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The Who

Post n°102 pubblicato il 24 Settembre 2008 da mafico1
 

The Who - My generation

The Who  

  La parabola degli Who e` una delle piu` intrepide e interessanti degli anni '60 britannici. Il gruppo iniziò  nei panni dei mod, dei giovani teppisti di London, con un sound chiassoso e testi arroganti (due spanne sopra tutti gli altri), ma poi scoprì la propria vocazione nella rock opera (secondo una tradizione britannica che risale almeno a Dickens, e che era stata trasposta nel rock dai Kinks  e infine trovò  un curioso equilibrio fra spirito polemico e spirito "progressive", fra rock e classicismo. Di quella generazione sono probabilmente i più  vicini al punk-rock del 1976 in tal senso quelli che sono invecchiati di meno.
La musica degli Who è una delle più autobiografiche dell'epoca. Se i Kinks  furono ossessionati dalla società  in cui erano cresciuti, se gli Animals furono ossessionati dai dilemmi della propria generazione, gli Who furono ossessionati dall'inizio alla fine da se stessi. Nel primo periodo (quello degli inni generazionali) gli Who sfogavano la propria frustrazione con lo spirito di una squadra di teppisti ubriachi. Nel secondo periodo (quello delle opere rock) gli Who trasposero in chiave psichedelica e teatrale la loro vicenda generazionale. Nel terzo periodo gli Who rifecero all'infinito il verso a se stessi con testi che erano spesso pura auto-celebrazione,
 

 I'm Free

All'inizio (1963) si chiamavano High Numbers e suonavano Dixieland jazz e rhythm and blues

 (il loro primo 45 giri fu I'm The Face di Slim Harpo nel 1964). Ma la loro vera ispirazione furono i rocker virulenti e ribelli come Eddie Cochran e Gene Vincent, al cui tragico destino tutta l'opera degli Who e` indirettamente dedicata. Un'altra chiara influenza furono Johnny Kid & The Pirates, forse il complesso più  originale in Inghilterra prima dei Rolling Stones, i primi a usare una formazione di chitarra, basso, batteria e cantante e i primi a suonare un ruvido e potente rock and roll chitarristico. Ma Pete Townshend emerse subito come un compositore vibrante e originale, per cui

 gli Who non ebbero bisogno della lunga serie di cover che caratterizzò altri gruppi dell'era.  Ribattezzati Who dal loro manager, i quattro inventarono un nuovo genere musicale con I Can't Explain (gennaio 1965), l'epico grido che per primo rivendicò un'identità per i giovani britannici, uno "shout" che incorporava il "baby talk" accorato di Buddy Holly e il riff di You Really Got Me dei Kinks, con il drumming funambolico di Moon che oscurava quasi il canto.

See Me, Feel Me

Townshend componeva ritornelli elementari, ma la sua chitarra e la batteria di Moon li trasformavano in qualcosa di epico. Townshend scriveva anche liriche più o meno ispirate a Dylan, ma adattando la pomposa prosa dylaniana (pensata per gli intellettuali dei sit-in e gli hippies delle marce della pace) al prosaico gergo dei teppisti di strada. Dylan scriveva salmi, comizi e profezie: Townshend scriveva inni. Daltrey era un cantante solenne, anche se poco originale rispetto agli Eric Burdon (Animals), Van Morrison (Them) e Mick Jagger (Rolling Stones) ma forse proprio per questo finiva per suggestionare di più. L'inno anarchico

di Anyway Anyhow Anywhere (maggio) faceva leva su un boogie mozzafiato oscillante fra momenti di suspense e deflagrazioni cacofoniche.

     Baba O'Riley                    Summertime Blues   

    

Alla fine dell'anno (dicembre) l'atroce, marziale, balbuziente e prepotente slogan di My Generation, lacerato da sincopi, distorsioni, clapping e jamming generali, in un fragoroso e apocalittico elettrico e atonale  , cambiò per sempre la storia della musica rock.  Quei primi 45 furono rivoluzionari da qualunque prospettiva li si esamini. Dal punto di vista sociopolitico, gli Who furono gli unici a esordire direttamente con gli inni generazionali. Gli altri, da Dylan agli Stones, c'erano arrivati poco alla volta. Gli Who nacquero con l'inno generazione, con la chiamata alle armi, con l'atto di rottura. Gli altri erano stati una più o meno lenta/brusca progressione dalla tradizione verso il rock.

Gli Who non proponevano nessun ponte con il passato, soltanto un uragano di suoni elettrici e percussivi. Il resto è storia!!

 

Fonti Wikipedia e  vari siti 

 
 
 
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Data di creazione: 09/10/2007
 

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