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LA PRINCIPESSA SUL PISELLO

Post n°193 pubblicato il 21 Luglio 2006 da lucaalbanese

    Permettetemi di dire che faccio di tutto per non essere cattivo, poi ti capitano queste fiabe e uno si trova spiazzato. Ma chi le ha scritte queste storie? Tinto Brass?

Più che allusiva, questa fiaba è spudorata. La principessa non riesce a dormire perché sotto il materasso c'è un pisello, ma lei non lo sa, forse lo spera, ma non lo sa. Ma dico io, potevano mettere, che ne so, una cigliegia, un fagiolo. No! Un pisello! E per forza la giovincella non riesce a dormire e alla mattina è stravolta. Si gira e si rigira sul letto che nel frattempo ha fatto sormontare da altri materassi. Ma niente da fare. Il pisello  è li zitto zitto e lei passa le sue notti insonni, finchè non succede qualcosa....

Trova il pisello!!! E da quella notte riesce a dormire...e ci credo....tutto il regno da quel momento si rasserena e le notti passano silenziose, tranne quei gridolini che provengono dal castello, ma tranquilli, saranno le civette sul comò...

 
 
 

CANCRO

Post n°192 pubblicato il 17 Luglio 2006 da lucaalbanese

Sono quello che ruota intorno a te. Il nulla, il meraviglioso nulla, padre di fanciulle paure. Ti avvolgo e innondo con te il tuo essere al di fuori. Animale! Fuggi e nasconditi perché sono il tuo dio infuriato, il tuo male liberato e impalpabile. Io sono il Nero, il tuo signore e padrone e mi sollazzo tra le lacrime di questo letto vuoto ma pieno di me.

Sono il demone del rimorso e torno a te mio malconcio servo. Travolgiti, stravolgiti in modo che possa nutriri dal tuo seno avvezzo e svuotato. Sono la tua bestemmia infuriata e rabbiosa, dentro al tuo corpo devastato...seviziato e stanco. Hai l'aria di chi più non sopporta ma ti tengo in vita.

Bontà? Illuso bastardo è solo il piacere di vederti soffrire con tutti i tuoi cari. Maledetti, verrò da voi e continuerò il mio scempio.

 
 
 

Post N° 191

Post n°191 pubblicato il 14 Luglio 2006 da lucaalbanese

CATENE

 

Sudano le catene sotto questo sole

un sole strano,

un sole che non abbronza.

Stanca.

Forse dovrei fermarmi a pensare

ma non mi è permesso

le catene stringono polsi e caviglie.

Loro comandano

e la mia vita si riduce qui

in questo campo, a contare pietre

ad asciugare il sudore.

Bruciano al sole le catene

lasciano segni e piaghe che non cancellerò mai.

Socchiudo gli occhi

e in un accenno di danza

abbandono le catene e la mia vita.

Con il sole che ancora per ore scalderà il mio corpo

ormai libero.

 
 
 

E SONO 4!!!!!

Post n°190 pubblicato il 10 Luglio 2006 da lucaalbanese

E ci siamo riusciti per la quarta volta. Siamo campioni del Mondo, titolo strameritato, alla faccia di chi diceva che il calcio italiano è malato. Si è vero, è malato, ma noi faremo di tutto per curarlo al meglio e i nostri ragazzi (perchè con la coppa del mondo diventano nostra proprietà) hanno iniziato nel migliore dei modi.

Ma una cosa mi ha lasciato amareggiato. Zidane, il grande Zizou, l'uomo che fa della palla ciò che vuole, il genio del centrocampo, il trascinatore di mille battaglie è caduto nello scantinato della dignità, dando alla Francia e soprattutto alla sua immagine, la fotografia di un uomo oramai arrivato al limite, è giusto chiudere qui Zizoù, uomo dal magico dribblig, uomo dai fenomenali gol, uomo dal carismatico sguardo fiero, uomo degli assist perfetti. Peccato tu abbia sbagliato il tuo ultimo colpo di testa...

Addio Zizoù

 
 
 

Post N° 189

Post n°189 pubblicato il 07 Luglio 2006 da lucaalbanese

Guardate questa cosina qua e ditemi se non è una goduria

http://www.corriere.it/Speciali/Extra/2006/Germania2006/articoli/pop_golstranierispa.shtml

ASSOLUTAMENTE DA VEDERE

 
 
 

IL DISSACRATORE NON MOLLA

Post n°188 pubblicato il 06 Luglio 2006 da lucaalbanese

CENERENTOLA

Ovvero quando un lavoro a tempo indeterminato è sconveniente

 

Quanto è crudele il mondo delle fiabe, riesce a infilare una bella ragazza in una famiglia (insomma se così si può definire) di pazze bisbetiche sadiche donne. Logicamente le donnacce cattive sono brutte  e schifose, invece la dolce cenerentola è un virgulto, perfetta, celestiale, insomma avete presente una di quelle che vanno sulla copertina di Playboy? Ecco quella è Cenerentola. Adesso mi volete dire cosa ci fa una tipa così in casa di queste tre poco di buono? E’ stata adottata…azzz una volta non esistevano le domestiche, o meglio esistevano ma era meno oneroso adottare un figlio e farlo lavorare come uno sguattero. Niente giornata di riposo, niente sindacati, niente ferie pagate, insomma la stessa situazione che c’è adesso in Italia con il lavoro nero.

Ma che favola sarebbe senza un risvolto romantico? Ed ecco che spunta un principe azzurro, ma sarà lo stesso di Biancaneve? No perché altrimenti il mondo una volta era pieno di principi azzurri (perché azzurro poi? Forse i precursori del berlusconismo?? Mah!!). torniamo alla nostra telenovela. Il principe Azzurro cerca moglie e che fa? Chiama tutte le femmine del regno e sceglie chi sposarsi, durante una serata di gala. Una sorta di Miss regno azzurro, la fortunata invece di vincere soldi in contratti con sponsor vince un vitalizio al fianco del principe, insomma una bella botta di fortuna. Le due figliole della matrigna di Cenerentola potrebbero anche evitare di presentarsi visto che sono delle schifezze di donne, ma si dice che siano molto “professioniste” quindi tenteranno il tutto per tutto. Cenerentola automaticamente esclusa dalla matrigna cerca in tutti i modi di sfuggire dalla sua prigione e di recarsi al ballo. Sa che sarà lei la moglie del principe. Ma purtroppo ha un problema grosso, per andare al ballo ha a disposizione 4 topolini e una zucca…come fare? Facile, si spara un cannone e comincia a vedere i topini trasformarsi in cavalli e la zucca diventare una splendida carrozza. In effetti la folla fuori dal palazzo, quando vide arrivare Cenerentola sopra una zucca con le rotelle e 4 topi che la tiravano rimase alquanto sconcertata. In più stava fatta come un cocomero…vi faccio immaginare. Ma quanto era bella!!!Vestita con un abito da paura e con delle scarpette di cristallo (solo uno che si è fumato una canna può mettersi delle scarpette di cristallo!!!). La tossica incontra il principe balla con lui, lui è affascinato da questa freakkettona ma arriva la mezzanotte, la canna sta per far finire il suo effetto e Cenerentola fugge via, il principe la insegue e trova solo un sandalo mezzo marcio. “Deve essere suo” pensa e comincia l’inseguimento della bella no global per tutto il regno. Finchè un bel giorno la trova , lei manda a cagare le tre megere e sposa il principe azzurro.

Ma  alla fine le avranno dato la liquidazione?

 

Morale della favola?

Se sei una tossica puoi fare cosa vuoi, tanto prima o poi ti troveranno

 
 
 

Post N° 187

Post n°187 pubblicato il 03 Luglio 2006 da lucaalbanese

Non vorrei passare per uno che scrive solo cose seriose
anzi, la maggior parte delle volte sono un gran cazzarone, quindi vi riporto uno dei post che parecchi mesi fa aveva riscontrato un notevole successo, con la promessa di dare un seguito a questo particolare filone

IL DISSACRATORE DI FIABE

 

Ambarabà cicci coccò/ tre civette sul comò/ che facevano l'amore con la figlia del dottore/ il dottore si ammalò/ ambarabà cicci coccò

Come? Chi è che faceva l'amore con la figlia del dottore? Tre civette? Inutile dire a che specie di animali appartengono le civette sopra il comò. Cosi mi scopro un ex bambino inneggiante all'amore di gruppo e non solo io a quanto pare, visto la vostra faccia stupita e sorridente. Ebbene si!  La nenia delle tre civette a fatto si che noi crescessimo con questo messaggio subliminale, ripetuto automaticamente, come fosse una preghiera. E non fate quella faccia, ora ditemi quanti di voi hanno mai pregato sapendo esattamente quello che diceva. Se qualcuno lo ha fatto allora saprà dell'assurdo errore del Padre Nostro. No?

Adesso tutti a recitare a mente la preghiera per scoprire l'errore, ma è quasi impossibile trovarlo, almeno per quelli che sono sempre andati a memoria.

Altrimenti non si spiega come mai milioni di persone dice non indurci in tentazione ma liberaci dal male invece di dire più correttamente non farci indurre in tentazione ma liberaci dal male.

Imparare a memoria è un danno che ci facevano fare già da ragazzini, quando dovevamo imparare a memoria le poesie di Pascoli o Carducci, rendendo delle poesie stupende degli strumenti di tortura temibili anche dalle famiglie che dovevano sorbirsi quelle cantilene mono-tono e prive di anima. Insomma la memoria è importante ma uccide la realtà rendendo le cose più assurde, accettabili. Sono qua per dissacrare un mondo che gli adulti hanno creato per i bimbi ma lasciando forti segnali di carattere morboso, tra sesso droga e violenza. E per i bimbi? Tutto normale, sarà per questo che fanno ooohhh?

·         BIANCANEVE E I 7 NANI

Quando una verginella capita in una casa di 7 uomini

Veniamo subito a contatto con due realtà che convivono, la purezza cioè Biancaneve e il peccato la perfida regina che ha un rapporto feticcio con il suo specchio. Un chiaro caso di sdoppiamento della personalità dove la regina/specchio fa ingelosire la regina che ordina al guardiacaccia di portare Biancaneve nel bosco e strapparle il cuore. Il cuore!?!? Accidenti son cose da dire ai bambini? Tranquilli però perché il guardiacaccia è buono e impietosito dalla ragazzina cosa fa? Uccide un cerbiatto. Forse Bambi. Ma porca pupazza, vai da un macellaio e fatti dare il cuore di qualche animale già macellato, no? Ma torniamo alla povera verginella, persa nel bosco, disperata e stanca trova rifugio. Dove? Beh nell'unica casa che c'è nel bosco. Quella di una vecchietta dolce e gentile? No. Quella di una simpatica famigliola? No. quella di un bel giovane nobile d'animo? No. Neppure la casa con un dottore ammalato e la figlia che si sollazza con 3 civette. No, Biancaneve, pura e dolce capita nella casa di sette e dico sette! uomini che saranno anni che non vedono una donna. Io non voglio insinuare nulla, ma non si può vivere di solo lavoro ed un occasione cosi non si può farla scappare. Che siano nani o no questo ha poca importanza. Infatti la regina scopre la nuova residenza dell'odiata verginella e presa da un nuovo attacco di gelosia crea un nuovo personaggio di quella mente malata che è. Ecco a voi la malefica vecchietta che regala mele (il frutto del peccato) a giovani verginelle nel bosco. Ma dico io, se proprio vuoi farla fuori avvelena la mela e risolvi il problema all'istante. Invece no. La vecchina bastarda cosa fa? Un incantesimo sulla mela. Solo il bacio di un principe azzurro potrà risvegliarla. Tanto vuoi proprio che in mezzo al bosco va a passare un principe azzurro che bacia le donne morte? Ebbene si, l'unico principe necrofilo della zona dopo un po di tempo passa proprio di li. La bacia e se la porta via, lasciando i sette nani li, come sette imbecilli.

Eoooh eooh andiamo a lavorar

La strega nel frattempo è andata dallo psichiatra e dopo una lunga cura ha deciso di andare a riposare un po. Dove? Un posto chiamato Bates, Bates Motel...

 

 

 
 
 

LA CITTA' FANTASMA

Post n°186 pubblicato il 01 Luglio 2006 da lucaalbanese

Han chiesto silenzio a un aula vuota

nessuno ha risposto,

le pietre che hanno spaccato i vetri sono immobili

l'aria fredda è inutile

uomini invisibili stringono pugni di sabbia

Benvenuti nella città fantasma

regno di despoti vecchio stile

ma neppure loro sono più qua,

sono fuggiti seguendo l'odio

impigliati ad artigli pesanti.

Solo sangue fermo

solo acre odore ci accompagna

circondati da un cielo schermato

e se respiro piano, aria acida...

dolce neve impalpabile

s'appoggia a me e ciocche di capelli mi salutano.

Ma non guardatemi negli occhi

sono spenti

bruciati dalla "visione"...

Intorno è tutto marcio

sto solo pregando

mentre la pelle cotta mi abbandona...

prego di addormentarmi

di lasciarmi tutto alle spalle,

silenzio irreale,

condanna di chi vuol morire ma sta troppo male per farlo.

Solo...

mentre il respiro rimbomba

solo...

in una città fantasma

nostra figlia

ora nostra tomba

e tutto senza sapere perchè

A Chernobyl

 

 
 
 

CHI CERCA CHI?

Post n°185 pubblicato il 30 Giugno 2006 da lucaalbanese

 

Non può fare cosi caldo...

ma non fa caldo

è il sangue

solo il sangue che corre a sfracello nelle vene

mentre mi trascinano lungo corridoi

questi corridoi

zeppi di sudore e urla

urla di chi non ha colpe se non credere.

Benvenuto nel nulla

dove non ho più madre ne padre

dove la vita non ha senso

quando ti bendano gli occhi

e il buio si fa ancora più buio.

Desaparesidos

un nome in mezzo ad altri

una foto in mezzo ad altre

un silenzio che urla

e una donna che sarà sempre li

ad aspettarmi

perché un giorno tornerò,

quando mi scioglieranno la benda dagli occhi

...intanto un rumore d'aeroplano...

 

 

 

 

a tutti i ragazzi scomparsi misteriosamente

 in Argentina Cile

e chissà in quanti altri posti

 
 
 

Post N° 184

Post n°184 pubblicato il 28 Giugno 2006 da lucaalbanese

Bastarde le parole, diventano frasi fatte quando meno te lo aspetti. La vita è strana, perchè riesce a trascinarti di botto davanti a realtà che non credevi possibili. Non amo molto commentare i fatti del giorno, non è nel mio stile, o almeno è uno stile he ho abbandonato, ma quello che è successo oggi mi ha lasciato sgomento.
Un uomo che all'apparenza ha tutto,  lo scopriamo in effetti più solo di tutti, tentare un atto estremo. Poi ti chiedi perchè lo ha fatto e la cosa che più ti fa incazzare è che non trovi una risposta, non puoi trovarla. Un uomo ricco, che finisce una carriera per cominciarne un altra, una bella famiglia, stimato da tutti...
Un uomo che per dove si trovava lo consideravi un super uomo, colui che ce l'ha fatta e con l'onestà e la dignità che gli si addiceva, aveva portato avanti una vita fatta di enormi soddisfazioni, poi il buio. La disperazione più nera e la consapevolezza che forse quello era l'unico gesto.
Ma non si addice a te, non a un guerriero come te, uno che le partite amava giocarle fino in fondo ad ogni costo e che ora si trova a combattere con i tempi supplementari.
Io sono un granello di sabbia, ma sono con te, per le gioie che sei riuscito a darmi. Sono certo che quel rigore lo segnerai e tornerai vincente. Ed io pronto ad esultare.

Forza Gianluca

 
 
 

NON UNA POESIA...SOLO SENSAZIONI

Post n°183 pubblicato il 26 Giugno 2006 da lucaalbanese

nudo è il corpo
d'innanzi ad una parete
davanti a te che mi guardi
nuda
che t'avvicini e sento il fresco dei capezzoli
sfiorarmi il petto
e il centro diventi tu
celata in un attimo di timidezza che ti rende irresistibile
hai brividi
e io ti seguo
mentre mi appoggi le spalle al muro
e scendendo a cercare la carne
tieni stretto con le mani il tuo seno
poi leggera aspri le labbra
e cercando di morire in te
m'abbandono
perchè così vuoi che sia


 
 
 

IL MARE

Post n°182 pubblicato il 23 Giugno 2006 da lucaalbanese

Nascendo a Sanremo, in un ospedale arroccato sulla collina, con le finestre affacciate ad una vallata che sboccia sul mare, non posso evitare questo argomento. Ha praticamente accompagnato il mio lento crescere.
Diciamo subito che ho una sorta di odio-amore con il mare. Già da bambino ero intimorito dalla sua grandezza, dal mistero che muove quell'enorme massa d'acqua e poi...ma l'acqua che va a finire in mare perché non ne fa crescere il livello? Sono domande che un bambino si pone, sono domande importanti, soprattutto quando ti scappa la pipì e la mamma ti dice vai a farla in acqua e tu pensi non è mai  straripata fino ad ora, vuoi vedere che io faccio pipì e inondo la città?

Armati, paletta e secchiello come dei neo-architetti e carpentieri provetti ci mettevamo sulla spiaggia a fabbricare castelli di sabbia.
Un particolare. Sabbia sulle spiagge di Bordighera  non ce ne sta neppure se te la porti da casa. Quei pochi metri di sabbia sono occupati dai ragazzi più grandi ed è così che hai il primo impatto con le concessioni edilizie e le lotte per gli appezzamenti di terreno edificabile. Sono un pacifista, non faccio lotte, almeno non quelle fisiche quindi mi trasformo in petroliere e comincio gli scavi nella spiaggia, scavando tra le pietre. Di petrolio nemmeno l'ombra, ma la gioia nel vedere qualcuno che ci cade dentro è impagabile.
E il mare è li a guardarci.
Mi sento fortunato ad essere nato vicino al mare, se non altro evito code chilometriche in macchina. Ma si sa, avendo il mare a due passi tutti i giorni fa si che diventi parte di te e alla fine non ti accorgi neppure di lui. Finché un giorno non ti svegli, dai un respiro profondo e non senti più la stessa aria, il mare è lontano e ora lo senti.
Il mare io lo preferisco in inverno, quando il cielo è indeciso e non tira neppure un filo di vento, il mare è calmo e davanti a te, seduto sugli scogli, vedi passare un peschereccio pedinato dai gabbiani gracchianti in cerca di cibo facile.
Il gabbiano al primo impatto può far pensare ad un uccello romantico ma il romanticismo di un gabbiano può essere paragonato ad un preservativo con le rose disegnate sopra.
Goffo, sgraziato, sporco e fastidioso con quel suo versaccio, so che mi farò nemici gli animalisti ma convivere con i gabbiani è un impresa al limite della sopportazione. Giovanni questo lo sa.
Passeggiare lungo la spiaggia deserta, i ciottoli freddi sotto le tue scarpe, rotolano e schioccano come tanti baci. Belle e levigate le pietre marine hanno il loro fascino, qualcuno un giorno guardandole disse: che lavori che fa il mare.
Ho passato molto tempo faccia a faccia con il mare, soli io e lui. Respirandoci, guardandoci disarmati o semplicemente sfiorandoci. È un rapporto di odio-amore tra noi.
La mia prima ragazza "importante" l'ho conosciuta proprio in riva al mare in una spiaggia esclusivamente di sabbia, perché nel frattempo qualcuno si era rotto le palle di inciampare in buche improvvise fatte tra i ciottoli.
Il mare mi ha visto allenarmi per il corso di paracadutismo, mi ha accompagnato finché ha potuto mentre andavo a fare il militare, è stato il panorama invidiabile dei miei studi, ogni scuola che ho frequentato aveva le finestre sul mare.
Il mare mi ha interrogato un pomeriggio di fine novembre quando solo soletto ero andato a chiedergli un consiglio, come sottofondo la musicassetta "Siamo tutti elefanti inventati" degli Stadio, ed era sempre li quando ho immortalato il giorno del mio matrimonio, tra sbuffi di vento e felice apprensione. Era ancora li quando una mattina d'aprile mentre il freddo pungeva la pelle io lo interrogai nuovamente, era passato qualche anno, ma lui mi interrogo di nuovo...io risposi
Il mare è buffo è triste e allegro, è semplicemente il mare, compagno ideale della mia vita. Tra odio e amore.
Il mare lo temo perché è misterioso, lo scruti solo in superficie, il suo cuore è nascosto. L’unica volta che presi coraggio e mi buttai tra i cavalloni impazziti un giorno da bandiera rossa, presi una pietra in fronte che mi fece desistere da altri tentativi.
Lo rispetto come un padre, come colui che è stato spettatore e lo è ancora, della mia vita, lui lo sai cosa c’è dentro al mio cuore.
Soffro il mal di mare, accidenti quanto soffro il mal di mare, non potete neppure immaginarlo. L’unica volta che sono salito su una barca, era un veliero, di quelli che dondolano che sembrano le navi dei luna park, ero a Tenerife e l’idea era carina, andare a vedere i delfini.
È probabile che i delfini hanno visto me, ma io non li ho certo visti, ero piegato nel bagno del veliero a cercare di capire cosa dovevo ancora rimettere visto che non avevo neppure risorse per sudare. Meno male che la traversata è durata poco. 5 ORE!!! Non lo auguro a nessuno. Diciamo soprattutto che non consiglio di bere la sangria alle 10 di mattina sotto il sole cocente avendo in programma una giornata in alto mare.

 

 
 
 

BAMBINO DI CARTA

Post n°181 pubblicato il 20 Giugno 2006 da lucaalbanese

 

 

Io muoio di fame

ma voi non preoccupatevi

continuate a cercare vita su Marte.

Le mosche che giocano con me non mi fanno male

mi danno solo fastidio

voi non preoccupatevi

continuate a costruire grattacieli

forse un giorno serviranno anche a me

anche se ora ho solo paglia e fango

ma voi non fermatevi

il progresso deve andare avanti.

Se io muoio non piangetemi

sono solo una goccia nel mare.

Per quanto riguarda la compagnia

beh non preoccupatevi non sono solo

ci sono altri come me

e nessuno si lamenta

anzi scusatemi se oso farlo.

Sudate ogni giorno nei vostri uffici

sudate per passare finalmente la tanto agognata vacanza

sudate per comprarvi la macchina

per avere il satellite

il cellulare

sudate, sudate

quasi mi fate pena

io sudo senza dover raggiungere nessun obbiettivo

se non quello di vedere il sole sorgere domattina…

ma ora lasciatemi riposare

sono stanco anche se non lavoro.

Abbasso le palpebre e vi sogno

lasciatemi dormire perché sento gli occhi chiudersi

forse stavolta il sole non sorgerà

ma voi non preoccupatevi

continuate a far finta di preoccuparvi

tanto sono solo una goccia nel mare

e forse ci rivedremo

chissà…magari su Marte

 

 
 
 

IN UNA CAMERA…..IN OGNI CAMERA

Post n°180 pubblicato il 17 Giugno 2006 da lucaalbanese

 

Nessuno poteva toglierle dalla testa che Jury lo stava facendo per il suo bene.

Lui l'amava e a lei poco importava se passava tutto il giorno a far finta di cercare lavoro.

 Lui l'amava e lei contraccambiava così. In silenzio, senza mai lamentarsi, sapendo che ogni uomo che entrava in lei era soltanto una pratica da sbrigare il più presto possibile.

Il suo letto odorava di uomo. Di dieci, cento, mille uomini, ma lei amava Jury, lo amava perché l'aveva allontanata dalla guerra, perché aveva provveduto alla sua famiglia e perché ora lei poteva guardarsi allo specchio. Invece lo specchio non la guardava mai. Malgrado il suo bellissimo corpo, il suo prosperoso e turgido seno, le sue carnose labbra, i suoi occhi da lupa...

 

No, lo specchio no! Lo specchio riproduce la realtà...

 

Lo specchio era rotto, lo aveva rotto lei, forse in un suo sogno o in un altra vita. Una delle tante vite che aveva vissuto, l'immaginazione volava, assentandola da quei corpi sudati, mani a ventosa e lingue ruvide...salate.

Ora il suo letto è silenzioso, lei ha scelto di fuggire via, di lasciare un letto disfatto, un cuscino intriso di sudori.

Lei è andata dove nessuno la potrà trovare, dove l'amore è solo una sensazione e l'anima “lavora” sul corpo.

Nessun uomo potrà trovarla, nessuna spada incandescente la trafiggerà più.

Lei dolce e silenziosa.

Lei che ha amato senza vergogna

Lei che era una goccia di sudore e un oceano di passione.

Se la incontrate non fermatela, perché non è lei. E' solo lo sguardo impaurito di un ennesima vittima.

 
 
 

UNA SOTTILE LINEA NERA

Post n°179 pubblicato il 13 Giugno 2006 da lucaalbanese

La sua mano ferma seguiva una linea invisibile. Sembra facile pelare una carota, ma rischi sempre di lasciare qualche brandello di pelle. Errore gravissimo,  perché poi sfigurerebbe, una volta bollita. Rimarrebbe una sottile linea nera, inspiegabile, esteticamente blasfema.

Elena sapeva tutto questo e le sue mani seguivano una linea, invisibile anche se ben delineata nella sua mente. Era un passaggio ripetuto, metodico, inespressivo. E lei ne era consapevole.

La cucina era silenziosa, i bambini erano usciti con la zia e lei poteva godersi quella serenità che in fin dei conti non aveva mai cercato. Elena era una ragazza energica, piena di vita, non era mai doma e dove c'era una festa c'era sempre lei...lontano dalla tranquillità, lontano dal silenzio che ora la violentava. Perché era li?

Si era sposata con Guido nove anni prima, era stato tutto cosi bello, così veloce che trovarsi ora li, con quella  sottile linea nera da evitare, le sembrava cosi importante. Forse lo era.

 L'importanza delle piccole cose evita  guai irreparabili

Ma lei pensava che sua madre, buona a dare consigli a chiunque passasse nel raggio di cinque metri, aveva fallito gran parte della sua vita, assecondando un marito minimo, involontario, che aveva pensato bene di annullare anche lei. Però lei era li, con quella carota, con quelle piccole cose che evitano guai irreparabili. Il silenzio rendeva il suo cuore la cosa più rumorosa dell'ambiente, inquieto e ripetitivo come il movimento della sua mano.

A interrompere quel silenzio il rumore di una bicicletta, doveva essere il signor Edoardo che come ogni giorno usciva per andare a prendere il giornale. Perché andasse a quell'ora li Elena doveva ancora spiegarselo, era costatemente presente ogni giorno in quel minuto, in quel secondo, lui era li. In un ripetersi fastidioso e irreparabile. Come la mano di Elena, abbandonata a se stessa e ora priva di ogni istinto se non quello di far rigare dritto quel matrimonio.

Lei amava Guido, lei non aveva mai amato nessuno oltre lui e a volte si chiedeva se quello era amore o semplice rifugio per sfuggirle. Ma era una domanda come le altre, era una domanda a cui negava risposte evidenti.

Guido sarebbe tornato di li a poco, l'orologio segnava le 17.00, il sole di quel cielo d'aprile entrava ancora a far parte della sua cucina, le carote erano quasi finite. Nessuna riga nera per il momento. Elena sorrise compiaciuta.

La macchina di Guido però cominciava a tardare e lei cominciò a muoversi nervosamente nella stanza.

Ora le carote stavano cocendo dentro l’acqua che era quasi arrivata ad ebollizione, nessuna traccia di sottili linee nere per fortuna, ma Elena ora non dava più importanza a questa cosa. Ad un tratto la macchina arriva.

Elena corre in giardino, noi restiamo qua per non disturbarli. Se guardiamo dalla finestra possiamo scorgere il viso di lui abbastanza scosso, un occhiata alla macchina per vedere se ha avuto un incidente. Nulla. Ora stanno parlando, le mani di Elena tremano vistosamente. La fermezza con cui prima sbucciava le carote ora è sparita.

La pentola continua il suo percorso e i due continuano a discutere sempre più animatamente. Il tempo vola, quando ad un certo punto la porta sbatte.

Elena è rientrata piangendo. Uno sguardo dalla finestra e vediamo Guido che fa retromarcia nel vialetto e si immette sulla strada. Una sgommata ci da la conferma della sua partenza.

Le carote sono ormai cotte, Elena si avvicina alla pentola offuscata dalle sue lacrime e dal vapore delle carote comincia a scolarle.

Il fumo piano piano scompare, lasciando le carote li, ferme in quel colapasta giallo che avevate comprato l’anno prima.

Adagia le carote nel piatto e tra le lacrime di chi non si rassegna riesce a scorgere una sottile linea nera. Un errore, un fatale errore che aveva compromesso tutto il lavoro che con tanta cura lei aveva fatto.

 

 
 
 

Post N° 177

Post n°177 pubblicato il 11 Giugno 2006 da lucaalbanese

Il breve racconto che segue è a sfondo erotico, quindi chiunque possa ritenersi offeso non continui a leggere queste righe.

LA DOCCIA

Mentre l'acqua scivolava lungo il suo corpo, cominciò a pensare a quelle gambe accavallate, avvolte da velati collant neri che andavano a perdersi in un delizioso paio di decoltè lucide, con tacchi da capogiro. Sembrava strano abbandonarsi in quel pensiero, ma era piacevole, divertente e poi sotto la doccia tutto era consentito. Mai avrebbe pensato ad un risvolto feticista della sua sessualità. Il getto caldo dell’acqua continuava affondare la tua pelle, il vapore aveva appannato i vetri e i sospiri si fondevano con esso. Una mano scese seguendo il pensiero di quelle gambe e del desiderio irrefrenabile di saltarle addosso, solo per accarezzarle, per sentire le labbra sfiorare il nylon. Ma ne aveva sentito solo il profumo e le bastava, almeno per il momento. Raggiunse un piacere improvviso, dovette tenersi al vetro sudato per non cadere a terra. Poi il fiato cominciò a fare a gara con il cuore impazzito, uscì dalla doccia, e andò a sdraiarsi, con la speranza di poterla sognare tutta la notte e la certezza che domani avrebbe avuto ancora il piacere di perdersi tra quelle gambe.

 
 
 

Post N° 176

Post n°176 pubblicato il 08 Giugno 2006 da lucaalbanese

E' la strada di pietre
tra vecchie case
tra vecchi e osterie.
E' la strada di pietre
che sale al culmine della piazza
che ti vuole far vedere il mare
E' la strada di pietre
semplicemente s'incanala
semplicemente ti chiama
Poi ti giri indietro
e vedi un vecchio
alza la mano, ti saluta
e tu continui la tua strada di pietre
Ora sapendo dove andrai a mirare

 
 
 

Post N° 175

Post n°175 pubblicato il 07 Giugno 2006 da lucaalbanese

Vi presento le mie creature lo so che l'ho già fatto, ma ora che si possono mettere le immagini più grandi ne approfitto, un po di sana pubblicità non fa male...spero 

 
 
 

Post N° 174

Post n°174 pubblicato il 07 Giugno 2006 da lucaalbanese

D’AMORE SE MUOIO
Niente angeli o nuvolette,
d’amore se muoio lasciatemi per strada
che ognuno possa compatirmi...
nessun silenzio potrà mai alleviarmi
nessun pianto
perche se oggi d’amore muoio
ho meritato di esser li
senza rimpianti e senza pretese
d’amore muoio
mentre lievi gocce d’acqua martellano il mio volto
l’accarezzano
segnano fiumi e li navigano
ma il  mio volto è immobile
lento...
gli occhi non guardano
perchè d’amore muoio
e un ultimo alito di vento
mi porta il tuo profumo
ancora vivo...
e d’amore muoio con un dolce sospiro

 

 
 
 

LA BIBLIOTECA DI LATINA

Post n°173 pubblicato il 06 Giugno 2006 da lucaalbanese
Foto di lucaalbanese

Sono a Latina da circa 2 anni e trovo poco accogliente la biblioteca di questa città.
Mi spiego:
1) Quantità di libri scarsa per un capoluogo
2) Troppi fogli e scartoffie varie che ti danno quando ritiri quando consegni
3) Se non hai la tessera dietro non puoi prendere un libro, neppure se sei "schedato" e dici nome e cognome con tanto di carta d'identità
4) il terrore di perdere quel foglio che ti danno alla consegna e che devi tenere PER UN ANNO!!!!
Se disgrazia vuole che qualcuno perde il libro e io ho perso il foglio mi tocca ricomprarlo?
No no non funziona bene come sistema, capisco che avranno perso dei libri, capisco che in giro c'è gente losca che si approfitta dei libri della biblioteca.
Ma così è troppo!!
Ho deciso di non andare più in biblioteca per questo motivo, ma la cosa mi dispiace molto, perché la biblioteca dovrebbe essere un luogo dove la cultura è in festa e non un luogo tetro dove devi aver paura anche di tossire.
Io sono nato e vissuto per circa 30 anni in Liguria e almeno nella mia città le cose non funzionano così
Premetto che Bordighera (città in cui ho vissuto) ha circa 11000 abitanti.
La biblioteca civica è situata in un luogo da favola tra i castagni e verde ma di questo non se ne può fare una colpa a Latina logicamente.
I libri presenti nella biblioteca sono trentacinquemila volumi in italiano, ventimila in inglese, seimila in francese e tremila in tedesco, oltre ad una settantina di testate periodiche.
Quando chiedi un prestito, puoi chiederlo anche senza la tessera, basta che dai nome e cognome.
Se entro 30 giorni non consegni aspettano qualche giorno e poi ti chiamano,
se vuoi tenerlo ancora puoi comunicarlo anche telefonicamente!! Quando riconsegni il libro, ti dicono grazie e BASTA!!!
Non è poi così terribile, vi assicuro che uno va a prendere i libri molto più volentieri.

Insomma sembra che in questa città vogliono impaurire chi vuole avvicinarsi alla biblioteca, la cultura deve essere anche gioia, la biblioteca deve essere un luogo sereno e in questa città è tutto il contrario.

Bisogna ripopolare gli scafali, perché la sala principale della biblioteca da un senso di vuoto, sono troppo pochi i libri presenti, il bacino d’utenza è molto ampio.

 

Bordighera 11.000 abitanti x 60000 libri

Latina 110.000 abitanti  x 36000 libri (dato preso da: http://biblioteche.caspur.it/cgi-bin/BIBLIO_altreinfo.pl?id_biblioteca=RMSA211 sito de La Sapienza)

 

La grandezza di una città si misura anche dalla sua Cultura. La biblioteca comunale deve rispecchiare in gran parte questa Cultura.
Sapete dirmi voi perchè la biblioteca di Latina invece è così?

 

 

 

Albanese Luca

Anonimo scrittore

 
 
 
 

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LE SIRENE

 

Andavamo per sirene in riva al mare

quell’inverno mite

con la sua brezza che ci assaporava.

Le sirene forse erano nascoste

o forse non c’erano già più

mentre noi con insistenza le davamo la caccia.

Eravamo bambini

giocavamo e le sirene di nascosto sorridevano

andando a tempo con le onde.

Ora ansimiamo d’innanzi al mare

perché le sirene non ci sono più

al loro posto, relitti galleggianti

che come anni passano coccolati

alla deriva

nel mare dei ricordi

che non ha mai smesso di ritmare i nostri pensieri.

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L' ETERNA SALITA

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