ONE MAN TELENOVELA
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Post n°198 pubblicato il 19 Dicembre 2007 da molinaro
Mi va di riportare ciò che la giornalista Flavia Amabile dice nel suo forum su La Stampa. In Italia la giustizia colpisce quasi solo i deboli e gli stranieri. Nel «delitto della metropolitana di Roma» ha giocato molto la fatalità. Fra l’altro la vittima era tossicodipendente e quasi certamente ha iniziato lei, magari in crisi, la lite (a una romena clandestina non converrebbe mai esporsi anche in un semplice battibecco in metropolitana: sa che già solo essere fermata e identificata per lei è un guaio). È giusto e non cinico dire che la vittima era tossicodipendente, non attenua la pietà umana per la sua morte, ma è rilevante per la giustizia – anche perché la morte, secondo alcuni, potrebbe essere stata provocata non solo dal colpo di ombrello ma dall’anestesia in ospedale, a cui è stata sottoposta senza che i medici sapessero che aveva nel sangue sostanze stupefacenti (e la somma stupefacenti più anestesia può essere letale). Sedici anni inflitti alla colpevole del colpo d’ombrello sono uno sproposito e lo si deduce anche dai confronti che la giornalista fa. Li trovate qui sotto. Sono contento che lo scriva anche un giornale moderato come La Stampa: la giustizia in Italia è debole con i forti e forte con i deboli. Questo è un fatto.
Doina Matei è stata condannata a sedici anni per aver ucciso Vanessa Russo con la punta di un ombrello. Sedici anni perché il giudice le ha creduto: non voleva uccidere, altrimenti sarebbero stati almeno venti di anni di carcere. Sedici anni perché quindici è la pena prevista dal codice, e uno in più per aver ucciso per 'futili motivi'. Nessuna attenuante. Sedici anni, dunque, è la sentenza di primo grado, poi in appello si vedrà. Sono molti? Sono pochi? È una pena esemplare, o un facile accanirsi contro una giovane straniera e per di più marchiata dall'infamia di trovarsi in Italia a lavorare come prostituta? Questo blog già subito dopo l'omicidio aveva provato ad avere un approccio diverso rispetto alla vicenda. |
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