chi cerca non trova

Alla ricerca del bambino

Mi alzo presto, anche se sono in vacanza, e mentre striscio verso la caffettiera ancora immersa nel mondo dei sogni, spio fuori attraverso le persiane. Una grande coperta di neve bianchissima copre il mondo, e fa sembrare il mio giardino mal tenuto, quasi un posticcino piacevole. Ci sarà da spalare oggi se ho intenzioni di lasiare il cortile prima di primavera. Mentre attendo ansiosamente il profumo del caffè invadere la stanza cerco di immaginare come avrei riempito la giornata se avessi avuto 12 anni. Slittando da piste improvvisate e costruendo pupazzi di neve; che sarebbero sopravissuti fino a settimane dopo lo scioglimento della neve, rimpiccolendosi piano piano fino a perdere il naso e gli occhi per lasciare infine un triste mucchietto di neve sporca. Avrei giocato tutto il giorno fino a non sentire più naso e dita, per farmi accogliere dalla mia mamma con una cioccolata calda e una puntata della mia eroina: Pippi calzelunghe. Mi siedo sul divano con il mio tazzone di caffèlatte che sorseggio piano piano nel silenzio assoluto, come da routine, ed ecco che si sveglia la mia trappolina!

"Buongiorno principessa!" Lei mormora qualcosa di incomprensibile prima di sedersi accanto a me. La mattina per lei è sempre un pò traumatica, ed è meglio non farla incazzare subito. Le sussuro nell'orecchio; "vai a vedere fuori cosa c'è..." La veduta della coperta di neve funge da sveglia immediata "Andiamo a fare un pupazzo di neve!!!" Ed eccoci li 30 minuti piu tardi. Munite di tute, scarponi e guanti, all'opera con le migliori sculture del paese.... Lei fa le palle ed io li metto insieme per fare un igloo, sono anche l'addetta al "tappamento" dei buchi per rendere l'igloo impermeabile. Corriamo, ci buttiamo nella neve facendo gli "angeli" con braccia e gambe, facciamo la palla di neve piu grande dell'universo, scatto mille foto e infine spalo il viale con la bambina seduta sulla pale ed io che spingo e spingo fino a un quasi - arresto cardiaco con chiusura delle vie respiratorie. Sono esausta, infreddolita e sudata. "Tesoro, che ne dici se andiamo in casa a farci una bella cioccolata?" Ci trasciniamo faticosamente su per le scale e ci togliamo l'abbigliamento bagnato che stendiamo sui caloriferi bollenti. Elisa si butta sul divano con le guanciotte rosse e i capelli scompigliati mentre io mi dedico alla preparazione della cioccolata. Lei, ormai autonoma nella gestione dei telecomandi come tutti i bimbi di 4 anni, accende la televisione ed eccola che la sento cantare la mia canzone preferita... Pippi pippi pippiiii, il nome fa un po ridere, ma voi ridereeeteee, per quello che farò..... Che bello essere bambini... Chissà, se anche lei un giorno si sentirà di nuovo bambina davanti ad una coperta di neve e una puntata di Pippi Calzelunghe....

Rieccomi!

Sono passati mesi. Mesi in cui ho riempito quaderni di pensieri, per poi non rileggerli mai piu. In fondo, se si scrive per liberarsi dai pensieri, che senso avrebbe riprenderseli? Mesi in cui è successo tutto e niente, ma che in fondo hanno riportato la vita al punto zero. Che è comunque meglio di una cifra con il trattino davanti. Ora posso riprendere il mio viaggio infinito, scalando il K2 senza distrazioni e continuando fino alla cima!

E tornata la Bridget Jones dei poveri!

amore? mah

C'è chi dice che si puo' amare solo una volta nella vita.

Io l'ho fatto. Una volta.

E non credo di riuscirci un'altra volta.

Quante cose da ricordare, quanto dolore da nascondere, quanti pensieri si trovano ad ogni angolo della strada.

Amare fa male, e se potessi farlo un'altra volta, non sono certa di volerlo.

Come finisce la partita?

dedicato a te nel 2006.

Quadratoni bianchi e neri, due cuori battenti pronti ad affrontare la sfida. Le tue dita delicate sfiorano lievemente un cavallo, per poi bloccarti di scatto e guardarmi profondamente negli occhi. Stai cercando di capire come mi muovo, nei miei occhi speri di trovare la risposta alla tua mossa. Nel mio corpo qualcuno mi sta massacrando di coltellate ma io non mi sbilancio. Ritorno il tuo sguardo in modo gelido.

Scambi di sguardi, il tuo respiro contiene ogni tuo segreto, il tuo silenzio più di mille parole. La partita dura giorni, settimane, mesi e infine anni.

Siamo innamorati. Innamorati del cartellone a quadrati bianchi e neri; un piccolo rifugio dove muoversi come uccellini nel periodo dell'accoppiamento. Trattengo il respiro e chiudo gli occhi, in attesa di sentire il rumore del re mentre lo fai ribaltare. Ci sei vicino, devi solo prenderlo e rovesciarlo. Il cuore mi batte in gola, ma il re rimane li. Fisso al suo posto. Sei attirato da questo piccolo mondo magico, dove non esiste ragione, dove ti è impossibile cedere il tuo posto ad un'altro avversario. Torno a respirare, il cuore scende nella cassa toracica. Ho paura. Non di sbagliare mossa, e nemmeno di vedere il re capovolto.

Ho paura che nessuno di noi due si alzerà mai da quella sedia....

Ricorderò di te

Ogni volta che il mio dito sfiorerà il petto di un uomo, mi ricorderò la morbidezza della tua pelle; il tuo corpo che per me non ha segreti, che potrei riconoscere tra mille anche solo per il suo odore. L'odore che ci ha tenuti uniti per anni come due animali selvaggi, la colla che nemmeno il tempo ha potuto indebolire.

Niente è perfetto, tranne quello che è stato. L'uomo che arriverà dovrà essere un combattente. Un guerriero abile abbastanza per riuscire a combattere la perfezione di due corpi che si sciolgono fino ad arrivare a comunicare su un livello superiore. Dove le parole non esistono, dove i miei pensieri scorrono nelle tue vene e le tue sensazioni diventano mie in modo autentico. Queste sensazioni, la mia linea guida verso la conoscenza di te. Sensazioni che ho respirato, e che nessuna voce umana potrà mai smentire.

Ogni tappo di sughero stappato mi ricorderà te, i fiumi di vino che ci portavano a parlare di ogni argomento fino all'alba, talvolta anche piangendo, che ci permettevano di stare sul balcone indossando solo i calzini, di fare il bagno a mezzanotte, di ballare in soggiorno oppure in albergo. Dio mio, mai dimenticherò il tuo viso usciti dal mare siciliano. Ti ho visto, ti ho visto per davvero, spesso ancora guardo quella foto stampata nelle pellicola della mia memoria.

Lacrime bruciano dietro le palpabre, tappando la gola. Non voglio credere che niente di ciò mi appartiene più. La perfezione non puo' essere superata. Non voglio rivivere la stessa cosa con un'altra persona. Vorrei chiudere tutto in una busta sotto vuoto per conservare ogni ricordo nella sua autenticità, senza che venga sovrascritto. Temo che il prossimo avrà una strada difficile da percorrere. Molto difficile.