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Il senso del tragico

Post n°46 pubblicato il 02 Dicembre 2012 da give_it_to_me
 

C'è un tale livello di tragicità, caro Massimo, nel fatto che tu abbia amputato e abortito la nostra relazione appena nata, che anche tornare a vivere, a frequentare e conoscere persone come sto facendo non mi aiuta a dimenticare, non volendo io per nessun motivo cancellare il mio ricordo di te e i nostri meravigliosi ricordi insieme, non volendo travisarli o distorcerli e nemmeno trasformare l'idea di te in qualcosa di negativo e ripugnante solo per rendermi più facile rinunciarci.

Il che non mi aiuta a sentirmi meno oppressa dal senso tragico di questi avvenimenti che ci hanno travolti e spazzati via.

E' tragico che tu abbia sacrificato il nostro amore appena concepito e soffocato l'allegria, dimenticato la tenerezza, interpretato negativamente a posteriori la dedizione e la premura che avevamo l'uno per l'altra e che si è espressa da parte mia anche dopo la tua decisione, ripudiato e negato la sintonia data da una comune ricerca, fatta separatamente negli anni passati prima di incontrarci e che aveva finalmente trovato nel presente una vera possibilità di un futuro insieme..è tragico che tu abbia svilito la gioia data dalla comune esperienza di quel "finalmente!" e cancellato dalla tua mente la positiva consapevolezza di avere iniziato con me un rapporto "diverso" da tutti i nostri precedenti, che ci chiedeva di essere vissuto diversamente dagli altri rapporti del passato e di essere anche noi un po' diversi da come eravamo abituati a pensarci e a comportarci fino a quel momento perchè era un'opportunità "diversa", di una relazione vera, di un livello superiore e dunque una sfida a tanti schemi e al sistema singolo che ognuno di noi è.

Per te essere diverso e uscire da uno schema e da una tradizione di rapporti (anche con te stesso) era purtroppo impossibile, almeno per ora e in questo momento della tua vita...e il tuo voltafaccia mi ha ovviamente ferita per il modo in cui si è compiuto, senza attenzione a come mi veniva comunicato e senza che una parte di me riuscisse a percepire la consueta attenzione e premura da parte tua per i miei sentimenti. Se vi fosse stato dentro di te il tempo di un pensiero alle conseguenze devastanti che poteva avere su di me la tua fuga, se per te fosse stato non solo un valore ma anche un'abitudine rallentare un po' il processo e contemplare anche un mio coinvolgimento nella decisione, sono certa che lo avresti fatto spontaneamente e ti saresti comportato molto diversamente da come hai fatto..ma così non è andata perchè una consuetudine in questo senso da parte tua non c'è.

Una parte di me sa che, anche se a livello di pura intenzione (perchè poi, nella realtà, non è così che potevi ottenere il tuo scopo e infatti l'effetto è stato concretamente l'opposto) ti dici di aver fatto tutto quello che potevi, anche con la speranza e il desiderio di preservare me (e i miei sentimenti e il mio diritto ad essere amata) dal tuo "non amore" (anche per te stesso) e dalla tua incapacità di esserci ancora per me, cosa che sarebbe stata possibile solo affrontando i fantasmi e le paure che ti hanno mandato in tilt. Ma di quali paure stiamo parlando? ACCETTARE E SOSTENERE LA DIPENDENZA RECIPROCA è normale in una relazione tra due persone che si vogliono bene e che scelgono di costruire qualcosa di serio e importante per farlo durare e crescere nel tempo, dunque sembrerebbe anomalo che tu abbia intrapreso la strada di una relazione importante senza conoscere i fantasmi che su quella strada si incontrano e bisogna saper sfidare.

Eppure io non credo che sia per superficialità che tu non li hai sfidati e sconfitti quei fantasmi..o almeno non solo. Certo, molte persone cadono di fronte alle paure che una relazione vera scatena dentro di loro, ma per te era quanto mai impossibile, perchè l'idea di dipendenza e indipendenza sono come concetti troppo collegate ad altre cose che ti sono capitate di recente. E dunque è per quei recenti collegamenti che hai particolarmente paura di affrontarle e di soffrire affrontandole.

Perciò, per non soffrire, hai fatto inconsciamente, senza coscienza, senza rendertene conto, l'unica cosa che sapevi e che potevi fare. Fuggire, mettere distanza tra te e il problema. Questo spiega il modo precipitoso e senza pensiero che ti ha portato alla decisione.

Questo altissimo livello di paura della sofferenza, forse, spiega come mai non è scattato dentro di te nè un automatismo diverso nè un pensiero diverso nemmeno "dopo" la decisione e cioè quando, a fronte della mia reazione e dei suoi tempi, hai avuto diverse settimane per prendere in considerazione che potevo essere anche io una risorsa, nel proporti altri modi (soprattutto ripensarci insieme) di affrontare e risolvere il problema.. se non hai fatto nei miei confronti una serie di cose (dialogare con me, metterti in discussione insieme a me, chiedere aiuto a me e coinvolgermi anche solo per capire cosa stava succedendo, ascoltare il punto di vista della tua compagna e prendere in considerazione le sue ipotesi di soluzione, ecc.) potrebbe essere perchè non sei in grado di fare queste normali operazioni della vita di relazione, perchè probabilmente non le hai mai fatte in vita tua all'interno di una tua qualsiasi coppia, anche solo rispetto a relazioni di amicizia.

Potrebbe..ma io non credo che sia perchè non ne sei capace..credo piuttosto che la fuga e il fatto di essere in preda al panico abbiano giocato contro di te e contro la possibilità di pensare e di scegliere con la testa e con i tuoi valori, nella calma..

Hai "scelto" invece di non percorrere la strada della condivisione, della riflessione comune e dell'unione delle forze perchè, consigliato dalla paura, ti immaginavi il peggio cioè che quella strada transitasse necessariamente per il punto critico, il problema che non ti senti pronto ad affrontare e che ti spaventava perciò molto di più del percorrere una via solitaria, autarchica. Strada della solitudine che solo a quel punto diventava desiderabile imboccare anche se esigeva di pagare un prezzo altissimo perchè sacrificava me e te, i nostri sentimenti, i desideri e i progetti che non abbiamo mai smesso di fare, nemmeno il giorno stesso e poco prima della tua fuga..ma si può parlare di scelta, quando questa avviene senza coscienza, senza pensiero, precipitosamente e in preda alla paura o in assenza di alternative note e considerate praticabili, per giunta ricostruite a posteriori rispetto a un malessere senza volto, senza motivo?

E la tragicità sta proprio nel fatto che, dal tuo punto di vista, non potevi fare niente di diverso, niente di più, niente di meno, niente di meglio, niente di peggio. Hai incontrato un problema imprevisto (a Londra) e io ho visto anche grazie alle tue confidenze quale fosse ma l'ho capito troppo tardi, ti ha mandato in tilt (per 3 settimane) e io ho visto e sentito quanto perchè ero lì con te, ha inceppato il tranquillo funzionamento di un sistema semplice e lineare e molto protetto, che non prevede virus o malfunzionamenti ma solo il reset, nuove versioni installate da zero. Linux funziona così, giusto?

E io che posso fare sapendo quanto ti piace Linux e l'informatica tutta? 

Dolorosamente rispetto che tu non potessi fare altro che formattare il disco fisso del tuo sistema operativo inceppato, perchè rispetto e accetto tutto di te, via via che ti conosco, proprio per l'immenso bene che ti volevo, ti voglio e ti vorrò sempre per come sei..il mio modo di volere bene non mira a cambiarti e men che meno a farti soffrire o ad accelerare i tempi di un confronto con qualcosa che non sei pronto ad incontrare o a farti guardare qualcosa se tu non vuoi e se non ce la fai..il mio bene ti avrebbe soltanto accompagnato e strenuamente sostenuto, se solo lo avessi scelto liberamente e accettato la sfida del confronto e del cambiamento o me lo avessi chiesto come una tua esigenza (una normale richiesta di aiuto fatta alla tua compagna). E quello stesso bene continua anche ora ad augurarti e desiderare per te solo il meglio, il tuo bene.

In assenza di risorse antivirus del sistema, anche ipotizzando abitudini tue ad affrontare problemi simili (magari affrontandoli come coppia, facendo conto sulla forza del legame e trovando insieme alla tua compagna soluzioni creative e ogni volta "diverse", oppure in tanti altri modi che pure esistono ma per te erano inconcepibili e nemmeno presenti nella tua mente quando ho provato a parlartene), l'unica sciagurata opzione di fronte ad un "pericolo" per il sistema era ed è stata il comando "format", "delete all".

Straziante soluzione finale, definitiva, che in pochi giorni ha cancellato insieme al problema anche il ricordo di quello che era il vero problema e poi, a ruota, i tuoi sentimenti, le emozioni che provavi per me, il desiderio, l'affetto e l'attaccamento che fino al giorno prima ti facevano piangere e soffrire e ribellare anche solo all'idea di utilizzare quel comando e azzerare tutto, non vedermi più, non parlarmi più, non pensarmi più.. E nemmeno potevi conservare di me l'idea che avevi prima: persino quella hai formattato ed è comprensibile che sia stato "necessario" lì per lì proiettarmi addosso l'immagine della cattiva, persecutrice o che altro, altrimenti ti avrebbe costretto e forse ti costringerebbe ancora oggi a soffrire (come me) di nostalgia e di ricordi e a ripensamenti incompatibili con la soluzione finale.

E Linux non ammette incompatibilità, un sistema sicuro è protetto finchè si rende inattaccabile dai virus, anche quelli del dubbio, i "forse aveva ragione?" o i "chissà cosa avrà avuto da dire per insistere in un modo così accorato per parlarmi di persona e farsi ascoltare"..soprattutto quando la tua visione delle cose e la tua sensibilità, perchè tu sei un uomo estremamente sensibile, ti dicono che devi avere paura di quello che ti direi e che l'alternativa di non ascoltarmi è più sicura, protegge da una sofferenza che io per prima non so se saprei contenere e sentire..senz'altro non da sola.

E dunque io ti capisco, so che in te come persona non avevi ipotesi alternative disponibili, sei stato te stesso e ti sei espresso e comportato coerentemente al tuo sistema mentale chiuso e alle tue risorse come individuo singolo, per proteggerti.

Come nelle tragedie greche: la Sfinge predice a un re che sua moglie darà alla luce colui che lo ucciderà e che un giorno lei, vedova, sposerà questo suo figlio. E per quanto il re provi, DA SOLO E SENZA CONFRONTARSI O DIRE NIENTE A NESSUNO, a proteggersi e a scongiurare il dramma che gli è stato vaticinato e allontani il bambino appena nato e lo faccia crescere ignaro della sua identità e lontano, i due un giorno si incontreranno comunque, senza sapere di essere padre e figlio. Nasce un diverbio banale, e il giovane Edipo ucciderà il vecchio re e ne sposerà la vedova, senza sapere che è sua madre. La tragedia accade, senza colpa e senza coscienza..è questo il senso del tragico. Accade comunque, perchè incontriamo sempre quello che dobbiamo incontrare e capire. E più facilmente accade quando si è soli, chiusi all'Altro e al dialogi, alle sinergie (l'unione fa la forza), alle possibili soluzioni che sono sempre aperture e mai fughe.

E' tragico anche il fatto che io non potessi che reagire come ho fatto, incredula per la tua decisione che ribaltava parole e gesti e promesse di mesi; è tragico che non potessi che soffrire come ho sofferto per la tua mancanza che sapevo mi avrebbe trovata senza una spiegazione plausibile da parte tua, accecato dal problema, deprivato dalla formattazione progressiva di tutti i dati e in fuga da me che ero diventata per te e ai tuoi occhi l'origine/causa/specchio del problema, con la fatica però di doverne trovare comunque una, una spiegazione che mi desse almeno un po' di conforto e trovasse un barlume di senso in qualcosa che per me, per il mio sistema aperto a tutte le possibili risorse per risolvere una situazione e salvare una relazione importante e finalmente diversa, non ne ha; è tragico che io non potessi far altro che almeno tentare, come potevo, di acciuffarti prima che che ti tuffassi a capofitto nell'abisso che ci avrebbe separati. Perchè ho tentato almeno di confrontarmi con te, di farmi ascoltare, di superare l'ostacolo o di chiuderla insieme questa cosa? perchè credo nella coppia ma ancora di più nella relazione che nella coppia trova la sua massima e più complessa espressione (più delicata e difficile della relazione che c'è nelle amicizie, anche se quelle con gli amici possono sembrare più durature e importanti proprio perchè sono più facili da costruire e meno impegnative perchè non toccano lo stesso livello profondo di intimità e consentono sempre un margine di distanza, di indifferenza, di libertà e quindi di fuga per non affrontare certi nodi): la coppia, la relazione autentica, è l'unica forza che il singolo ha contro le tragedie e le avversità della vita oltre a quella che può trovare in se stesso e che a volte non basta..

..in me, nel mio sistema mentale e nel mio pannello di risorse, esistono come opzioni per risolvere i problemi anche le risorse della coppia e della relazione, quel surplus creativo e quel valore aggiunto tutto da scoprire che è dato non tanto e non soltanto dalla somma delle due persone ma anche da quel qualcosa in più che due persone che si vogliono bene possono essere insieme, una forza della natura se vogliono, se scelgono di crederci, se ce la fanno a costruire una fiducia reciproca e nel loro amore.

Ed è tragico che tutto questo tesoro positivo, quello che sono, che potevo essere per te e dirti o farti notare per esserti vicina e di appoggio in un momento critico e delicato (perchè a differenza dei tuoi amici ero presente e molto vicina a te e ho visto e sentito dentro di me tante cose di te e di noi), fosse inutile e non sia servito; è tragico.

Noi non ce l'abbiamo fatta a costruire quella forza comune, non ne abbiamo avuto il tempo e forse, per come tu sei, non avremmo mai potuto perchè aprirsi a una relazione vera, profonda, per te ad oggi significa rendere il tuo sistema vulnerabile a CERTE VERITA' PERICOLOSE e poco sicuro e non invece renderlo veramente open source come potrebbe essere e come una parte di te sicuramente desidera per il futuro, aperto anche alle risorse dell'altro e alle modifiche e alle migliorie che renderebbero più forte anche te nella relazione.

Ancora più tragico infatti è che tu abbia abortito la nostra relazione e la nostra felicità (anche la tua) non perchè il nostro rapporto avesse dei problemi o vi fosse tra noi una difficoltà ad accettarci o volerci bene reciprocamente per andare avanti e oltre insieme, ma proprio per il motivo contrario..

..il nostro legame era così profondo e il nostro bene così forte e si era radicato in così poco tempo che spingeva verso un futuro di cambiamenti e di intimità e di relazione così intensamente che l'unico modo per scendere dal treno in corsa e rimanere nel tuo sistema singolo, nel tuo sistema protetto e in un ambiente conosciuto, rimanere come eri sempre stato e ancorato a un porto sicuro (per quanto solitario e per quanto sistema chiuso), era tagliargli le gambe, tagliare le radici di quel legame tanto profondo, ucciderlo senza fare nessuna apertura alle eventuali risorse della tua compagna, innamorata di te e talmente legata a te da rimanere al tuo fianco e a tua disposizione anche ferita, anche respinta, anche se giudicata sacrificabile per la preservazione del tuo sistema chiuso.

Un gesto tragico, senza colpa, senza coscienza di uccidere, fatto per assenza di ipotesi e opzioni alternative e di risorse in te e nel tuo sistema, troppo lineare e chiuso per poterle avere presenti o considerarle percorribili senza rischiare l'impatto devastante con qualcosa che non ti sentivi pronto e abbastanza forte per affrontare, nemmeno con me accanto. Anche se a contare su di me al tuo fianco non ci hai nemmeno pensato vero? anzi non è esatto..spontaneamente, senza nemmeno rendertene conto perchè trascinato dalla profondità del legame con me, hai inizialmente provato a farlo, condividendo con me le ragioni profonde del tuo malessere, ma poi non ce l'hai fatta a sostenerle e hai preferito una spiegazione più universale e banale, meno basata su di te e su quello che stavi "vedendo" di te e delle tue paure e angosce profonde, che ora ti tormentano senza magari che tu nemmeno te ne renda conto e ti spieghi il perchè di come possa andare sempre peggio da quando mi hai lasciata a settembre credendo di risolvere tutto..

Hai fatto la tua scelta di fuggire, per proteggerti e per non "vedere" il problema e io la rispetto, rispetto il fatto che tu non mi abbia aperto il tuo sistema anche se credevo di farne già parte e cioè che avessimo già una relazione essendo anche tu in grado di averne una, oltre che di desiderarla..così non è, io ti auguro comunque di avere un'altra occasione di una relazione autentica e di poterne fare esperienza in futuro, anche se a malincuore credo che non sarà con me.

Dico "credo che non sarà con me" perchè solo tu puoi imboccare la strada del ritorno e io non posso fare nulla per riportarti qui, da dove sei fuggito via. Solo tu puoi scegliere di recuperare la precedente versione del sistema e reinstallarla anche se dava qualche problema di inceppamento e scegliere di trafficarci intorno con me per trovare una soluzione diversa dal formattare tutto.

Non muoverei mai un dito per un atto di forza nei tuoi confronti o contro il tuo sistema protetto e come hai notato ho subito smesso di farne, quando ho capito che ti sembravano tali le mie richieste di poterti parlare almeno un'ultima volta di persona oppure di tentare almeno la carta della condivisione di emozioni, pensieri e idee su quanto stava succendendo.

L'avrei fatto per aiutarti a vedere che FORSE C'ERA una strada per salvare il salvabile e scongiurare l'autodistruzione e la formattazione inesorabile che tu avevi deciso per entrambi e che andava a distruggere anche una parte di me, una cosa viva che era anche mia e alla quale tenevo quanto ci tenevi tu e per la quale avevo dato tutta me stessa come avevi fatto tu..non erano forzature le mie richieste ma un atto dovuto, per me, che io facevo per noi in quanto tua compagna, tuo sostegno, tuo punto di riferimento nella buona come nella cattiva sorte, nelle difficoltà come nei momenti di spensieratezza..

Ho smesso, come vedi, di lottare per noi due ma la nostra relazione mi manca e mi manchi tu e ti penso spesso chiedendomi come stai..e soprattutto ti voglio ancora e sempre bene, un bene che non chiede nulla e semplicemente accetta di non potersi più esprimere se non così..sapessi quanto te ne voglio!!

E un giorno, forse, chissà..quando avrai maturato qualche altra esperienza troppo semplice e poco profonda, quando avrai messo a fuoco ancora di più cosa conta davvero nella vita e quanto sia raro incontrare una persona che dia valore e significato a te come persona e non al ruolo vacante che puoi occupare nella sua vita, quando avrai trovato dentro di te la solidità e la serenità necessarie a metterti in discussione anche su qualsiasi cosa ti sembri più che certa e senza alternative e a reggere anche le CONSEGUENZE DELL'AMORE, oltre alla grande capacità che già hai di amare e di esprimere quell'amore fino a farlo sentire senza ombra di dubbio a chi ha la fortuna di essere amata da te..chissà se quel giorno, per qualche fortunata coincidenza astrale o per la tua determinazione, le nostre strade si incroceranno ancora..io per il momento ti ringrazio di avermi amata davvero, anche se brevemente, anche se incompiutamente e con i limiti che avevi, so che hai messo e dato tutto te stesso fino al momento in cui non sei riuscito a reggere il carico della relazione e della mia presenza, intensa e forte eppure anche tanto fragile e che volevi proteggere..

 

Oroscopo del 1 Dicembre 2012 per simbolo gemelli

Se i tuoi sogni non si realizzano subito come vorresti,

non scalpitare e aspetta. Quelli che ora sembrano miraggi impossibili

fra pochi giorni diventeranno realtà. Devi avere ancora un po' di pazienza.

La posta in gioco è il tuo futuro: vale la pena di fare un po' di sacrifici.

 

Oroscopo del 1 e 2 dicembre 2012 per  simbolo scorpione

Le idee che ti frullano in testa, le ispirazioni,

le decisioni sono quelle giuste. Le tue proposte sono mature.

Non tenerle dentro, vanno comunicate. Anche quelle sentimentali.

Il settore affettivo è caratterizzato oggi da

una maggiore sicurezza, entusiasmo e romanticismo:

elementi utilissimi per ottenere quella serenità di fondo

che ti aiuta a vivere meglio.


Le stelle ti sostengono in ogni iniziativa,

ti aiutano ad ampliare la tua dialettica, ad allargare le tue vedute,

evitando di chiuderti in vicoli a senso unico o nei tuoi schemi di vita.

Lascia spazio alle alternative, a nuove filosofie.

Non mancano nemmeno e-mail e sms dai toni romantici.

 
 
 
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