C'ERA UNA VOLTA...VIAGGIO NELLA MEMORIA STORICO-CULTURALE DEL MERIDIONE D'ITALIA |
C'ERA UNA VOLTA IL TORNESE
C’era una volta un Regno… florido e ricco, baciato dal sole e bagnato dal mare… C’era una volta un Re ed una Regina… che per amore della loro gente scelsero l’esilio… C’era una volta un popolo… un popolo felice, un popolo leale che rimase orfano.
Sono il cantastorie e vi parlerò di un popolo che oggi è chiamato "terrone" e di una Terra strozzato dalla indifferenza e dal delinquere, ma che una volta, non tanto tempo fa è stata una grande Nazione; un Paese unito e libero per più di ottocento anni, industriosa e all’avanguardia su tutti i campi. Questo senza far inutili polemiche o sfociare nel campanilismo più assurdo. Questo blog ha il difficile compito di cercare di ridare dignità al popolo meridionale, un popolo che sta attraversando un momento estremamente difficile e che non può più vivere di promesse, ma ha bisogno di certezze. Non possiamo però parlare di futuro se non si conosce il passato, Leonardo Sciascia ha detto: “il nostro è una paese senza memoria e verità”, aggiungendo “la sicurezza del potere si fonda sull’insicurezza dei cittadini”. Per questo parliamo del nostro passato; chi eravamo, raccontiamo la nostra storia: C'era una volta un regno..."
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Post n°33 pubblicato il 31 Agosto 2008 da Unione_Sud
INVITO Martedì 9 settembre 2008 Ore 17.30 Napoli, Castello Maschio Angioino, Sala della Loggia Presentazione del volume di Nadia Verdile Un anno di lettere coniugali Da Caserta, il carteggio inedito di Ferdinando IV con Maria Carolina Spring Edizioni, Caserta 2008 Ne discute con l’autrice Ruggero Guarini, giornalista e scrittore Modera Giancristiano Desiderio, giornalista Saluti Antonio Funaro, Consigliere Comune di Napoli Filippo De Innocentis, Presidente Dip. Storico Associazione Culturale Esperide Vincenzo Nigro, Direttore editoriale Spring edizioni Musiche e canti di Peppe Iovane, Antonella Costanzo, Antonio Chiacchio, Salvatore Ippolito, Salvatore Liguori, Maurizio Sallustio Letture di Vincenzo Misefari e Dafne Rapuano Un opera inedita sul carteggio di Ferdinando IV con la moglie Maria Carolina, nel periodo tra il 1788 e il 1789. Tenerezze e affettuosità nascoste alla ricostruzione biografica di questi due sovrani che sono stati mutilati dalle vicende storiche successive che ne hanno per sempre favorito la conoscenza. |
Post n°32 pubblicato il 20 Agosto 2008 da Unione_Sud
Pontelandolfo e Casalduni, due Comune tristemente noti per il feroce eccidio dell'esercito italiano sulla popolazione civile. Un battaglione di circa 500 bersaglieri, rase al suolo i due centri del beneventano. Il numero delle vittime non è stato mai ufficializzato. Il 14 Agosto 2008 si è tenuta la commemorazione delle vittime di Pontelandolfo, un folto numero di meridionali, proveniente da tutte le regioni d’Italia è accorso al raduno organizzato dall’amico Fiore Marro (Seg. Naz. dei Comitati Due Sicilie) e Renato Rinaldi (Coordinatore dei Comitati Due Sicilie). Grazie ai CDS si è data dimostrazione di un compatto e consistente mondo meridionalista, che nonostante le insidie politiche, ieri ha onorato le vittime dell’eccidio del 1861, abbandonate ad uno spinoso oblio durato 147anni. Il Dipartimento Storico Due Sicilie dell’Ass. Culturale “Esperide”, ringrazia i Comitati Due Sicilie e tutti i presenti per il riuscitissimo evento. Un forte, fraterno ringraziamento a Fiore Marro con l’augurio di continuare per questa giusta strada, percorrendola con ardita passione. _________________________________________________ Foto della giornata commemorativa dal sito pontelandolfonews: |
Sei anni dopo l’annessione all’Italia, la Sicilia insorse con efferata ferocia. Tutto ebbe inizio con la solita renitenza alla leva, come era cominciato anche qualche anno prima per la parte continentale. Nell’agosto del 1865 numerosi reggimenti del regio esercito rastrellarono le case alla ricerca dei giovani, numerosi sono i paesi messi a farro e fuoco, privati di acqua ed altre prime necessità. La resistenza sulle montagne si intensificano e solo nell’Agosto vengono deportati in Piemonte più di 15000 giovani di ogni età solo con lo scopo di sottrarli all’arruolamento nella resistenza. Nel Marzo 1866 da Palermo il Prefetto Torelli annuncia di essere preoccupato temendo una sommossa nelle carceri per il loro sovraffollamento. Nel frattempo, il prezzo del grano aumenta, manca l’acqua per irrigare i campi e si arresta persino gli scontenti. A Settembre insorge Monreale, subito dopo Palermo. Gli scontri nel capoluogo siciliano durano tutta la notte, mentre a Monreale la guarnigione indietreggiò lasciando la cittadina in mano ai rivoltosi. Si inneggia “Francesco II e alla Sicilia libera, a Santa Rosalia e alla Repubblica”. Si ristabiliscono i nomi originali alle strade e piazze abbattendo la toponomastica italiana filo-piemontese. Il 17 Marzo insorge: Misilmeni, Termini Imerese, Villabate, Santa Flavia, Corleone, San Martino delle Scale, Torretta, Marineo, Montepepre, Reacalmuto, Casteldoccia, Lercoda Friddi. Il giorno seguente, il 18 Marzo sbarcano militari con il compito di reprimere le rivolte, ma costretti ad indietreggiare perché aggrediti dalla gente che in gran parte combatteva con le sole mani. Le navi iniziano a mitragliare e a cannoneggiare le città vicine alla costa, il 21 Palermo è messa a ferro e fuoco da soldati sbarcati da navi provenienti da Livorno e Cagliari. Bombardamenti ininterrotti ordinati dall’ammiraglio Augusto Riboty, reduce della sconfitta di Lissa; Stessa cosa per l’ammiraglio Persano, che spera di riacquistare l’onore trucidando i civili (La marina italiana era reduce della fallimentare ed umiliante sconfitta a Lissa a danno della flotta austriaca). Tra il 21 ed il 22 sbarcano a Palermo 3 reggimenti bersaglieri con a capo il generale Raffaele Cadorna “commissario Regio con poteri straordinari” il quale istituì come prima cosa un tribunale speciale. Subito inizia la repressione. Si contano in una sola giornata oltre 2000 morti e 3600 imprigionati. Stessa sorte tocca per le altre città insorte. Palermo è occupata militarmente e viene trattata come una città nemica, si spara a vista. Un ufficiale del 10° granatieri Antonio Cattaneo fa uccidere due frati che lo supplicarono di cessare il fuoco ed un mendicante storpio, che chiedeva l’elemosina. Specialità di questo ufficiale era di ordinare fucilazioni di massa ai bordi di fosse comuni. Cadorna si accanisce contro la popolazione e soprattutto contro il clero, accusato di fomentare le rivolte arrivando a vietare l’abito talare. Sono espropriate chiese e monasteri, molti frati fucilati e imprigionati, compreso il novantenne vescovo di Monreale, Benedetto d’Acquisto; etichettato come il “brigante d’Acquisto”. Francesco Crispi promosse l’esproprio dei beni ecclesiastici in Sicilia che poi comprò in gran parte sotto falso nome per poche lire. Il questore di Palemo Felice Pinno teneva in carcere persone prosciolte o assolte. Le navi britanniche sorvegliavano le coste, come era accaduto durante l’azione garibaldina. Avevano il compito di sbarcare per stabilire un governo provvisorio protetto dall’Inghilterra nel caso i rivoltosi avessero alla meglio sulle autorità italiane. Dello stesso anno il 21 e 22 Ottobre in Veneto e a Mantova viene imposto il solito falso plebiscito. Tutto si svolge sotto le vigili baionette dei bersaglieri. Ci fu molta disinformazione, fu fatto credere che quel voto serviva per l’autonomia del Veneto all’Austria e non l’annessione all’Italia. Vittorio Emanuele II entrò a Venezia il 7 Novembre tra un gruppo di persone silenziose ed ostili. Onore e vergogna di una storia nascosta Si conclude l’anno 1866 con 59 prefetti: 43 Piemontesi, il restante toscani ed emiliani. |
Post n°29 pubblicato il 02 Marzo 2008 da Unione_Sud
Gaeta, Novembre 1860 E chi glielo avrebbe detto che lui ora era qua su uno sperone di roccia battuta dalle palle di cannone come un’eroe dei quadri che aveva visto una volta al Museo di Capodimonte. Si sentiva come se fosse già grande. Era solo un cadetto ma quel giorno faceva la guerra come un soldato vero. Certo la divisa cominciava a stargli stretta e s’era pure rovinata nella polvere e nella terra della trincea. Ma fuori, fuori sembrava Piedigrotta tra botti tonfi e spari. Tutta Gaeta sparava e non era a salve. Dio quanto era bello Monte Orlando, guardava verso il basso ed il mare era così blu da sembrava di diamante. Vide gli spruzzi filanti verso la prua della nave sabauda che li sfidava. Cannoni da fortezza contro navi da battaglia come nel manuale della scuola militare. Solo che non era sui banchi dell’aula. L’odore, i rumori erano quelli della guerra vera. Caricarono ancora. “Pronti! Fuoco !!”. Inquadrarono nel mirino del pezzo d’artiglieria il tricolore della fregata: “Questo ai Savoia e questo a Garibaldi”. La batteria faceva il suo dovere sputando fuoco dal crinale. Ei proiettili del cannone si potevano quasi vedere fermi in aria. Ma la battaglia non andava bene. Erano circondati. Da terra le postazioni del nemico si erano moltiplicate e non contenti quei “fetentoni” si facevano sotto sempre più vicini. In piazza un capitano aveva detto che si stavano spingendo da Monte Cristo a ridosso degli spalti per aggiustare il tiro. “Da là ci fanno secchi senza temere neanche uno starnuto”. Il tiro di controbatteria finiva corto. Molti pezzi erano dei tempi di Bonaparte, pochi avevano canne rigate. Ma il coraggio quello non mancava di certo. Lontano una corvetta piemontese puntava verso sud. Nella ridotta della batteria tre ragazzini effettivi al Reggimento Regina e un vecchio maresciallo guardavano a distanza il duello di piombo. Ora sparavano verso il castello e una canna rigata, una delle poche, rispondeva secca colpo su colpo, affinando il tiro. La pirofregata intanto s’era allontanata dopo una grandinata di bombarda. Napoli stava sullo sfondo bella nella giornata tersa. Pensò alla scuola. I giorni del maniero si erano interrotti ma non per le vacanze era solo novembre e re Francesco alla reggia non c’era più. Ora stava con loro e dal castello continuava a far guerra ai piemontesi. La Nunziatella era così distante come mamma e papà. Ma lui era grande e ce lo aveva scritto che il dovere si fa anche a 15 anni e si doveva. Senza permesso né benedizione era scappato insieme ai suoi compagni, tutti cadetti, ed oggi stava lì davanti al fuoco. Il capitano della nave sarda stava per dare l’ordine di fuga, la botta verso l’alto era l’avviso che l’assalto finiva ma a Michele, Antonio e Nicolino non lo disse nessuno che arrivava. D’un tratto la montagna gli esplose in faccia, la trincea venne giù come inghiottita dallo scoppio. La terra in bocca, negli occhi anche nel naso persino nelle tasche della giacca. Il maresciallo riuscì a tirarlo fuori, mezzo morto ma gli altri se li era presi la bordata. Più tardi in ospedale tra i gemiti i feriti che la battaglia aveva risparmiato sembrava di sognare: una bella signora in mezzo ai pagliericci e alle brandine il passo lieve. E intorno gli ufficiali, le mostrine, le sciabole splendevano di loro. Stavano tutti intorno: “E’ la Reggina !! “Una bella così chi l’ha mai vista”. Ma quando poi se la trovò vicina che gli toccava il viso con le mani credette di vedere il paradiso. “Non piangete Signo’ io sto bene e ora m’alzo mi aggiusto e vado fuori. Certo non sono ancora caporale ma il mio dovere posso farlo anch’io”. Un capitano lo guardò negli occhi e a lui sembrò che si tirasse dritto come faceva lui coi superiori. Un brivido di freddo ed era morto l’ultima cosa ferma dentro gli occhi Maria Sofia e gli uomini li intorno rigidi sull’attenti nel saluto. articolo del blog: Antichestorie |
Per le forzate annessioni dei pacifici stati italici (come il Regno delle Due Sicilie), i Savoia fecero votare una serie di falsi “plebisciti”. Per paura di un secco e clamoroso “No!”, il Popolo Ligure non fu mai convocato a votare alcun plebiscito di annessione né al Regno di Sardegna né all'Italia, come solennemente dichiarato in una richiesta provata a larghissima maggioranza dal Consiglio Provinciale di Genova in data 9 aprile 2002 e ribadita da 21 Comuni Liguri, una Comunità Montana, due Circoscrizioni di Genova ed un Senatore Ligure. L'annessione della Liguria all'Italia resta quindi un atto illegittimo e mai sanato da alcun plebiscito: il Popolo Ligure non partecipò mai a quello che il Presidente Ciampi definì un momento fondamentale del Risorgimento. MOVIMENTO INDIPENDENTISTA LIGURE |
Gli oltraggi subiti dalla popolazione meridionale sono incommensurabili - G.Garibaldi da una lettera ad Adelaide Cairoli, 1868. Lo stato italiano è stato una feroce dittatura che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale, squartato, fucilato, seppellito vivi poveri contadini che scrittori salatiati hanno infamato col marchio di briganti - A.Gramsci da Ordine Nuovo, 1920 Un sistema di sangue è stato stabilito nel Mezzogiorno. C’è l’Italia là, signori, e se volete che l’Italia si compia, bisogna farla con la giustizia, e non con l’effusione di sangue - Discorso in Parlamento di Nino Bixio, 1863 Al sud del Tronto sono necessari sessanta battaglioni e sembra non bastino: Deve esserci stato qualche errore; e bisogna cangiare atti e principii e sapere dai Napoletani, una volta per tutte, se ci vogliono o no - domanda in aula di Massimo D’Azeglio, 1861 Potete chiamarli briganti, ma combattono sotto la loro bandiera nazionale; potete chiamarli briganti, ma i padri di quei briganti hanno riportato due volte i Borbone sul trono di Napoli. E’ possibile, come il governo vuol far credere, che 1500 uomini comandati da due o tre vagabondi tengano testa a un esercito regolare di 120000 uomini? Ho visto una città di 5000 abitanti completamente distrutta e non dai briganti - Discorso in aula del deputato Ferrari, nel novembre 1862 |
Principalmente bisogna chiarire il concetto di Meridionalismo. Il meridionalista nasce dalla scoperta di una storia negata, dalla negligenza politica e dal collasso economico del meridione. Bisogna rendersi conto che il sud vive un totale abbandono da parte dei governi che si sono susseguiti, ad iniziare dalla monarchia sabauda. Dall’unità d’Italia lo Stato, non ha fatto altro che sfruttare il sud per la manovalanza e come contenitore di voti. Il compito principale è quello di far comprendere a tutti i meridionali il concetto di meridionalismo, nato dal disagio sociale. Essere a Sud dell’Italia equivale ad essere Italiani di serie “B”? Corrisponde a non avere le stesse opportunità di un italiano del nord? I soldi che diamo alle banche e alle assicurazioni, dove vanno a finire? La domanda è questa: i politici, specie quelli meridionali cosa fanno, quali sono i loro reali programmi? Il canto che li unisce è sempre lo stesso; scaricare le colpe su chi li ha preceduti e sulla criminalità, che imperversa nelle nostre regioni, la quale grazie a questo disagio, nasce e si alimenta. L’opera di Cavour, continua ancora adesso, svuotare il sud ed impedirne una sua ripresa. Sembra assurdo, ma prima dell’unità d’Italia dal nord venivano a lavorare a sud. Oggi invece, le famiglie meridionali allevano i proprio figli, li fanno studiare per poi vederli partire verso il nord così da contribuire al progresso settentrionale. Invece un tempo, nessuna famiglia meridionale fu distrutta dall’immagine di un figlio o un marito che emigrava, oggi invece, ci sono addirittura paesini dell’entroterra, popolati solo da anziani. I politici meridionali, assecondano lo sfruttamento del meridione, offendendo la nostra gente, mentendo sul nostro glorioso passato. Questi politici non ci rappresentano! Tutti quelli che ci governano ed intendo a tutti i livelli, devono rendersi conto che il sud non è solo un serbatoio di voti, a sud non vi è gente da incantare con campagne elettorali e false promesse, ma vi è tanta gente onesta e laboriosa a cui mancano le “pari opportunità”. Ed ora a voi miei fratelli meridionali, non siate apatici e fatalisti, lasciamo questo sentimento di abbandono, svegliamo la coscienza del nostro popolo, diamoci da fare, scopriamo la nostra storia, facciamo sentire la nostra voce di persone per bene ed operose e voi “fratelli d’Italia” vi ringraziamo per il “lavoro datoci”, ma basta con l’assistenzialismo! Non siate prevenuti nei nostri confronti, non guardateci con diffidenza, la colpa non è nostra. Nessuno vi ha chiesto di “liberarci dalla schiavitù duosiciliana”. Anzi oserei dire che siamo stati invasi senza nemmeno una dichiarazione di guerra ed oggi pur essendo italiani, sembra di vivere una situazione di tipo coloniale. Meridionalismo da Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Meridionalismo |
Un intervento di Beppe Grillo dal suo sito: http://www.beppegrillo.it/2006/11/siamo_tutti_bor.html Per i nomi, potete consultare vari siti, tra i quali: http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=260381 |
Qualche anno fa nell’archivio del conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli fu rinvenuto un singolare spartito; un gioioso inno al “re della patria” dedito a Ferdinando II di Borbone. Il compositore di Busseto, frequentò Notizia riportata anche sul sito alla voce cronologica delle opere del 1848: molto la corte napoletana, fu direttore artistico e compositore di opere per il teatro di San Carlo. Autori dell’opera furono: Giuseppe Verdi e Michele Cucciniello. L’eccezionale ritrovamento è da attribuirsi al maestro Roberto de Simone. http://www.giuseppeverdi.it/page.asp?IDCategoria=162&IDSezione=573&ID=19591 |
CONTATTI
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EPILOGO CON LINA SASTRI
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STATISTICHE
Prima dell'annessione, le monete degli stati italiani erano complessivamente di 668,4 milioni di lire; 443,2 erano solo del Regno delle Due Sicilie, il quale avevo due volte le monete di tutti gli altri stati italiani messi insieme. Dal testo "scienze delle finanze" di Francesco Saverio Nitti, Pierro 1903
PULIZIA ETNICA
5212 condanne a morte, 6564 arresti, 54 paesi distrutti. 1 milione di persone mancarono in soli 10 anni - per i meridionali è stata una pulizia etnica
LA RAPINA DEL SECOLO
L'Unità italiana fu una esigenza economica da parte del Piemonte, capaggiato dagli inglesi e servo della massoneria... questa rapina, fu chiamata: "Risorgimento".
I PRIMATI DAL 1734 AL 1860
SUA MAESTÀ FRANCESCO II
" La restituzione del mio non mi adesca; Quando si perde un trono, poco importa il patrimonio. Se l'abbia l'usurpatore o il restituisca, né quello mi strappa un lamento, né questo un sorriso. Povero sono, come oggi tanti altri migliori di me; stimo più la dignità che la ricchezza."
AI DIFENSORI
I NOSTRI EROI
Dinnanzi al plotone di esecuzione italo-piemontese, i militari duosiciliani ballavano la tarantella, in segno di sfida!
DOCUMENTARIO 1
" Per liquidare i popoli si comincia con il privarli della memoria. Si distruggono i loro libri, la loro cultura, la loro storia. E qualcun altro scrive loro altri libri, li fornisce di un'altra cultura, inventa per loro un'altra storia. Dopo di che il popolo incomincia lentamente a dimenticare quello che è stato. E il mondo attorno a lui lo dimentica ancora più in fretta". - Milan Kundera -
Inviato da: GeppettoPinocchio
il 16/02/2012 alle 18:37
Inviato da: fatina86_e
il 06/02/2011 alle 12:55
Inviato da: vocedimegaride
il 20/10/2008 alle 14:06
Inviato da: rela149
il 03/10/2008 alle 21:28
Inviato da: Unione_Sud
il 06/09/2008 alle 16:57