ONE MAN TELENOVELA
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Post n°1301 pubblicato il 25 Ottobre 2015 da molinaro
UN ATTIMO IL MARE
Su un treno per Genova, preso a caso, penso che amore senza prigionia è come in quelle fiabe popolari romene giovinezza senza vecchiaia e vita senza morte - ci sono queste cose nelle fiabe romene ma poi alla fine si scopre l'inganno: è solo una fiaba. C'è banalmente il prezzo da pagare, una faccenda burocratica, di catasto: giovinezza però poi c'è vecchiaia, vita però poi c'è la morte, amore però c'è la prigionia. Pura follia ribellarsi a questo regolamento condominiale del condominio dell'umanità.
Su un treno per Genova, preso a caso, il primo treno che partiva da Torino quando sono arrivato in stazione, l'autunno morde nella campagna come un serpente velenoso le foglie e le fa gialle. Anche questo è naturale. Ad Asti in una siepe fiori forse o forse bacche, non ho fatto in tempo a distinguere - comunque arancione.
E lontane le persone alle quali non so più cosa dire, non so cosa spiegare. Guardo le pietre brunite della massicciata. Ho sempre amato le pietre brunite delle massicciate dei treni: le ho amate come donne, come odori.
Il vagone è quasi vuoto. Ho scelto il posto vicino al cesso, in fondo, perché è importante avere vicino un posto per pisciare, ma anche su questo non c'è accordo: una volta una mi disse: non qui sulle ruote, voglio stare nel centro del vagone. Su quasi nulla c'è accordo mai fra le persone. Spesso per fortuna si può transigere, trovare un compromesso. Ma certe volte no.
Certi arbusti sono più verdi di altri, non so se siano più forti o più stupidi: l'inverno viene per tutti, è meglio resistere o precocemente adattarsi?
Ho il telefono spento. Forse qualcuno è in pensiero, forse no. Non lo so. Ho bisogno di stare da solo. Una volta non si comunicava così tanto e così continuamente. Ora sembra di essere sempre collegati, sempre sotto sorveglianza: sotto sorveglianza persino i pensieri nella testa.
Campi di terre arate, riquadri, uccelli neri, uccelli chiari, cielo grigio, boscaglia, sterpaglia, capannoni e paesi: il treno va verso il mare ma qui ancora non lo si potrebbe capire.
Se sapeste prendere quello che so dare almeno un poco mi vorreste bene. Volete invece altro, che io nemmeno so cosa sia. Ma sono stanco di questi pensieri: prendete il vostro buono da chi ve lo sa dare e lasciatemi stare.
Un sole pallido, filtrato dalla nebbia, dà ombre tenui, garbate, alle cose. Io socchiudendo gli occhi mi ci mescolo, leggero coso fra leggere cose. Vado a vedere, un attimo, il mare. |
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