ONE MAN TELENOVELA
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Teatro della caduta ieri e primo maggio domani
Post n°324 pubblicato il 30 Aprile 2008 da molinaro
Allora. Ieri sera c’è stato lo spettacolo dei Martedì della caduta (vedi messaggi precedenti). Per me è stata davvero una bella serata. Prima del mio «numero» ero molto emozionato, lo ammetto, proprio come un debuttante (ero un debuttante!). Entrato in scena, mi sono rilassato subito, e il discorso (comprese le parti cantate!) mi è venuto molto fluido, con varie aggiunte, improvvisazioni, idee saltate fuori lì per lì. Mi piaceva stare lì – credo che questo sia importante. Ho parlato, cantato, poetato, gesticolato, lanciato alcune cose sul pubblico (una bandiera arcobaleno, un abito da sposa, un foglio appallottolato e infine la camicia rossa che mi sono strappato di dosso: e tutto ciò aveva un senso, ma è inutile spiegarlo qui; il teatro spiegato fuori dal teatro è una cosa noiosissima). Così partecipando ed essendo molto emotivamente preso, non saprei «recensire» la parte che ho fatto io (quella no di certo!) ma neppure il resto dello spettacolo (anche perché il secondo atto non l’ho visto ma solo sentito, essendo dietro le quinte... le quinte? insomma, il telone o parete che chiude il palco sul didietro, alle spalle degli attori, come si chiama? la terminologia teatrale non è il mio forte!). Così a naso mi è sembrato bello come il precedente dello stesso genere che avevo visto due settimane fa. Però ci vorrebbe il parere di qualche spettatore neutrale e non coinvolto. Mi ha fatto piacere che sia salita sul palco a fare una sua parte, nel momento del «coinvolgimento del pubblico», la ragazza che di solito sta all’ingresso a controllare le prenotazioni e le tessere. Io ero dietro e non ho potuto vederla, ma sono contento lo stesso. Dopo è venuta nel bugigattolo dove si comprimono gli attori prima e dopo la loro parte, e si è seduta su una panchettina piccola piccola accanto a me, che ero a torso nudo e puzzavo come una capra (credo che le mie ascelle fossero a quel punto armi chimiche di distruzione di massa). So già cosa state pensando, ma no, niente, dicevo solo che mi sembra carina e simpatica e un po’ pazza, una buona mistura, sarà mica vietato dirlo. Se ho ben capito si chiama Marta, ma non sono sicuro, magari si chiama in tutt’altro modo e faccio la mia solita figura di merda con i nomi. Domani è il primo maggio e vado a Roma al concerto con un gruppo di amici. Sì, la solita banda di Savona e dintorni, saremo in sei, quattro in auto e due in treno (io in treno! ne dubitavate?). Una cosa decisa all’improvviso e quasi per caso, alla festa del 25 aprile. Ma che, alla luce dell’esito funesto delle elezioni romane (dopo l’esito altrettanto funesto di quelle nazionali) assume forse un valore particolare, maggiore. Teniamo vive queste partecipazioni, almeno, in attesa di tempi migliori, in attesa soprattutto di una sinistra che sappia trovare i nodi che stringono e immobilizzano questa cazzo di società capitalconsumistica distruttrice – e scioglierli, per fare una società diversa, umana e amorosa. [Nell’immagine, tratta da qui, un significativo panorama del concerto romano del primo maggio di due anni fa.]
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