Un blog creato da molinaro il 04/06/2007

Carlo Molinaro

Pensieri sparsi, poesie e qualsiasi cosa

 
 
 
 
 
 

ONE MAN TELENOVELA

Attenzione! Chi volesse vedere le puntate della mia ONE MAN TELENOVELA, tutte in bell'ordine, una per una, in fila, può cliccare qui sulla giocalista di YouTube. Se poi qualcuno ritenesse che tanto lavoro merita un compenso, come gli artisti di strada quando fanno passare il cappello, può mettere le banconote in una busta e mandarmele: via Pinelli 34, 10144 Torino. Grazie!

 
 
 
 
 
 
 

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Messaggi di Dicembre 2011

 

Auguri leggeri

Post n°1114 pubblicato il 31 Dicembre 2011 da molinaro
Foto di molinaro

AUGURI LEGGERI

auguri leggeri
di pensieri senza pensieri
di sogni o desideri
frivoli o seri
che s'avveri o non s'avveri
sempre sinceri
consapevoli e fieri
per ciò che sei ciò che sarai ciò che eri
auguri ad amici e forestieri
per i lunghi anni interi
o gli istanti passeggeri
silenziosi o ciarlieri
compagni di sentieri
fra gli amori e i misteri
nessuno si trinceri
dietro i vuoti o gli zeri
auguri masnadieri
auguri avventurieri
per tutto ciò che speri
auguri più di ieri
freschi come bicchieri
auguri miei auguri tuoi auguri veri

 
 
 

auguri di natale

Post n°1113 pubblicato il 24 Dicembre 2011 da molinaro
Foto di molinaro

AUGURI DI NATALE


gli auguri di natale spesso sono un pretesto
per mandare qualcosa a chi di rado
o quasi mai

ma quella a cui a livello di pretesto
li manderei
non vuole no

gli amici e conoscenti che li ho visti
beccati in giro
li ho fatti a voce

oggi e domani tocca alla famiglia
parenti e affini
in pranzi e cene

comunque poi non ha molta importanza
io non sono un credente e stanotte
per me non nasce niente

questo non vuol dire che non gradisco
gli auguri anzi mi fanno piacere
li accetto e li ricambio

lo sapete benissimo che sono
un maledetto fottuto buonista
rispetto quasi tutto

e vi faccio l'augurio a modo mio
per natale e capodanno
e tutto l'anno

che ci s'incontri per voglia
per voglia ci si abbracci
frequentemente

 
 
 

Solstizio

Post n°1112 pubblicato il 21 Dicembre 2011 da molinaro
Foto di molinaro

SOLSTIZIO

C'è l'ultimo blu dietro i tetti e il campanile.
Ho risolto un problema di computer
(il difetto era nel cavo)
e mi sono lavato i capelli
e mi sono fatto la barba e aspetto lei:
festeggiamo stasera il solstizio d'inverno,
ossia l'embrione della primavera:
benché all'inizio lo si noti poco
è da domani che i giorni si allungano.

Aspetto lei e stasera festeggiamo:
sono contento perché sento che la amo
(è un qualcosa nell'aria, nel disordine
intorno e dentro, nel socchiudere gli occhi
e quasi scomparire) - sono contento
di quella gioia ansiosa e traballante
che non sarà perfetta ma è la mia.

Il dopobarba che mi ha regalato un'altra ragazza
l'ho usato solo nelle grandi occasioni
- come oggi appunto - però è quasi finito:
avere tutti gli amori in tutti i minuti
forse un giorno ammetterò, a malincuore,
che è molto difficile, davvero.

Ma ora non ci penso. È quasi nero il blu
dietro i tetti e il campanile illuminato:
credo che la mia pelle abbia un profumo
buono di pelle, credo che lei sarà
- fra poco arriva - contenta questa sera.

 
 
 

Come sarà la nuvola

Post n°1111 pubblicato il 16 Dicembre 2011 da molinaro
Foto di molinaro

COME SARÀ LA NUVOLA

Un coniglio, una penna, un ventaglio,
una mano, una casa, un veliero:
se tu guardi le nuvole in cielo
trovi tutte le forme,
trovi tutte le cose.
 
Hanno milioni di milioni di forme
le nuvole nel cielo e sempre cambiano:
si fanno, si disfanno,
svaniscono, compaiono.
 
Milioni di milioni di nuvole diverse:
sono possibili tutte le forme,
sono possibili tutte le cose
tranne una:
tranne quella che hai pensato prima tu.
 
Questo non puoi: non puoi pensare prima
come sarà la nuvola, non puoi
averla a modo tuo.
 
Il cielo non è dentro la tua testa,
non fa la nuvola a tuo piacimento.
Fa la nuvola che fa.
 
Vedici pure ogni cosa che vuoi
ma prendila com'è.

 
 
 

Mesaviat e Taivasem (racconto breve)

Post n°1110 pubblicato il 14 Dicembre 2011 da molinaro
Foto di molinaro

Mesaviat non si comportava da irresponsabile sotto la spinta di una qualche passione, come talvolta agli uomini accade: era, piuttosto, per lui una passione essere irresponsabile. O, meglio ancora, nell'irresponsabilità cercava lo spazio per una possibile passione. Si comportava dunque da irresponsabile per aprire la porta a una passione che volesse entrare. Aveva sentito dire che l'essere responsabili chiude la porta alle passioni: e ne deduceva che l'essere irresponsabili quella porta evidentemente la apre.

Mesaviat amava le passioni forti perché nient'altro al mondo lo faceva sentire vivo. Quando percepiva una passione passargli accanto, aumentava la propria irresponsabilità, in modo - così almeno credeva - da tenere bene aperta la porta. E sulla porta si affacciava, invitando la passione ad entrare. Gesticolava, saltellava, pronunciava frasi disarticolate, rivolto alla passione; si sbracciava per mostrare la porta spalancata. La passione qualche volta si avvicinava, gli faceva due piroette che lui non sapeva interpretare, mormorava qualcosa; ma poi subito si allontanava, come un colpo di vento.

Allora Mesaviat si disperava, tirava calci, strappava camicie, fermava la gente per strada per raccontare a tutti la grande passione che gli aveva fatto due piroette e gli aveva mormorato qualcosa: e, racconto dopo racconto, in quel qualcosa di mormorato al volo vedeva sempre più chiaro, e spiegava, a chiunque incontrasse, tutta la storia della grande passione, e tutto il dolore per il rifiuto della passione a entrare nella sua porta spalancata.

Nel fare questo gran cancan, Mesaviat metteva molta passione, e di tale passione riflessa, surrogata, immaginata, si nutriva e campava. E rendeva di giorno in giorno la sua vita sempre più irresponsabile e insensata e folle, perché responsabilità, sensatezza e ragione respingono le passioni, mentre lui le voleva accogliere, sempre. Voleva tenere, e teneva, la porta spalancata. Il suo cruccio, il suo dolore lancinante, era che in quella porta spalancata nessuna passione mai entrasse.

Taivasem, il fratello di Mesaviat, era un uomo molto ordinato e responsabile. Poco incline ai sogni, pratico, attivo, affidabile e disponibile, Taivasem teneva ben chiusa la sua porta. Se allo spioncino si affacciava qualcuno, badava prima di studiarlo e conoscerlo, e soltanto dopo, se del caso, offriva e accettava qualche confidenza. I due fratelli abitavano uno di fronte all'altro in una larga via di una piccola città.

Un giorno nella via passò una grande, grandissima passione: aveva tempeste di nuvole per capelli, i suoi occhi erano un rogo di stelle e il suo corpo un oceano in burrasca, e la terra rabbrividiva al tocco del suo piede. Mesaviat corse a sbracciarsi alla porta spalancata, urlò tutti i suoi sproloqui più dementi, fece cadere sulla stufa l'anfora dell'olio che prese fuoco e gli bruciò la casa, tese le mani verso quella grande passione: entra, entra, entra da me, non vedi quanto spazio c'è?

La passione rallentò, fece due piroette, poi altre due piroette, e si scagliò contro la porta chiusa di Taivasem. Taivasem, impaurito, spinse un armadio contro l'uscio, sprangò le finestre, ma non ci fu nulla da fare: la passione entrò per le fessure, gonfiò gli infissi, fece esplodere le camere da dentro. Nulla poteva fermarla. La passione prese Taivasem e lo portò lontano, lontano da casa, lontano dalla città: gli fece godere cose che mai e poi mai lui avrebbe osato immaginare.

Mesaviat, disperato e avvilito, privato di una passione così grande, che a lui aveva preferito l'insulso responsabile fratello, si impiccò a un fico.

Qualche giorno dopo Taivasem, incapace di sostenere una passione così grande, si impiccò a un olmo.

 
 
 

Baci in lizza

Post n°1109 pubblicato il 07 Dicembre 2011 da molinaro

 

Una poesia dal recente libro Rinfusi, trasformata in racconto in prosa al Teatro della Caduta a Torino nel varietà del martedì 6 dicembre 2011.

 
 
 

La ragazza con la fisarmonica sul tram tredici

Post n°1108 pubblicato il 06 Dicembre 2011 da molinaro
Foto di molinaro

LA RAGAZZA CON LA FISARMONICA SUL TRAM TREDICI

La ragazza con la fisarmonica sul tram tredici
è una ragazza non è una bambina
potrebbe avere dai sedici ai vent'anni
sale in piazza Statuto e si mette a suonare
con il bicchiere di carta del macdonald
attaccato alla fisarmonica per le monete
attraversa il tram suonando in equilibrio
è più sorridente della norma
quando passa accanto a me
metto una moneta nel bicchiere di carta
dice grazie continuando a suonare
ha i capelli biondocenere raccolti in una crocchia
disordinata con spilloni ed elastici
è più carina della norma
arriva in fondo al tram e un uomo attacca discorso
e lei si ferma e gli risponde e si appende
agli appositi sostegni
e discorrono così amichevolmente
lei non ha fretta di scendere per prendere
un altro tram e fare un altro giro
di fisarmonica e poche monete
rimane appesa agli appositi sostegni
la fisarmonica rimane appesa a lei
il bicchiere di carta appeso alla fisarmonica
è più tranquilla della norma
chiacchierano di chissà che cosa e sorridono e ridono
e continuano ancora in piazza Castello
dove io scendo e mi fermo un momento a guardare
loro due dentro il finestrino del tram
sono belli loro due nel finestrino del tram
sono più belli della norma
non posso impedirmi di parlare
anch'io con lei un momento nella mente
e immaginare di essere stato io
ad attaccare discorso
e che poi scendevamo insieme raccontandoci cose
non posso impedirmi di immaginare
le due o tre ore o giorni o mesi o anni
che potevano cominciare nel caso
non posso impedirmelo perché mi viene così
spontaneo come mi viene respirare
ma poi sorrido di me stesso e vado
più o meno in pace.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Buona cosa...
Inviato da: anita_19
il 02/07/2020 alle 09:15
 
Bello!
Inviato da: lumachina85
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Era quasi nove anni fa. Qualcosa è cambiato e qualcosa no.
Inviato da: molinaro
il 06/06/2017 alle 11:31
 
Queste tortuose specie di poesie, questo appigliarmi a...
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