Mise en abyme

Il silenzio è spazio

Sono appena tornata. Che gioia vedere i bambini. Giambattista mi ha abbracciata così forte che ne ho pianto. Non c’è niente di più puro che l’abbraccio di un bambino per la sua mamma. Gabriele mi aspettava. Era scritta l’ora del mio ritorno nella sua agendina. Ha messo una crocettina vicino. Ora è calmo. Io lo so che è contento. Ma solo io lo so. Una mamma per realizzarsi in quanto mamma ha bisogno di sentire l’amore dei propri figli in sé. Mettere la crocettina è il suo modo di amare. In silenzio. Interpreto il suo silenzio e lo faccio mio. Sento in me il suo amore.

Tante cose spiegano perché amo gli amori silenziosi, sarà legato alla mia infanzia che nessuno interroga perché sembra già scontata, alla mia gioventù di cui non parlo perché troppo direbbe di me, alla mia vita di ora che svelo come si svela un quadro antico in attesa di un ipotetico restauratore. Cibo d’oro che velando svela.

Vivrò mai un amore fragoroso? Di nuovo? Uno per il quale la persona che ti ama sala sui tetti, anche se scivolosi della città e dice : "questo è la donna che amo".

Penso di no. No, non vorrei, avrei paura, si avrei paura. Il mio amore fragoroso è scivolato, è morto e io ho per colpa di vivere.

Amo come tanti ma no come tutti. Sento me nell’altro e l’altro sente solo me in sé. Un io assoluto e non assolto e come potrebbe esserlo in tu relativo ?

Il silenzio è spazio. E c’è tanto spazio in lui. Mi dispiego senza però mai spiegarmi. L’amore silenzioso non spiega, né si dispiega. Assorbe.

Vorrei poter un giorno risalire sui tetti – con lui. Possibile ? Può darsi. Bisognerebbe però prima poter colmare lo spazio come si colma una piaga. Chiuso l’antro non si udirebbe più una fievole echo, ma una semplice voce che neanche avrebbe bisogno di alzare il tono per dire: « ti amo ».

Notte serena a tutti.

Beatrix