Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
|
« A lot of silence here | La moglie del soldato » |
Rientravo dalla Toscana. Percorrevo l'ultimo tratto prima di arrivare a casa, quello che si fa anche a occhi chiusi e reti neuronali scollegate: Bologna-Padova. Un'infinita distesa di piattume intorno a te. Una lunga, ininterrotta striscia d'asfalto sotto le tue ruote. Un panorama talmente noioso che perfino dalla radio esce solo una pietosa giaculatoria di suoni perfettamente allineati alla desolazione della linea d'orizzonte. Nel tratto precedente, quello appenninico, perlopiù la radio gracchia. Ma una volta scesi a valle comincia a lamentarsi come un capodoglio ferito. Un mugolio uggiolante, uno strazio inaudito, e finché non rientri in città bisogna che ti adatti perché il convento non passa altro. Per inciso, io vi confesso che i gaudiosi misteri della modulazione di frequenza non li ho mai davvero compresi.
Allora ho deciso di fare una cosa che tutto sommato mi sembrava in linea con il contesto. Mentre passavo da un canale all'altro cercando di decidere di che morte dovevo morire, mi sono sintonizzata su Radio Maria, e lì mi sono fermata. Mi ha attratto una canzoncina mariana cantata da un coretto di voci bianche sulla stile pubblicitario dei jingle delle Girella Motta, non so se ve li ricordate. Mi ha preso perché faceva orrore, e l'orrore attira. Oltretutto nel grondare cattivo gusto riusciva anche nell’intento di farmi molto ridere. Ed è stato così che involontariamente ho cominciato a seguire il programma di cui la gnagnera devozionale era solo la sigla.
Insomma c'era un conduttore - suppongo un prete, ne aveva l'inflessione untuosa da fettina di mortadella salmistrata - che accoglieva in studio telefonate di bambini ai quali chiedeva: come ti chiami? E la creatura innocente rispondeva, non so, diciamo: Carlo. Oppure: Francesca. E lui: che preghiera vuoi dire? E il martirizzando, per esempio: il Padre Nottro per la mia torellina che ha la febbe! E il consacrato in radio: vai, ti ascoltiamo. A quel punto il bambino partiva come una mitragliatrice: Padre Nottro che tei nei cieli, tia santificato il tuo nome, tia fatta la tua volontà...e via di seguito tutta la preghiera fino-in-fondo. Il che è già talmente sublime da meritare una chiamata al volo ai membri della commissione che assegna i Pulitzer a Los Angeles, perché se non è una candidatura seria questa, allora qualcuno deve spiegarmi esattamente cosa intendiamo quando parliamo di informazione d'avanguardia.
Ma non è finita qui. La trasmissione evidentemente pativa qualche ritardo di programmazione. Il conduttore si faceva sempre più nervoso man mano che i bambini inanellavano pie declamazioni, per cui alla fine un po' spazientito ha cominciato a velocizzare il processo di sacra espulsione. Una specie di mistico lassativo orale che purtroppo ha dovuto mandar giù tutto insieme l'ultima incolpevole creatura. Veloce, veloce, che dobbiamo chiudere! Ha detto alla bimba che era anche l’ultima ospite telefonica, e lei, povero angelo, ha fatto tutto quello che poteva per non interferire con le tempistiche del sacro palinsensto. Tenete conto che partiva svantaggiata, le toccava il Salve Regina che è una robetta impegnativa. Ma ce l'ha messa tutta, ha fatto un respirone e poi s'è lanciata fuori dal pitbox devozionale come un missile:
SalveReginamadredimisericordiavitadolcezzasperanzanostrasalve
Atericorriamoesulifiglidieva
atesospiriamogementiepiangentiinquestavalledilacrime
e giuro che ha tirato dritto come un treno finché non ce l’ha fatta ad esalare l’ultimo respiro sull’oclementeopioodolceverginemaria! Poi credo sia svenuta per mancanza di ossigeno, ma di questo non sono certa perché la famiglia all’altro capo del filo non ha ritenuto di volersi sbilanciare su una prognosi, ed ha agganciato la cornetta.
Ho riso fino alle lacrime. Ho riso perché è stato oggettivamente divertente. Ma poi quando ho smesso di ridere mi è venuto in mente che in fondo è divertente solo fino a quando non ci pensi sul serio. Perché se prendi un bambino e gli fai passare l’infanzia a mandare a memoria queste orrende stronzate che vengono giù dritte dal De contemptu mundi di Innocenzo II e che grondano di allusioni malsane, brutte e ansiogene oltre ché completamente assurde, se ti metti in testa di convincere una creatura che per sua spontanea inclinazione sarebbe destinata ad essere gioiosa e vitale che sarà bene invece che sia dia una raddrizzata perché in realtà non è altro che un esule figlio di eva spirante e gemente in una valle di lacrime, e lui magari non ha l’autonomia mentale o la fortuna per capire che sono tutte cazzate, poi in fondo ti puoi davvero lamentare se vent’anni dopo si droga? Secondo me, no. Strano sarebbe che non lo facesse. Farsi come una scimmia in una valle di lacrime: non riesco a pensare a nessuna attività che sia più conseguenziale di questa.
|
Great expectations
I miei Blog Amici
VITA FUORI DA DIGILAND
Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.
Samuel Beckett
Tag
Area personale
Cerca in questo Blog
Menu
Chi può scrivere sul blog
Cerca in questo Blog
Middleroots
Ultimi commenti
Inviato da: cassetta2
il 04/12/2023 alle 16:37
Inviato da: What weather today
il 12/04/2022 alle 11:36
Inviato da: Weather
il 12/04/2022 alle 11:36
Inviato da: Weather forecast
il 12/04/2022 alle 11:36
Inviato da: Meteo
il 12/04/2022 alle 11:35
2010
Ci siamo dati da fare altrove
Confermo i miei atti e rido dei miei castighi. E adesso condannatemi
Rosa Luxemburg