Un blog creato da molinaro il 04/06/2007

Carlo Molinaro

Pensieri sparsi, poesie e qualsiasi cosa

 
 
 
 
 
 

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Un paio di poesie

Post n°203 pubblicato il 23 Dicembre 2007 da molinaro
Foto di molinaro

Ecco un paio di poesie. La prima, Il profumo di te nelle lenzuola, l’ho scritta oggi, adesso. La seconda, I poeti sono uomini concreti, è quella con cui ho partecipato, senza grande successo, al poetry slam a Milano l’altro ieri. Quest’ultima è una poesia ad assetto variabile. Non ha una stesura definitiva, quella che trovate qui sotto è solo una delle infinite varianti. L’ho inventata e detta la prima volta a Savona, a una lettura collettiva al Raindogs. L’ho ridetta diversa qualche mese dopo a Torino, e l’altro ieri a Milano l’ho reinventata ancora diversa, abbastanza simile (ma certo non perfettamente uguale: si va a memoria) a come la leggete qui. È una poesia che è come formata da un nucleo di plasma poetico che si materializza ogni volta in parole un po’ diverse. È la dimostrazione che la poesia non è fatta di parole: le parole ne sono solo la traduzione. No, vabbè, piscio più corto: è semplicemente una poesia che mi piace dire ogni volta un po’ diversa, come mi viene. I poeti sono uomini concreti.



IL PROFUMO DI TE NELLE LENZUOLA

Adesso che sei partita,
dopo che t’ho accompagnata alla stazione
mi sono ributtato sul letto sfatto:
ho sentito il profumo di te nelle lenzuola,
che mi ha dato piacere e nostalgia.

In periodi di maggiore abbondanza
si mescolavano profumi di due ragazze
– certe volte anche tre – nelle lenzuola
(no, non le cambio tutti i momenti, ebbene no)
ma adesso è un periodo che
nel mio letto ti ci infili solo tu.

Un motivo per cui ti amo
è che tu non ti compiaci di questo
anzi ti dispiace che nel mio letto
non ci venga più quella di quest’estate
e non ci venga mai quell’altra che vorrei.

Un motivo per cui ti dispiace
è che sai che sarei più contento
con due o tre profumi mischiati nelle lenzuola
e inoltre sai
che quando sono più contento amo meglio:
amo meglio anche te quindi va bene.

Un motivo per cui ti amo
però è che in fondo non c’entra
neanche quello, è perché
non c’è nessun motivo vero:
il motivo è che non c’è nessun motivo,
è come è e basta,
con traffico o senza traffico nelle lenzuola,
è come è e basta:

è il piacere che si mescola alla nostalgia
come in tutti gli amori del mondo:
e anche tu ti diverti a farmi inquietare
con certe domande alla stazione
all’ultimo momento
tu come tutte le ragazze del mondo
ti piace tenermi un po’ sulle spine
per vedere com’è.

Adesso che sei partita,
ma spero che poi torni,
mi vengono in mente lo stesso tante cose
da dirti: le metto da parte anche se
certo non potrò ricordarmele tutte:
meglio così se no sai che tiritera
quando ci ritroviamo, quando invece
è meglio poi baciarci e rinnovare
il profumo di te nelle lenzuola.



I POETI SONO UOMINI CONCRETI
(versione del 21 dicembre 2007, inventata a Milano)

                        La dedica è sempre a C. B.

                        [Epigrafe:]
                        J’suis ni l’oeillet ni la verveine
                        Je ne suis que la mauvais’ graine
                        [canticchiato sulla musica della canzone originale di Léo Ferré]

I poeti sono uomini concreti
non crediate:
se parlano del corpo di una donna
dal corpo della donna la luce riverbera
nella coppa del mare e dalla coppa del mare
nella vasca del cielo e dalla vasca del cielo
di nuovo sulla donna: così
ogni discorso particolare diventa universale
e ogni discorso universale s’incarna
in un corpo particolare.

I poeti fanno sul serio:
se fanno sul serio possono perdere tutto:
quelli che non fanno sul serio hanno già perso tutto
– se mai l’hanno avuto – perché sono dei coglioni.

I poeti sono uomini concreti
non crediate:
sanno che una poesia non può ribaltare la scena del mondo
sanno che una poesia non può ribaltare una donna su un letto
– questo li fa imbestialire come bisce ma
non si arrendono mai.
                                   Tu guarda io stasera
io stasera per te gioco tutte le mie carte
gioco per te io stasera proprio tutte le mie carte
non tengo da parte nemmeno un due di picche

per te stasera gioco tutto il mio fiato
non tengo da parte neppure un respiro
non tengo da parte neppure un respiro e me ne frego

J’suis ni l’oeillet ni la verveine
Je ne suis que la mauvais’ graine
[sempre canticchiato sulla musica della canzone originale di Léo Ferré]

Ah, una cosa:
se avete dei bambini state attenti a quel che dite
ai bambini: a me da bambino hanno fatto credere
che ero stonato e per di più
che non mi si poteva amare. Sappiate che

non era vero, non era vero un cazzo.




 
 
 
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