Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
 

Messaggi del 16/08/2009

E ce lo viene a dire così?

Post n°547 pubblicato il 16 Agosto 2009 da middlemarch_g

Ma qualcuno ha avvisato questo grandissimo minchione che un'intera  generazione di ragazzine diventate sessualmente attive intorno alla metà degli anni '80, da 25 anni ripone in questa storia tutte le sue più segrete aspettative di felicità?

 
 
 

Destiny's child

Post n°546 pubblicato il 16 Agosto 2009 da middlemarch_g

Certo che vedere Berlusconi a Onna che picchietta sul finestrame delle casette per i terremotati con l'intento di verificare che siano abbastanza resistenti da contrastare l'invasione delle Forze Del Male, è sempre un bello spettacolo.

Ché se sei un terremotato abruzzese da aprile a oggi ne hai già viste abbastanza. Ti ci manca solo che ti destinino un'abitazione provvisoria dotata di vetrocamera inadatto a contenere Le Forze Del Male.

Sarebbe proprio un accanirsi del destino, ecco.

 
 
 

Lupus in fabula

Post n°545 pubblicato il 16 Agosto 2009 da middlemarch_g

Questa è una comunicazione personale. Avrei voluto metterla come commento a un post scritto altrove, ma sarebbe stata troppo lunga e magari invadente, per cui ho deciso che finiva qua. 

Se nella vita di mestiere scegli di fare il love seeker, secondo me vuol dire che hai le idee molto chiare. Prima di tutto su cosa vuoi fare, e in secondo luogo su cosa sia l'amore. Perché quando decidi di metterti a cercare una cosa, è essenziale che poi tu sia in grado di riconoscerla, altrimenti la tua esistenza è destinata a diventare piuttosto frustrante.

E' come la questione della selettività dell'attenzione, non so se hai presente. Conviviamo tutti con questa serena utopia dell'oggettività dello sguardo, e con l'idea che posare gli occhi su una qualsiasi porzione di realtà coincida con l'atto di prenderne integralmente coscienza. Ho visto quindi so. Mi viene da sganasciarmi dal ridere solo a pensarci! Perché ormai ci sono prove inconfutabili a sostegno della falsità di questa ridicola ideuzza figlia dalla prosopopea cartesiana. Gli stimoli percettivi della realtà - e chiedo scusa se uso una parola volgare come realtà, ma in questo caso è necessario ricorrere a un vocabolario un po' forte. Sono quelle famose situazioni in cui quanno ce vo', ce vo' - sono talmente tanti e talmente ridondanti, che ne cogliamo solo una minima parte, e tutto il resto non fa in tempo ad assumere nemmeno una consistenza da sfogliatina empirica nel tentativo disperato di richiamare l'attenzione della nostra coscienza, che in un istante ricollassa nel magma dell'indistinto subquantistico da cui era stata generata. E a quel punto addio misteri gaudiosi.

Per dire: sai che il 30% dei testimoni di un reato che firmano e sottoscrivono una testimonianza a caldo di quanto hanno visto, nel giro di un lasso di tempo che non ricordo bene, ma che comunque non è superiore alle 48 ore, se richiesto di rileggere quanto dichiarato e sottoscriverlo nuovamente, non è più disponibile a farlo? In altre parole: non sa più davvero che cosa ha visto. Fa pensare, no?

Secondo me con l'amore è un po' la stessa cosa. Cioè: mi pare rischioso partire dall'assunto di sapere a monte di cosa si tratta, per cui poi quando arriva non avremo difficoltà a riconoscerlo. Perché presuppone che ce ne siamo fatti un'idea molto precisa, diciamo un prototipo, e che la nostra esistenza trascorra nel tentativo di rintracciare un fenomeno che all'incirca corrisponda a quel modello, per cui se poi non lo troviamo, se non c'è contenuto esperienziale che si adatti alla forma platonica che abbiamo nella testa, finiamo per concludere: mi è andata male. Ho cercato l'amore e non l'ho trovato.

A me invece dell'amore piace l'effetto sorpresa, piace l'idea che lui la sappia più lunga di me, mi piace perfino l'idea che mi sfotta - io sono quel genere di creatura che trae infinito giovamento dall'essere presa per i fondelli, mi restituisce un asse gravitazionale stabile - e che mi giri intorno ballando una tarantella per attirare la mia attenzione mentre io, come la cieca di Sorrento, insisto a non volerlo riconoscere solo perché magari ha assunto una forma in cui fino a quel momento non mi era mai capitato di incontrarlo.

Perchè questo accada è essenziale lasciare che sia lui a decidere tutto. Tempi e luoghi, modi e parole, opere ed omissioni. E' per questo che io mi limito ad andare per la mia strada. Ed è lui, semmai, che quando me lo merito viene a cercare me.

Ti bacio, testina. 

 
 
 

Great expectations

Ho sempre tentato. Ho sempre fallito. Non discutere. Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio.

Samuel Beckett

 

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