Creato da LIBERODIPARLARE il 15/07/2012
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PRIMI MOTTI DI RIBELLIONE

Post n°29 pubblicato il 29 Settembre 2012 da LIBERODIPARLARE
Foto di LIBERODIPARLARE

Su facebook è partita la protesta del 25 in i Spagna, che continua da tre giorni, migiaia di persone, arrestati, picchiati gli spagnoli resistono. Proteste anche in Olanda in Grecia in Portogallo ma la nostra stampa tace succube di un potere che dittatorialmente nsconde la verità al Popolo. Ci hanno tolto la sovranità nazionale, ci hanno tolto la moneta, ci tolgono anche la libertà di informazione, ma agli italiani và bene, infatti mentre alcuni CORAGGIOSI sono confluiti a Roma, a far Catena Umana davanti al Parlamento , file di giocani davanti ai negozi di informatoica per acquistare l'ultimo I PHON. Terrificanti le interviste che evidenziano l'incapacità, sopratutto delle famiglie, di far capire ai giovani la realtà del nostro presente, infatti molti dei giovani intervistati erano disoccupati,  studenti,  precari e tutti pronti a spendere 800/900 euro per un telefonino. Ma da dove prendono i soldi, magari la madre và a fare le pulizie per far si che al figlio non manchi lo Status Simbol? E' una vergogna perchè mentre l'Italia affonda nelle tasse e crisi finanziaria, mentre in molte Nazioni arde il fuoco della ribellione alla dittatura delle Banche, mentre pochi coraggiosi manifestano a Roma, a nessuno gliene frega niente. Allora gli ITALIANI meritano questa situazione. Dove sono i Masaniello? Forse questo giovani non sanno nemmeno di cosa si parla. Mentre la LEGA indice i convegni per parlare di rivoluzione, QUALE?,I tanti imprenditori che la televisione ci fà vedere mentre mangiano sorridenti?  Questi sono gli uomini che dovrebbero ribellarsi ad un Parlamento che ci ha imposto un Premier non eletto e che ha operato benissimo ad affossare l'reconomia in favore del potere delle Banche? La Stampa tace sui fatti di vera ribellione, non parla dello scontento che serpeggia tra la gente perchè sà che è meglio LECCARE il potere che andare controcorrente, e allora si azzerano le vere notizie si parla di calcio, di veline, di gossip così l'italiano medio è tutto contento e domani quando troverà altre Tasse, altri aumenti si limiterà a MUGUGNARE al bar tra un gol commentato e la nuova soap opera.

POVERA ITALIA come sei ridotta.

 
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DOVREMO VOTARE, MA CHI?

Post n°28 pubblicato il 15 Settembre 2012 da LIBERODIPARLARE
 
Foto di LIBERODIPARLARE

Far quadrare il bilancio famigliare è come la quadratura del cerchio, praticamente impossibile, ti ritrovi a metà mese con qualche spicciolo e preghi che non ti capitino tra capo e collo imprevisti, altrimenti sono guai.

Questa è la situazione di una famiglia nella quale almeno uno lavora, con un'entrata decente, ma cambia lo scencario quando la situazione è quella di un pensionato con meno di mille euro al mese o peggio con la pensione minima. Nella stessa situazione troviamo i precari, i disoccupati e i cassaintegrati, questo è il palcocscenico su cui recitano oltre 60milioni di persone, mentre in platea, magari un pò annoiati ci sono i ricchi, i parassiti, gli affamatori del popolo, i dilapidatpri del bene pubblico.

Abbiamo un parlamento composto da persone che abbiamo eletto perchè facessero i nostri interessi, e che fanno? Fino ad ora hanno appoggiato il governo delle banche, approvato leggi  inique, aumenti delle tasse, e in cambio si sono pappati stipendi che basterebbero a sfamare 10 famiglie, ogni mese con i soldi pubblici migliaia famiglie starebbero bene.

945 persone che si fanno chiamare onorevoli, ma che di onorevole non hanno niente visto che la definizione fù coniata per coloro che avevano l'ONORE di servire il Popolo in cambio di un OBOLO.

 Un baraccone che tra presidente della repubblica, onorevoli, impiegati, lavoratori presso il parlamento dal barbiere alla donna delle pulizie, che pesa sul groppone di lavoratori mal pagati e supertassati

Il popolo abbozza e zitto mugugna, come i marinai di camogli approfittiamo di questo privilegio, come i marinai di Camogli ancora possiamo, sperando che prima o poi non ci tolgano anche questo diritto. Poche sono le cose che ancora facciamo senza pagare: respirare e fare le puzzette, perchè anche fare i nostri bisognini costa, visto che paghiamo la tassa sullo smaltimento liquami,  nessuno la contesta( a parte che è un pò caruccio ma nessuno vorrebbe tornare a fare i bisogni nel prato) è comunque una tassa. Pochi i diritti molti i doveri, ah anche votare è un diritto ma quello è diventato il diritto di farci fregare.

Populismo? Forse si, anche se più onestamente chi ci accusa di populismo dovrebbe definire il nostro stato d'animo "arrabbiatura" e uso un termine garbato mordendomi la lingua per non sforare in parolacce poco edificanti.

Ora ci saranno, prima o poi le elezioni e i politici (trascurando gli interessi del popolo) si scannano tra loro per accordi, inciuci, sventolamenti " del nuovo" che nuovo non èn nella speranza di vincere per governare, governare cosa? Un popolo affamato, scontendo e sfiduciato.

Quale partito votare? Mah sembrano tutti uguali, tutte promesse e fumo negli occhi e poi nelle liste troveremo sempre le stesse facce, gente che non ha mai lavorato che da molte legislature siede sugli scranni, a volte dormendo, in attesa del lauto compenso e attorno a loro qualche giovane di bella speranza, legato a questo o a quel partito che sogna un giorno di essre come il leader, ricco e potente.

Ma di noi a chi frega qualcosa?

64 anni di Repubblica, stiamo ancora aspettando che qualcuno mantenga le promesse, intanto i disoccupati sono saliti a 35'9% ( dati ISTAT marzo 2012), si parla di quasi il 60% degli occupati sia dipendente pubblico, restano pochi ( circa 4.000.000) i lavoratori autonomi divisi tra imprenditori,dipendenti di ditte private e precari.

Anche se i dati sono possibili di correzioni temo che siano molto vicini alla realtà ( i dati esatti sono introvabili, l'unico quasi certo è quello dei disoccupati) e sembra di redigere  un bollettino di guerra.

Questa effettivamente è una guerra senza armi, con qualche morto e tanti a combattere per la sopravvivenza.

 

 
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I DITTATORI SERI MUOIONO POVERI, MONTI SI ARRICCHISCE OGNI MINUTO DI PIU' E CI CHIEDE SACRIFICI

Post n°27 pubblicato il 09 Settembre 2012 da LIBERODIPARLARE
Foto di LIBERODIPARLARE

 

 

Ho molte primavere sulle spalle e quando sono nata la guerra era appena finita, anzi al nord finì quando appesero il Duce a Piazzale Loreto. troppo piccola per capire ma i racconti che nel tempo ho potuto ascoltare parlavano di un uomo che aveva fatto tanti errori, ma che aveva dato tanto all'Italia. I miei non erano fascisti, semplici persone poco interessate alla politica ma che avevano il senso dell'obbiettivita', quindi riconoscevano il quell'uomo di Predappio un leader che armato di buone intenzioni aveva fatto errori gravi portando l'Italia alla guerra alleandosi con il il dittatore tedesco. A volte mi chiedo cosa sarebbe successo all'Italia se  ci fossimo schierati contro la Germania e onestamente mi risposndo che forse non sarebbe stato peggio. I tedeschi ci portarono a morire nella steppa russa, i cosidetti alleati ci bombardarono distruggendo intere città, i partigiani combinarono qualche guaio grosso ( vedi fosse Ardeatine risultato dei loro attentati per la libertà, ben sapendo che ci avrebbe rimesso la popolazione).

nel 1924 lo sviluppo delle PT,  diventa Ministero delle Comunicazioni, diventa importante centro di potere e si distribuisce sul territorio offrendo un servizio capillare.

Nel 1919 nasce la CNAS, 1933  diventa Istituto Nazionale per La Previdenza Sociale di cui L'IMPS è legittimo figlio.

Le grandi imprese del periodo comprendono Ponti, Strade, Strade ferrate (vecchia battuta " quando c'era lui i treni arrivavano in orario") Costruzioni Scolastiche, palazzi per gli enti, insomma opere che ancora funzionano, special modo i Palazzi delle Poste Italiane. Ciò nonostante se cercate Mussolini vi troverete notizie di natura politica, riferimenti ai suoi errori, alla sua cattura e alla sua morte, dovrete scavare per trovare quello di buono che ha fatto per l'Italia che amava tanto.

MUSSOLINI E' MORTO POVERO, NON HA MAI RUBATO I SOLDI DEGLI ITALIANI, ORA POSSONO DIRE ALTRETTANTO I NOSTRI GOVERNANTI, E PARLAMENTARI CHE TASSANO PER RISANARE UN DEBITO( CHE HANNO FATTO LOTO) E SULLE SPALLE DEI CITTADINI CONTINUANO A FAR GRAVARE EMOLUMENTI DA PAPERON DE PAPERONI, E IL TUTTO SENZA VERGOGNARSI?

 
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CHE FINE FARANNO I CARI MEDICI DI FAMIGLIA?

Post n°26 pubblicato il 07 Settembre 2012 da LIBERODIPARLARE
Foto di LIBERODIPARLARE

Da un pò non scrivo sul mio blog, non l'ho fatto perchè ero troppo incavolata per scrivere, avrei sforato in parolacce, ma ora devo dire qualcosa altrimenti scoppio. Ora voglio parlare di un decreto, decisione grave che è stata presa da questo governo monti,  firmato dal presidente della repubblica e che riguarda la nostra salute ma anche il posto di lavoro di tanti MEDICI. Sopratutto i Medici di Medicina Generale, quei medici che ci sono vicini, ci aiutano e ci accompagnano quando siamo colti da gravi patologie. Medici che ci firmano le ricette per le medicine di tutti i giorni, che ci curano le piccole malattie, che ci aiutano a scoprire più gravi patologie indicandoci lo Specialista, e gli esami diagnostici necessari. E con loro molti Medici che ( almeno molti di loro) non avendo ancora una sistemazione sul territorio svolgono il compito di Guardia Medica, che la notte sono lì pronti al telefono a rispondere alle nostre necessità. Orbene

VISTA la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione…
SULLA PROPOSTA del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro
della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, con il Ministro dello
sviluppo economico, con il Ministro per la pubblica amministrazione e per la
semplificazione, con il Ministro per il turismo, lo sport e gli affari regionali e con il Ministro
dell’istruzione, dell’università e della ricerca;
E M A N A
il seguente decreto-legge:

in cui si evidenzia lo scombussolamento totale per i Medici di Base e le Guardie Mediche i quali si domandano a cosa sia servito studiare per diventare MEDICO DI MEDICINA GENERALE se poi  verranno integrati nel ruolo tutti i medici per titoli Non basta dire che chi è in possesso della Formazione professionale per MMG avrà una percentuale prevalente nell'assegnazione delle zone carenti, se nella mega struttura, ipotizzata dalle teste d'uovo, qualsiasi medico avrà le stesse possibilità di accesso attraverso una graduatoria una per titoli, basterà avere un santo protettore e il gioco è fatto. I Medici della struttura copriranno 24 su 24 ore quindi addio Guardie Mediche. Se ci saranno le mega strutture come la mettiamo con i piccoli paesi, magari di montagna, che ora sono coperti dal Medico di Base e la notte dalla Guardia Medica, pensate che  il paziente  avrà la stessa attenzione da parte del Medico che facendo parte di un'equipe non lo conosce affatto

Non voglio fare l'uccello del malaugurio ma

PREVEDO,

intasamento dei Pronto Soccorso,

AUMENTO

delle chiamate al 118,

AGGRAVIO

di spese per Creare le Strutture,

DISAGIO

per i Medici di Base che , a costo di sacrifici hanno comperato degli studi, gli addobbi e le attrezzature per la buona gestione della professione. Molti giovani Medici che ora campano con le Guardie Mediche, malpagate, che si troveranno a SPASSO con poche possibilità davanti a figli di papà e raccomandati vari.

SE QUESTO E' LA REVISIONE DELLA SPESA

(e ditelo in italiano per favore)

chi l'ha proposta capisce meno dell'ultimo impiegato o di un qualsiasi Ragioniere.

IN CHE CAVOLO DI MANI SIAMO?



 

 
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PERCHE' QUESTE ODI A SCUOLA NON SI STUDIANO PIU'

Post n°25 pubblicato il 22 Agosto 2012 da LIBERODIPARLARE
Foto di LIBERODIPARLARE

 

 IL PARLAMENTO di Giosuè Carducci

I

Sta Federico imperatore in Como.

Ed ecco un messaggero entra in Milano

Da Porta Nova a briglie abbandonate.

«Popolo di Milano,» ei passa e chiede,

«Fatemi scorta al console Gherardo

Il consolo era in mezzo de la piazza,

E il messagger piegato in su l'arcione

Parlò brevi parole e spronò via.

Allor fe' cenno il console Gherardo,

E squillaron le trombe a parlamento.

 

 

 

II

Squillarono le trombe a parlamento:

Ché non anche risurto era il palagio

Su' gran pilastri, né l'arengo v'era,

Né torre v'era, né a la torre in cima

La campana. Fra i ruderi che neri

Verdeggiavan di spine, fra le basse

Case di legno, ne la breve piazza

I milanesi tenner parlamento

Al sol di maggio. Da finestre e porte

Le donne riguardavano e i fanciulli.

 

 

 

 

 

III

«Signori milanesi,» il consol dice,

«La primavera in fior mena tedeschi

Pur come d'uso. Fanno pasqua i lurchi

Ne le lor tane, e poi calano a valle.

Per l'Engadina due scomunicati

Arcivescovi trassero lo sforzo.

Trasse la bionda imperatrice al sire

Il cuor fido e un esercito novello.

Como è co' i forti, e abbandonò la lega.»

Il popol grida: «L'esterminio a Como!»

 

 

 

 

 

IV

«Signori milanesi,» il consol dice,

«L'imperator, fatto lo stuolo in Como,

Move l'oste a raggiungere il marchese

Di Monferrato ed i pavesi. Quale

Volete, milanesi? od aspettare

Da l'argin novo riguardando in arme,

O mandar messi a Cesare, o affrontare

A lancia e spada il Barbarossa in campo?»

«A lancia e spada,» tona il parlamento,

«A lancia e spada, il Barbarossa, in campo!»

 

 

 

 

 

V

Or si fa innanzi Alberto di Giussano.

Di ben tutta la spalla egli soverchia

Gli accolti in piedi al console d'intorno.

Ne la gran possa de la sua persona.

Torreggia in mezzo al parlamento: ha in mano

La barbuta: la bruna capelliera

Il lato collo e l'ampie spalle inonda.

Batte il sol ne la chiara onesta faccia,

Ne le chiome e ne gli occhi risfavilla.

È la sua voce come tuon di maggio.

 

 

 

 

VI

«Milanesi, fratelli, popol mio!

Vi sovvien» dice Alberto di Giussano

«Calen di marzo? I consoli sparuti

Cavalcarono a Lodi, e con le spade

Nude in mano gli giurâr l'obedïenza.

Cavalcammo trecento al quarto giorno,

Ed a i piedi, baciando, gli ponemmo

I nostri belli trentasei stendardi.

Mastro Guitelmo gli offerí le chiavi

Di Milano affamata. E non fu nulla

 

 

 

 

VII

«Vi sovvien» dice Alberto di Giussano

«Il dí sesto di marzo? Ai piedi ei volle

Tutti i fanti ed il popolo e le insegne.

Gli abitanti venían de le tre porte,

Il carroccio venía parato a guerra;

Gran tratta poi di popolo, e le croci

Teneano in mano. Innanzi a lui le trombe

Del carroccio mandâr gli ultimi squilli,

Innanzi a lui l'antenna del carroccio

Inchinò il gonfalone. Ei toccò i lembi

 

 

 

VIII

«Vi sovvien?» dice Alberto di Giussano:

«Vestiti i sacchi de la penitenza,

Co' piedi scalzi, con le corde al collo,

Sparsi i capi di cenere, nel fango

C'inginocchiammo, e tendevam le braccia,

E chiamavam misericordia. Tutti

Lacrimavan, signori e cavalieri,

A lui d'intorno. Ei, dritto, in piedi, presso

Lo scudo imperïal, ci riguardava.

Muto, col suo dïamantino sguardo.»

 

 

IX

«Vi sovvien,» dice Alberto di Giussano,

«Che tornando a l'obbrobrio la dimane

Scorgemmo da la via l'imperatrice

Da i cancelli a guardarci? E pe' i cancelli

Noi gittammo le croci a lei gridando

- O bionda, o bella imperatrice, o fida,

O pia, mercé, mercé di nostre donne! -

Ella trassesi indietro. Egli c'impose

Porte e muro atterrar de le due cinte

Tanto ch'ei con schierata oste passasse.»

 

 

 

X

«Vi sovvien?» dice Alberto di Giussano:

«Nove giorni aspettammo; e si partiro

L'arcivescovo i conti e i valvassori.

Venne al decimo il bando - Uscite, o tristi,

Con le donne co i figli e con le robe:

Otto giorni vi dà l'imperatore -.

E noi corremmo urlando a Sant'Ambrogio,

Ci abbracciammo a gli altari ed a i sepolcri.

Via da la chiesa, con le donne e i figli,

Via ci cacciaron come can tignosi

 

 

XI

«Vi sovvien» dice Alberto di Giussano

«La domenica triste de gli ulivi?

Ahi passïon di Cristo e di Milano!

Da i quattro Corpi santi ad una ad una

Crosciar vedemmo le trecento torri

De la cerchia; ed al fin per la ruina

Polverosa ci apparvero le case

Spezzate, smozzicate, sgretolate:

Parean file di scheltri in cimitero.

Di sotto, l'ossa ardean de' nostri morti

 

 

 

XII

Cosí dicendo Alberto di Giussano

Con tutt'e due le man copriasi gli occhi,

E singhiozzava: in mezzo al parlamento

Singhiozzava e piangea come un fanciullo.

Ed allora per tutto il parlamento

Trascorse quasi un fremito di belve.

Da le porte le donne e da i veroni,

Pallide, scarmigliate, con le braccia

Tese e gli occhi sbarrati al parlamento,

Urlavano - Uccidete il Barbarossa! -.

 

 

XIII

«Or ecco,» dice Alberto di Giussano,

«Ecco, io non piango piú. Venne il dí nostro,

O milanesi, e vincere bisogna.

Ecco: io m'asciugo gli occhi, e a te guardando,

O bel sole di Dio, fo sacramento:

Diman da sera i nostri morti avranno

Una dolce novella in purgatorio:

E la rechi pur io!» Ma il popol dice:

«Fia meglio i messi imperïali.» Il sole

Ridea calando dietro il Resegone.

 
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