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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Alcuni anni fa mia sorella scrisse un libro ispirato a un fatto accaduto nel lontano 1942: un oggetto non identificato illuminò il cielo di Los Angeles (USA) e fu notato da decine di migliaia di persone. Il suo racconto, tra la fantascienza e il romantico, si pose a cavallo tra fantasia e realtà e leggendolo, mi incuriosì molto procurandomi tanti interrogativi su una storia che danzava tra finzione e verità. Non amo la fantascienza, eppure mia sorella non solo mi fece correggere le bozze, ma mi impose di scriverle la prefazione come s'usa per i nuovi libri in uscita. Ebbene, pubblicò il suo libro a spese sue ovviamente: la voglia era tanta, l'idea le piaceva e con buona pace dell'editore, comprò anche delle copie per donarle e/o venderle a qualche sprovveduto! Io l'avevo avvertita che non ne valeva la pena, cercai di scoraggiarla in tutti i modi, ma lei testarda volle cimentarsi e procedette a sue spese. Perché vi ho raccontato questa storia? Perché oggi rilevo dati molto preoccupanti che non avrei voluto leggere: in Italia si stampano 70.000 libri all'anno! Otto libri all'ora vengono pubblicati e la maggior parte di essi non viene letta. Sono cifre paurose e nonostante i due saloni del libro, uno a Milano e uno a Torino, passi avanti per indurre più gente alla lettura, non se ne intravedono. Resta ancora da dare ragione al buon Hemingway che cito in cima al mio blog: "Gli italiani: una metà scrive e l'altra metà non legge". Purtroppo cambia poco nei dati che puntualmente vengono sgranati: 33 milioni di persone al di sopra dei sei anni, hanno dichiarato che nel corso dell'anno 2016 non hanno letto un libro. Tra maschi e femmine, i primi sono il 54% a non leggere, mentre per le femminucce va un po' meglio, sono il 51%. Le donne leggono di più e ci sta anche bene, le mostre e i suggerimenti per gli acquisti pure, le pubblicità che girano in tv dovrebbero indurre i lettori alla curiosità, tuttavia, le cifre che scoraggiano sono da valutare anche in un senso che andrebbe rivisto e corretto. Oggi ancor più del passato tutti scrivono libri. Una caterva di libri scritti da personaggi famosi che si vogliono cimentare raccontando la loro vita o i brutti momenti della loro esistenza; hanno tutti un buon motivo (buono solo per loro) per pubblicare, ma spesso e a giusta ragione, i lettori non sono interessati a tanti autori che fanno tutt'altro nella vita. E' una moda anche questa e non passa giorno che apprendiamo di una uscita sul mercato. Infatti a parte la moltitudine di persone sconosciute (come mia sorella) che hanno speso soldi per il piacere di avere tra le mani un proprio libro, altre soddisfazioni non se ne raccolgono e la prova è nel seguente dato: dei 70.000 libri pubblicati, la media è di 160 copie a titolo, poi la statistica precisa che la maggior parte degli scriventi (il 90%) riesce a piazzare appena cinque copie. La verità è che ci sono più scrittori che lettori e dovrebbero smetterla di spendere soldini per pubblicare ciò che poi nemmeno i loro familiari leggono! E' una dura realtà, inquinano i dati e scombinano i mercati. A proposito, il libro di mia sorella io l'ho pagato e lei mi ha fatto anche la dedica. Ma non potevamo andare a fare una bella e ricca cena? Leggete, leggete e non scrivete libri tanto per: i vostri danneggiano seriamente la salute degli autori che meriterebbero più attenzione.
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