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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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E come tutti i processi importanti, quelli con la P maiuscola, in Italia si continua ad libitum poiché noi abbiamo tutti i difetti, ma sulla verità, non transigiamo. Alla conclusione del processo detto "Borsellino quater", abbiamo ancora una svolta, c'è uno spiraglio che consentirebbe di giungere alla verità. Ma quale verità? Quella vera, quella finta, quella che interessa lo stato o quella che interessa alcuni "soggetti inseriti negli apparati dello stato"? E così punto e a capo, poi magari, si passerà al "Borsellino quintus, al sextus" e via dicendo. Ditemi, se avete buona memoria, quali processi così importanti come quelli delle stragi, degli attentati, la complicità stato-mafia, Tortora, Borsellino, Andreotti ecc.ecc., si siano mai conclusi definitivamente in un lasso di tempo ragionevole? E' l'Italia raga', funziona così e siamo così assuefatti che non ci badiamo più. Come bombe ad orologeria, ogni tanto, si riparla, si riapre un caso, si giunge a nuove tracce: nel nuovo processo Borsellino ora vi saranno tre imputati, tre investigatori che a tavolino e ben guidati, hanno manomesso prove, indizi e assetti, tanto da dover riaprire il caso. E' già accaduto e lo sappiamo tutti, sappiamo come funziona il perfido giocattolo e a noi piace così; in fondo, cosa può mai importarci di sapere come e chi abbia ammazzato Borsellino e la sua scorta? Noi abbiamo la nostra vita da vivere, cosa ci importa del passato? Guidati dall'allora capo della Mobile di Palermo La Barbera, si manipolò, si aggiustò il possibile per cambiare direzione. Si chiama depistaggio e con questo maledetto modo di fare, ci campiamo da una vita. I manovali che depistano si incuneano dappertutto e fanno il bello e il cattivo tempo, secondo chi vogliono salvare e/o chi vogliono affogare. Tortora è un caso emblematico e il tempo, solo il lungo tempo forse farà emergere la verità. Infine i dubbi restano, anzi si infittiscono ancora più come sottolinea la figlia di Paolo Borsellino, Fiammetta, sempre sul caso pronta a cogliere l'iter dei processi. I magistrati come gli investigatori hanno fatto sempre il loro dovere, ligi e puntuali nel compito che la giustizia italiana affida loro? No, non si può dire, si può azzardare un solo aggettivo "distratti", ossia, forse si sono distratti e magari non tutto è filato liscio venendo meno alla loro cristallina professionalità. E pensare che un paio di magistrati come la Boccasini e Saieva, richiamarono i loro colleghi affinché accertassero profondamente l'attendibilità delle dichiarazioni di Scarantino collaboratore di giustizia: non dettero loro retta! Ma tant'è, la storia d'Italia è piena di queste pagine oscure e per far luce come si dovrebbe in un paese civile e democratico, occorrono molti processi, molto tempo e tante prescrizioni (vero Silvio?). E intanto la vita continua....tra un depistaggio e l'altro.
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