ONE MAN TELENOVELA
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Saltare la pozzanghera
Post n°588 pubblicato il 22 Aprile 2009 da molinaro
L'altro giorno ero in autobus che tornavo dal dentista. A Porta Nuova l'autobus, fra macchine posteggiate male e casini vari, si è fermato in mezzo alla strada e ha aperto le porte davanti a una pozzanghera enorme, un vero lago lasciato dall'acquazzone. C'era un metro d'asciutto per scendere, poi, prima del marciapiede, la pozzangherona, di larghezza variabile, un metro, due metri, tre. La gente brontolando si è accalcata nella striscia asciutta e si è incamminata in fila indiana verso la cima dell'autobus, da dove era possibile, con una circumnavigazione, raggiungere il marciapiede aggirando la pozzanghera. Per un attimo mi sono accodato anch'io, poi mi è venuta un'idea diversa. Ho studiato il punto dove c'era più spazio asciutto su cui prendere la rincorsa e meno pozzanghera da saltare, mi sono concentrato e ho spiccato il salto. Il mio piede si è agilmente posato sullo spigolo del marciapiede e mi sono trovato sano, salvo e asciutto di là. Questione di centimetri, però. Una briciola di slancio in meno e finivo in acqua, piedi a mollo, e di sicuro immaginavo la gente che pensava: «che coglione!» anche se nessuno forse lo diceva. E invece no, tiè! Ho rischiato ma ho vinto. Ottimo balzo, e quegli altri a brontolare e circumnavigare. La cosa mi ha messo di buon umore per un buon cinque minuti. Eh, siamo creature fragili e vanitose! (Se al posto della pozzanghera ci fosse stata una voragine infernale senza fondo, non l'avrei fatto, però: avrei circumnavigato come gli altri. Rischio, ma entro certi limiti.)
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