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Post n°193 pubblicato il 21 Luglio 2006 da lucaalbanese
Più che allusiva, questa fiaba è spudorata. La principessa non riesce a dormire perché sotto il materasso c'è un pisello, ma lei non lo sa, forse lo spera, ma non lo sa. Ma dico io, potevano mettere, che ne so, una cigliegia, un fagiolo. No! Un pisello! E per forza la giovincella non riesce a dormire e alla mattina è stravolta. Si gira e si rigira sul letto che nel frattempo ha fatto sormontare da altri materassi. Ma niente da fare. Il pisello è li zitto zitto e lei passa le sue notti insonni, finchè non succede qualcosa.... Trova il pisello!!! E da quella notte riesce a dormire...e ci credo....tutto il regno da quel momento si rasserena e le notti passano silenziose, tranne quei gridolini che provengono dal castello, ma tranquilli, saranno le civette sul comò... |
Post n°192 pubblicato il 17 Luglio 2006 da lucaalbanese
Sono il demone del rimorso e torno a te mio malconcio servo. Travolgiti, stravolgiti in modo che possa nutriri dal tuo seno avvezzo e svuotato. Sono la tua bestemmia infuriata e rabbiosa, dentro al tuo corpo devastato...seviziato e stanco. Hai l'aria di chi più non sopporta ma ti tengo in vita. Bontà? Illuso bastardo è solo il piacere di vederti soffrire con tutti i tuoi cari. Maledetti, verrò da voi e continuerò il mio scempio. |
Post n°191 pubblicato il 14 Luglio 2006 da lucaalbanese
CATENE
Sudano le catene sotto questo sole un sole strano, un sole che non abbronza. Stanca. Forse dovrei fermarmi a pensare ma non mi è permesso le catene stringono polsi e caviglie. Loro comandano e la mia vita si riduce qui in questo campo, a contare pietre ad asciugare il sudore. Bruciano al sole le catene lasciano segni e piaghe che non cancellerò mai. Socchiudo gli occhi e in un accenno di danza abbandono le catene e la mia vita. Con il sole che ancora per ore scalderà il mio corpo ormai libero. |
Post n°190 pubblicato il 10 Luglio 2006 da lucaalbanese
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Post n°189 pubblicato il 07 Luglio 2006 da lucaalbanese
Guardate questa cosina qua e ditemi se non è una goduria http://www.corriere.it/Speciali/Extra/2006/Germania2006/articoli/pop_golstranierispa.shtml ASSOLUTAMENTE DA VEDERE |
Post n°188 pubblicato il 06 Luglio 2006 da lucaalbanese
CENERENTOLA Ovvero quando un lavoro a tempo indeterminato è sconveniente
Ma che favola sarebbe senza un risvolto romantico? Ed ecco che spunta un principe azzurro, ma sarà lo stesso di Biancaneve? No perché altrimenti il mondo una volta era pieno di principi azzurri (perché azzurro poi? Forse i precursori del berlusconismo?? Mah!!). torniamo alla nostra telenovela. Il principe Azzurro cerca moglie e che fa? Chiama tutte le femmine del regno e sceglie chi sposarsi, durante una serata di gala. Una sorta di Miss regno azzurro, la fortunata invece di vincere soldi in contratti con sponsor vince un vitalizio al fianco del principe, insomma una bella botta di fortuna. Le due figliole della matrigna di Cenerentola potrebbero anche evitare di presentarsi visto che sono delle schifezze di donne, ma si dice che siano molto “professioniste” quindi tenteranno il tutto per tutto. Cenerentola automaticamente esclusa dalla matrigna cerca in tutti i modi di sfuggire dalla sua prigione e di recarsi al ballo. Sa che sarà lei la moglie del principe. Ma purtroppo ha un problema grosso, per andare al ballo ha a disposizione 4 topolini e una zucca…come fare? Facile, si spara un cannone e comincia a vedere i topini trasformarsi in cavalli e la zucca diventare una splendida carrozza. In effetti la folla fuori dal palazzo, quando vide arrivare Cenerentola sopra una zucca con le rotelle e 4 topi che la tiravano rimase alquanto sconcertata. In più stava fatta come un cocomero…vi faccio immaginare. Ma quanto era bella!!!Vestita con un abito da paura e con delle scarpette di cristallo (solo uno che si è fumato una canna può mettersi delle scarpette di cristallo!!!). La tossica incontra il principe balla con lui, lui è affascinato da questa freakkettona ma arriva la mezzanotte, la canna sta per far finire il suo effetto e Cenerentola fugge via, il principe la insegue e trova solo un sandalo mezzo marcio. “Deve essere suo” pensa e comincia l’inseguimento della bella no global per tutto il regno. Finchè un bel giorno la trova , lei manda a cagare le tre megere e sposa il principe azzurro. Ma alla fine le avranno dato la liquidazione?
Morale della favola? Se sei una tossica puoi fare cosa vuoi, tanto prima o poi ti troveranno |
Post n°187 pubblicato il 03 Luglio 2006 da lucaalbanese
Non vorrei passare per uno che scrive solo cose seriose IL DISSACRATORE DI FIABE
Come? Chi è che faceva l'amore con la figlia del dottore? Tre civette? Inutile dire a che specie di animali appartengono le civette sopra il comò. Cosi mi scopro un ex bambino inneggiante all'amore di gruppo e non solo io a quanto pare, visto la vostra faccia stupita e sorridente. Ebbene si! La nenia delle tre civette a fatto si che noi crescessimo con questo messaggio subliminale, ripetuto automaticamente, come fosse una preghiera. E non fate quella faccia, ora ditemi quanti di voi hanno mai pregato sapendo esattamente quello che diceva. Se qualcuno lo ha fatto allora saprà dell'assurdo errore del Padre Nostro. No? Adesso tutti a recitare a mente la preghiera per scoprire l'errore, ma è quasi impossibile trovarlo, almeno per quelli che sono sempre andati a memoria. Altrimenti non si spiega come mai milioni di persone dice non indurci in tentazione ma liberaci dal male invece di dire più correttamente non farci indurre in tentazione ma liberaci dal male. Imparare a memoria è un danno che ci facevano fare già da ragazzini, quando dovevamo imparare a memoria le poesie di Pascoli o Carducci, rendendo delle poesie stupende degli strumenti di tortura temibili anche dalle famiglie che dovevano sorbirsi quelle cantilene mono-tono e prive di anima. Insomma la memoria è importante ma uccide la realtà rendendo le cose più assurde, accettabili. Sono qua per dissacrare un mondo che gli adulti hanno creato per i bimbi ma lasciando forti segnali di carattere morboso, tra sesso droga e violenza. E per i bimbi? Tutto normale, sarà per questo che fanno ooohhh? · BIANCANEVE E I 7 NANI Quando una verginella capita in una casa di 7 uomini Veniamo subito a contatto con due realtà che convivono, la purezza cioè Biancaneve e il peccato la perfida regina che ha un rapporto feticcio con il suo specchio. Un chiaro caso di sdoppiamento della personalità dove la regina/specchio fa ingelosire la regina che ordina al guardiacaccia di portare Biancaneve nel bosco e strapparle il cuore. Il cuore!?!? Accidenti son cose da dire ai bambini? Tranquilli però perché il guardiacaccia è buono e impietosito dalla ragazzina cosa fa? Uccide un cerbiatto. Forse Bambi. Ma porca pupazza, vai da un macellaio e fatti dare il cuore di qualche animale già macellato, no? Ma torniamo alla povera verginella, persa nel bosco, disperata e stanca trova rifugio. Dove? Beh nell'unica casa che c'è nel bosco. Quella di una vecchietta dolce e gentile? No. Quella di una simpatica famigliola? No. quella di un bel giovane nobile d'animo? No. Neppure la casa con un dottore ammalato e la figlia che si sollazza con 3 civette. No, Biancaneve, pura e dolce capita nella casa di sette e dico sette! uomini che saranno anni che non vedono una donna. Io non voglio insinuare nulla, ma non si può vivere di solo lavoro ed un occasione cosi non si può farla scappare. Che siano nani o no questo ha poca importanza. Infatti la regina scopre la nuova residenza dell'odiata verginella e presa da un nuovo attacco di gelosia crea un nuovo personaggio di quella mente malata che è. Ecco a voi la malefica vecchietta che regala mele (il frutto del peccato) a giovani verginelle nel bosco. Ma dico io, se proprio vuoi farla fuori avvelena la mela e risolvi il problema all'istante. Invece no. La vecchina bastarda cosa fa? Un incantesimo sulla mela. Solo il bacio di un principe azzurro potrà risvegliarla. Tanto vuoi proprio che in mezzo al bosco va a passare un principe azzurro che bacia le donne morte? Ebbene si, l'unico principe necrofilo della zona dopo un po di tempo passa proprio di li. La bacia e se la porta via, lasciando i sette nani li, come sette imbecilli. Eoooh eooh andiamo a lavorar La strega nel frattempo è andata dallo psichiatra e dopo una lunga cura ha deciso di andare a riposare un po. Dove? Un posto chiamato Bates, Bates Motel...
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Post n°186 pubblicato il 01 Luglio 2006 da lucaalbanese
Han chiesto silenzio a un aula vuota nessuno ha risposto, le pietre che hanno spaccato i vetri sono immobili l'aria fredda è inutile uomini invisibili stringono pugni di sabbia Benvenuti nella città fantasma regno di despoti vecchio stile ma neppure loro sono più qua, sono fuggiti seguendo l'odio impigliati ad artigli pesanti. Solo sangue fermo solo acre odore ci accompagna circondati da un cielo schermato e se respiro piano, aria acida... dolce neve impalpabile s'appoggia a me e ciocche di capelli mi salutano. Ma non guardatemi negli occhi sono spenti bruciati dalla "visione"... Intorno è tutto marcio sto solo pregando mentre la pelle cotta mi abbandona... prego di addormentarmi di lasciarmi tutto alle spalle, silenzio irreale, condanna di chi vuol morire ma sta troppo male per farlo. Solo... mentre il respiro rimbomba solo... in una città fantasma nostra figlia ora nostra tomba e tutto senza sapere perchè A Chernobyl
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Post n°185 pubblicato il 30 Giugno 2006 da lucaalbanese
Non può fare cosi caldo... ma non fa caldo è il sangue solo il sangue che corre a sfracello nelle vene mentre mi trascinano lungo corridoi questi corridoi zeppi di sudore e urla urla di chi non ha colpe se non credere. Benvenuto nel nulla dove non ho più madre ne padre dove la vita non ha senso quando ti bendano gli occhi e il buio si fa ancora più buio. Desaparesidos un nome in mezzo ad altri una foto in mezzo ad altre un silenzio che urla e una donna che sarà sempre li ad aspettarmi perché un giorno tornerò, quando mi scioglieranno la benda dagli occhi ...intanto un rumore d'aeroplano...
a tutti i ragazzi scomparsi misteriosamente in Argentina Cile e chissà in quanti altri posti |
Post n°184 pubblicato il 28 Giugno 2006 da lucaalbanese
Forza Gianluca |
Post n°183 pubblicato il 26 Giugno 2006 da lucaalbanese
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Post n°182 pubblicato il 23 Giugno 2006 da lucaalbanese
Nascendo a Sanremo, in un ospedale arroccato sulla collina, con le finestre affacciate ad una vallata che sboccia sul mare, non posso evitare questo argomento. Ha praticamente accompagnato il mio lento crescere. Armati, paletta e secchiello come dei neo-architetti e carpentieri provetti ci mettevamo sulla spiaggia a fabbricare castelli di sabbia.
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Post n°181 pubblicato il 20 Giugno 2006 da lucaalbanese
ma voi non preoccupatevi continuate a cercare vita su Marte. Le mosche che giocano con me non mi fanno male mi danno solo fastidio voi non preoccupatevi continuate a costruire grattacieli forse un giorno serviranno anche a me anche se ora ho solo paglia e fango ma voi non fermatevi il progresso deve andare avanti. Se io muoio non piangetemi sono solo una goccia nel mare. Per quanto riguarda la compagnia beh non preoccupatevi non sono solo ci sono altri come me e nessuno si lamenta anzi scusatemi se oso farlo. Sudate ogni giorno nei vostri uffici sudate per passare finalmente la tanto agognata vacanza sudate per comprarvi la macchina per avere il satellite il cellulare sudate, sudate quasi mi fate pena io sudo senza dover raggiungere nessun obbiettivo se non quello di vedere il sole sorgere domattina… ma ora lasciatemi riposare sono stanco anche se non lavoro. Abbasso le palpebre e vi sogno lasciatemi dormire perché sento gli occhi chiudersi forse stavolta il sole non sorgerà ma voi non preoccupatevi continuate a far finta di preoccuparvi tanto sono solo una goccia nel mare e forse ci rivedremo
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Post n°180 pubblicato il 17 Giugno 2006 da lucaalbanese
Nessuno poteva toglierle dalla testa che Jury lo stava facendo per il suo bene. Lui l'amava e a lei poco importava se passava tutto il giorno a far finta di cercare lavoro. Lui l'amava e lei contraccambiava così. In silenzio, senza mai lamentarsi, sapendo che ogni uomo che entrava in lei era soltanto una pratica da sbrigare il più presto possibile. Il suo letto odorava di uomo. Di dieci, cento, mille uomini, ma lei amava Jury, lo amava perché l'aveva allontanata dalla guerra, perché aveva provveduto alla sua famiglia e perché ora lei poteva guardarsi allo specchio. Invece lo specchio non la guardava mai. Malgrado il suo bellissimo corpo, il suo prosperoso e turgido seno, le sue carnose labbra, i suoi occhi da lupa... No, lo specchio no! Lo specchio riproduce la realtà... Lo specchio era rotto, lo aveva rotto lei, forse in un suo sogno o in un altra vita. Una delle tante vite che aveva vissuto, l'immaginazione volava, assentandola da quei corpi sudati, mani a ventosa e lingue ruvide...salate. Ora il suo letto è silenzioso, lei ha scelto di fuggire via, di lasciare un letto disfatto, un cuscino intriso di sudori. Lei è andata dove nessuno la potrà trovare, dove l'amore è solo una sensazione e l'anima “lavora” sul corpo. Nessun uomo potrà trovarla, nessuna spada incandescente la trafiggerà più. Lei dolce e silenziosa. Lei che ha amato senza vergogna Lei che era una goccia di sudore e un oceano di passione. Se la incontrate non fermatela, perché non è lei. E' solo lo sguardo impaurito di un ennesima vittima. |
Post n°179 pubblicato il 13 Giugno 2006 da lucaalbanese
Elena sapeva tutto questo e le sue mani seguivano una linea, invisibile anche se ben delineata nella sua mente. Era un passaggio ripetuto, metodico, inespressivo. E lei ne era consapevole. La cucina era silenziosa, i bambini erano usciti con la zia e lei poteva godersi quella serenità che in fin dei conti non aveva mai cercato. Elena era una ragazza energica, piena di vita, non era mai doma e dove c'era una festa c'era sempre lei...lontano dalla tranquillità, lontano dal silenzio che ora la violentava. Perché era li? Si era sposata con Guido nove anni prima, era stato tutto cosi bello, così veloce che trovarsi ora li, con quella sottile linea nera da evitare, le sembrava cosi importante. Forse lo era. L'importanza delle piccole cose evita guai irreparabili Ma lei pensava che sua madre, buona a dare consigli a chiunque passasse nel raggio di cinque metri, aveva fallito gran parte della sua vita, assecondando un marito minimo, involontario, che aveva pensato bene di annullare anche lei. Però lei era li, con quella carota, con quelle piccole cose che evitano guai irreparabili. Il silenzio rendeva il suo cuore la cosa più rumorosa dell'ambiente, inquieto e ripetitivo come il movimento della sua mano. A interrompere quel silenzio il rumore di una bicicletta, doveva essere il signor Edoardo che come ogni giorno usciva per andare a prendere il giornale. Perché andasse a quell'ora li Elena doveva ancora spiegarselo, era costatemente presente ogni giorno in quel minuto, in quel secondo, lui era li. In un ripetersi fastidioso e irreparabile. Come la mano di Elena, abbandonata a se stessa e ora priva di ogni istinto se non quello di far rigare dritto quel matrimonio. Lei amava Guido, lei non aveva mai amato nessuno oltre lui e a volte si chiedeva se quello era amore o semplice rifugio per sfuggirle. Ma era una domanda come le altre, era una domanda a cui negava risposte evidenti. Guido sarebbe tornato di li a poco, l'orologio segnava le 17.00, il sole di quel cielo d'aprile entrava ancora a far parte della sua cucina, le carote erano quasi finite. Nessuna riga nera per il momento. Elena sorrise compiaciuta. La macchina di Guido però cominciava a tardare e lei cominciò a muoversi nervosamente nella stanza. Ora le carote stavano cocendo dentro l’acqua che era quasi arrivata ad ebollizione, nessuna traccia di sottili linee nere per fortuna, ma Elena ora non dava più importanza a questa cosa. Ad un tratto la macchina arriva. Elena corre in giardino, noi restiamo qua per non disturbarli. Se guardiamo dalla finestra possiamo scorgere il viso di lui abbastanza scosso, un occhiata alla macchina per vedere se ha avuto un incidente. Nulla. Ora stanno parlando, le mani di Elena tremano vistosamente. La fermezza con cui prima sbucciava le carote ora è sparita. La pentola continua il suo percorso e i due continuano a discutere sempre più animatamente. Il tempo vola, quando ad un certo punto la porta sbatte. Elena è rientrata piangendo. Uno sguardo dalla finestra e vediamo Guido che fa retromarcia nel vialetto e si immette sulla strada. Una sgommata ci da la conferma della sua partenza. Le carote sono ormai cotte, Elena si avvicina alla pentola offuscata dalle sue lacrime e dal vapore delle carote comincia a scolarle. Il fumo piano piano scompare, lasciando le carote li, ferme in quel colapasta giallo che avevate comprato l’anno prima. Adagia le carote nel piatto e tra le lacrime di chi non si rassegna riesce a scorgere una sottile linea nera. Un errore, un fatale errore che aveva compromesso tutto il lavoro che con tanta cura lei aveva fatto.
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Post n°177 pubblicato il 11 Giugno 2006 da lucaalbanese
Il breve racconto che segue è a sfondo erotico, quindi chiunque possa ritenersi offeso non continui a leggere queste righe. LA DOCCIA Mentre l'acqua scivolava lungo il suo corpo, cominciò a pensare a quelle gambe accavallate, avvolte da velati collant neri che andavano a perdersi in un delizioso paio di decoltè lucide, con tacchi da capogiro. Sembrava strano abbandonarsi in quel pensiero, ma era piacevole, divertente e poi sotto la doccia tutto era consentito. Mai avrebbe pensato ad un risvolto feticista della sua sessualità. Il getto caldo dell’acqua continuava affondare la tua pelle, il vapore aveva appannato i vetri e i sospiri si fondevano con esso. Una mano scese seguendo il pensiero di quelle gambe e del desiderio irrefrenabile di saltarle addosso, solo per accarezzarle, per sentire le labbra sfiorare il nylon. Ma ne aveva sentito solo il profumo e le bastava, almeno per il momento. Raggiunse un piacere improvviso, dovette tenersi al vetro sudato per non cadere a terra. Poi il fiato cominciò a fare a gara con il cuore impazzito, uscì dalla doccia, e andò a sdraiarsi, con la speranza di poterla sognare tutta la notte e la certezza che domani avrebbe avuto ancora il piacere di perdersi tra quelle gambe. |
Post n°176 pubblicato il 08 Giugno 2006 da lucaalbanese
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Post n°175 pubblicato il 07 Giugno 2006 da lucaalbanese
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Post n°174 pubblicato il 07 Giugno 2006 da lucaalbanese
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Post n°173 pubblicato il 06 Giugno 2006 da lucaalbanese
Sono a Latina da circa 2 anni e trovo poco accogliente la biblioteca di questa città. Insomma sembra che in questa città vogliono impaurire chi vuole avvicinarsi alla biblioteca, la cultura deve essere anche gioia, la biblioteca deve essere un luogo sereno e in questa città è tutto il contrario. Bisogna ripopolare gli scafali, perché la sala principale della biblioteca da un senso di vuoto, sono troppo pochi i libri presenti, il bacino d’utenza è molto ampio. Bordighera 11.000 abitanti x 60000 libri Latina 110.000 abitanti x 36000 libri (dato preso da: http://biblioteche.caspur.it/cgi-bin/BIBLIO_altreinfo.pl?id_biblioteca=RMSA211 sito de La Sapienza) La grandezza di una città si misura anche dalla sua Cultura. La biblioteca comunale deve rispecchiare in gran parte questa Cultura. Albanese Luca Anonimo scrittore |
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AREA PERSONALE
LE SIRENE
Andavamo per sirene in riva al mare
quell’inverno mite
con la sua brezza che ci assaporava.
Le sirene forse erano nascoste
o forse non c’erano già più
mentre noi con insistenza le davamo la caccia.
Eravamo bambini
giocavamo e le sirene di nascosto sorridevano
andando a tempo con le onde.
Ora ansimiamo d’innanzi al mare
perché le sirene non ci sono più
al loro posto, relitti galleggianti
che come anni passano coccolati
alla deriva
nel mare dei ricordi
che non ha mai smesso di ritmare i nostri pensieri.
Inviato da: il_boccaccio
il 07/11/2007 alle 12:29
Inviato da: DolcissimaMemole
il 10/05/2007 alle 09:02
Inviato da: micina700
il 07/04/2007 alle 15:16
Inviato da: micina700
il 28/03/2007 alle 10:52
Inviato da: violavola00
il 28/03/2007 alle 09:03