ONE MAN TELENOVELA
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Post n°4 pubblicato il 05 Giugno 2007 da molinaro
Scattano, le cose. O sfumano, tornano, vanno, vengono. Aprire un blog non è una cosa epocale, l’ho fatto ieri e ci ho messo pochi minuti. Però non saprei dire perché proprio ieri. Tante volte avevo pensato di farlo, tante volte avevo pensato di non farlo mai. Succede così. Vale per cose ben più importanti, anche. Sedici anni fa ho smesso di bere. Perché proprio in quel momento? Già da anni prima ero conscio del problema. Undici anni fa mi sono separato da mia moglie. Perché quell’anno e non quello prima o quello dopo? Il rapporto era insopportabile già da tantissimo tempo. Ma le situazioni insopportabili si sopportano, fino a un certo punto che non si sa qual è. O almeno, io non lo so. Non generalizziamo. Altri forse sono più programmatori. Certi nodi si sciolgono e certi restano annodati. Per tanti che ne sciogliamo, moriremo sempre con qualche nodo ancora stretto. Alla mia veneranda età non so proprio perché gli amori più solidi cominciano in modi così deludenti, senza sogni; e gli amori sognati o non cominciano neppure o cominciano sì ma durano poco. È una cosa che mi infastidisce alquanto. Non è detto che sia una regola generale, magari è successo solo a me, e in tal caso aspetto e spero l’amore-sogno che durerà e sarà solido. Ma certo che il tempo passa e la vita non è eterna. Forse invece avere avuto qualche amore solido e qualche amore-sogno che comunque qualche mese è durato è già una grande fortuna, forse a tanti non è successo neppure così, è successo molto di meno, magari non è successo nessun amore per come intendo io. E anche lì: non si sa mai bene che cosa si intende. Fa niente. Io continuo a innamorarmi e a provarci. Non c’è un’epoca predestinata. Una settimana fa mi sono buttato per la prima volta in un gelido torrente di montagna. A vent’anni non l’avrei mai fatto, ero troppo pauroso e imbranato. A quarant’anni ho smesso di portare la canottiera d’estate. Non è che prima la portassi per un motivo preciso. Da bambino mi avevano detto che era bene portarla e poi non ci avevo mai più pensato. A volte le cose non mi vengono in mente subito. Al primo anno di università, nel 1972, c’era una ragazza piccolina con i capelli lunghissimi che frequentava con me il corso di romeno. Le piaceva tutto quello che facevo ed era contenta di venire nella mia stanzetta di studente. Ho pensato che avrei potuto provare a baciarla. L’ho pensato nel 1997. Lei nel frattempo aveva sposato un vietnamita e fatto dei figli, credo. È molto simpatica. Io dovrei essere più tempestivo. Adesso sono migliorato un po’, però. Va bene, ma in certe cose ero preveggente: studiavo romeno e a Torino non c’era nessun romeno, ma io lo immaginavo che oggi sarebbe stato pieno! Ehm. Adesso mi serve. Oddìo, non a guadagnare denaro; mi serve così a livello di volontariato. Qualche immigrato mi chiede di tradurgli dei documenti o cose così, poi non è mica che mi paga, anzi mi chiede se ho venti euro da prestargli e io glieli presto, ma non ditelo in giro, per favore. Forse un blog non è che serva a scrivere tutte queste cazzate. Non ho ancora deciso a che cosa serve e probabilmente non lo deciderò. Mah, ci metto un’altra poesia recente, e basta. IL CONTRORELATORE La tua tesi sul teatro di satira |
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