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CHE GENERE DI LUOGO E' LA SCUOLA?

Post n°3321 pubblicato il 05 Settembre 2019 da monellaccio19
 

 

 

L'oggetto del discutere, l'argomento da sviscerare, è una lettera. Una missiva di commiato scritta da una preside che lascia il suo posto di lavoro e provvede a salutare tutti i suoi collaboratori, i genitori e i suoi alunni. Le sarà costata molto scriverla, avrà raccolto tutto il suo coraggio per esternare l'acredine maturata negli ultimi anni del suo lavoro. A Casal Palocco, quartiere di Ostia, la preside Eugenia Rigano gestiva un plesso didattico dalla scuola materna alla scuola media; un bel lavoro impegnativo che ha eseguito tenendo ben presente i principi dell'educazione, lo svolgimento delle lezioni, la dedizione degli insegnanti, il dovere di rendere la scuola ai livelli del tempo passato: ricca di cultura e palestra di civiltà. Le cose non sono andate (forse) come lei sperava e ha colto l'occasione della lettera dei saluti, per vuotare il sacco sulle "mamme" in particolare. Quelle mamme che non considerano evidentemente la scuola come luogo istituzionale. Sganciata la "bomba" la deflagrazione non si è fatta attendere perché la polemica si allargasse a macchia d'olio. La lettera della preside è stata molto lunga e articolata, è stata pubblicata sui giornali, ma ve la risparmio per dovere e necessità di sintesi. "Le signore âgée che esordiscono cercando visibilità negli organi collegiali in minigonna e calze a rete, perché si lamentano poi se le figlie, non proprio silfidi, vengono sbeffeggiate dai compagni di classe?". Questo è il passo più incriminato del documento scritto dalla preside, un voler stigmatizzare una situazione che non si può accettare: i vari gruppi di classe usano come sia solito ormai dappertutto, la chat per riportare spesso e volentieri i problemi della scuola e sopratutto le denunce che riguardano gli atti di bullismo. Pertanto, si fa evidentemente riferimento all'abbigliamento delle ragazze figlie di quelle madri che accettano l'abbigliamento troppo avanti delle ragazzine. Una ragazza grassa per non essere insultata, dovrebbe vestire in modo tale da nascondere la sua linea non perfetta e quindi evitare ogni tipo di insulto. Insomma siamo alla solita diatriba sul rapporto scuola/famiglie: i genitori (una parte almeno) ha tirato un sospiro di sollievo apprendendo il commiato della preside, tuttavia la signora Rigano, lascia una traccia per discutere animatamente, visto che ha comparato la scuola in senso generale, a luoghi molto indicativi: "La scuola è come una caserma, un carcere, un convento. L'efficacia di questi posti trae giovamento da un buon sistema di regole". Allora questo è il problema: comportarsi in tutti i sensi e al meglio delle regole,  per un luogo deputato alla cultura, alla civiltà e alla buona educazione, oppure sentirsi liberi di entrare in un istituto scolastico vestiti come moda comanda, senza tener conto di quanto il luogo sia sacro e da rispettare comunque, anche con un abbigliamento consono? Naturalmente questo vale per mamme, papà, figli e insegnanti. A voi il boccino.






 

 
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Commenti al Post:
prolocoserdiana
prolocoserdiana il 05/09/19 alle 09:56 via WEB
Ciao. A prescindere che nutro il massimo rispetto per tutti i lavori e le qualifiche, m un ministro alla difesa, alias Di Maio, con questo curriculum non può che farmi rabbrividire: "Luigi Di Maio, che ha nel curriculum esperienze da webmaster, giornalista sportivo (per il periodico Il Punto), assistente alla regia, cameriere e steward allo stadio San Paolo, oltre che manovale per l'azienda di famiglia. Preciso che non sa una parola di inglese e francese. E non mi dovrei incazzare? Buona giornata, bye Sal e GRAZIE AL NOSTRO PRESIDENTE MATTARELLA.
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 05/09/19 alle 11:32 via WEB
Ma sei fuori di testa? Aggiornati: ora è in commercio una scatolina nera che funge da interprete immediato: in ricezione e in trasmissione. Conosce 48 lingue e tutto si svolge in un tempo reale. Gigino parla il suo italiano e il traduttore trasmette all'interlocutore (nella sua lingua) quanto detto in italiano (???..italiano mo' mi sembra eccessivo). Alla stessa maniera il ritorno: quello parla la sua lingua e Gigino ascolta in italiano. Detto fatto....chiunque potrebbe fare il ministro degli esteri. La tragedia potrebbe capitare se l'interlocutore fosse dello stato della Zampogna, in tal caso quella lingua non è tra le 48 previste. S'attaccano al tram, lui e lo...zampognaro!!!!!
(Rispondi)
 
lunetta_08
lunetta_08 il 05/09/19 alle 10:52 via WEB
Non ho letto la lettera di questa preside, perciò non posso commentare in merito...posso, però, rispondere alla tua domanda. Credo che ogni luogo richieda un abbigliamento consono, che non risulti di cattivo gusto. Per intenderci, un abbigliamento troppo succinto in classe o negli uffici lo trovo fuori luogo, mentre quello stesso abbigliamento può essere adatto ad altre location (discoteca, pub, etc...) Ma "troppo succinto" è un concetto che varia a seconda della percezione di ognuno di noi, perciò è difficile stabilire una linea netta di demarcazione. Ci si affida al buon gusto, quando c'è :-) Buona giornata, Carlo, un sorriso.
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 05/09/19 alle 11:37 via WEB
La tua moderata prudenza è accettabile: il buon senso è prioritario in tutti i casi. Morale, buon senso, garbo e saper vivere, sono gli elementi necessari per essere sempre pronti per ogni evenienza. Il buon gusto latita e ogni giorno che passa si peggiora. Costa dirlo, ma la preside non ha forse tutti i torti: sogna la scuola come dovrebbe essere e come la vorremo tutti, tranne chi non sappia veramente cosa rappresenti l'istruzione in Italia. Buon giorno Lunetta.
(Rispondi)
 
prolocoserdiana
prolocoserdiana il 05/09/19 alle 11:04 via WEB
E qui parlo come psicologo che ne ha e ne vede di cotte e di crude soprattutto quandi equipe psico-medico-pedagogica si interviene nelle scuole oramai " regno " conquistato dai genitori e non più dai docenti. Onde...Trovare oggi una scuola, una facoltà universitaria in cui non imperversi la tracotanza dei genitori, è raro se non eccezionale. Si parla di bullismo e quant'altro, MA MAI di educazione impartita ai propri figli; di qualunquismo dei docenti oramai esausti da problematiche etiche che si sono andate a far fottere per colpa di leggi-non leggi che non esistono più. Bene ha fatto l'insegnate, di cui ho seguito in gran parte la storia, a descrivere i fatti nella loro cruda realtà ed a mandare un ulteriore segnale a chi dovrebbe prendere a calci in culo non tanto i ragazzi quanto i facinorosi genitori che si ritengono arbitri e giustizieri di tutto e di tutti. FORUM DOCET. Sorriso, bye Sal
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monellaccio19
monellaccio19 il 05/09/19 alle 11:44 via WEB
E da esperto, mi dai una replica che condivido. Hanno peggiorato tutto permettendo ai genitori di entrare sempre più nelle commissioni, nei consigli di classe: ognuno dice la sua e alla fine, per mediare, si fanno i pastrocchi. La scuola non meritava questa violenza gratuita, nel marasma generale si sono perduti tutti e dal corpo insegnate ai ragazzi stessi, v'è uno stato d'anarchia che soddisfa tutti per la libertà, ma porta l'istruzione ai livelli più bassi rispetto ad altri stati occidentali. Una piacevole giornata Sal.
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divinacreatura59
divinacreatura59 il 05/09/19 alle 12:00 via WEB
Io fino alla scuola media (in colleggio) indossavo il grembiule per andare a scuola.è sottinteso come la penso,tu mi capisci.Buona giornata Carlè e sempre alla grande!Io con la mia salute instabile mi accodo:)Baci Divy:)
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monellaccio19
monellaccio19 il 05/09/19 alle 12:43 via WEB
Il grembiule era un segno, un distintivo eloquente e uniforme. Oggi non si pretende un grembiule (anche se ne stanno parlando ai piani alti) ma almeno si chiederebbe rispetto, attenzione e sobrietà nella scuola che fino a prova contraria, resta una istituzione. Qualcuno dirà ad capocchiam, ma lo è proprio perché tutte le regole sono andate a farsi benedire! Stai su come me, noi siamo...highlanders!!!! Goditi la giornata. Smack!
(Rispondi)
 
maps.14
maps.14 il 05/09/19 alle 12:36 via WEB
Non so se la signora Rigano abbia davvero scritto una lettera del genere, oppure sia la solita fake news pompata ad arte; però una frase mi balza subito all'occhio: "che la scuola, come ci insegnano EMINENTI psicologi, è un dispositivo come una caserma, un carcere, un convento, ecc.ecc". Per mia esperienza personale non ho mai collegato gli istituti scolastici, frequentati da me e dai miei figli, a posti simili, neanche come strutture!!Che a scuola ci siano regole da rispettare è un conto, ma che x questo ci voglia una certa disciplina militare è un altro. Probabilmente la signora Rigano doveva dirigere la scuola del carcere di Rebibbia, anziché quella di Ostia. Scaricare poi la propria incapacità gestionale sui genitori, cattivi esempi, non mi pare un gran sintomo di maturità. Sono da sempre convinta che la "buona scuola" la facciano i dirigenti illuminati ed i professori preparati e competenti, capaci di interessare i ragazzi inchiodandoli al banco con il proprio sapere. Fra vent'anni, temo che non leggeremo più queste lettere. Grazie all'evoluzione tecnologica, le insegnanti hanno le ore contate. Siri, Alexa e socie sono già lí pronte e scalpitanti x rispondere ai quesiti di tutti!!! ^__________^
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 05/09/19 alle 12:55 via WEB
Non è una notizia fake e la riportano in tanti. La comparazione improponibile con carcere, caserma o convento, è solo per richiamare le buone regole che fanno la differenza se rispettate in pieno. Le responsabilità degli insegnati nessuno li vuol eludere: sappiamo che molti aspettano solo in 27 del mese. In realtà i casini sono iniziati da quando le famiglie seggono ai tavoli delle commissioni istituite sempre più per far partecipare i genitori alla gestione della scuola. Troppo esagerato, tutti vogliono comandare, tutti vogliono suggerire soluzioni e alla fine per quieto vivere, si creano pastrocchi che non sono degni di una scuola che funzioni. La presiede è di vecchio stampo, crede in valori incrollabili e per lei la scuola dovrebbe essere come noi la vorremmo e la inseguiamo da anni. Un'istituzione per insegnare, imparare e acculturarsi comprendendo i valori della moralità, dell'educazione civica. La scuola inoltre, non avrà bisogno di macchine ma di persone che crederanno di fare apostolato, di fare i missionari e soprattutto, essere uomini e donne degni di farsi chiamare insegnati o prof. Buon giorno Maps.
(Rispondi)
 
 
 
maps.14
maps.14 il 05/09/19 alle 14:14 via WEB
Ho trovato il testo completo della lettera originale!!! Ecco il link: https://www.google.it/amp/s/roma.fanpage.it/lettera-choc-della-preside-mamme-in-minigonna-non-vi-lamentate-se-vi-bullizzano-le-figlie/amp/
(Rispondi)
 
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 05/09/19 alle 17:10 via WEB
Sì, sapevo. L'avevo già incrociata. Grazie.
(Rispondi)
 
 
 
maps.14
maps.14 il 05/09/19 alle 14:15 via WEB
Ed ho trovato anche la risposta dei genitori in minigonna!!!! https://www.ilfaroonline.it/2019/09/05/la-scuola-non-puo-giudicare-una-persona-dal-suo-aspetto-fisico-o-dal-modo-di-vestire/292107/
(Rispondi)
 
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 05/09/19 alle 17:22 via WEB
Ecco, in questo caso, sai cosa induce alla confusione? Leggi attentamente il link che mi hai trasmesso e noterai: "...la scuola non può giudicare una persona dal suo aspetto fisico o dal modo di vestire". Contesterei la frase: non è vero, le persone vestano pure come vogliono, ma per entrare in una scuola sarebbe opportuna sobrietà e abbigliamento consono. Ho seguito all'inizio dell'estate la polemica delle onorevoli donne sedute in parlamento tra cui alcune, con abbigliamenti troppo....scoperti: scollature e gonne corte. Non sarebbe ammissibile, perciò scoppiò la polemica. Come vedi è questione di etichetta, di savoir faire, di rispetto per il luogo. In chiesa pure le donne dovrebbero essere accorte. Insomma, queste sono regole e come dicevo, le regole servono per non andare ognuno per proprio conto. Buona serata Maps.
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
 
maps.14
maps.14 il 06/09/19 alle 11:07 via WEB
Concordo sul fatto che un certo tipo di abbigliamento ti etichetta, ma in ambito lavorativo questo viene superato. La sig.ra Rigano, sottolineando l'abbigliamento delle "signore âgée(s)" (pure ignorante visto che mette l'accento circonflesso, ma non la S del plurale), denota una PROFONDA superficialità dettata dalle sue insicurezze. A parte ciò, visto che la signora nella sua lettera parla dei pessimi decreti Malfatti, ho trovato la carta dei diritti e doveri dei genitori che mi sembra interessante: https://www.edscuola.it/archivio/famiglie/partecipazione_dei_genitori.htm Buona lettura! ^_________^
(Rispondi)
 
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 06/09/19 alle 11:38 via WEB
Partendo dal mio post che non era certo una "difesa d'ufficio" nei confronti della preside, mi premeva sottolineare il mio giudizio sulla scuola italiana in generale. Tanto è vero che distribuisco responsabilità su tutti e pongo l'accento sulle famiglie e su i ragazzi. Da quando le famiglie sono state rese partecipi nella gestione scolastica, le cose sono lentamente cambiate: troppe ingerenze, troppe teste calde e troppe situazioni dove hanno ficcato il naso e non avrebbero dovuto. Questa è la mia idea, non piacerà a tanti, ma se sgombriamo il campo da queste disfunzioni tecniche e dinamiche, andremo sempre peggio. Le famiglie grazie a quella carta dei diritti, hanno abusato accedendo oltre i diritti competenti e diminuendo nei doveri che sono alla pari dei diritti. Bye Maps.
(Rispondi)
 
lascrivana
lascrivana il 05/09/19 alle 14:54 via WEB
Io direi che le regole fanno parte della civiltà. Nella preistoria non esistevano: tutti erano nudi, e nessuno fuori posto. Con il confronto delle varie forme fisiche umane, si è arrivati alla conoscenza dei propri difetti, difetti che poi si è pensato bene coprire per evitare il confronto. Quindi la cultura e la conoscenza hanno stabilito delle regole per non sminuire nessuno. Penso che nelle scuole non sia necessaria la divisa, bensì vestirsi il meno appariscenti possibile. Ciao Carlo
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 05/09/19 alle 17:25 via WEB
Giusta considerazione. Ritenendo la scuola una istituzione, facciamo in modo che vi si entri in maniera sobria e senza eccessi. Le ragazze poi sappiamo come vestono a 12/13 anni e con il benestare delle mamme complici, si presentano a scuola vestite audacemente. Fuori facciano pure come desiderano, ma a scuola si contengano rispettando le regole del rispetto. Bella serata Laura.
(Rispondi)
 
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 05/09/19 alle 17:14 via WEB
Il boccino lo tirerei e farei strike su certe affermazioni della preside che, forse, era pronta per lasciare l'incarico a menti più aperte. Non è concepibile paragonare la scuola, maestra di vita (?) a una caserma, un carcere, un convento. No! Se mai come mamma avessi scelto di inquadrare mia figlia l' avrei iscritta dalla suore, non certo in una scuola pubblica. Detto questo, però, trovo decoroso usare un abbigliamento consono non solo all'ambiente ma anche e soprattutto a se stesse: esageratamente scosciata o con scollature ombelicali non fa elegante. Mai.
Buon pomeriggio, Carlo :)
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 05/09/19 alle 17:31 via WEB
E' una questione di interpretazione: associare la scuola a caserma, convento e carcere, è solo una metafora per richiamare le grandi assenze della scuola: LE REGOLE!!! Regole che richiamano il buon funzionamento se sono debitamente rispettate. Ammesso che la scuola sia una istituzione, è naturale rispettare i canoni riconosciuti dal buon senso, per entrarci. Ti ricordi il casino per alcune donne onorevoli all'inizio del caldo estivo che sedevano sui banchi vestite troppo...estive? E la chiesa non richiede garbo e sobrietà quando vi si entra? Una scuola con le regole ben fissate e note, non meriterebbe rispetto? Buona sera Elena.
(Rispondi)
 
 
 
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 05/09/19 alle 17:53 via WEB
Sono convinta che ancor prima della scuola, della chiesa, del luogo di lavoro, di Montecitorio , delle istituzioni in genere meritiamo rispetto noi stessi. Perciò ampio il concetto che tu, Carlo, proponi: non è per le REGOLE imposte. Il decoro è s e m p r e d'obbligo.
Per contro trovo anacronistico associare la scuola con le sue regole a una caserma o un convento o un carcere.
Prima di regole e regolucce punterei molto sulla 'buona scuola' cioè una scuola che sappia trasmettere cultura. Poi viene il resto con le sue regole. Ri_buona serata, ciao :)
(Rispondi)
 
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 05/09/19 alle 18:08 via WEB
Vedi Elena, le regole sono fondamentali nella misura in cui tu che sei persona educata, acculturata e in grado di discernere, possa avere sul tuo piano una persona più modesta, più umile e poco pratica dei principi fondamentali dell'educazione e del rispetto. Ovvero, grazie alle regole tu sei pronta a proporti nella giusta misura, mentre un'altra persona verrà richiamata all'ordine se non rispetta appunto, le regole. Ci si muove su un filo ed è grazie a quel filo che in caserma si ubbidisce, in convento si mantiene il silenzio e in carcere non ci si muove in spazi ridotti. Tutto ciò fermo restando la buona scuola che sarebbe al di spora di tutto e tutti. Ma senza regole la buona scuola ce la possiamo solo scordare. Un ultima cosa: queste regole di cui parlo, sono sempre esistite: ai miei tempi nessuno poteva fare in classe quello che voleva e che oggi sappiamo accada un po' dappertutto. Ne abbiamo fatte di tutti i colori, ma sapevamo quali erano i nostri limiti, le regole appunto!!!!! Ognuno poi fa quel che gli pare, e nel rispetto della tua posizione che non condivido pienamente, ho esposto la mia idea di scuola. Ciao cara.
(Rispondi)
 
cassetta2
cassetta2 il 05/09/19 alle 20:19 via WEB
All'Università di Parma una ragazza si è laureata con una tesi su Domenica 5 e Barbara D'Urso. E voi ancora che sperate in questo paese.
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 06/09/19 alle 07:59 via WEB
Certo, è una scelta originale, ma ci può stare se c'è da esporre ragioni e modalità di come si sviluppino certe dinamiche in Italia: il punto è che la D'Urso ha una sua "storia" televisiva, una carriera che è fulgida ancora oggi, ma resta un fenomeno per quella parte di pubblico che le è fedele nel tempo. Ognuno ha i suoi beniamini, io e te certamente non siamo fedeli seguaci della Barbara. Tranquilla è il male minore della nostra scuola. Grazie e buona giornata.
(Rispondi)
 
mariateresa.savino
mariateresa.savino il 05/09/19 alle 22:34 via WEB
Una volta,ma non certo al tempo di Matusalemme, a scuola, noi ragazze eravamo obbligate al grembiule tassativamente nero con collettino bianco, che poi, spesso,da ormai signorinette, all'uscita, lasciavamo all'attaccapanni della nostra aula del Liceo. Niente trucco , niente tacchi e calze velate, niente pettinature stravaganti. A vigilare, nella mia classe mista, pensava la nostra prof. di Educazione Fisica...Fuori,eravamo ragazze vivaci, ben vestite ed attente alla moda, ci divertivamo come tutti i ragazzi del mondo e neppure ci facevamo mancare, alla chetichella, qualche piccola trasgressione. Ma la scuola era LA SCUOLA e i nostri genitori erano intransigenti come i nostri insegnanti.E così si è andati avanti, nel rispetto delle regole,più o meno fino alla generazione dei nostri figli. Dopo, è andata sempre peggio ed oggi, la scuola non saprei come definirla: arranca sotto tutti i punti di vista e, del suo degrado, i maggiori responsabili sono proprio coloro che dovrebbero difenderne la qualità: gli incoscienti genitori.Ciao, Carlo.
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 06/09/19 alle 08:07 via WEB
E detto da te, c'è da credere. Siamo d'accordo: precisiamo però che non è un conflitto generazionale, noi parliamo dei nostri tempi è vero, ma non pretendiamo che si rimanga ai fasti di allora. La moda, l'evoluzione, il progresso ci stanno benissimo e non vorremmo assolutamente tornare indietro. Tuttavia, stiamo parlando di regole, quelle regole necessarie per governare il pianeta. Gli obblighi ci sono per tutti e dappertutto, per cui una scuola senza regole non ci sta bene, una scuola (marasma esagerato) non ci va giù. Si faccia chiarezza in tal senso e questo valga per tutti: insegnanti, genitori e alunni. Poi si faccia questa vera e profonda riforma, cerchiamo di stare al passo con gli altri, non siamo gli ultimi arrivati e sul piano della cultura, del sapere, potremmo stare decisamente tra i primi. Buona giornata cara Mariateresa.
(Rispondi)
 
 
 
mariateresa.savino
mariateresa.savino il 06/09/19 alle 20:46 via WEB
Guarda, Carlo che io non volevo affatto fare l'apoteosi del passato, ma solo citarlo come esempio quanto a rispetto delle regole, indispensabili in una istituzione come la scuola.Certo che occorre avere lo sguardo sul presente ed accettare i cambiamenti epocali, ma ciò non significa stravolgere un comportamento improntato alla decenza e al rispetto dei luoghi che si frequentano.
(Rispondi)
 
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 07/09/19 alle 08:24 via WEB
Va bene così, infatti anch'io guardo indietro, ma è uno sguardo fermo solo su valori che non hanno tempo e scadenza: non sono negoziabili o cedibili e il tempo può passare all'infinito, ma quei valori sono imprescindibili. E su questo punto importante siamo sintonizzati. Buon w.e. mia cara.
(Rispondi)
 
ambradistelle
ambradistelle il 05/09/19 alle 23:10 via WEB
Ci vuole buon senso e rispetto per l'ambiente che si frequenta! Un tempo era una cosa naturale vestirsi adeguatamente ora no...mah...
Buonanotte!!
Un abbraccio
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 06/09/19 alle 08:08 via WEB
Esatto, non si chiede l'impossibile, si chiede rispetto per l'istituzione. Bella giornata Tina. Kiss.
(Rispondi)
 
Nuvola_vola
Nuvola_vola il 06/09/19 alle 06:01 via WEB
Io credo che si va a scuola per studiare , per imparare , non si va a scuola per fare altro.. Io credo che per rispettare le regole bisogna avere qualcuno che sa rispettare le regole e che soprattutto farle rispettare, ma i primi devono essere chi lavora nelle scuole, perché se loro non le rispettano nemmeno possono pretendere che gli alunni lo facciano. Detto questo la scuola deve essere scuola non "inventarsi " altri luoghi che non sono... Se poi parliamo di altro come portare il grembiulino tutti uguale il discorso cambia , ci si può anche passare sopra , certo magari in una scuola privata lo trovo giusto avere una divisa uguale... Come ci si può passare sopra se le ragazze si truccano in una maniera leggera, in fondo non si va nulla di male...un tenerci insomma è... Ovvio che la maleducazione non ci dovrebbe essere mai, ovvio che ostentare troppo con il trucco, vestirsi in un modo volgare o non adatto a una scuola ci sta, ovvio che i genitori devono fare genitori ma devono stare al loro posto , certo che se i genitori mettono bocca su tutto e stanno ovunque è un grave errore secondo me , perché non permettono di far lavorare bene i prof, sminuiscono il loro lavoro... Esiste un preside per lamentele varie... Non sono i genitori che comandano sulla scuola... Spero di essere stata chiara nell'esprimere il mio pensiero...buon risveglio
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 06/09/19 alle 08:10 via WEB
Più chiara di così, non potevi essere. Hai sottolineato i passi importanti, quei limiti che non si possono trasgredire assolutamente, altrimenti è solo baldoria e prepotenza.
(Rispondi)
 
Nuvola_vola
Nuvola_vola il 06/09/19 alle 06:11 via WEB
Di esempi c'è ne sono da fare... La scuola non sarà mai un carcere, non deve punire come un carcere, ma deve punire in un modo giusto , non sarà mai una chiesa ,li ci sono altre regole che la gente non deve pagare, non si può pretendere che in estate la gente va a messa coperte, non ci trovo niente di male se portano magliette a manica corta...e tu sai bene che nei tempi passati ed anche ora in alcune chiese dovevi andare copertissime...comunque ora chiudo , la scuola deve essere scuola ma fuori dalla scuola possono esprimersi in libertà mantenendo la buona educazione almeno...
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 06/09/19 alle 08:14 via WEB
Concludendo, sono con te cara Francesca. hai detto tutto tu, condivido e hai colto il senso del post non intende alienare nessuno nella sua vita privata, ma a scuola come in altri posti, si mantiene un profilo basso, si rispetta l'istituzione e si mantiene il decoro sufficiente per starci dentro. Questo vale per tutti: insegnanti, famiglie e alunni. Grazie mia cara, esaustiva come non mai. Lo apprezzo molto.
(Rispondi)
 
prolocoserdiana
prolocoserdiana il 06/09/19 alle 06:25 via WEB
Buongiorno...È una crudele ironia che mentre altre donne evitano di avere figli o abortiscono, a lei il destino li negasse. Dovette rassegnarsi a non averli, perché persino il fantastico metodo di impiantarle nel ventre un ovulo estraneo fertilizzato risultò inutile, ma rimaneva la possibilità dell’adozione. C’è un’infinità di creature senza famiglia che attendono che qualcuno offra loro una casa generosa. (Isabel Allende) Allegra giornata, bye Sal
(Rispondi)
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 06/09/19 alle 08:14 via WEB
Trascorri una serena giornata Sal.
(Rispondi)
 
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