ONE MAN TELENOVELA
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Post n°201 pubblicato il 22 Dicembre 2007 da molinaro
Ieri sera a Milano il poetry slam (vedi messaggio n. 193) è andato bene, una serata piacevole in un centro sociale che, ho scoperto, è nella casa che una volta era il mitico Derby di Milano, il locale dove negli anni Sessanta cantavano Gaber e Jannacci, credo, e gli altri del giro, che facevano le migliori canzoni di quel periodo storico. Ero in buona compagnia e ce la siamo passata bene. E poi alla fine ha vinto l’amico Guido Catalano che lo merita e inoltre fa piacere quando vince perché lui nella gara ci si butta proprio con l’anima, come fosse un lanciatore di giavellotto alle Olimpiadi. Io di mio mi sono piazzato malissimo, ma non importa perché è un gioco, e poi va bene così. La poesia che mi è venuta stamattina non c’entra mica niente, non è detto che sia autobiografica, adesso non dovete mica pensare che tutte le mie poesie sono autobiografiche, voglio dire: se anche lo fossero, non è che devo sempre farlo sapere. Il velo dell'arte! C'è il velo dell'arte! Che cosa sono, adesso, io, un palazzo di vetro? Come quello del Sole 24 Ore, proprio davanti a quel centro sociale, che è trasparente e non si potrebbe neanche fare un pompino sotto una scrivania che ti vedono da via Monterosa? Eh! Questa qui parla di un uomo strano, uno che ho conosciuto proprio agli slam, e che perdeva quasi sempre per lo stesso motivo. Buon sabato! |
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