Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
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Il club delle prime mogli

Post n°533 pubblicato il 09 Luglio 2009 da middlemarch_g
 

Ieri sera ho visto al tiggiuno un bel servizio sulla giornata romana delle first ladies. Il pranzo in Campidoglio, ci hanno detto, è stato offerto dalla moglie del sindaco, Isabella Rauti. Che insomma, offerto, se permettete, non mi pare mica tanto. Offrire un pranzo a casa mia significa che l’anfitrione alla fine delle libagioni va alla cassa, caccia fuori la sua mastercard e versa la cifra pattuita al gestore. E’ andata così?  Perché se non è andata così, e francamente non mi pare probabile, sarebbe più corretto dire che il pranzo, semmai, gliel’abbiamo offerto noi. Mi sta benissimo, per carità, sono tutte signore peculiari e simpaticissime – e non crediate che sia un’affermazione di circostanza, è la pura verità. Infatti Carla Bruni non c’era -, e penso anch’io che sarebbe stato scortese sfamarle con un trancio di pizza con la mortadella al baretto dei Musei Capitolini (sebbene, sia detto fra noi, la pizza bianca con la mortadella possa essere serenamente inserita nel registro delle inconfutabili prove a sostegno dell’esistenza di Dio).

Dice che nel menù c’era la carbonara perché Michelle ne va matta, e come non capirla? La cosa lievemente antipatriottica è che la carbonara di Michelle sia stata preparata da Heinz Beck che, si intuisce forse dal nome, non risulta essere nato dalle parti di Testaccio. Come se non bastasse, è l’unico tedesco a Roma che parla un italiano più fetente di quello del papa. Però onestamente non mi sono risentita del fatto che abbiano scelto lui, perché se sei nato a Roma Heinz Beck è quasi più romano di te, e questo nessuno lo può negare. Roma prima di Heinz Beck non ricordo nemmeno più com’era.

Ma la parte davvero divertente della giornata è stata quando le signore sono andate tutte in udienza dal papa. Sul Corriere c’è un book fotografico fenomenale che vi suggerisco caldamente di non perdere. Come sapete, sono state accompagnate da Mara e Mariastella nella versione soldatina di Cristo: la mia anima a Dio, la mia virtù per la patria! Nella foto numero 6 si vedono tutte schierate in fila con la testina virginalmente coperta dal velo (sapete che è un obbligo previsto dal cerimoniale vaticano, no? Le donne devono essere a capo velato. Il capello sciolto è strumento demoniaco di seduzione maliarda, una cosa poco carina da fare al papa, porello, che a quell’età è un attimo che un’emozione porno soft se lo porti via). Sembrano quelle belle foto di una volta: le scolare della quinta a fine anno in posa col maestro di catechismo. Che tenerezza! C’è più rigidità cadaverica in quelle 11 figurette, che cemento armato nei piloni del Chrysler Building a New York.

Però ci tengo a dire che di tutte le signore consorti quella che ho davvero adorato è stata Sizakele Humalu, la quarta moglie del presidente sudafricano. Perché lo sforzo di sobrietà che suppongo lo stilista volesse compiere vestendola con un modesto abitino nero, gli è totalmente esploso in mano nella scelta del cappellino a ziggurath floreale che è un fenomeno di estemporaneità figurativa. Oltretutto, malgrado fosse già ricoperta dalla casseruola, in presenza del papa le hanno fatto mettere lo stesso anche il velo sulla testa! Ha una metratura più ampia lei in Vaticano, della tenda beduina di Gheddafi a Villa Doria Pamphili il mese scorso!

Che poi quello che ti verrebbe da chiedere al presidente sudafricano è: va bene la poligamia, ma perché t’ha accompaganto in Italia solo la quarta? E le altre 3 che fine hanno fatto?  

Non so cosa ne pensate voi, ma se fossi a Roma sono quasi certa che 9 romani su 10 dopo una veloce occhiata alla foto della Sizakele mi risponderebbero: e me sa' che le altre 3 se le sarà magnate lei.

 
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