ONE MAN TELENOVELA
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Post n°1110 pubblicato il 14 Dicembre 2011 da molinaro
Mesaviat non si comportava da irresponsabile sotto la spinta di una qualche passione, come talvolta agli uomini accade: era, piuttosto, per lui una passione essere irresponsabile. O, meglio ancora, nell'irresponsabilità cercava lo spazio per una possibile passione. Si comportava dunque da irresponsabile per aprire la porta a una passione che volesse entrare. Aveva sentito dire che l'essere responsabili chiude la porta alle passioni: e ne deduceva che l'essere irresponsabili quella porta evidentemente la apre. |
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Ieri sera ero a cena da mia madre a Vercelli e dopo cena mi sono canonicamente beccato nell’ordine, alla tivù: Cric e Croc (alias Stanlio e Ollio), “Un posto al sole” e i primi venti minuti di “Serendipity” (poi dovevo prendere il treno per tornare a Torino). Forse l’avevo già visto quel film però non avevo memorizzato, fra l’altro, che lui trova Cassiopea nelle efelidi di lei, uff, c’è sempre qualcun altro che ha già fatto le cose prima, che palle. Ma, insomma, quei due del film sono davvero tremendi, che si incontrano, e poi si incontrano di nuovo subito dopo, e stanno bene insieme, e già è un caso superfortunato e basterebbe e strabasterebbe per darsi indirizzo e telefono e non complicarsi la vita, ma no, loro affidano tutto al destino, buttano tutto all’aria sperando di ritrovarsi un’altra volta ancora per difficilissime combinazioni, si perdono... Poi essendo un film mi sa che alla fine si ritroveranno, non ricordo (forse in realtà mica l’ho visto, ne ho solo sentito parlare); ma nella realtà non si sarebbero ritrovati, la realtà non è così buonista come gli zuccherini di Hollywood. Nella realtà si potrebbe comunicare in modo più semplice, che già tutto è comunque, sempre, troppo complicato da sé.
Comunque, oggi aggiungo al mosaico della tua serendipità la nozione che adesso stai a Firenze. Forse. Che poi tu puoi fare quello che vuoi, ma l’odore dei capelli bagnati sul tuo collo nel parco sul fiume a Parma non me lo toglierà mai nessuno: c’è dell’irrevocabile anche nelle cose finite. Meno male che c’è.
E io non imparo nulla dagli stessi racconti che scrivo. Se Mesaviat fosse intelligente o furbo, fingerebbe di essere Taivasem, così la passione andrebbe da lui, da lui che la vuole e non da quell’altro che no. Ma si possono fingere queste cose? Mah! Un sorriso e auguri di un ottimo 2012, ciao!
[E se io fossi intelligente o furbo, invece che questo sproloquio avrei scritto qui solo una riga, o mezza riga, tipo:
Firenze? Bella e inquieta, non trovi, Avellaneda?
Se fossi. Ma non sono.]
...mi estrategia es
en cambio
más profunda y más
simple
mi estrategia es
que un día cualquiera
no sé cómo ni sé
con qué pretexto
por fin me necesites.
Meglio non impiccarsi, comunque.