Creato da middlemarch_g il 24/01/2008
'Fallisci meglio' è il mio secondo nome
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Messaggi di Novembre 2011
Post n°730 pubblicato il 15 Novembre 2011 da middlemarch_g
Nuovo quartiere. Nuove strade, nuovi negozi, nuovi edifici. Nuove scritte sui muri. Morte al fascio però è un evergreen. Morte al fascio è il Siddartha dell'Insulto da Pubblica Parete, è il murales che dà distinzione ma non impegna. Ah, i cliché. Che gran bella comodità. |
Nel giardino della casa che domani venderò di fronte a un notaio, sono sepolti i 3 gatti della mia vita adulta. Pippi e Lilli, che sono vissute insieme e morte a 8 anni di distanza, sono nella stessa buca. Perché Pippi, che se n'è andata per prima di un tumore alla lingua, era stata cremata. Per 8 anni ho tenuto la scatola con le sue ceneri dentro a un cassetto, un po' perché non riuscivo a separarmene, e un po' perché volevo che restasse sotto lo stesso tetto di Lilli. Quando poi è morta anche lei due anni fa, abbiamo scavato nell'angolo sud del giardino e le abbiamo messo una accanto all'altra: la scatoletta di legno con le ceneri di Pippi, e il cadavere di Lilli avvolto in un canovaccio. Poi abbiamo rimesso sopra la terra, e le zolle che ricoprono l'una sono proprio le stesse che proteggono l'altra. Ramòn invece era talmente giovane, e se n'è andato da così poco tempo, che ancora mi stupisco di non trovarmelo intorno per casa a fare i disastri pelosi che erano la sua specialità. Ieri ho rimesso per la prima volta un vestito che non indossavo dalla stagione scorsa. Aveva un filo tirato sopra il seno, e proprio lì accanto c'erano un paio di peli bianchissimi. Chissà com'era riuscito a infilarsi nell'armadio e a fare casino senza che nemmeno me ne accorgessi. Ad ogni modo lui è sepolto nell'angolo sud-ovest, a novanta gradi dalla tomba delle sue consorelle baffute, morte prima che venisse al mondo. Sempre saputo che sarebbe arrivato questo momento. Sempre saputo che loro non sono più lì, e che mi rimarranno molto più vicino di quanto accadrebbe se anche restassi a vivere in quel giardino per tutto il resto della mia vita, tra l'angolo sud e l'angolo sud-ovest. E malgrado questo sento qualcosa di duro dalle parti del cuore all'idea di firmare un documento con cui perderò ogni diritto su quel giardino, sulle zolle di terra, su quello che si vede alla luce del sole, e su quello che rimane nascosto a una profondità di 50 centimetri appena. Polvere, credo. Ormai poco più che polvere. Ma ci siamo amati. E Dio solo sa quanto. |
Ed esattamente come accade subito dopo un parto - adesso che la casa comincia a prendere forma e il numero degli scatoloni progressivamente si assottiglia - il lento rilascio dell'endorfina mi aiuta a prendere le distanze dalla fatica che m'è costato accollarmi l'Everest sulle spalle. E' un po' una metafora del cambiamento, vero? Non riesco a ricordare nemmeno un'occasione in cui una trasformazione radicale non mi abbia procurato almeno una fitta di ansia. Invece quando molli, eccola là che le cose vanno meglio di come te le aspetti. I traslocatori, per cominciare, si sono esibiti nel circo Togni del bondage da inscatolamento. Non avevo mai visto una cosa simile. Sono entrati in batteria tipo certe squadre Swat a caccia di latitanti, e hanno cominciato a lavorare a catena di montaggio lanciandosi l'uno con l'altro scatoloni e assi degli armadi come fossero ricottine. Era come veder lavorare i Fantastici Quattro. A parte il fatto che erano di più. Diciamo otto. Ma non sono sicura, perché non sono mai stati fermi abbastanza a lungo perché riuscissi a contarli. Alle undici di mattina avevano già imballato tutto, e alle tre e mezza avevano scaricato e rimontato dall'altra parte, per poi dileguarsi nell'ombra come faine prima ancora che calasse il buio. Il mio primo giorno di rientro al lavoro poi, mio marito è rimasto a casa per gestire una serie di problematiche di allaccio e di incontri al vertice con antennisti, elettricisti, e altri professionisti del settore. A un certo punto si è posta la necessità di farsi aprire i depositi dei contatori. Lui non aveva le chiavi e ha cominciato a bussare in giro nella speranza di imbattersi in un vicino pietoso. E viene fuori la conferma di quel che già avevamo sospettato negli ultimi mesi: l'età media dei residenti nell'edificio è 85 anni ben portati. Perlopiù vedovi, vedove, o coppie attempatissime senza figli. Gente accumunata da diverse caratteristiche peculiari di cui la più saliente è quella di non avere una beatissima minchia da fare tutto il santo giorno. Insomma, appresso a mio marito si è formato un codazzo di venerandi decani che pur di passare il tempo gli si è messo dietro nel tentativo di dargli una mano. Ma è stato quando lui, anche per mostrarsi gentile e cominciare con il piede giusto, ha inavvertitamente confessato di essere un medico, e per di più ortopedico, che l'intera popolazione del civico 4 ha raggiunto l'orgasmo. Così adesso, prima ancora di cominciare, complice anche il fatto che nella media dell'area geografica dell'isolato possiamo tranquillamente spacciarci per una giovanissima coppia di sposini, siamo diventati i beniamini di tutti. Tra non moltissimo, lo so, il campanello comincerà a suonare. Dottore, disturbo?
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