Sono tornata. In una brutta congiuntura storica, a sentire il telegiornale. Ma siccome non ho l'ambizione o il talento per dedicarmi a cosa di questa portata, taccio. Taccio perché certe notizie mi soverchiamo e mi angosciano. Taccio perché faccio una gran fatica a prendere una posizione netta. Taccio perché m'è passata la voglia di capire, figuriamoci quella di schierarsi.
Come al solito mi colpiscono le piccole cose, quelle che fanno la microstoria, molto più che gli eventi macroscopici che grondano testosterone. Avete letto? Cinque minuti prima di un bombardamento partono centinaia di telefonate preregistrate verso tutti i numeri noti dell'area di Gaza che sta per essere colpita. Sono a carico dell'esercito israeliano. Una voce metallica e anonima ti avvisa di sgombrare, e di corsa, perché di lì a poco nulla di quello che resterà in zona sarà più in grado di respirare. A me, di fronte a una cosa simile – che a modo suo è un assurdo atto di civiltà, sebbene avvisare prima di bombardare suoni strano al di fuori del ristretto ambito semantico degli ossimori, come, che so: offrire una rosa prima di stuprare, oppure raccogliere le cicche prima di dare fuoco a un bosco – prende uno strano scoramento. Perché in mezzo a questo costante ininterrotto martirio da cui dipendono molti altri martiri sparsi ai 4 angoli del pianeta, onestamente non me ne frega più un cazzo stabilire chi ha torto o chi ha ragione. Il torto e la ragione sono ormai indistinguibili, come il caffellatte che contribuisce all'entropia. Il caffellatte non è più caffè e non è più latte, è una terza entità e ha un altro sapore. Col caffellatte puoi fare molte cose ma di sicuro non lo puoi più riportare allo stato originale, non puoi più dire: questo è latte e questo è caffè. Te lo tieni così. E' caffellatte. Che ti piaccia o no.
Per cui direi che ci teniamo tutto così com'è. L'elevatissimo grado del nostro armamentario bellico di precisione, la garanzia del rispetto alla salvaguardia degli obiettivi civili, e i bombardamenti di massa. Tutto l'assurdo ambaradan. L'orrore tribale e la tecnologia di precisione. Il desiderio atavico di vedere i figli del tuo nemico agonizzanti che si tengono le viscere con le mani, e la limpida efficienza di una segreteria telefonica che ti invita a metterti in salvo.
Che creature sorprendenti che siamo. Mi torna sempre in mente il monologo di Mr. Smith a Morpheus: human beings are a disease.
La citazione di Beckett più in basso nel template, a sinistra. Secondo me dice tutto. Il mondo è pieno di gente che si rifiuta di essere felice per paura di fallire. A me invece non me ne è mai fragata una mazza. Io vado, faccio, dico, prendo un treno, un aereo, una macchina, e poi afferro, amo, stendo, ti trascino a letto se mi va e se va anche a te, provo, infilo le dita nella presa, cerco, leggo, mi iscrivo, mi metto nei guai, ma all'occorrenza so difendermi. Sbaglio spesso. Fallisco spesso, appunto. Quasi sempre. Ma se pensi che questo mi scoraggi... Grazie per il template. Sono particolarmente orgogliosa della foto perchè l'ho elaborata io!
Oh Middle, ho due/tre sinapsi bruciacchiate...La frase di Beckett l'avevo letta e mi è pure piaciuta. Tanto. E fare due più due era facile facile...Ma ho idea di cosa potrebbe avermi obnubilato...sono le grandi manovre del mio subconscio: quello coi fallimenti ha un brutto rapporto!
Succede anche a me, continuamente. Mi sfuggono i collegamenti più ovvi. E ne vedo altri che all'apparenza non esistono. Ognuno c'ha le sinapsi che si merita, cara ms. E le grandi manovre del subconscio hanno sempre un loro perché. Almeno spero....
Ciao. Nell'insieme mi colpisce l'effetto tipo..."cani di Pavlov": immaginate di essere da quelle parti in un ambiente in cui squillano due o tre telefoni contemporaneamente... Bello il paragone con il caffelatte, che però non mi piace. Il caffelatte.
E' usanza dei palestinesi, da sempre (criticabile o meno non mi importa lo scopo è spiegare il perchè di certe cose), che le basi militari, i depositi di armi e quant'altro sia di interesse dell'esercito israeliano venga nascosto sotto ospedali, scuole, strutture civili. Questo per avere il duplice effetto di scoraggiare i militari israeliani dall'attaccare le basi e, nel caso di attacchi con conseguenti morti civili, di avere l'orrore da mostrare in diretta al mondo intero. L'avviso telefonico è figlio di questa situazione.
Mi riferivo a cose come questa quando dicevo che ormai non è più realistico parlare di torto o ragione. Da nessuna parte. Nulla di tutto quello che succede in Palestina ha più un senso se cerchi di spiegartelo col torto o con la ragione.