Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
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Messaggi di Agosto 2009
Post n°545 pubblicato il 16 Agosto 2009 da middlemarch_g
Questa è una comunicazione personale. Avrei voluto metterla come commento a un post scritto altrove, ma sarebbe stata troppo lunga e magari invadente, per cui ho deciso che finiva qua. Se nella vita di mestiere scegli di fare il love seeker, secondo me vuol dire che hai le idee molto chiare. Prima di tutto su cosa vuoi fare, e in secondo luogo su cosa sia l'amore. Perché quando decidi di metterti a cercare una cosa, è essenziale che poi tu sia in grado di riconoscerla, altrimenti la tua esistenza è destinata a diventare piuttosto frustrante. E' come la questione della selettività dell'attenzione, non so se hai presente. Conviviamo tutti con questa serena utopia dell'oggettività dello sguardo, e con l'idea che posare gli occhi su una qualsiasi porzione di realtà coincida con l'atto di prenderne integralmente coscienza. Ho visto quindi so. Mi viene da sganasciarmi dal ridere solo a pensarci! Perché ormai ci sono prove inconfutabili a sostegno della falsità di questa ridicola ideuzza figlia dalla prosopopea cartesiana. Gli stimoli percettivi della realtà - e chiedo scusa se uso una parola volgare come realtà, ma in questo caso è necessario ricorrere a un vocabolario un po' forte. Sono quelle famose situazioni in cui quanno ce vo', ce vo' - sono talmente tanti e talmente ridondanti, che ne cogliamo solo una minima parte, e tutto il resto non fa in tempo ad assumere nemmeno una consistenza da sfogliatina empirica nel tentativo disperato di richiamare l'attenzione della nostra coscienza, che in un istante ricollassa nel magma dell'indistinto subquantistico da cui era stata generata. E a quel punto addio misteri gaudiosi. Per dire: sai che il 30% dei testimoni di un reato che firmano e sottoscrivono una testimonianza a caldo di quanto hanno visto, nel giro di un lasso di tempo che non ricordo bene, ma che comunque non è superiore alle 48 ore, se richiesto di rileggere quanto dichiarato e sottoscriverlo nuovamente, non è più disponibile a farlo? In altre parole: non sa più davvero che cosa ha visto. Fa pensare, no? Secondo me con l'amore è un po' la stessa cosa. Cioè: mi pare rischioso partire dall'assunto di sapere a monte di cosa si tratta, per cui poi quando arriva non avremo difficoltà a riconoscerlo. Perché presuppone che ce ne siamo fatti un'idea molto precisa, diciamo un prototipo, e che la nostra esistenza trascorra nel tentativo di rintracciare un fenomeno che all'incirca corrisponda a quel modello, per cui se poi non lo troviamo, se non c'è contenuto esperienziale che si adatti alla forma platonica che abbiamo nella testa, finiamo per concludere: mi è andata male. Ho cercato l'amore e non l'ho trovato. A me invece dell'amore piace l'effetto sorpresa, piace l'idea che lui la sappia più lunga di me, mi piace perfino l'idea che mi sfotta - io sono quel genere di creatura che trae infinito giovamento dall'essere presa per i fondelli, mi restituisce un asse gravitazionale stabile - e che mi giri intorno ballando una tarantella per attirare la mia attenzione mentre io, come la cieca di Sorrento, insisto a non volerlo riconoscere solo perché magari ha assunto una forma in cui fino a quel momento non mi era mai capitato di incontrarlo. Perchè questo accada è essenziale lasciare che sia lui a decidere tutto. Tempi e luoghi, modi e parole, opere ed omissioni. E' per questo che io mi limito ad andare per la mia strada. Ed è lui, semmai, che quando me lo merito viene a cercare me. Ti bacio, testina. |
M'è capitata sotto gli occhi questa straordinaria affermazione di Niccolò Ghedini. Avete presente, no? L'avvocato di Berlusconi, il parlamentare del Pdl, quello che ha una faccia che dobbiamo solo ringraziare il cielo che sia nato oggi e non nel V sec. a.C., perché se Policleto l'avesse visto prima di scrivere il suo Canone su proporzioni e rapporti numerici ideali del corpo umano, facile che a quest'ora l'estetica classica coincideva con i peggiori deliri di Picasso. Magari l'avete letta anche voi, ma nell'ipotesi che vi fosse sfuggita ve la riporto per carità cristiana. Dice così: Non è casuale che l'avvocato (Giommaria Uggias-ndr) che difende Zappadu sia un eurodeputato dell'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro. C'è una doppia veste - avvocato e parlamentare - che non si dovrebbe confondere. A puro titolo accademico - perché so che è una domanda che certa gente non perde neanche tempo a porsi - mi sono chiesta: ma se esistesse un attendibile indice di misurazione del tasso di aggregazione empirica fra faccia e culo, Ghedini che punteggio totalizzerebbe? E questa è stata la mia prima riflessione a caldo. La seconda invece è questa: come forse saprete, Ghedini è padovano, e Padova in buona sostanza è una piccola città. Il che significa che se vivi qui, la possibilità di incontrarlo a prendere il caffè al bar Antille di fronte al Bo, sia pure tenuto conto degli inderogabili impegni istituzionali e professionali che lo tengono impegnato su tutto il territorio nazionale, è tutto sommato relativamente alta. Insomma, per concludere: se in una prossima edizione del tiggì dovesse capitarvi di ascoltare che una piacente signora di mezza età ha inseguito l'avvocato Ghedini lungo tutto il Listòn, dal Pedrocchi fino a Prato della Valle, rifacendogli i connotati a colpi di tacco, mi raccomando, dedicate un pensiero riconoscente alla vostra Middle che si sacrifica per voi. E già che ci siete, dite anche una preghiera per lei. Può essere che finisca a pagarla cara. Però sono quasi certa che ne varrà la pena. |
Io penso che l'aborto sia una cosa orribile. Tra le poche cose che giudico più orribili dell'aborto c'è l'idea di uno stato che emana leggi per impedire alle donne di abortire, perché per quanto orribile l'aborto sia, la sua persecuzione legale riesce nell'intento di renderne le conseguenze perfino più nefaste di un atto che è devastante in sè. Di più indegno e immorale dell'aborto o delle leggi che lo rendono eventualmente impraticabile, riesco a pensare solo a Maurizio Gasparri che esprime un parere in proposito, e che verosimilmente si avvia a dare inizio a una battaglia con lo scopo di ritardare il più a lungo possibile l'entrata in vigore di un farmaco che non contravviene ad alcuna legge dello Stato e ha ottenuto dall'organo competente - che non è il Parlamento - ogni necessaria garanzia di commercializzazione. So che non dovrei dirlo, e che ognuno ha il diritto delle sue opinioni, ma è più forte di me: la sperequazione etica devastante che oppone una donna che affronta il dilemma se abortire o meno a un parere elaborato dalla corteccia lombrosiana di Gasparri, è una cosa capace di procurarmi un'indicibile nausea. |
Susanna Petruni è uno dei nuovi vicedirettori del TG1. Ricopriva lo stesso incarico anche prima, ma a Topolinia insieme a Giorgino. E si vede che, come lui, l'ha eseguito con estrema perizia. Perché adesso glielo fanno fare qui. Susanna Petruni. Si, Susanna Petruni. Scusate, magari vi annoio, ma sono obbligata a ripetere il nome almeno un paio di volte. Mi serve per convincermi che è tutto vero, sennò non gliela faccio. |
Quest'inverno mi è capitato di fare una lunga chiacchierata su Skype con mio fratello e non so perché mi è tornata in mente oggi all'improvviso. Non ricordo bene da dove siamo partiti ma so che a un a un certo punto, mettendo insieme un ampio numero di esperienze pregresse e una certa quantità di maestri incontrati lungo la strada, abbiamo concepito questa specie di sintesi zen dell'esistenza: se le cose vanno bene, ne godiamo. Se vanno male: chissenefrega. Quando sei costretto dalle circostanze a fare qualcosa che odi: chissenefrega. Quando il tuo Superego caga il cavolo rigirando il coltello nella piaga dei tuoi sensi di colpa: chissenefrega. Quando sbagli, quando cadi, quando ti fai male, quando piangi, ma al limite anche quando ridi, e quando ti dimentichi per cosa avevi voglia di piangere o di ridere: chissenefrega. Come va, va. E va bene così. Sembra stupido ma non lo è. E non è neanche facile. Non ha niente a che vedere col nichilismo, con la rinuncia alla felicità, e nemmeno con la tabula rasa del desiderio per eccesso di sconfitte a tavolino. Macché. E' una variante cazzona dell'accettazione, ma in una versione più alla portata di quelli come noi che sono ancora parecchio distanti da una parvenza di illuminazione. Ho deciso che proverò. Magari funziona. E se non funziona: chissenefrega. Ma secondo me funziona. |
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