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Carlo Molinaro

Pensieri sparsi, poesie e qualsiasi cosa

 
 
 
 
 
 

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Le presenze e le mancanze

Post n°862 pubblicato il 15 Aprile 2010 da molinaro

LE PRESENZE E LE MANCANZE

Il mio matrimonio sarebbe finito comunque
ma a farlo esplodere fu prevalentemente
una gelosia
fin qui niente di strano
sì ma una gelosia per una ragazza morta
i fiori che mia moglie gettò con rabbia a terra
erano fiori per il cimitero
la foto che con rabbia mi strappò
era la foto di una ragazza morta
si chiamava Monica
avevo anche altri amori
di cui mia moglie era gelosa
si chiamavamo Claudia, Diletta, Antonella
(ragazze con cui facevo l'amore)
ma la furibonda gelosia
fu per Monica
(ragazza con cui avevo fatto l'amore
e poi lei era morta)
e credo che il momento più significativo
del processo di allontanamento
fu quando mi strappò la foto di Monica
il momento in cui capisci
che non c'è niente da fare
niente da dire

questo accadeva una quindicina di anni fa

può sembrare cretino mettere in crisi amori presenti
per un'assenza
per una mancanza
ma in amore non si sa mai cos'è cretino
anche se alcuni pretendono di saperlo

può sembrare cretino lui che suscita gelosia
pensando troppo a un'assente
può sembrare cretina lei che è gelosa
di un'assente
io credo che nessuno dei due sia cretino
i sentimenti sono cose così
ingovernabili
ma non sono cose cretine
anche se a volte sembrano

anche oggi mi succede che le maggiori gelosie
in chi mi sta vicina
siano scatenate non da un altro amore vissuto
(di quello non sono state mai gelose,
né l'una dell'altra né l'altra dell'una:
sono persone fantastiche, molte altre
sarebbero state gelose comunque)
ma piuttosto da un amore
inesistente
inesistente fuori dalla mia mente
una mancanza
si chiama Eva

questo fatto di paragonare la mancanza di Monica
che è morta
con la mancanza di Eva
che per fortuna è ben viva
e se mi manca è perché non mi vuole
suona scandaloso agli orecchi di molti
anche agli orecchi della stessa Eva
che la volta che mi ha cancellato da Facebook
è stata la volta che sotto una sua foto
commentando
ho scritto «mi manchi»
io credevo di avere scritto cose anche più forti
ma è stato quel «mi manchi» a farla incazzare
mi ha detto «ti devo cancellare mi spiace
non puoi scrivermi addirittura che ti manco»

credo che sia perché nel linguaggio comune
pare che un presupposto al mancare di qualcosa
sia che quel qualcosa prima ci sia stato
probabilmente nel linguaggio comune
è così

ma io non sono mica tanto d'accordo
(forse ho un linguaggio fuori dal comune:
è così difficile impararsi i reciproci linguaggi)

io è da quand'ero bambino o forse è da sempre
che sento fortissimamente la mancanza
per esempio
di qualcosa che non ho mai avuto
e non so cos'è
quindi secondo me non è vero
che la condizione necessaria per mancare
sia esserci stato prima
può mancare tantissimo anche ciò che non c'è mai stato
persino ciò che non si sa cos'è
quindi per me non è scandaloso
dire che Monica ed Eva mi mancano

certo che sono storie molto diverse
lo capisco lo so non sono mica deficiente
non del tutto almeno
Monica domani sono diciott'anni che è morta
domani faccio un giro al cimitero
Monica mi ha amato
Eva per fortuna è viva e spero che stia bene
e non mi ama e non mi ha mai amato
due storie diversissime

però di fatto non posso abbracciare e baciare
in questo preciso momento
né l'una né l'altra
e quindi mi mancano
nel mio linguaggio io dico così
forse è un linguaggio improprio non lo so

(d'altronde nel linguaggio comune la nostalgia
pare possa riferirsi soltanto al passato
mentre anche il più scalcinato dei poeti sa
che la nostalgia non ha tempo, è del futuro
come del passato e del presente, forse
si fanno le poesie proprio perché
il linguaggio comune è un po' fuorviante,
è un po' insufficiente, mi sia concesso dire)

comunque in sostanza
succede più spesso di quanto non si creda
che amori vissuti vengano turbati
da amori che nella realtà non esistono
o almeno succede a me
però non solo a me non credo solo a me
ho testimonianze che succeda anche ad altri

(il principio di realtà, tanto caro
ai pedagoghi e agli psicoterapisti,
forse è un po' relativo, un po' da ripensare:
di certo i sogni influiscono molto
sulla realtà: la realtà ha i suoi sogni
e i sogni hanno la loro realtà:
tutto è intrecciato e annodato insieme)

e in certi momenti anche chi c'è mi manca
in certi momenti non riesco ad abbracciare
col braccio o col pensiero
neppure chi c'è
magari neppure me stesso
quindi non è proprio così semplice

Helen mi dice di tenermi cara
la donna che mi ha insegnato che si chiamano gatti
i batuffoli di polvere sotto il letto
io me la tengo cara sì
le voglio bene e mi piace fare le cose
con lei e per lei e insieme a lei
e ricordarmi quali sono le cose
per cui sorride
anche se poi non so bene cosa fare
per tenermela cara
e credo che neppure lei sappia cosa fare
per tener caro me
sono modi di dire
ci si ama e si è pieni di attenzioni
ma tutto è sempre in bilico
tutto è sempre molto fragile e instabile
fragile e instabile d'altronde è la vita
non c'è soluzione

si rischia di cadere nel banale
in antiche metafore abusatissime
tipo che l'amore è un uccello dal canto melodioso
che se vuoi stare tranquillo di averlo sempre lì
devi metterlo in gabbia
però in gabbia intristisce
se non lo metti in gabbia è più felice
ma tu devi accettare di vivere con l'ansia
che un po' c'è e un po' non c'è
vola via e poi torna
se torna
se non si perde troppo in mezzo ai sogni
dunque
o la tristezza o l'ansia
non c'è soluzione

ma la questione è che noi della specie Homo sapiens
abbiamo delle belle pretese
nessun altro animale si sognerebbe di pretendere
di avere cibo e sicurezza e amore
in garanzia
la gazzella sa che l'erba da brucare
può esserci o non esserci
e che il leone in qualsiasi momento
può saltarle alla gola
e non c'è sempre pronto lì un gazzello
per farsi una bella amorosa scopata
con tutto ciò non ho mai visto una gazzella
dallo psicanalista
noi umani siamo più incasinati
e va bene è normale che lo siamo
ma che la vita sia fragile e instabile
lo dobbiamo accettare
anche se non ci piace
a me per primo non piace
ma lo devo accettare
con fatica

adesso però sto divagando troppo
la cosa principale che volevo scrivere
quando ho cominciato a scrivere questa cosa
è che le assenze interferiscono molto
con le presenze
e che ingarbugliare qualcosa che c'è
per qualcosa che non c'è
si dirà che è da cretini
ma succede
e forse non è strano che succeda
succede e non è colpa di nessuno
non è neanche cretino
succede e basta.

 

(nell'immagine in alto a destra, le scarpe della ragazza della mansardina di fronte, messe a prendere aria sul tetto, il mattino del 14 aprile 2010)

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Buona cosa...
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Queste tortuose specie di poesie, questo appigliarmi a...
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