalmente si rifiutano di scrivere qualcosa per screditare le teorie complottistiche perché vengono considerate troppo stupide per perderci dietro del tempo.


I complottisti respingono ogni dimostrazione della falsità delle credenze complottiste: ciò viene considerato da loro come parte di una ulteriore cospirazione volta a nascondere "la verità". Siamo di fronte ai classici meccanismi di difesa della visione paranoica: quando emerge un fatto che mette a repentaglio l'integrità della visione, invece di porsi il dubbio di essersi sbagliati si inventa un'ulteriore cospirazione che isoli e neutralizzi il fatto pericoloso. E in questo modo la cospirazione, e il numero degli organizzatori e persecutori, aumenta sempre più, a dismisura.


I complottisti osservano e scovano (a loro parere) contraddizioni ovunque nella tesi "avversaria", ma non si accorgono delle contraddizioni e delle assurdità delle proprie tesi: questi sono sintomi tipici della paranoia delirante.
Spesso il complottismo si basa sul tararsi su un bersaglio, che si considera come il male a prescindere. Ci si indirizza verso dei bersagli da abbattere a tutti i costi. È questo che rende i complottisti attraenti, soprattutto alla massa (ma non solo), che è sempre alla ricerca di un colpevole o di una causa ultima definitiva dei guai del mondo, eliminati i quali tutto si risolve. E se non si risolve, allora vuol dire che "qualcuno di quelli" deve essere ancora in giro da qualche parte e l'eliminazione non è riuscita bene.
Tra l'altro, da un punto di vista razionale, questi grandiosi complotti dovrebbero essere tanto più facilmente scopribili, quanto più numerose sono le persone coinvolte. Alla lunga, qualcosa dovrebbe saltar fuori. È impossibile che non lascino tracce per decenni o secoli. Invece, ci si fa caso, di nessuno dei tanti vasti complotti della storia in cui credono i cospirazionisti (quello massonico, quello mondialista, quello delle multinazionali, quello dell'Opus Dei, quello giudaico, ecc.) è mai saltato fuori uno straccio di prova: una confessione circostanziata, un documento scritto o qualcosa del genere. Tutto ciò è incompatibile con le secolari esperienze accumulate nel campo dell'investigazione poliziesca e giudiziaria....


Il complottismo assolve ad un bisogno umano importante. Quando la realtà contraddice platealmente le proprie convinzioni più radicate (ad esempio, che gli imperialisti americani e i sionisti ebrei siano la causa di tutti i problemi del mondo), allora non rimane che costruirsi una propria realtà parallela in cui tutti i fatti "veri" sono segreti e nascosti ai più.
In America la Società psichiatrica americana è ad un passo dall'includere nel novero delle patologie psichiatriche, come paranoia, l'idea complottista-cospirativa della storia e della politica, quella che insomma dubita delle verità ufficiali (tipo quelle fornite dal governo sull'11 settembre) e vede il mondo governato da una élite che sta dietro le quinte.
Non a caso il mondo dei complottisti è per lo più composto da gente che va in cerca di occulti manovratori e complotti, come malata e bisognosa di psicofarmaci.
Ed ovviamente ci sono anche tantissimi furbi. Il complottismo paga, perché ad esempio permette di guadagnare su libri, gadget, banner e DVD, e appaga, perché crea seguaci; si diventa guru. E diventa chiaro perché questo tipo di bufale persistono: sono un business.
Ma perché ci sono anche persone che spacciano fatti falsi per reali senza guadagnarci un euro? Perché il prestigio (e il potere) che si ottiene convincendo gli altri di certe bugie mirate è forse ancora maggiore di quello che si può avere col denaro.
Le persone che non sono paranoiche non hanno dubbio che il complottismo di fatto sta spostando l'attenzione lontano dai veri problemi e dai veri complotti: una cosa che è più dannosa di quanto si possa pensare.

Tuttavia, quella dei complottisti è la tipica strategia di invenzione notizie per mantenere un clima di paura e terrore, di influenza mentale su persone più deboli anche solo per gratificare la sua malsana necessità di apparire, di non sentirsi un signor nessuno.


È molto significativo sottolineare che i complotti riguardano degli argomenti così importanti che se fossero veri ne parlerebbero tutte le televisioni e tutti i giornali, nonché tutti gli specialisti in grado di riconoscere gli elementi del complotto. Se non ne parlano vuol dire che il complotto non esiste, è molto semplice!

Secondo i complottisti, ci sono due giustificazioni molto stupide al fatto che non ne parlano.

La prima giustificazione dice che I giornalisti e gli esperti sono così stupidi o ignoranti che non sono in grado di capire l'esistenza del complotto. In realtà, i giornalisti e gli esperti sono decine di migliaia, cercano continuamente nuove notizie da dare ma verificano l'attendibilità delle cose prima di parlarne, e chiaramente se una cosa è falsa non possono pubblicarla perché questo distruggerebbe la loro carriera e la loro attendibilità di giornalisti o esperti.

Inoltre, gli esperti hanno una grande preparazione in materia, infinitamente maggiore di quella dei complottisti, e sanno a buon ragione che certe cose non esistono e quindi giustamente non ne parlano. E poi i complotti puntano sempre su cose sensazionali, che se fossero state vere sarebbero per forza maggiore esse state rilevate dagli esperti e dai giornalisti di tutto il mondo.

Pensare che i giornalisti e gli esperti di tutto il mondo siano stupidi e incompetenti è da pazzi.


Un'altra giustificazione dei complottisti sul fatto che non ne parlano è che i giornalisti e gli esperti di tutto il mondo non possono parlare di certe cose perché i potenti interessati nel complotto impediscono loro di farlo. Questa è forse ancora più stupida delle precedente, perché tutti sanno che in una società globalizzata come la nostra chiunque può diffondere le prove di qualsiasi complotto senza che nessuno lo possa impedire, ad esempio tramite internet. È ovvio che se si tratta di prove false i giornalisti e gli esperti non daranno peso a queste cose!

Ma non solo: la realtà dimostra che i giornalisti e gli esperti sono liberi di dire quello che vogliono, ed infatti sono frequenti attacchi diretti, accuse anche pesantissime verso le persone più potenti della nazione o del pianeta. E spesso si tratta persino di attacchi ingiustificati frutto di opinioni personali o di cose basate su indizi Per non parlare di pericoli quasi inesistenti che vengono ingigantiti al massimo! Veramente più di così non si può!

Quindi, figuriamoci se non si getterebbero a capofitto su un complotto se ci fosse un qualcosa di minimamente reale sotto, e figuriamoci se non se ne potrebbe parlare liberamente, visto tutto quello che si pubblica. Ovviamente le cospirazioni false sono talmente prive di qualsiasi prova veritiera da non meritare l'attenzione dei giornalisti e degli esperti, tantomeno dei media, che invece sarebbero felicissimi di sfruttare cose del genere per attirare lettori, guadagni e popolarità.

Conosco personalmente l'ambiente giornalistico, puoi pubblicare qualsiasi cosa, nessuno te lo impedisce, poi però paghi le conseguenze se hai scritto cose false, e sono conseguenze molto pesanti da pagare.

Differentemente dai misteri o dalla religione, un complotto implica un rischio o un danno verso numerose persone, e quindi giornalisti, media o esperti hanno un fortissimo interesse ad occuparsi seriamente del complotto. Non si tratta di curiosità o di cose di scarso interesse per la gente, ma di minacce. Non si tratta di cose che riguardano UFO o teorie scientifiche o la religione ma eventi drammatici di cronaca, il sistema militare ed economico, la politica e la sicurezza dei cittadini.

In sostanza, la realtà dimostra che le decine di migliaia di giornalisti ed esperti esistenti non parlano delle sensazionali affermazioni complottistiche semplicemente perché non c'è nulla di vero in questi complotti.

Oggi viviamo in un mondo dove chiunque può dimostrare qualsiasi complotto al mondo intero, basta che porti prove veritiere e verificabili: non storie inventate, patetici falsi o interpretazioni distorte dei fatti.


Ma ai complottisti non interessano né le prove veritiere e né i pareri dei veri esperti in materia.

Emerge insomma la pretesa di cogliere la verità per intuizione, senza dover essere preparati sulla materia. Anzi, essere preparati è pericoloso: è sintomo di lavaggio del cervello e di collusione con il nemico. Un modo di pensare comune a tante credenze parapsicologiche, nelle quali chi ha studiato fa parte della "scienza ufficiale", è legato mani e piedi dal "sistema" e quindi è inaffidabile. Solo i dilettanti hanno la purezza necessaria per cogliere "la Verità".
I complottisti non si fidano degli esperti e ritengono di essere loro sufficientemente esperti per fare le analisi. Sono autorità di se stessi.

Di nuovo, insomma, un concetto centrale dei cospirazionismi: non servono gli esperti, basta la saggezza del popolo, che è suprema. È questo uno dei pilastri principali delle bufale più assurde che circolano da anni.

E non solo, i sostenitori dei complotti, non raccolgono mai vere prove, è questo il problema di fondo del cospirazionismo: tante parole, tante congetture, ma fatti zero. Loro sparano la loro teoria e poi si aspettano che siano gli altri a sbattersi per sbugiardarla.
Per i sostenitori dei complotti non servono per forza le prove, basta l'intuito. L'intuito è quella bella cosa che per secoli ha fatto dire che la Terra era piatta e che la volta celeste era una struttura solida (donde il nome).
Di conseguenza, tutti coloro che studiano approfonditamente una materia invece di affidarsi sublimemente all'intuito sono considerati da loro come cialtroni o partecipanti al complotto cattivone per nascondere la verità.


E secondo i complottisti, la libertà di espressione funziona nel modo seguente, come ci ricordano gli specialisti in materia di perle complottistiche.
Loro sono liberi di insultare, diffamare e calunniare chiunque. Scrivono, parlano, realizzano film per sostenere che gli astronauti sono bugiardi truffatori, che le forze di polizia mettono le bombe per inventarsi la minaccia terroristica, che i piloti civili avvelenano la nostra atmosfera irrorandola di scie chimiche, che i magistrati sono complici del grande complotto e quindi coprono ogni misfatto, e così via.
Se però provate a criticare un complottista o a ridere delle sue buffonate, tosto si inalberano e vi contestano che non potete farlo e minacciano di querelarvi o denunciarvi. La libertà di espressione per voi non vale.
Insomma, il complottista - sicuro di compiere una missione profetica che gli assicurerà un posto nella storia dell'umanità - ha il diritto di dire ciò che gli pare e nega a chiunque altro la stessa possibilità.
E guai se lo censurate: siete certamente complici del Grande Complotto.

I paranoici ci sono sempre stati, anche nel passato. È anche vero che in passato non c'era Internet: se un tempo un paranoico gridava di deliri, normalmente veniva liquidato come svitato e finiva lì.

Oggi, però, i paranoici del caso possono comunicare fra loro indipendentemente dalle distanze e organizzarsi in gruppi, il che dà loro una certa autocoscienza distorta ( si pensano cose come: vedi, siamo in tanti, quindi non sono io che deliro), e questa organizzazione dà loro anche una sorta di autorevolezza (l'uomo della strada vede decine di persone che commentano la tesi e pensa che se così tanti ne parlano qualcosa di vero ci deve essere).

Il tutto insomma fa anche capo al fatto che non siamo ancora abituati a gestire un mezzo di comunicazione potente e universale come Internet, non siamo ancora in grado di valutarne la scala, e spesso abbiamo una versione distorta delle informazioni che vi attingiamo.

Fortunatamente la situazione non è ancora degenerata ma siamo (ancora) nella fase in cui la credenza nei complotti è riservata a pochi paranoici e non si impone come credenza generale. Anche se la tendenza della gente cosiddetta "comune" (il classico uomo della strada) a rivelarsi possibilista nei confronti di queste teorie dovrebbe farci preoccupare.


Le tecniche delle bufale complottistiche sono sempre le stesse, e puntano ad un target di creduloni ignoranti in materia, sempre considerando il fatto che qualsiasi cavolata minimamente ben costruita troverà sempre un discreto numero di persone disposte a crederci, non importa quanto sia assurda.

Qual è il modo migliore per sparare una cazzata? Anzitutto rimanere in ambito "tecnico", in modo da poter fare leva sull'altrui ignoranza. Poi, prendersela con un bersaglio facile, di quelli che stanno sulle palle un po' a tutti. Infine, spararla più grossa che si può. Punto fondamentale, perché se la sparate davvero grossa la gente reagirà con un "oh mio Dio!" piuttosto che con un "ma che minchia sta dicendo questo?"

Per non parlare di tutte le persone che cadono nelle bufala complottistiche vittime di un meccanismo mentale che tende a semplificare la realtà per poter spiegare facilmente ciò che non va (o che si pensa che non vada) con una monocausa, attribuendo ad essa l'origine di tutti i problemi ("è tutta colpa di X").
Tra l'altro, non sorprende il fatto che dietro a molti complotti ci sia la presenza di personaggi dell'estrema destra. La ricerca del “nemico”, tipica dell’estrema destra, si concentra di volta in volta su quello considerato “più pericoloso”, al quale “viene conferito lo status di ‘capro espiatorio’.


continua......

 
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