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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Oggi, proprio perchè sono giornate di passione, mi sembra opportuno cogliere l'occasione di una notizia drammatica e violenta che sta spopolando in rete. In Iran, dove vige la pena di morte per impiccagione, Balal, un giovane uomo che aveva ucciso un suo coetaneo, era pronto a morire sul patibolo. Inesorabile condanna, irrevocabile atto come la "qisas" iraniana prevede: la legge del taglione per intenderci! Brutto momento per l'uomo, è pronto, il boia procede al rituale come da copione ormai consunto. Cina e Iran sono i paesi con il più alto numero di esecuzioni capitali. Ferreo regime e dure pene, non ci sono dubbi e salvare la vita non è facile in quei posti, nonostante i continui appelli dei battaglieri amici di Amnesty International; purtroppo l'ora di Balal, colpevole di aver ucciso Abdollah sette anni fa, era giunta e nessuno avrebbe potuto più salvarlo da morte sicura. Nessuno, tranne la madre dell'ucciso. Infatti, sempre per la legge vigente, il colpevole di un delitto può essere graziato solo da un parente stretto della vittima. Ecco il grande colpo di scena, ecco la pietà umana che si fa carne grazie ad una madre, grazie al gesto misericordioso di una donna che ha atteso perchè il patibolo fosse pronto, per salicri su, avvicinarsi all'uomo con il nodo scorsoio già al collo e dopo avergli dato uno schiaffo, perdonarlo. Vita salva per il candidato all'obitorio e gesto umano oltre che sublime, per colei che avendo perduto un figlio ne ha ritrovato un altro, grato per aver ottenuto la salvezza. Riconoscenza eterna per lei da parte di Balal e noi, a prescindere dalle religioni, dalle professioni di fede, riconosciamo il gesto umanitario della povera donna, il suo tormentato atto di materna pietà. Le religioni potranno dividerci, ma la misericordia è unica per tutti: a prescindere se siamo nelle mani di Dio, di Allah, di Buddha e/o di qualunque altro Padre Eterno.
"Provo un intenso senso di rabbia immaginare un uomo che venga ucciso da una corda o da una sedia". (Monellaccio)
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