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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Potrei citare decine di canzoni estive o titoli di film tipicamente estivi, ma resta sempre fatidico il momento in cui avvertiamo che le vacanze volgono al termine e tornare a casa diventa un dramma per alcuni e un sollievo per altri. Accade puntualmente ogni anno e montagna, campagna o mare che siano, i luoghi da lasciare dopo il periodo vacanziero, ci inducono a scordare i nostri pensieri leggeri, sereni e piacevoli, per far posto al ritorno a casa, in città, al lavoro e agli impegni soliti che ci coinvolgono nel tran tran quotidiano. Ognuno affronta a modo suo questo distacco: i più giovani e spensierati pensano agli amorazzi estivi, alle serate passate in compagnia e al rientro cupo e pesante, altri non vedono l'ora di riprendere la vita quotidiana e non avere scossoni nel menage noioso e ripetitivo del periodo che nulla a che spartire con le vacanze. Su un punto tuttavia, credo vi saranno molte coincidenze: in tanti, giovani e meno giovani, così come accade dopo le vacanze natalizie, si attiveranno per approntare una scaletta di cose da fare o da affrontare appena si torna al ritmo della vita quotidiana. Non è una novità, è una sceneggiata che ogni volta si ripete: si "giura" solennemente sulla dieta (un classico), di fare palestra, di praticare joggin e di rispettare la propria linea: alimentazione sana e regolare, evitando ogni eccesso a tavola. Poi, man mano che passano i giorni e nonostante i giuramenti con tanto di parola d'onore, non si riesce a realizzare (o non si vuole?) tutti i buoni propositi fatti. Così magari saltano quelli più pesanti e fastidiosi, e resta una timida cautela a tavola, generalmente disattesa quando si riprende ad andare fuori a cena con gli amici ritrovati in città. Sto dicendo sciocchezze? Dite la verità, siete ridotti più o meno in queste condizioni? AhAhAhAhAhAh!!!! Funziona così dappertutto e sono pochi quelli che mantengono completamente quello che hanno promesso di fare. Uni dei tanti esempi che mi riguardano ve lo riporto volentieri: dove passo l'estate giù nel Salento, ogni sera nella piazza non centrale della cittadina, vi sono diversi locali e ogni sera c'è musica da ballo all'aperto. Nessun impegno, tutti possono partecipare: chi vuol sedersi all'aperto per cenare, per prendersi un gelato e altri che seggono sui parapetti delle aiuole e si godono la musica e/o il ballo senza altro obbligo. C'è sempre gente e la musica si protrae fino alle 00,30. Bene, mia moglie è una patita del ballo e appena può, coglie le sue occasioni. Io invece no, non ballo più da oltre cinquantanni e quindi sono l'altra faccia della medaglia. Non mi va, non mi attizza più e un giorno vi racconterò perché non ballo più. Orbene, ogni volta quando partiamo per tornare a casa, poiché avrebbe piacere di condividere con me queste serate ballando in allegria, mi strappa una promessa: "Giurami che frequenterai una scuola di ballo questo inverno, ti prego Carle' fallo per me". Ebbene, ogni anno formulo sempre la stessa promessa (sono 35 anni ormai) e ogni anno c'è una scuola di ballo nella mia città che aspetta la mia preziosa iscrizione! Visto? Non occorre poi che giuri, basta promettere e non mantenere. Lei spera sempre ma deve farsene una ragione: è mia moglie! Che significa? Un giorno vi spiegherò....
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