La riscossa del SudSono trascorsi 153 anni dal quel fatidico 1861, quando dopo un plebiscita falso e corrotto l'antico Regno delle Due Sicilie fu annesso alla nuova Italiella. Ferro e fuoco fu portato dagli invasori in tutto il nostro territorio, e la nostra gente depredata, spogliata, uccisa. Fummo pivati non solo della libertà, ma insieme della dignità, dell'onore e del benessere. Da quell'ora fatale la nostra terra e la nostra gente è diventata preda degli avvoltoi del potere politico, del potere massonico, del potere mafioso. Dopo 152 anni nulla è cambiato, anzi le cose peggiorano, e continuiamo ad essere la terra dei rapaci. Ancora oggi gli eredi di quei "piemontesi" e "garibaldeschi" che ci conquistarono, insieme agli eredi di quei traditori del Sud, i nuovi ascari del nord, continuano a toglierci dignità, onore, benessere e libertà. Donna e Uomo del Sud... Giovane e Ragazzo del Sud... Anziano del Sud... non abbatterti e non perdere il tuo coraggio, questo è il tempo della RISCOSSA. Non scegliere più il potere del nord, è tempo di scegliere la tua TERRA. |
PER GLI AMICI DELLE DUE SICILIE
Tanti amici mi hanno chiesto dove poter trovare libri riguardanti la nostra storia.... vi lascio l'indirizzo giusto, visitatelo e vi troverete quando desiderate
DOCUMENTARIO SUI BRIGANTI DI RAI 3
Ecco il bellissimo documentario trasmesso su Rai 3 e che avevo annunciato sul blog, dove è intervistato il grande Alessandro Romano, un vero combattente del popolo duosiciliano. Sono stati realizzati da Mauro Caiano strenuo difensore del Sud e trasmessi su vocedimegaride
prima parte seconda parte
sarebbe bello che tutti dopo aver guardato il programma vi congratulaste con la TV pubblica scrivendo a geo_geo@rai.it ed esprimendo un vostro parere
IN ALTO I CUORI
Il Tibet è come il Regno delle Due Sicilie, due libere Nazioni, pacifiste e prospere, occupate da un usurpatore nemico, che ha voluto cambiarne la storia e la gloria.
Entrambi ridotte in schiavitù, ma entrambi fedeli alla loro memoria storica, in attesa di una redenzione, che non tarderà ad arrivare.
OMAGGIO AI NOSTRI CADUTI
TANTO SI PARLA OGGI DELLE VITTIME CADUTE NEI DIVERSI GENOCIDI E NELLE GUERRE, DANDO AD ESSI TRIBUTI ED ONORI.
RICORDIAMOCI ALLORA DEI NOSTRI CADUTI, DI QUEGLI EROI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE: SOLDATI, UOMINI E DONNE, GIOVANI E VECCHI, BAMBINI E PRETI, CONTADINI E NOBILI, CHE FURONO VITTIME DI UNA INGIUSTA OCCUPAZIONE DA PARTE DI QUELLI CHE VENNERO DA FRATELLI, E FURONO CAINI.
SONO STATI CHIAMATI BRIGANTI, MA FURONO EROI E MARTIRI.
ONORE A LORO!
E ONORE A RE FRANCESCO II E ALLA REGINA MARIA SOFIA CHE CON QUESTI EROI SOFFRIRONO PRIVAZIONI, MORTIFICAZIONI ED INGIUSTIZIE
E ONORE ALLA NOSTRA BANDIERA
ANCH'ESSA VITTIMA DELL'INIQUO VINCITORE
PER CONOSCERE LA VERITA'
La nostra era una Nazione meravigliosa, il Regno delle Due Sicilie, chiamata dagli antichi terra felice, illuminata dal sole, ricca di bellissima vegetazione, fiori, alberi da frutta, terra ricca di cultura e di tradizione, dove filosofi e grandi studiosi hanno fatto la storia, terra di eroi e di santi. Era un paese libero, dove la gente viveva felice, dove c'era benessere, cultura, lavoro, fratellanza, fede. Nessuno era costretto ad emigrare, anzi da altre nazioni venivano a trovare lavoro in questo paese, chiamato il bel paese... in questa terra, dove tanti trovavano asilo sicuro e accoglienza generosa, tanti venivano come ospiti e turisti, per vedere e gustare i suoi tesori artistici e culinari, per respirare la sua aria, per godere dei suoi paesaggi, delle sue montagne e del suo mare.
Avevamo un Re, che era veramente Re, il Re Borbone, uno di noi... nato tra noi, parlava come noi, viveva come noi, aveva le nostre tradizioni e il nostro stesso cuore... un Re meridionale, veramente italiano.... e non bastardo come il Savoia che venne ad usurparci.
Avevamo tutto... e tanti erano invidiosi di quello che avevamo.... invidiosi i massoni inglesi, invidiosi i liberali francesi, invidiosi i viscidi piemontesi. E venne un massone delinquente, che oggi è dipinto eroe dei due mondi, il terrorista Garibaldi... venne mandato da Cavour e dal Savoia, per portare a termine l'opera già iniziata dal veleno degli infiltrati massoni liberali, piemontesi e nostrani.
E ci hanno spogliato di tutto.... e quando il popolo si è ribellato, lo hanno chiamato brigante, e con la violenza e il genocidio, hanno continuato il sorpruso dell'usurpazione.
Con un falso plebiscito hanno annesso la nostra bella Nazione al minuscolo Piemonte, facendo della Nazione delle Due Sicilie, una delle più belle del mondo, una infelice provincia piemontese, e facendo di Napoli, terza capitale del mondo, la capitale dell'immondizia.
E tutti quelli che sono venuti dopo, aiutati dai traditori meridionali, calpestando la nostra identità, raccontando bugie e nascondendo la storia vera, hanno continuato ad usurparci, facendo del nostro bel paese, la Cenerentola del mondo.
Ma ora la verità sta venendo a galla, e giustizia si farà... perchè i figli di quei briganti straziati e uccisi, sono ancora qui, vivi e forti, per gridare al mondo la verità e per chiedere la giustizia.
Ancora sulle mura di Gaeta sventola la bellissima bianco bandiera gigliata, e su di esse ancora vediamo il buon Re Francesco II e l'eroina Regina Maria Sofia, che al popolo delle Due Sicilie indicano la via della liberazione e della vera redenzione.
Tutti conosceranno la storia vera, per anni proibita, e il popolo del Sud chiederà giustizia e libertà.
PER CONOSCERE LA VERA STORIA
STORIA DEL REGNO DELLE DUE SICILIE
CITAZIONI ILLUSTRE EMIGRAZIONE
UNA PETIZIONE DA FIRMARE
promossa da La voce di Megaride
Un museo storico navale per Napoli: clicca qui
Presentazione dell'opera "Storia della marina da guerra dei Borbone di Napoli" vol. I di Antonio Formicola e Claudio Romano
AI GRANDI EROI DELLA RIVOLUZIONE MERIDIONALE
Ci hanno spiati controllati,
comprati e imbavagliati, venduti,
calunniati e crocefissi sulla strada di Damasco....
nelle nostre anime non han messo mano,
non conoscono la chiave, non hanno apparecchi idonei....
proseguiamo il nostro cammino
alla ricerca della verità
con la maschera sul volto
e la forza nel cuore.
La loro paura sarà il nostro inno di battaglia
le loro nefandezze
il podio del vincitore.
RIBELLI. (Antonella Lupidi)
VIVA IL RE!
Un saluto ed un augurio al nuovo Capo della Real Casa di Borbone delle Due Sicilie: Sua Altezza Reale il Principe Carlo Maria, Duca di Castro
Sua Altezza Reale il Principe Carlo, Duca di Castro, Gran Maestro dell'Insigne Reale Ordine di S. Gennaro, Gran Maestro del Real Ordine di San Ferdinando e del Merito, Gran Maestro del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Gran Maestro del Real Ordine di San Giorgio della Riunione, Gran Maestro del Real Ordine di Francesco I. Balì Gran Croce d'Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. Sposa a Monaco il 31 ottobre 1998 Sua Altezza Reale la Principessa Camilla, Duchessa di Castro, Dama di Gran Croce di Giustizia del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, Dama di Gran Croce di Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, madre delle Loro Altezze Reali Le Principesse Maria Carolina e Maria Chiara.
Anch'io, pure se ultimo nella graduatoria, voglio unirmi agli auguri di un popolo, che nella dignità e nell'amore di questi discendenti di casa Borbone, sanno ritrovare le vere qualità di chi deve reggere una nazione.
A Sua Altezza il mio umile e semplice augurio, di prosperità, e di continuare ad essere, sui passi dei suoi antenati, baluardo di saggezza e giustizia.
Real Casa di Borbone Due Sicilie
GARIBALDI UN MITO CHE CROLLA
Per conoscere la verità potete andare anche a leggere il saggio storico scritto dal prof. Gennaro De Crescenzo, proprio sul crollo del mito di Garibaldi
Gennaro De Crescenzo,
Contro Garibaldi. Il mito in frantumi
Sulla figura di Garibaldi e del suo ruolo nella vicenda risorgimentale sono state date interpretazioni non sempre omogenee che, pur riconoscendolo sempre come eroe dell’unificazione italiana, hanno proposto sfumature diverse del personaggio, illuminandone alcuni tratti piuttosto che altri. Chi fu, dunque Garibaldi? L’eroe che dedicò la vita a combattere per ideali di libertà e di giustizia? Oppure lo strumento inconsapevole di una trama di potere ordita da massoni e liberali per impossessarsi dell’intera Penisola? O ancora, il rivoluzionario che collaborò attivamente alla conquista del Regno delle Due Sicilie, condividendo pienamente gli scopi e i mezzi delle forze unitariste? La risposta a queste domande sarà la chiave per rileggere l’impresa risorgimentale e le sue conseguenze che giungono fino ai nostri giorni.
LA FAVOLA DELL'UNITà
ECCO COME CI LIBERARONO
TG DOSSIER VERITA'
SU RAI 2
Se hai voglia di conoscere la verità sulla spedizione dei mille e sull'occupazione del Regno delle Due Sicilie puoi andare a leggere i seguenti testi:
Tutta la verità
Gustavo Rinaldi Editore: ControCorrente
Il libro racconta la storia del Regno delle Due Sicilie stroncando tutti i luoghi comuni e le menzogne che si ripetono da duecento anni. È un viaggio della memoria con testimonianze al di sopra delle parti per le nuove generazioni di meridionali alla conquista del presente: il futuro del Sud ha un cuore antico.
Garibaldi, Fauchè e i predatori del Regno del Sud
La vera storia dei piroscafi "Piemonte" e "Lombardo" nella spedizione dei Mille
Luciano Salera Editore: ControCorrente
Quando i piemontesi invasero il Sud.
Autori Vari
Editore: ControCorrente
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per tenere sempre nel cuore la nostra Patria, e rispolverare dalla polvere e dal fango, con il quale i vincitori hanno coperto la nostra antica gloria, la verità nascosta
« Congresso a Civitella del Tronto | XXXIX° INCONTRO TRADIZIO... » |
Messina, bella citta della Sicilia, è stata, insieme con quelle di Gaeta e di Civitella del Tronto, l’estrema resistenza del millenario Regno delle Due Sicilie, dove i soldati meridionali pur sapendo della inutilità di ogni sforzo cercarono di difendere la propria Patria esprimendo fedeltà a Francesco II di Borbone.
Caduta Gaeta, dopo ben sette lunghi mesi di isolamento, gli eroi di Messina sentono che è il momento della loro prova, e con coraggio continuano a difendere la loro fortezza, senza temere le minaccie e le angarie del vile criminale Cialdini, generale piemontese, che già come a Gaeta, così a Messina, usa ogni mezzo, seppure illecito e ignominioso, per vincere la battaglia, e non furono risparmiate cannonate dal vile piemontese, non soltanto contro i valorosi soldati, ma anche sui tanti civili ricoverati nella Fortezza, donne e bambini, che vedevano in quei giorni finire tragicamenta l'indipendenza della loro Patria. Dopo una eroica, ma impossibile resistenza, il 13 marzo del 1861 la Real Cittadella di Messina si arrendeva alle truppe piemontesi del Gen. Cialdini, il quale boriosamente entrando nella cittadella proferisce novelle minacce facendo arrestare immediatamente gli ufficiali rei di aver difeso l'onore della loro Patria e dichiarando prigionieri i bravi soldati duosiciliani. L'ottuso e poco galantuomo ufficiale piemontese non concesse neppure l'onore delle armi ai vinti che avevano fatto il loro dovere fino alla fine ed anzi al momento della resa respinse sdegnosamente la spada dell'anziano Gen. Fergola e gli disse in francese: ´Vous n'ètès pas des italiens, Je vous cracherais sour le visage ...! (Vi sputerei in faccia). Un comportamento degno di una belva criminale, qual'era il bomardatore di Gaeta, da lì a poco il mandante dell'eccidio di Pontelandolfo e Casalduni, e di tanti altri paesi del Regno conquistato con la violenza e il terrorismo. Ai nostri eroi silenzio e oblio, mentre al criminale Cialdini onore e strade intitolate, e ora ancora si vogliono tributargli onori al suo paese natale, Castelvetro di Modena, invece di riflettere che è una vergogna aver dato i natali ad una simile belva, bisognerebbe sentire la stessa vergogna di quelle città dove nacquero i criminali di guerra nazisti.
Discorso del generale Fergola alla truppa "Uffiziali, Sottouffiziali e Soldati, è questo l'ultimo ordine che io vi rivolgo, e la mano mi trema nel vergarlo. Allorchè presi il comando di questa Fortezza e di voi tutti, sacro giurammo di difendere fino agli estremi questo interessante sito fortificato che la Maestà del Re (N.S.) aveva affidato al nostro onore e alla nostra fedeltà. Avete ben veduto che tutti abbiamo mantenuto il giuramento, serbando fedeltà, attaccamento e devozione al nostro amatissimo sovrano Francesco II. Immensi sono stati gli sforzi che per lo spazio di cinque giorni si son fatti colle nostre artiglierie per distruggere i lavori di attacco che il nemico costruiva sulle alture della città di Messina ed in altri siti ancora, ma poco effetto à provocato il nostro fuoco, sí perché quasi tutti i lavori erano al di là della portata delle nostre artiglierie, sí perché altri trovavansi mascherati da casamenti ed oggetti occasionali. Quindi l'inimico profittando di tali suoi vantaggi à compiuto inosservato la maggior parte dei suoi lavori. Poco dopo il mezzo giorno di oggi e precisamente quando estenuati di forze prendevate un po' di ristoro, à aperto simultaneamente un fuoco formidabile contro questa Real Cittadella, che l'à ridotta in poche ore nello stato in cui si ravvisa, ad onta di quella resistenza che si è potuta fare colle nostre artiglierie di una portata molto inferiore a quella delle sue. Veduto dunque che inutile si rendeva qualunque altro nostro mezzo di difesa, e che eravamo a causa dello incendio sviluppatosi minacciati da una sicura esplosione della gran polveriera Norimbergh e suo magazzino attiguo anche pieno di polvere, se non vi si apportava un pronto rimedio, è chiesta per ben due volte per mezzo di parlamentari una tregua al nemico per la durata di 24 ore. Ma vedendo egli di quanto aveva col suo fuoco prodotto di danno e della trista posizione in cui eravamo, à rigettato la mia domanda, e mi ha fatto sentire che dovevamo renderci a discrezione, e che se a tanto non divenivamo e non gli si dava risposta decisiva per le ore 9 della sera, avrebbe riaperto il fuoco con l'aggiunta di altre batterie che ancora non erano punto a vista della fortezza. In tale stato di cose, riunito il consiglio di difesa e sentitone anche il parere, è stato forza sottoporci a quanto il nemico imponeva. Quindi mio malgrado e vostro, domani la Piazza sarà resa. Cosí non avrei giammai ceduto, ma gli incendi che seco noi minacciavano 1000 e piú tra donne e fanciulli mal ricoverati, e che vi si appartengono, e la nostra eccezionale posizione, perché le potenze europee àn permesso una aggressione non mai letta nelle istorie, e noi da chicchessia sperar non potevamo soccorso di sorte, mi ànno obbligato a cedere. Cediamo alla forza perché sopraffatti dalla superiorità dei mezzi e non dal valore dei vincitori. Certo che la nostra resistenza non avrebbe salvata la Monarchia, sagrificata con la resa di Gaeta; non ci restava che salvar solo l'onore militare e nazionale: e mi lusingo che lo stesso nemico ci farà giustizia di concedercene l'orgoglio, come spero che voi me la farete: nel convenire d'aver visto con voi fino all'ultimo i disagi, le privazioni, ed i pericoli. Un dovere però mi resta a compiere ed è quello di esternare a voi tutti i miei sentiti e distinti ringraziamenti per aver saputo ognuno cosí bene secondare le mie vedute nel difendere questa Real Cittadella, ove rinchiusi per circa 8 mesi abbiamo dato le piú grandi prove di abnegazione e di fedeltà al nostro Augusto Sovrano Francesco II. Se l'abbiano particolarmente però i signori generali De Martino, Combianchi ed Anguissola, Ten. Col. Recco, Capitani Lamonica, Di Gennaro e Lauria; e fra tutti il mio capo di stato maggiore ed Uffiziali dello stesso signor Ten. Col. Guillamat, Capitano Cavalieri e Subalterni Gaeta e Brath. Io vi ringrazio tutti di cuore, poichè tutti avete gareggiato nella difesa della rocca. Accettate tutti vi prego tali miei ringraziamenti che partono da un cuore leale e riconoscente. Miei bravi compagni d'armi, nella mia lunga carriera militare di 47 anni ò veduto diverse peripezie non dissimili alla presente, ma però la provvidenza o presto o tardi ha fatto sempre rilucere la sua giustizia quando meno si attendeva, per cui non ci perdiamo d'animo, e confidando in essa auguriamoci giorni piú felici, i quali compenseranno i tristi e dolorosi che abbiamo sofferti. Mi avevo prefisso di porre ai piedi del Real Trono le mie umili suppliche per chiedere alla munificenza Sovrana un compenso speciale al vostro attaccamento, alla vostra sperimentata fedeltà, ma la sorte avversa delle armi me lo à impedito e con dolore mi divido da voi tutti, ma porterò scolpito profondamente nell'anima mia la rimembranza di voi, della vostra fede. Della vostra lealtà, del vostro militare coraggio. Non so quale sarà il mio destino ed il vostro in avvenire, ma se la mia età mi permetterà in seguito potervi rivedere, sarà sempre una vera gioia per me poter stringere la mano a qualcuno dei difensori di questa Real Fortezza, ai quali nè le minacce, nè i pericoli, nè le lusinghe, nè i pravi esempi, nè men la morte seppe far declinare da quella via d'onore che solo è sprone e ricompensa al prode che pel suo Re combatte per vincere o morire. Addio miei bravi camerati! Addio! La sventura ci divide, fede e lealtà fu la nostra divisa, e questa non si spogli giammai da noi, ciascuno di voi porti scolpita in core la nobile parola, che l'univa con nodo indissolubile al nostro sventurato, ma eroico sovrano. Gen. Fergola 12 MARZO 1861 ALLA FORTEZZA DI MESSINA
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INFO
UN AVVISO PER I VISITATORI DEL BLOG
Per avere un quadro più completo delle tematiche affrontate in questo blog vi consiglio di leggere i diversi post, i vari box e di vedere i video inseriti, dove tratto sulla storia e le vicende del Regno delle Due Sicilie, della sua arbitraria occupazione e sulle vicende nere del risorgimento italiano.
Inoltre chi desidera saperne di più può visitare i seguenti siti web
Reale Casa dei Borbone delle Due Sicilie
http://www.comintatiduesicilie.it/
o ad altri link che ho inserito nella lista apposita
e raccomando l'iscrizione alla Rete di Informazione delle Due Sicilie, diretta da Alessandro Romano, per farlo basta inviare una mail a
UNA PROPOSTA PER TE
Se ami questa nostra terra e ti senti figlio di questa Nazione e vuoi veramente riprendere la tua identità storica, allora è necessario che tu ti informa.... vengo a proporti, oltre i libri che di tanto in tanto inserisco, di abbonarti alle seguenti riviste:
L'Alfiere, Pubblicazione Napoletana Tradizionalista, fondata nel 1960 da Silvio Vitale. Esce ogni quattro mesi, 24 pagine. Per sottoscrivere l'abbonamento o per richiedere gli arretrati disponibili, scrivete ad Edoardo Vitale: edoardo.vitale@tele2.it
visitate il sito: http://www.lalfiere.it/
Per sottoscrivere un abbonamento annuo alla rivista Nazione Napoletana, tiratura quadrimestrale, basta versare 10 € sul CCP N° 31972805, intestato a Gabriele Marzocco, corso Chiaiano 28 - 80145 Napoli - Na.
http://www.nazionenapulitana.org
Due Sicilie, periodico per l'indipendenza dei Popoli delle Due Sicilie, diretto da Antonio Pagano.
Si pubblica ogni due mesi, quaranta pagine a colori.
Per informazioni: anpagano@alice.it oppure due.sicilie@alice.it
Riscossa Meridionale, organo del Movimento Politico "Terra e Libertà"
mensile “Il Nuovo Sud” periodico di opinione ilnuovosud@libero.it
ANDIAMO A LEGGERE CHI SONO I SAVOIA
Lo stato italiano (leggasi piemontese) è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'italia meridionale e le isole uccidendo, crocifiggendo, squartando vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti (Antonio Gramsci)
Antonio Ciano:
I SAVOIA E IL MASSACRO DEL SUD Editore Grandmelò( Prefazione di Lucio Barone )
Davanti alla perseverante politica antimeridionale l'autore, senza peli sulla lingua, stila un atto d'accusa forte e determinato nei confronti delle classi dirigenti passate e presenti.
Il fraseggio è volutamente pesante come a significare che la pazienza è finita e che non è più tempo di plagi, di arrotondamenti, di bugie artatamente costruite ai fini della mistificazione più becera della verità che è e resta sacra in quanto tale.
Il lettore potrà in un primo momento risentirsi per gli epiteti indirizzati alla volta degli "assassini" del Sud, ma proseguendo nella lettura si accorgerà che essi sono utili ad esternare lo stato d'animo dell'autore che desidera sopra ogni cosa risvegliare l'orgoglio dei meridionali per troppo tempo oppressi da una montagna di falsità.
Non ci sono dubbi. L'inizio dei guai economici del meridione è da ricondurre al momento della cruenta conquista da parte del Piemonte, così come la condizione di continuo sbando delle popolazioni del Sud è frutto di una gestione discriminante dei governi unitari che si sono succeduti dal 1861 al giorno d'oggi.
Antonio Ciano racconta gli eventi della barbara conquista savoiarda rimarcando più e più volte le figure dei cosiddetti "eroi nazionali", cui sono state dedicate strade e piazze in tutt' Italia, evidenziandone la crudeltà e la ferocia con la quale essi hanno spento nel sangue tutti i tentativi di insorgenza che vanno dal 1861 al 1870.
Per l'autore il tempo della menzogna è finito, la coscienza del Sud riemerge giorno dopo giorno e per i criminali di guerra piemontesi sta giungendo il giorno del giudizio.
La convinzione più che la speranza è che, in concomitanza con il recupero della verità storica, le popolazioni del Sud potranno finalmente riscattare l'autonomia, l'autodeterminazione, la libertà.
Le Loro Altezze Reali
i Principi Carlo e Camilla di Borbone delle Due Sicilie,
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AI DIFENSORI DEL REGNO DELLE DUE SICILIE
Ormai tutti sanno che l'occupazione del Regno di Napoli fu un sorpruso da parte del Piemonte, che attraverso intrighi politici e la complicità della massoneria, corrompendo ufficiali e ministri e provocando scontri interni attraverso la collaborazione di mafiosi e camorristi, con lo sbarco dei mille iniziò l'usurpazione della nostra terra. Ma contro quest'usurpazione lottarono fino alla fine gli eroici soldati del Regno, il popolo duosiciliano, uomini e donne che furono poi chiamati briganti, ma che si opposero a quest'ingiustizia. Con questi, quegli eroici soldati del Volturno, e quelli che insieme ai cittadini di Gaeta, di Civitella del Tronto e di Messina, co il loro Re Francesco II e la Regina Maria Sofia, continuarono a lottare per il Regno e la libertà.
Onore agli eroici
difensori del Regno
delle Due Sicilie
I libri che parlano dei nostri eroi:
AA. VV. La difesa del Regno
Gaeta Messina Civitella del TrontoEd. Il Giglio
Non mi arrendo. Romanzo storico.
Da Gaeta a Civitella, l'eroica difesa del Regno delle Due Sicilie.
Gianandrea De Antonellis Editore Contro Corrente