MASSIMILIANO
L'uomo che porta questo nome ha una
personalità decisa ed una ferma volontà anche se, a prima vista, può sembrare una persona poco appariscente perchè di solito parla poco.
Intelligente e intuitivo, è un abile uomo d'affari e generalmente raggiunge il successo prima della maturità; è stimato e benvoluto persino dai suoi stessi concorrenti, si trova a proprio agio in qualsiasi ambiente ed è un amico simpatico e fedele anche se non troppo allegro.
Non gli piacciono i legami amorosi troppo impegnativi.
THE MAGIC NUMBER!
Tre è universalmente conosciuto come un numero fondamentale, simbolo di un ordine intellettuale e spirituale in Dio, nel Cosmo e nell'Uomo. E' considerato perfetto, espressione di totalità e compimiento, da culti, credenze e religioni in ogni parte del mondo: dall'islamismo al cattolicesimo, dai dogon africani all'ebraismo passando attraverso a usi e costumi popolari. La spiegazione di ciò deriva dal fatto che il Tre risolve i contrasti creati dalla polarità del Due fornendo il risultato di una nuova integrazione e dando un senso di interezza. Il mondo visibile è a tre dimensioni e mente, corpo e spirito formano un essere umano. E' il compimento dell'evoluzione: L'Uomo che nasce dall'unione di Cielo e Terra. Ma il Tre designa anche le fasi dell'evoluzione mistica: purificazione, illuminazione congiunzione con Dio o con l'essenza superiore. Il Tre è Espansione: il matrimonio del Due dà luogo alla sua crescita e sviluppo. E' il numero più creativo in assoluto, simbolo stesso della creazione, molto usato nei riti e nelle evocazioni magiche per la potenza che esprime. Nel suo significato esoterico il Tre assume valenze sfaccettate, in modo particolare quando si collega alle figure geometriche e, specificatamente, al triangolo; in questo caso è indicato come "sintesi spirituale", formula di ciascuno dei mondi creati: nascita, zenith, tramonto. Nella sua valenza positiva indica sviluppo e apprendimento, è spesso associato alla buona fortuna e al denaro, può anche simboleggiare un gruppo di persone che si uniscono per raggiungere uno scopo comune attraverso associazioni sociali e professionali, rappresenta la comunicazione ed è legato alla fede e alla coscenza. Nella sua valenza negativa può essere inteso come simbolo diabolico o innaturale, dal momento che nessuna creatura al mondo cammina con tre gambe. Per l'Io il Tre è il numero della completezza, dell'illuminazione e del raffinamento; fa sì che il soggetto sia dolce, cordiale e fedele, pronto per sacrificarsi per un'idea o per aiutare gli amici. Estrosi brillanti e creativi, i veri Tre hanno numerosi talenti, uno spiccato senso artistico e tanta immaginazione, che però devono imparare a incanalare per esprimere al meglio le loro potenzialità. Sono di natura allegra e ottimista, e amanti della buona compagnia: sentono il bisogno di contatti e di un lavoro che permetta grandi soddisfazioni, ma devono stare attenti nel non eccedere nell'irrequietezza o nella presunzion. E se è vero che sono una bomba di energia e no devono preoccuparsi della salute... il tempo logora ogni cosa, quindi è bene non esagerare! Sempre alla ricerca di amore, ammirazione amicizia, portando un clima piacevole in qualunque ambiente ma sono un pò troppo propensi ai flirt e spesso ne pagano le conseguenze. In ogni caso, opprofittano delle situazioni riuscendo sempre a trovarsi al centro dell'attenzione. Devono essere cauti nel loro modo do proporsi, perchè quando esagerano sembrano superficiali, vanitosi, esibizionisti, stravaganti e presuntuosi.Hanno il dono della dialettica che usano, oltre che per esprimersi, anche per incoraggiare e sostenere gli altri. Ambiziosi e tolleranti, nel lavoro non amano le amicizie tra colleghi, sanno di valere e pretendono molto dai collaboratori.
IL PRINCIPIO DELL'ARTE
Ad essa è legata ogni cosa! La nostra stessa esistenza, ovunque è presente, si manifesta in ogni forma, ma spesso noi la ignoriamo, come se fosse un corpo estraneo, che non ci appartiene, perchè è una tale utopia che non trova facile risposta, ma resta costantemente intorno a noi! Sarei estremamente lieto che tale realtà fosse maggiormente valorizzata e stimata prima che gli eccessi umanitari la rendano di una fragilità tale, da comportargli la totale dissoluzione.
Post n°96 pubblicato il 16 Gennaio 2009 da volpina98
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Post n°93 pubblicato il 27 Gennaio 2008 da maxday
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Post n°92 pubblicato il 25 Gennaio 2008 da maxday
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Post n°90 pubblicato il 05 Ottobre 2007 da tantahontas74
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Post n°89 pubblicato il 24 Settembre 2007 da maxday
colloquio con Peter Sloterdijk di Stefano Vastano "Il piu grande e, in apparenza, affidabile banchiere della storia resta Dio, l'amministratore delegato dell'eternità. E il suo istituto di credito è il Paradiso. Miliardi di fedeli hanno investito nei secoli le speranze in Dio, attendendo il riscatto della vita eterna...". Parole un pò ciniche di Peter Sloterdijk, sessantenne filosofo tedesco, professore di Estetica alle Università di Karlsruhe e di Vienna, considerato un geniale e controverso maestro del pensiero, e autore dei recenti "Il mondo dentro al capitale" (Meltemi); "L'ultima sfera - Breve storia della globalizzazione" (Carocci); "Non siamo ancora stati salvati. Saggi dopo Heidegger" (Bompiani). "E siccome le agenzie celesti sono fallite, non ci rimane che il capitale, in cui ripongono le speranze 6 miliardi di fedeli consumatori. Il capitalismo", prosegue il filosofo, "è un progetto di antropologia universale. Al suo interno l'uomo è prima di tutto un essere che desidera. Non in senso materialistico, ma edonistico: dall' epoca moderna in poi, l'uomo occidentale cerca la felicità tramite il possesso di oggetti e consumo di merci". Lei dice che il prodotto di base dell' epoca moderna è il capitalismo. Ma non le pare che ora, con la scoperta che molti dei valori venduti in Borsa non esistono, se non come pura astrazione e speculazione, questo prodotto mostri tendenze al suicidio? "Per quanto gravi siano gli incidenti sul fronte ecologico o gli intoppi sui mercati finanziari, il capitalismo non è sull'orlo del suicidio. Bisogna essere radicalmente disperati o orgogliosi per suicidarsi: e oggi il capitalismo è forse disorientato, ma mai disperato. Continua anzi a invitare il mondo intero al suo grande party del possesso e del condumo. I poveri ci invidiano". "In God Trust" è scritto sul dollaro: con le recenti crisi finanziarie il risparmiatore può credere ancora nella bontà divina dei mezzi e sistemi finanziari? "Certo, gli attori, i mezzi e la bontà del sistema finanziario americano sono scossi da una profonda crisi di portata teologica". Teologica? "C'è una specie di tenzione di stampo protestante negli Usa: il fedele risparmiatore si rivolge disperato ai cardinali delle banche e ai vescovi della Borsa. E questi chiedono al presidente Bush di salvare, come se fosse un novello Lutero, i valori in crisi del sistema finanziario. Questa crisi teologica-monetaria però non è l'eccezzione, ma la conferma del sistema capitalistico". Vuol dire che, come sosteneva Weber, la fede nel capitale è di tampo protestante? "Voglio dire che la fede e credibilità del sistema monetario hanno bisogno di continue rigenerazioni: le bolle speculative nascono e scoppiano ciclicamente, riportando i valori in circolazione a contatto con la realtà del mondo produttivo. E questa capacità autocorrettiva, al di là di ogni febbre speculatia, induce il capitale a rigenerare in continuazione i suoi valori, e dunque la sua incrollabile fede di fondo. Il credo del sistema capitalistico è per l'appunto che l'uomo sia rcorso da continui desideri di merci che solo il capitale può riprodurre e soddisfare. Ma per capire tutta l'importanza storica e antropologica dell'edonismo di stile capitalistico basta immaginare una fede e uno stile di vita opposti". Come ad esempio la vita monastica e francescana? "Certo, può essere un valido esempio di vita impostata su valori astetici". Dove vuole arrivare? "Il punto è che il capitalismo assomiglia a una religione e un pò lo è. E solo una ipotetica nuova religione, questa volta una confessione che abbia al suo centro una rinuncia radicale, per lo più annunciata da un profeta molto carismatico, può svuotare dall'interno la matrice e la dinamica edonistica del capitalismo". Il mercato offre merci sempre più avariate. E' questa la felicità? "Il cliente occidentale oscilla fra l'indignazione per la dubbia qualità dei prodotti e la rassegnazione alle offerte del mercato. Leggiamo sui giornali quanto basta per sapere che la Germania è attraversata da un fiume di carne avariata: ma reagiamo sperando di non scivolarci di persona in quel veleno. Accettiamo l'offerta di oggi sapendo che la sublime "cosa in se" di cui parlava Kant - il prodotto perfetto - non è per le nostre tasche". |
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