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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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Sono qua da venerdì e di giornate belle, estive e calde, escluso sabato, non se ne sono ancora viste. Domenica sera, mi accingevo a gustarmi la finalissima di calcio, quando al mio cancello si sono presentati tutti i miei vicini di vialetto. Un comitato di accoglienza ho pensato: come ogni anno vengono a scambiare i saluti e gli auguri per vivere una buona e divertente stagione. Li faccio accomodare sul patio, ci sediamo e ridendo e scherzando, il “presidente” del gruppo mi dice: “Carle’ non te la prendere, abbiamo esaminato la situazione e abbiamo deciso di formulare un imponimento: se nelle prossime ventiquattr'ore il tempo non cambia drasticamente volgendo al bello, ma veramente bello, vorrà dire una sola cosa: porti con te una sfiga stratosferica”. Azz!!! Alla faccia del bicarbonato di sodio attaccato all’anice: “Come sarebbe a dire?”. Accenno incredulo e preoccupato: “Sarebbe a dire che prima del tuo arrivo, si stava magnificamente, il tempo era splendido, il mare pure….ora, invece, segnali preoccupanti ti accompagnano, avvertiamo negatività, qualcuno di noi ha cominciato a grattarsi proprio là…appena ti vede, qualcuno altro invece, preferisce non incrociarti nemmeno, per non essere arso vivo!”. “ Beh, ragà, quando si scherza si scherza: sta a voi decidere, volete che vi mandi affan’cucolo ora o più tardi?”. Ho minacciato alzandomi e togliendo di mano i bicchieri con le bevande fresche che mia moglie aveva offerto con premura e cortesia. Sono andati via e credetemi, non capivo ancora se scherzassero o facessero sul serio! Ieri, dopo giornate altalenanti e poco rassicuranti, alle 5.30 si è scatenato un nubifragio mai visto e sentito da queste parti: tuoni, lampi e acqua a fiumi. Beh, che dirvi? Alle 9.30 mentre il tempaccio concedeva una breve pausa, si sono ripresentati di nuovo dietro il mio cancello ancor più numerosi, con mogli, figli e cartelli: “Torna a casa Carle’ ”, “ Esilio subito”, “Tu e tua sorella la sfiga, tornatevene a Bari”. Insomma, un martedì nero, una giornata d’inferno vuoi per la dimostrazione avvilente degli amici bastardi dentro, vuoi per il tempo inclemente. Stamane, invece, mentre mi accingevo alla mia passeggiata mattutina, vedo la mia auto avvolta da un grande striscione: “Carlè nun ce’ lassa’!”. Oh, non ci ho visto più: ho cominciato a correre, mi sono attaccato ai campanelli di casa e li ho svegliati tutti: erano appena le 6.30!!!! E siamo solo all’inizio: prevedo una estate molto calda, ricca di scherzi atroci e di gavettoni pesanti, come sempre del resto!!! AhAhAhAhAhAh!!!!! A noi la sfiga ci masturba i neuroni!
Essere in vacanza è non avere niente da fare e avere tutto il giorno per farlo. ( R. Orben )
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