Creato da marzodelledonne il 06/03/2015

Marzo delle donne

Dalle questioni di genere alle storie di vita e di lavoro, i commenti di fatti di cronaca, idee e informazioni per rendere più bella la vita delle donne

 

Portatele al mare!

Post n°74 pubblicato il 16 Giugno 2015 da marzodelledonne
 

Sono donne di montagna, mai una vacanza, alcune di loro non hanno mai visto il mare, sembra impossibile nel 2015 ma è così, e ora vorrebbero realizzare questo desiderio, stanno facendo varie iniziative nel loro paese per raccogliere fondi, ma con scarsi risultati, ora cercano di farlo attraverso il web.
Auguro loro tanta fortuna e di poter realizzare questo desiderio, se lo meritano!

Tanta intraprendenza e voglia di vivere, tanta solidarietà fra donne non può passare inosservata, brave signore di Daone (Trento) ci andrete al mare.

Se siete curiosi, leggete qui

funne

 
 
 

Un nobel "sessista"

Post n°73 pubblicato il 12 Giugno 2015 da marzodelledonne
 

Da noi abbiamo avuto un rettore che ha fatto da giurato per un concorso di bellezza per studentesse universitarie, svilendo così l'istituzione universitaria, premiando la bellezza e non il merito, ci sono state delle proteste, ma tutto è finito lì, in Inghilterra invece la frase infelice di un Nobel per la Medicina, ha scatenato un putiferio, tanto che quando è rientrato in patria si è dovuto dimettere, altra cosa le anglosassoni...

La frase infelice pronunciata alla conferenza mondiale dei giornalisti scientifici è stata:

"Lasciate che vi dica qualcosa dei mei problemi con la ragazze", ha cominciato il 72enne docente di biochimica inglese. "Tre cose succedono quando le donne sono in un laboratorio: tu ti innamori di loro, loro si innamorano di te e poi, quando le critichi, scoppiano a piangere". Per questo, ha proseguito lo studioso, sarebbe conveniente avere laboratori di ricerca separati per i due sessi: i maschi di qua, le femmine di là. In sala c'è stato un tiepido battimani, ma l'imbarazzo, fra le molte giornaliste presenti al convegno, era palpabile. 

La reazione dell'University College London (Ucl), insieme a Oxford e Cambridge una delle tre più prestigiose università britanniche, dove Hunt ha una cattedra come professore emerito, è stata immediata: ieri il premio Nobel è stato costretto a dimettersi di fronte a un'ondata di sdegno da parte dell'intero corpo docente.

Noi in Italia siamo ancora ben lontani da queste giuste reazioni.
 
Nobel sessista 

 
 
 

Una cosa "normale"

Post n°72 pubblicato il 11 Giugno 2015 da marzodelledonne
 

Quando fare una cosa "normale" per noi, in altri paesi ti porta in galera, assistere a una partita di volley maschile in Iran è vietato e questa ragazza per averlo fatto, era finita in carcere, dove ha lottato fino a che non è stata liberata, Ghoncheh Ghavami ha fatto anche uno sciopero della fame contro la sentenza del tribunale di Teheran che l’ha condannata ad un anno di detenzione per aver “fatto propaganda contro il regime” andando a vedere la partita di pallavolo Iran-Italia in violazione ad una legge del 1912!

iran volley donne

Oggi la sua battaglia ha provocato un piccolo ma importante passo avanti, i
n occasione dei Mondiali di volley sarà consentito l’accesso «a un numero limitato di spettatrici». E in un futuro il permesso potrebbe essere esteso ad altre discipline.

L'emancipazione delle donne non è mai stata facile, ma in molti paesi è ancora una chimera. 

Per ulteriori approfondimenti, leggete qui


 
 
 

Nuovi farmaci anticancro troppo costosi per alcuni governi

Post n°71 pubblicato il 09 Giugno 2015 da marzodelledonne
 

"Il sistema sanitario inglese nega il rimborso dell’olaparib,un nuovo farmaco importantissimo per affrontare il tumore all’ovaio, circa 5.700 euro mensili per ogni paziente. La stessa cosa è avvenuta qualche mese fa per una molecola utile per aiutare la battaglia contro il cancro al seno. Si oltrepassa un confine bioetico sottile. Si negano le cure a un malato che potrebbe guadagnare anni di vita."

Così dice questo articolo che spiega la decisione di non mandare al collasso il sistema del welfare inglese per prolungare la vita di questi malati e malate, di qualche mese, senza garanzia di guarigione.

E' un ragionamento cinico, ma tale è stato fatto, quindi niente rimborsi per questi farmaci che solo qualche miliardario, se si ammala, potrà comprare.

Quanto costa qualche anno di vita in più e anche senza dolore? Perchè questi farmaci alleviano anche il dolore, a noi tutti non dovrebbe importare, è per questo che vanno spesi i soldi, non per tanti altri inaccettabili privilegi

malato

 

 
 
 

Stop alla infibulazione in Nigeria

Post n°70 pubblicato il 08 Giugno 2015 da marzodelledonne
 

Il governo Nigeriano ha inasprito le pene per chi mette in atto questa barbarie, la mutilazione genitale. Sono quasi 20 milioni le donne nigeriane che sono state sottoposte a mutilazione genitale e le organizzazioni per i diritti umani sperano che questa decisione spinga almeno altri 26 Stati africani a dichiarare illegale la procedura.

Anche in Egitto le donne sono costrette a subirla. Solamente nel 2008 il Parlamento ha adottato una legge che qualifica la mutilazione genitale femminile come un reato punibile con una pena detentiva da tre mesi a due anni o una multa da 1.000 a 5 mila sterline egiziane (fra i 100 e i 500 euro circa).

Il problema di questa normativa è che essa stabilisce un'eccezione al generico divieto di infibulazione ammettendo la "ablazione totale o parziale degli organi genitali esterni femminili" in caso di necessità medica. Di fatto questa clausola apposta alla normativa ha legittimato una prosecuzione indisturbata di questa pratica.


Attualmente il "primato" per il numero di donne infibulate è detenuto dalla Somalia, con valori pari al 98 percento. A seguire troviamo la Guinea, 96 percento; il Gibuti, 93 percento; l'Eritrea e il Mali, 89 percento; la Sierra Leone e il Sudan 88 percento. Stando alle stime compiute dall'Organizzazione mondiale della sanità, ogni anno circa 2 milioni di donne e bambine subiscono la mutilazione dei propri organi genitali. Il numero di donne infibulate nel mondo è stato stimato in 135 milion 

infibulazione

 Ma questo è un fenomeno che riguarda    anche l’Italia. Anche se in Italia la legge    vieta questa pratica (legge n.7 del 2006),    la situazione è sempre più preoccupante e    il dramma è nascosto.

  “Diverse sono le motivazioni per cui    vengono effettuate e variano a seconda  della comunità etnica di appartenenza –  osserva Cotrina Madaghiele, presidente  dell’Associazione Genere Femminile
 ma la criminale pratica delle mutilazioni genitali ha gravissime conseguenze fisiche, psicologiche e sessuali su chi le subisce. È una vera e propria violazione dei diritti umani e della donna”. 

Quelle società che promuovono l'infibulazione si basano su una teoria secondo la quale la mutilazione dei genitali femminili non solo determina la purificazione della donna ma la aiuta anche a trovare marito. L'asportazione dei genitali esterni, infatti, indurrà la donna a non ricercare il piacere fisico permettendole, in tal modo, di arrivare pura al matrimonio e di non compiere successivamente atti di infedeltà. Una visione chiaramente fallocentrica che manca di sottolineare il gravissimo pericolo per l'integrità sia fisica sia psicologica a cui sono esposte le vittime dell'infibulazione.

Le donne che la subiscono, infatti, rischiano gravi infezioni, specialmente al tratto urinario che viene spesso danneggiato durante l'intervento; emorragie, che possono continuare per diversi giorni a causa dei danni arrecati ai vasi sanguigni; nonché maggiori complicazioni durante il parto, a causa del tessuto cicatriziale che riduce sensibilmente la capacità di dilatazione del canale del parto. I rapporti sessuali diventano estremamente dolorosi, causando estesi sanguinamenti che ripropongono nuovamente problemi di infezioni ed emorragie.

A ciò occorre aggiungere i danni psicologici, consistenti in un sensibile aumento nella possibilità di manifestare episodi di ansia, depressione, disturbi del comportamento o vari tipi di psicosi. Il fatto che molte donne continuino a supportare questa pratica dipende, essenzialmente, dalla paura di essere emarginate qualora si rifiutino di sottoporsi all'operazione.

Ma ora qualcosa comincia a cambiare e bisogna rompere questi tabu, aiutare le donne a rifiutare questa terribile forma di violenza.

 
 
 

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