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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Jane Fonda, nonostante la sua età, non abbandona la sua missione principale. L'ottantaduenne attrice, sempre in forma smagliante, conserva il suo fascino e la sua caparbia volontà di battersi per i diritti umani e sociali. Ogni ragione è buona per scendere in campo e affrontare i problemi che coinvolgono clima, pianeta e uomini. Mi aspettavo la sua discesa in campo per l'uccisione del negro che ha sconvolto l'America in questi ultimi giorni: dimostrazioni in tantissime città, violenze e scontri memorabili nelle piazze che contano, compresa la Casa Bianca, dove il "belli capelli", oltre a proteggersi nel bunker tre piani sottoterra, ha pensato bene di erigere un muro per cintare il noto edificio e pararsi il 16 da ogni...graffio alla sua degna persona. Jane non ha bisogno di perifrasi per manifestare il suo dissenso e le sue idee chiare e ferme nella sua testa e nel suo cuore. "Noi bianchi dobbiamo riconoscere, con la nostra onestà intellettuale, il privilegio di cui godiamo". Mi sembra un messaggio chiaro e diretto, proprio in questa America dove il razzismo non è mai stato spazzato via e resta sempre fuoco che cova sotto la cenere. Quanti sono gli americani "importanti"? Formano anche loro la società americana, ma rispetto ai bianchi, c'è sempre una bella e grande differenza. Alle persone di colore in difficoltà e non in grado di elevarsi socialmente e culturalmente, viene precluso tutto: servizi fondamentali, necessari e aiuti dalle banche che negano ogni tipo di sostegno e/o di mutuo, proprio a queste comunità che vorrebbero magari avviare imprese e lavoro. Ai bianchi tutto ciò potrebbe accadere, ma non in maniera così stressante e severissima come per i negri. Gli afroamericani sono sempre in difficoltà le ragioni sono sempre di natura razzista: la signora Fonda naturalmente, pone l'accento sull'amministrazione Trump e il suo netto atteggiamento teso a fomentare le discriminazioni. Cambiare persone e politiche, è fondamentale per riprendere un vero cammino di giustizia sociale e modificare le condizioni di vita per tutti. In Italia guarda caso, possiamo apprendere che a Udine, un consigliere leghista, ponga il grave problema, al contrario della Jane Fonda: "Tutti pensano ai poveri e ai bisognosi di aiuto, ma ai ricchi chi ci pensa?". Bella domanda, pare che Carlo Pavan abbia scoperto la macchinetta per tagliare il burro e nessuno ne sappia niente!". Pertanto con logica schiacciante, nel rispetto di una società che non faccia differenze sociali e pronta ad occuparsi in egual misura di tutti i componenti che ne facciano parte, chiede che i fondi destinati per l'emergenza covid agli indigenti e ai più poveri, siano altresì spalmati tra tutti i cittadini in ugual misura. Detto così pare evidente la rabbia inspiegabile che governi l'animo di questo signore leghista. A suo carico per "darsi" ragione da solo, ha citato quanto abbia notato alcuni giorni fa davanti ad un grande e noto centro di elettronica di consumo: una lunga fila in attesa di comprarsi un Iphone a 600 euro. Ebbene, questa offensiva ed esuberante diversità sociale tra ricchi e poveri, è costituita dal vestiario delle persone in fila, ovvero, erano quasi tutti in tuta. Mentre a suo parere, chi spende 600 euro per un cellulare, dovrebbe indossare giacca e cravatta per dimostrare quanto sia...ricco! Non ho parole per definire questo politico della Lega, resta solo l'amarezza per quel che sostiene: "Ai ricchi che pagano l'IMU, chi ci pensa?". A voi l'ardua risposta visto che comprendere la differenza tra ricchi e poveri, sia solo nel vestiario di chi compra un prodotto da seicento euro e chi invece...paga L'IMU". Trasecolo!
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