La riscossa del Sud

Sono trascorsi 153 anni dal quel fatidico 1861, quando dopo un plebiscita falso e corrotto l'antico Regno delle Due Sicilie fu annesso alla nuova Italiella. Ferro e fuoco fu portato dagli invasori in tutto il nostro territorio, e la nostra gente depredata, spogliata, uccisa. Fummo pivati non solo della libertà, ma insieme della dignità, dell'onore e del benessere. Da quell'ora fatale la nostra terra e la nostra gente è diventata preda degli avvoltoi del potere politico, del potere massonico, del potere mafioso. Dopo 152 anni nulla è cambiato, anzi le cose peggiorano, e continuiamo ad essere la terra dei rapaci. Ancora oggi gli eredi di quei "piemontesi" e "garibaldeschi" che ci conquistarono, insieme agli eredi di quei traditori del Sud, i nuovi ascari del nord, continuano a toglierci dignità, onore, benessere e libertà. Donna e Uomo del Sud... Giovane e Ragazzo del Sud... Anziano del Sud... non abbatterti e non perdere il tuo coraggio, questo è il tempo della RISCOSSA. Non scegliere più il potere del nord, è tempo di scegliere la tua TERRA.

 

GARIBALDI UN MITO CHE CROLLA

           

Per conoscere la verità potete andare anche a leggere il saggio storico scritto dal prof. Gennaro  De Crescenzo, proprio sul crollo del mito di Garibaldi

 Gennaro De Crescenzo,

Contro Garibaldi. Il mito in frantumi

- Casa editrice Il Giglio

               

Sulla figura di Garibaldi e del suo ruolo nella vicenda risorgimentale sono state date interpretazioni non sempre omogenee che, pur riconoscendolo sempre come eroe dell’unificazione italiana, hanno proposto sfumature diverse del personaggio, illuminandone alcuni tratti piuttosto che altri. Chi fu, dunque Garibaldi? L’eroe che dedicò la vita a combattere per ideali di libertà e di giustizia? Oppure lo strumento inconsapevole di una trama di potere ordita da massoni e liberali per impossessarsi dell’intera Penisola? O ancora, il rivoluzionario che collaborò attivamente alla conquista del Regno delle Due Sicilie, condividendo pienamente gli scopi e i mezzi delle forze unitariste? La risposta a queste domande sarà la chiave per rileggere l’impresa risorgimentale e le sue conseguenze che giungono fino ai nostri giorni.

  

 

LA FAVOLA DELL'UNITÀ

ECCO COME CI LIBERARONO

TG DOSSIER VERITA'

SU RAI 2

Se hai voglia di conoscere la verità sulla spedizione dei mille e sull'occupazione del Regno delle Due Sicilie puoi andare a leggere i seguenti testi:

Il Regno delle Due Sicilie

Tutta la verità

Gustavo Rinaldi     Editore: ControCorrente

Il libro racconta la storia del Regno delle Due Sicilie stroncando tutti i luoghi comuni e le menzogne che si ripetono da duecento anni. È un viaggio della memoria con testimonianze al di sopra delle parti per le nuove generazioni di meridionali alla conquista del presente: il futuro del Sud ha un cuore antico.

Garibaldi, Fauchè e i predatori del Regno del Sud

La vera storia dei piroscafi "Piemonte" e "Lombardo" nella spedizione dei Mille

Luciano Salera           Editore: ControCorrente

La Storia Proibita.

Quando i piemontesi invasero il Sud.

Autori Vari   

 Editore: ControCorrente

 

INNO DEL REGNO DELLE DUE SICILIE

Alla Reale Casa dei  Borbone

del Regno delle Due Sicilie

onore nei secoli

 

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Lotta per la Libertà

per tenere sempre nel cuore la nostra Patria, e rispolverare dalla polvere e dal fango, con il quale i vincitori hanno coperto la nostra antica gloria, la verità nascosta

 

 

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INSIEME PER RICORDARE

Post n°23 pubblicato il 22 Agosto 2008 da massimo.c58
 

14 agosto 1861 * 14 agosto 2008

PONTELANDOLFO (BN)

Giornata del Ricordo

 

Il 15 agosto 1861 il generale piemontese Enrico Cialdini, dalla sua sede di Napoli, telegrafò a Torino: << Ieri all’alba giustizia fu fatta contro Pontelandolfo e Casalduni >>.

Fu scritta in quel 14 agosto 1861, una pagina di storia ignominiosa, da quei barbari scesi dal nord a depredare la nostra terra. Una pagina di storia che per decenni è stata falsamente raccontata, facendo diventare eroi quei criminali, che venuti in nome di una presunta libertà, hanno portato povertà, fame, furto, sacrilegio e morte nella nostra Nazione Meridionale. Ma sotto le ceneri di Pontelandolfo e di Casalduni, e di tutte le altre città distrutte dall’iniquo conquistatore, è rimasta accesa la fiamma della redenzione. La memoria di quelle vittime innocenti, delle donne stuprate e uccise, dei bambini e vecchi massacrati, dei preti ammazzati, di quegli uomini e giovani fucilati senza nessun giudizio, di quei deportati fatti morire ingiustamente nei lager piemontesi, ritorna monito alla nostra mente, perché non vi può essere dignità senza giustizia. E solamente la giustizia può generare il perdono, e la possibilità di costruire un nuovo mondo.

Le Chiese depredate, le case bruciate, gli innocenti uccisi, la giovanissima Concetta Biondi, stuprata a morte, emblema di tutte le altre donne violentate,  le razzie e i furti, sono l’onta di uno Stato, che pur dichiarandosi liberale e democratico, è stata la peggiore dittatura per la  gente del Sud, come giustamente affermava  Antonio Gramsci, nel suo studio sulla questione meridionale.

E ritornano vive le parole di Carlo Alianello, grande anima cattolica e scrittore dello scorso secolo, che richiamava le coscienze su quando è avvenuto in quei terribili e sacrileghi anni, che la storiografia ufficiale chiama risorgimento italiano, e che invece fu il saccheggio e la conquista della Nazione Meridionale, e la più cruenta guerra alla religione e alla civiltà.

Non è possibile che l’Italia si lamenti e pianga sui genocidi che avvengono nel mondo, che si faccia garante di giustizia in altri paesi stranieri, o che ricordi con grandi manifestazioni il giorno della memoria dell’olocausto fatto dai nazisti nei confronti degli ebrei, o riconosca il genocidio dei turchi nei confronti degli armeni, quando, come ci richiama Alianello, non siamo capaci di riconoscere che i nazisti del 1860 e degli anni successivi, per tutte le contrade del sud, furono i piemontesi; e che  Cavour, Garibaldi, Cialdini, Bixio, Negri, e lo stesso Vittorio Emanuele II, e tanti altri  che la storia ufficiale chiama eroi e padri della Patria, sono criminali di guerra.

Questa memoria e questo desiderio di libertà e giustizia, hanno portato diversi a ritrovarsi a Pontelandolfo, nella verde provincia di Benevento, il giorno 14 agosto scorso, per vivere insieme il giorno del ricordo, di tutte le vittime, che qui  a Pontelandolfo, come nella vicina Casalduni, nelle altre contrade del sud, come sul Volturno, a Capua, a Messina, a Gaeta e Civitella, nella prigione di Fenestrelle, di quei nostri coraggiosi antenati, che hanno intriso del loro sangue la nostra terra.

Che commozione ritrovarsi proprio su questa terra di eroi, e potersi inginocchiare per baciare quelle zolle, che naturali reliquiari conservono la memoria e il sangue delle vittime innocenti.

Ritrovarsi in tanti, fratelli e sorelle, giovani e meno giovani, bambini e adulti, uomini e donne, uniti dallo stesso ideale, dalla stessa passione per la Patria perduta, ma ora ritrovata, dallo stesso amore per la verità, dall’identico desiderio di libertà e redenzione.

Stringersi tutti insieme attorno alla stessa bandiera, quella bandiera biancogigliata, per la quale i patrioti meridionali dettero volontariamente la vita, e poterla baciare e stringere al cuore.

Ricordare insieme le vittime, e con esse rammentare Re Francesco II, la Regina Maria Sofia, che come il loro popolo e per il loro popolo, soffrirono la calunnia, furono bersaglio delle bombe e dei proiettili di Cialdini, patirono la fame e la stanchezza, subirono l’esilio e la persecuzione.

Poter alzare ancora al vento la bandiera della nostra Nazione, e vederla sventolare per quelle strade, così come sventolò tra le mani di quegli uomini e quelle donne, che per desiderio di libertà e per difendere la loro dignità, si fecero “briganti e brigantesse”.

Poter ancora gridare, liberamente e a voce alta, come quegli eroi del 1861, viva o ‘Rre, viva Francesco II di Borbone, sapendo che in lui possiamo ritrovare la dignità del popolo meridionale, che non si vende mai, anche a costo di povertà ed emarginazione.

È stato bello il convivio, interessante il dibattito, sentita e commovente la celebrazione eucaristica, felice l’abbraccio con tutti i convenuti, quei duosiciliani che vivono ancora il loro esilio nel Veneto, o in Piemonte, nell’Emilia Romagna, e che sono venuti appositamente per vivere quest'evento, quelli venuti dalle diverse province del Regno, dalla Puglia, dalla Calabria, dal Lazio, da tutta la Campania, e che numerosi hanno voluto partecipare a questa giornata del ricordo.

Ore trascorse insieme nella memoria, guardando avanti verso un nuovo futuro, perché le ingiustizie del passato, e che ritornano nelle vicende di questo nostro drammatico presente, possano cambiare attraverso un impegno decisivo di liberazione e autonomia.

Triste accorgersi che pochi di Pontelandolfo hanno preso parte all’evento, forse distratti dal caldo estivo, forse indifferenti, perché non conoscono la triste vicenda dei loro avi, forse perché è ancora forte quella falsa e triste propaganda dei prezzolati politici e storici risorgimentalisti, che vogliono tacciare come “briganti” quelle vittime innocenti, che furono eroi e partigiani. È l’indifferenza di tanti buoni meridionali, ai quali la verità è stata nascosta, e che per anni è stata imposta una pressione psicologica attraverso una falsa cultura della storia, attraverso falsi leggende e oscuri miti. E ancora ci sono questi ascari moderni, che considerano liberatori gli assassini, e criminali le vittime.

Ma il tempo darà ragione alla giustizia, e verrà l’ora in cui tutti i meridionali sapranno distinguere il vero dal falso, il bene dal male, e sapranno ritrovare la strada del loro riscatto.

E anche nelle nostre città torneranno a suonare le campane della riscossa, e si abbatteranno gli idoli del risorgimento, e cancelleremo dalle nostre strade i nomi di quei criminali che si macchiarono del sangue innocente dei nostri avi, e innalzeremo nuovamente l’emblema della nostra libertà, e si moltiplicheranno ovunque le giornate del ricordo, perché nuovamente liberi e padroni della nostra vita, potremo ancora cantare l’antico inno della nostra libera Nazione Napoletana.

  

         VIDEO CHE RACCONTA ATTRAVERSO LE FOTO

                 L'EVENTO DI QUESTA GIORNATA

E NEL QUALE RECITO UNA MIA POESIA SCRITTA IN QUEL

GIORNO E DEDICATA ALLA NOSTRA NAZIONE VIOLENTATA

                           Suonano le Campane 

..... E  suonano ancora le

campane,   il loro mesto suono,

per  te  Pontelandolfo, città martire,

per Casalduni, per tutte

le nostre contrade di

questa martoriata Terra,

per ogni uomo o donna,

giovane o vecchio,

per gli innocenti bambini,

per gli eroici soldati delle Due Sicilie,

di questa nostra sacra Nazione

che fu immolata da oscuri interessi

ma che vive eterna

nel cuore dei suoi figli.

..... E  suonano le campane,

in memoria di chi ha

dato la vita per la propria bandiera,

per la creatura innocente,

che violentata dalla bruttura dell’uomo,

ha saputo tenere vergine

il suo cuore, ad un giuramento antico.

…..E suoneranno ancora, queste

campane, non più meste,

ma suono di festa,

quando il cuore della nostra gente,

volto al perdono, e insieme

carico di desiderio di libertà, e

la volontà di ritrovare

la sua antica dignità,

saprà ancora lottare per la sua Terra,

saprà ridare ancora voce

al suo destino di popolo libero.

E nuova sorgerà dalla cenere

la memoria del glorioso passato,

e nuova sorgerà sui sassi insanguinati

la nostra nuova Nazione.

      Massimo Cuofano 14 agosto 2008

 

Commenti al Post:
ofelia770
ofelia770 il 22/08/08 alle 11:05 via WEB
Carissimno Massimo, la storia è storia. I documenti comprovano ciò che con tanta passione hai scritto. Non tutti i Borbone furono stinchi di santo, ci fu anche qualche Re che ci vendette al nemico e che, dei partigiani di napoli che volevano difendere la loro città, ne fecero martiri. Ma non c'è guerra senza sangue e non c'è verità che voglia essere ascoltata quando ormai sono passati tanti anni. I Savoia hanno pagato con l'esilio. Oggi, i loro discendenti non sono altro che marionette da cabaret. Bellissimo invece il gesto dell'ultimo dei Borboni che ha voluto sposarsi nella sua Regione, che ha dato i nomi degli avi alle proprie figlie. Ma questa repubblica, nata nel sangue e nella menzogna e finita nella m...(perdonami) è quello che ci ritroviamo adesso. I sentimenti restano quelli che sono, gli ideali pure, ma illudersi che qualcosa possa cambiare...è pura utopia, purtroppo! Un abbraccio.
 
Dovere_di_vivere
Dovere_di_vivere il 22/08/08 alle 14:07 via WEB
Ricordare può essere utile per imparare dalla storia a non ripetere gli stessi errori. Aprrezzo sempre chi dà una visone alternativa della storia. Disprezzo chi (la scuola dell'obbligo) ci ha raccontato (e racconta) belle frottole. A metà novecento sapere queste versioni dei fatti era scomodo alla Stato. Oggi lo Stato se ne frega perchè sa che è passato molto tempo e permette una pseudolibertà d'idee. Non credo che lo Stato all'epoca avrebbe permesso di scrivere su queste vicende. Per tal motivo ribadisco che sia molto utile ricordare, sopratuttto ora che le spinte autonomistiche sono varie ed in più regioni d'Italia. Non credò però che si potrà andare oltre forme di autonomie federali. Piacere, DDV. ^_^
 
massimo.c58
massimo.c58 il 22/08/08 alle 14:42 via WEB
L'Utopia è proprio il nostro futuro, carissima amica, e Tommaso Moro, grande uomo, ha scritto un libro intitolato l'utopia. A volte essa sembra un sogno irragiungibile, un mondo fantastico... eppure forse è proprio l'utopia la vera realtà. L'utopia può essere considerato il pensiero più moderno e realizzabile che ci sia, perchè per utopia, usando la scala del Moro, bisogna intendere la forza della ragione e della cultura nella vita sociale. Utopia è la vittoria dello spirito sulla materia, dell'intelletto sull'istinto, della giustizia sull'ingiustizzia, della verità sulla falsità, della pace sulla ricerca della guerra. Ma essa non può nascere se non dagli spiriti liberati da ogni ricerca esasperata dell'io, essa è frutto del dialogo, della comprensione, del perdono, della giustizia, della verità, dell'amore. Forse utopico fu Re Francesco II, e questa sua utopia segnò una sconfitta apparente, ma egli fu un vittorioso, perchè oggi si raccolgono i frutti della sua utopia. La ragione, la sola ragione, può costruire un mondo migliore e reale. Tutte le altre società, nazioni o ideologie, nate dalla violenza e dalla guerra, non hanno vita, non hanno futuro. Utopico fu Gandhi, pagando di persona, ma la sua utopia ha avuto ragione sulla forza.Utopico è Cristo stesso, il nostro stesso Dio cristiano, che lascia la sua perfezione per venire a cercare nell'imperfetto la sua creatura. Non ha paura di sporcarsi, non teme il giudizio umano, e non si preoccupa di conservare se stesso... ma sa che solo dando la vita si può salvare il mondo. Ecco perchè gli antichi cantavano, nessun dio è come il nostro Dio, largo nell'amore. L'Utopia è l'Amore, ma solo l'Amore può salvare il mondo. L'egoismo, l'arrivismo,il potere, la ricerca del proprio interesse, l'avidità, sono apparenze e portano alla morte, mentre l'Utopia è la Vita... ma una vita che va ben oltre il sensibile, l'Utopia è la Vita Eterna. Ecco mia cara, e amici miei, la fede che non dobbiamo mai perdere, la certezza che il mondo cambierà, che la giustizia trionferà, che la verità avrà la meglio... perchè il Dio cristiano, l'Utopico per eccellenza, abbassa i superbi e innalza gli umili, rimanda i ricchi a mani vuote e abbonda di beni gli affamati, capovolge i potenti dai troni e sostiene i vinti, rende vano le bugie dei grandi e degli iniqui, e innalza la verità e la giustizia. Io credo che questo è il futuro del mondo, l'Utopia, e in questo futuro vedremo nascere un mondo migliore e nazioni libere e pacifiche. Non perdere la Speranza, perchè tutto questo già sta avvenendo. Quando tutto sembra capovolgersi, quando il caos ha invaso il mondo, allora Dio sta facendo nuove tutte le cose. Auguri a te e a tutti e buon combattimento!
 
massimo.c58
massimo.c58 il 22/08/08 alle 15:25 via WEB
Caro amico di Catania, aldilà degli opportunismi dello stato, e della falsa cultura storica e dei lavaggi psicologici fatti negli anni scorsi, c'è la Verità che non potrà mai sparire. La Verità è costata sangue, sofferenza, umiliazioni. Ma essa, pur tenuta seppellita, è rimasta viva, ed oggi è forse il tempo della rinascita. Sarà essa portata dall'autonomia, dal federalismo, dalla secessione, poco importa. L'importante è che la Verità vinca, perchè solamente la Verità ci farà liberi. Non è strano che proprio dal nord industrializzato e ricco, sia venuta questa smania di secessione. Come dicevo nell'altro commento, un potere costruito sul sangue innocente, sulla violenza e la falsità, sulla sopraffazione del prossimo, è un potere destinato al suicidio (vedi il comunismo, il fascismo e tutti i totalitarismi della storia). Tutto il male del sud è venuto dal nord, ed ora è proprio dal nord che viene la spinta a giudicare quei violenti che vennero a distruggere la nostra libertà, il nostro benessere, la nostra Nazione. E dovremmo forse temere noi questa separazione? Il Nord opulente ed industrializzato, dice che noi siamo una palla al piede.... la vera palla al piede sono loro, e c'è l'hanno messa a noi ben 148 anni fa. Il nostro mezzogiorno, che era poi il quasi millenario Regno delle Due Sicilie, e che abbracciava oltre metà dell'Italia, Abruzzi, Molise, Basso Lazio, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia, paese ricco di sole, di mare, di aria buona, di verde, di bellezze naturali e di monumenti storici,paese ricco di artisti,di gente di cultura, di artigianato, di menti fantastiche, paese dove l'agricoltura, modernizzata e ripresa, potrà migliorare la condizione del sud, paese dove troviamo olio e vino buono, addirittura una buona percentuale di grezzo petrolifero, di gas che si produce nel sottosuolo, paese dove si produce la Ferrarelli, Gaudianello, Monticchio e altre acque buone, è un paese che, riuscendo ad avere la sua autonomia e dignità, non ha bisogno di alcun assistenzialismo. Avevamo la nostra agricoltura avanzata, le nostre industrie, i nostri minerali, ma dopo il 1860 hanno distrutto tutto per rendere il Nord sempre più ricco, e il Sud sempre più povero,così da poter portare via dal sud le forze giovani, e venderle come schiavi alle industrie del nord. Hanno distrutto paesi, vedi Pontelandolfo in Campania o Bronte in Sicilia, E oggi continua questa farsa. Non è il sud la palla al piede del paese, ma il nord è stato ed è per noi la palla al piede. Questo nord che ieri, come oggi, ci chiama terroni, africani, marocchini. Certamente non tutti, perchè anche al nord ci sono persone sensibili e libere, oggi come ci furono ieri (quanti piemontesi si commuovevano dinanzi ai poveri deportati meridionali e quanti anche del nord disapprovarono la guerra del Savoia e di cavour). Ma forse riusciremo meglio a trovare una intesa di comunione, se nord e sud avranno la loro parità di diritti e di doveri. <perciò continuiamo a raccontare la nostra storia, continuiamo a dire la verità, continuiamo a sperare e a costruire il futuro... noi, solo noi meridionali, possiamo redimere la nostra Nazione delle Due Sicilie. Un segno è già venuto dalla Sicilia con la forza data ad autonomia per il sud... chissà che questa auonomia, che già trova qualche passerello in Calabria, non si allarghi a tutto il sud. Noi facciamo la nostra parte, e sono certo che il futuro ci darà ragione. Buona battaglia!
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 22/08/08 alle 19:11 via WEB
caro massimo ti faccio i complimenti sia per il video sia per la poesia. fai bene a diffondere la relta' del tempo che fu purtroppo oggi non ti fanno ricordare niente, forse hanno paura della verita' .mi auguro che qualcosa cambiera' per la nostra terra, ma in verita' sono molto sconcertato, c'e' una grande apatia in giro, io sul mio blog scrivo dei problemi attuali che ci affliggono ma vedo che non interessa a nessuno ho scritto quello del caro libri ,niente, quello dei fitti in nero ,niente poi come fanno in tanti scrivono cose inutili o qualche nudo allora tutti si precipitano a commentare, e tutto utopia come dici tu un abbraccio
 
jeanfleur
jeanfleur il 22/08/08 alle 19:49 via WEB
caro massimo il messaggio di cui sopra e' il mio non avevo fatto il login,ciao jeanfleut
 
Akire28
Akire28 il 23/08/08 alle 20:18 via WEB
Complimenti per il tuo blog, una appassionata di storia come me non poteva che apprezzare. Bisogna ricordare che la campania e il sud non è e non è stata solo monnezza!!!saluti
 
crocco57
crocco57 il 23/08/08 alle 20:28 via WEB
grande massimo
 
Charles.de.Bourbon
Charles.de.Bourbon il 24/08/08 alle 08:42 via WEB
E' giusto e doveroso ricordare i nostri caduti e rendere omaggio al Re. E' bello riscoprire l'orgoglio di essere meridionali, di essere nazione. Mi chiedo pero' con quali mezzi si possa pensare di interrompere il circolo vizioso di sottosviluppo nel quale la guerra di annessione piemontese ci ha gettato. Gia' all' indomani della fine della guerra, le risorse migliori che le Due Sicilie potevano esprimere - coloro che rimasero fedeli alla Patria - furono costrette all' esilio, alla deportazione o alla vita in clandestinita' lasciando le nostre belle terre nelle mani di traditori e masnadieri travestiti da liberali. Fatte le dovute proporzioni, il fenomeno continua ancora oggi. Dal 1997 al 2008 seicentomila (!!!) meridionali hanno spostato la propria residenza al centro-nord. ( http://www.businessonline.it/1/EconomiaeFinanza/2296/problema-arretratezza-meridione-italiano.html) Le nostre Universita' continuano a formare laureati di grandissime qualita' che vanno a generare ricchezza al nord, o in altri paesi. Gli operatori economici, stretti nella morsa vessatoria di Stato e anti-Stato, portano le loro attivita' altrove. Nelle pubbliche amministrazioni, cosi' come nelle aziende private, diritto e meritocrazia sono sostituite da appartenenza e conoscenza spingendo coloro che hanno piacere di far bene il proprio lavoro e vederne i frutti a cercare migliori opportunita' altrove. Il Sud si potra' rialzare solo quando troveremo gli strumenti per trattenere o addirittura richiamare sul territorio coloro che potrebbero guidarne e implementarne la rinascita...
 
neapolitan81
neapolitan81 il 24/08/08 alle 13:36 via WEB
Ci vuole coraggio oggi a ricordare la storia. Primo Levi scrisse che si trattava di un obbligo, cui molti di noi purtroppo non ademopiono. Ritornare indietro è, sicuramente, impossibile, ma guardare avanti è necessario, un male necessario, per evitare ancora una volta di subire una massificazione, stavolta dettata dai mezzi di comunicazione di massa, alla quale già troppe volte abbiamo aderito peggio delle pecore dietro il loro cane. Cave canem...
 
massimo.c58
massimo.c58 il 25/08/08 alle 01:13 via WEB
Giusto.... non è possibile tornare indietro, e i danni fatti restano... ed è giusto guardare avanti per costruire meglio ciò che non è stato costruito.... e ricostruire ciò che è stato distrutto. Ecco perchè è importante la storia, essa ci aiuta, pezzo per pezzo, a costruire il nuovo, guardando all'antico.... e a costruire il bene, meditando sul male. Fino ad oggi non c'è stata riflessione storica, e si è rattoppato tutto, costruendo fango su fango, fino a che tutta questa costruzione sta crollando. Ora che il fango è alla gola, ora possiamo fare tutto nuovo.
 
viacolvento56
viacolvento56 il 28/08/08 alle 02:50 via WEB
Un abbraccio e un sorriso. Tonia
 
monnalisa_1953
monnalisa_1953 il 28/08/08 alle 11:29 via WEB
interessante il tuo blog complimenti serena giornata
 
rivlaricarica
rivlaricarica il 30/08/08 alle 15:53 via WEB
Ciao Sono d'accordo con te.Siamo stati invasi,occupati dall'esercito piemontese.Abbiamo avuto i nostri eroi e martiri.Ma non possiamo vivere di ricordi rimpianti e sperare che tutto torna come 150 anni fa.Non facciamo i separatisti come quelli della Lega Nord. A proposito sei capace di trovare il video della canzone di Battisti "Anche per te".Ciao
 
violette51
violette51 il 01/09/08 alle 12:31 via WEB
sicuramente ci son state delle verita' nascoste coem spesso accade..ma inutile ripensare a cose ormai passate...un inutile divisione -bisogna soloo collaborare x migliorarci...ciao grazie.vio
 
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Un blog di: massimo.c58
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UN AVVISO PER I VISITATORI DEL BLOG

Per avere un quadro più completo delle tematiche affrontate in questo blog vi consiglio di leggere i diversi post, i vari box  e di vedere i video inseriti, dove tratto sulla storia e le vicende del Regno delle Due Sicilie, della sua arbitraria occupazione e sulle vicende nere del risorgimento italiano.

Inoltre chi desidera saperne di più può visitare i seguenti siti web

Reale Casa dei Borbone delle Due Sicilie

 Associazione dei neoborbonici

Casa editrice Il Giglio

http://www.comintatiduesicilie.it/ 

 

o ad  altri link che ho inserito nella lista apposita

e raccomando l'iscrizione alla Rete di Informazione delle Due Sicilie, diretta da Alessandro Romano, per farlo basta inviare una mail a 

 alessandro.romano19@tin.it  

 

UNA PROPOSTA PER TE

Se ami questa nostra terra e ti senti figlio di questa Nazione e vuoi veramente riprendere la tua identità storica, allora è necessario che tu ti informa.... vengo a proporti, oltre i libri che di tanto in tanto inserisco, di abbonarti alle seguenti riviste:

L'Alfiere, Pubblicazione Napoletana Tradizionalista, fondata nel 1960 da Silvio Vitale. Esce ogni quattro mesi, 24 pagine. Per sottoscrivere l'abbonamento o per richiedere gli arretrati disponibili, scrivete ad Edoardo Vitale: edoardo.vitale@tele2.it

visitate il sito:   http://www.lalfiere.it/ 

Per sottoscrivere un abbonamento annuo alla rivista Nazione Napoletana, tiratura quadrimestrale, basta versare 10 € sul CCP N° 31972805, intestato a Gabriele Marzocco, corso Chiaiano 28 - 80145 Napoli - Na.

  http://www.nazionenapulitana.org

        

Due Sicilie, periodico per l'indipendenza dei Popoli delle Due Sicilie, diretto da Antonio Pagano.

Si pubblica ogni due mesi, quaranta pagine a colori. 

Per informazioni: anpagano@alice.it oppure due.sicilie@alice.it

    

Riscossa Meridionale, organo del Movimento Politico "Terra e Libertà"

www.terraelibertasud.it

  

 mensile “Il Nuovo Sud” periodico  di opinione  ilnuovosud@libero.it

 

ANDIAMO A LEGGERE CHI SONO I SAVOIA

 

Lo stato italiano (leggasi piemontese) è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'italia meridionale e le isole uccidendo, crocifiggendo, squartando vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti (Antonio Gramsci)

Antonio Ciano: 

I SAVOIA E IL MASSACRO DEL SUD Editore Grandmelò( Prefazione di Lucio Barone )

Davanti alla perseverante politica antimeridionale  l'autore, senza peli sulla lingua, stila un atto d'accusa forte e determinato nei confronti delle classi dirigenti passate e presenti.

Il fraseggio è volutamente pesante  come a significare che la pazienza è finita e che non è più tempo di plagi, di arrotondamenti, di bugie artatamente costruite ai fini della mistificazione più becera della verità che è e resta sacra in quanto tale.

Il lettore potrà in un primo momento risentirsi per gli epiteti indirizzati alla volta degli "assassini" del Sud, ma proseguendo nella lettura si accorgerà che essi sono utili ad esternare lo stato d'animo dell'autore che desidera sopra ogni cosa risvegliare l'orgoglio dei meridionali per  troppo tempo oppressi da una montagna di falsità.  

Non ci sono dubbi. L'inizio dei guai economici del meridione è da ricondurre al momento della cruenta conquista da parte del Piemonte, così come la condizione di continuo sbando delle popolazioni del Sud è frutto di una gestione discriminante dei governi unitari che si sono succeduti dal 1861 al giorno d'oggi.

Antonio Ciano racconta gli eventi della barbara conquista savoiarda rimarcando più e più volte le figure dei cosiddetti "eroi nazionali", cui sono state dedicate strade e piazze in tutt' Italia, evidenziandone la crudeltà e la ferocia con la quale essi  hanno spento nel sangue tutti i tentativi di insorgenza che vanno dal 1861 al 1870.

Per l'autore il tempo della menzogna è finito, la coscienza del Sud riemerge giorno dopo giorno e per i criminali di guerra piemontesi sta giungendo il giorno del giudizio.

La convinzione più che la speranza è che, in concomitanza con il recupero della verità storica, le popolazioni del Sud potranno finalmente riscattare l'autonomia, l'autodeterminazione, la libertà.      

 

Le Loro Altezze Reali

i Principi Carlo e Camilla di Borbone delle Due Sicilie,

Duca e Duchessa di Castro

 

 

 

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OMAGGIO AI RE DELLE DUE SICILIE

                         

 

 ONORE AI NOSTRI

AUGUSTI SOVRANI

ONORE AI RE E ALLE REGINE

 DI BORBONE

 DELLE DUE SICILIE

 

    sempre nei nostri cuori

 

AI DIFENSORI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE

Ormai tutti sanno che l'occupazione del Regno di Napoli fu un sorpruso da parte del Piemonte, che attraverso intrighi politici e la complicità della massoneria, corrompendo ufficiali e ministri e provocando scontri interni attraverso la collaborazione di mafiosi e camorristi, con lo sbarco dei mille iniziò l'usurpazione della nostra terra. Ma contro quest'usurpazione lottarono fino alla fine gli eroici soldati del Regno, il popolo duosiciliano,  uomini e donne che furono poi chiamati briganti, ma che si opposero a quest'ingiustizia. Con questi,  quegli eroici soldati del Volturno, e quelli che insieme ai  cittadini di Gaeta, di Civitella del Tronto e di Messina,  co il loro  Re Francesco II e la Regina Maria Sofia, continuarono a lottare per il Regno e la libertà.

         Onore  agli eroici

        difensori del Regno

         delle Due Sicilie

        

I libri che parlano dei nostri eroi:

       

AA. VV.  La difesa del Regno

Gaeta  Messina  Civitella del TrontoEd. Il Giglio

         

Non mi arrendo. Romanzo storico.

Da Gaeta a Civitella, l'eroica difesa del Regno delle Due Sicilie.

Gianandrea De Antonellis  Editore Contro Corrente

 
 

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