Marzo delle donne
Dalle questioni di genere alle storie di vita e di lavoro, i commenti di fatti di cronaca, idee e informazioni per rendere più bella la vita delle donne
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Stop alla infibulazione in NigeriaIl governo Nigeriano ha inasprito le pene per chi mette in atto questa barbarie, la mutilazione genitale. Sono quasi 20 milioni le donne nigeriane che sono state sottoposte a mutilazione genitale e le organizzazioni per i diritti umani sperano che questa decisione spinga almeno altri 26 Stati africani a dichiarare illegale la procedura. Anche in Egitto le donne sono costrette a subirla. Solamente nel 2008 il Parlamento ha adottato una legge che qualifica la mutilazione genitale femminile come un reato punibile con una pena detentiva da tre mesi a due anni o una multa da 1.000 a 5 mila sterline egiziane (fra i 100 e i 500 euro circa). Il problema di questa normativa è che essa stabilisce un'eccezione al generico divieto di infibulazione ammettendo la "ablazione totale o parziale degli organi genitali esterni femminili" in caso di necessità medica. Di fatto questa clausola apposta alla normativa ha legittimato una prosecuzione indisturbata di questa pratica. Ma questo è un fenomeno che riguarda anche l’Italia. Anche se in Italia la legge vieta questa pratica (legge n.7 del 2006), la situazione è sempre più preoccupante e il dramma è nascosto. “Diverse sono le motivazioni per cui vengono effettuate e variano a seconda della comunità etnica di appartenenza – osserva Cotrina Madaghiele, presidente dell’Associazione Genere Femminile Quelle società che promuovono l'infibulazione si basano su una teoria secondo la quale la mutilazione dei genitali femminili non solo determina la purificazione della donna ma la aiuta anche a trovare marito. L'asportazione dei genitali esterni, infatti, indurrà la donna a non ricercare il piacere fisico permettendole, in tal modo, di arrivare pura al matrimonio e di non compiere successivamente atti di infedeltà. Una visione chiaramente fallocentrica che manca di sottolineare il gravissimo pericolo per l'integrità sia fisica sia psicologica a cui sono esposte le vittime dell'infibulazione. Le donne che la subiscono, infatti, rischiano gravi infezioni, specialmente al tratto urinario che viene spesso danneggiato durante l'intervento; emorragie, che possono continuare per diversi giorni a causa dei danni arrecati ai vasi sanguigni; nonché maggiori complicazioni durante il parto, a causa del tessuto cicatriziale che riduce sensibilmente la capacità di dilatazione del canale del parto. I rapporti sessuali diventano estremamente dolorosi, causando estesi sanguinamenti che ripropongono nuovamente problemi di infezioni ed emorragie. A ciò occorre aggiungere i danni psicologici, consistenti in un sensibile aumento nella possibilità di manifestare episodi di ansia, depressione, disturbi del comportamento o vari tipi di psicosi. Il fatto che molte donne continuino a supportare questa pratica dipende, essenzialmente, dalla paura di essere emarginate qualora si rifiutino di sottoporsi all'operazione. |
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