Un blog creato da molinaro il 04/06/2007

Carlo Molinaro

Pensieri sparsi, poesie e qualsiasi cosa

 
 
 
 
 
 

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Com'è che ieri ho aperto questo blog

Post n°4 pubblicato il 05 Giugno 2007 da molinaro

Scattano, le cose. O sfumano, tornano, vanno, vengono. Aprire un blog non è una cosa epocale, l’ho fatto ieri e ci ho messo pochi minuti. Però non saprei dire perché proprio ieri. Tante volte avevo pensato di farlo, tante volte avevo pensato di non farlo mai. Succede così. Vale per cose ben più importanti, anche. Sedici anni fa ho smesso di bere. Perché proprio in quel momento? Già da anni prima ero conscio del problema. Undici anni fa mi sono separato da mia moglie. Perché quell’anno e non quello prima o quello dopo? Il rapporto era insopportabile già da tantissimo tempo. Ma le situazioni insopportabili si sopportano, fino a un certo punto che non si sa qual è.

O almeno, io non lo so. Non generalizziamo. Altri forse sono più programmatori. Certi nodi si sciolgono e certi restano annodati. Per tanti che ne sciogliamo, moriremo sempre con qualche nodo ancora stretto. Alla mia veneranda età non so proprio perché gli amori più solidi cominciano in modi così deludenti, senza sogni; e gli amori sognati o non cominciano neppure o cominciano sì ma durano poco. È una cosa che mi infastidisce alquanto. Non è detto che sia una regola generale, magari è successo solo a me, e in tal caso aspetto e spero l’amore-sogno che durerà e sarà solido. Ma certo che il tempo passa e la vita non è eterna. Forse invece avere avuto qualche amore solido e qualche amore-sogno che comunque qualche mese è durato è già una grande fortuna, forse a tanti non è successo neppure così, è successo molto di meno, magari non è successo nessun amore per come intendo io. E anche lì: non si sa mai bene che cosa si intende. Fa niente. Io continuo a innamorarmi e a provarci.

Non c’è un’epoca predestinata. Una settimana fa mi sono buttato per la prima volta in un gelido torrente di montagna. A vent’anni non l’avrei mai fatto, ero troppo pauroso e imbranato. A quarant’anni ho smesso di portare la canottiera d’estate. Non è che prima la portassi per un motivo preciso. Da bambino mi avevano detto che era bene portarla e poi non ci avevo mai più pensato. A volte le cose non mi vengono in mente subito.

Al primo anno di università, nel 1972, c’era una ragazza piccolina con i capelli lunghissimi che frequentava con me il corso di romeno. Le piaceva tutto quello che facevo ed era contenta di venire nella mia stanzetta di studente. Ho pensato che avrei potuto provare a baciarla. L’ho pensato nel 1997. Lei nel frattempo aveva sposato un vietnamita e fatto dei figli, credo. È molto simpatica. Io dovrei essere più tempestivo. Adesso sono migliorato un po’, però.

Va bene, ma in certe cose ero preveggente: studiavo romeno e a Torino non c’era nessun romeno, ma io lo immaginavo che oggi sarebbe stato pieno! Ehm. Adesso mi serve. Oddìo, non a guadagnare denaro; mi serve così a livello di volontariato. Qualche immigrato mi chiede di tradurgli dei documenti o cose così, poi non è mica che mi paga, anzi mi chiede se ho venti euro da prestargli e io glieli presto, ma non ditelo in giro, per favore.

Forse un blog non è che serva a scrivere tutte queste cazzate. Non ho ancora deciso a che cosa serve e probabilmente non lo deciderò. Mah, ci metto un’altra poesia recente, e basta.

IL CONTRORELATORE

La tua tesi sul teatro di satira
con cui sei diventata dottoressa
in filosofia nell’ateneo di Genova
dev’essere una cosa interessante
e vorrei leggerla. Le poesie che scrivi
raggiungono una certa intensità
almeno qualche volta e io le apprezzo;
e il tuo nuovo racconto ha uno stile più saldo
del precedente. Sei brava e sei amabile,
fiera ragazza con gli occhi molto azzurri
(forse darebbe un bel nome in cinese
o in pellerossa), però ti ho sognata
in altre circostanze: che ballavi
sui cubi in discoteca, per lavoro,
o baciavi in un bosco di castagni
un uomo, o ubriaca ti sprecavi
in qualche sera storta. Non s’appiglia,
l’amore, ai meriti curricolari
né alle più degne imprese, lo sappiamo:
s’infila nelle crepe per spiare
cose più ambigue – che sa decifrare:
è questo il bello. Comunque la tesi
se me la presti la leggo volentieri
e parleremo di letteratura
mentre il pensiero, senza farsi vedere,
sfiorerà le tue labbra e le tue unghie,
ti slaccerà la gonna e il reggiseno.

Commenti al Post:
squadernata
squadernata il 05/06/07 alle 17:47 via WEB
Bel discorso e bella poesia, però adesso dovresti trombare di più. Non fissarti sulla filosofa di Genova... Magari c'è di meglio!
 
mussa1977
mussa1977 il 06/06/07 alle 08:35 via WEB
Dai che non c'è uno scopo preciso né nei blog né nella vita. Bella la poesia. Bello che 16 anni fa hai smesso di bere. Speriamo che smetta anche Mac. Bello che adesso ti tuffi nei torrenti. E ti auguro di slacciare quel reggiseno non solo con il pensiero. Bacio!
 
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Bello!
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Era quasi nove anni fa. Qualcosa è cambiato e qualcosa no.
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Queste tortuose specie di poesie, questo appigliarmi a...
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