|
Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica, come prevede la normativa n.62 del 2001. Alcune foto di questo blog e del relativo profilo e/o sito sono state reperite sul web. Ove fosse stato violato il diritto di copyright, prego i proprietari di darmene avviso, per la relativa rimozione. Ogni testo e foto di mia proprietà non possono essere copiati o riprodotti, senza mia autorizzazione, ai sensi della normativa n.29 del 2001.
Menu
Chi può scrivere sul blog
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
« UN PENSIERO ANCHE PER LORO | LO SCHIACCIANOCI E... NO... » |
Gli ultimi mesi del 2021 sono stati molto movimentati per l'agitazione dei no-vax che montava giorno dopo giorno. Le loro capricciose e perniciose posizioni creavano imbarazzo per tutti gli altri italiani rispettosi di norme e regole. Tra le tante storie capitate tra costoro, v'è stata una che mi ha colpito molto: un uomo di 48 anni, Alessandro Mores di origini veneziane e residente a Thiene, è stato colpito dalla covid e ricoverato d'urgenza. Il 28 dicembre la sua condizione è peggiorata e quindi, trasportato d'urgenza all'ospedale di Vincenza, l'uomo ha rifiutato categoricamente l'intubazione, nonostante i medici lo abbiano avvertito che gli restavano poche ore di vita. Il figlio più grande gli ha telefonato, lo ha implorato piangendo: "Papà accetta le cure...", ma lui fermo sulle sue posizioni intransigenti, ha negato ogni tentativo di salvargli la vita e dopo un po' è deceduto. Una famiglia distrutta, moglie e tre figli sapevano quale fosse la sua idea sul vaccino, tutti gli amici sapevano, sui social rivendicava la sua libertà e la sua posizione indiscutibile. Coerente sino alla fine, Alessandro non ha mollato e ha pagato il prezzo del suo diniego, tuttavia, nel rispetto che comunque si deve a una vittima, vorrei proporvi alcune considerazioni: la sua illusoria coerenza che lo ha condotto alla morte, è stata irriguardosa verso la sua famiglia? Un figlio che ti chiede di accettare le cure per salvarsi la vita, meritava un'attenzione diversa, o no? Il suo lavoro, i suoi amici, i suoi colleghi, oggi che non c'è più, battono le mani per la sua fermezza d'animo, oppure sono a piangerlo senza se e senza ma? Un uomo solo, senza famiglia e senza cari, avrebbe comunque diritto a negare l'aiuto o avrebbe il dovere di rispettare la sua vita...a prescindere? Infine, la sua risposta convinta è stata "Tanto guarisco lo stesso", dimostra che fosse veramente convinto della sua sopravvivenza e quindi al di sopra di ogni credo? Protervia e arroganza pagano?
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |