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Il ponte tra la disperazione e la speranza, è una buona dormita. Poi scopri che la speranza è una buona prima colazione, ma una pessima...cena!
Qualcuno ci rammenta che il tempo passa, ma non ci accorgiamo che siamo noi a...passare.
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« SOSPETTI E VERITA' | A SPASSO PER LA SPESA » |
Vi scrissi alcuni giorni fa della metafora del cortile, di quel "cortile personale" che nessuno vuole si tocchi: saremmo pronti a tutti i sacrifici, saremmo disponibili alle strette economiche e finanziarie che potrebbero aiutarci a superare questa contingenza soffocante, eppure, quando qualcuno avverte che si sta per mettere mano al proprio reddito, alla propria busta paga, al salario, allora tutti fremono per evitare il salasso. Ognuno con le sue argomentazioni, ognuno incazzato perché sarebbe toccato nel vivo del suo lavoro e del suo privilegio. Gli ultimi di cui si è parlato tanto in questi giorni, sono i “famigerati” commessi della Camera: una categoria esclusiva e “unta” come coloro che ci “lavorano” con qualifiche politiche e amministrative. Il governo ha fatto sapere che dovranno anche loro sopportare un giro di vite, subiranno un livellamento economico necessario per equiparare i loro redditi a somme più consone e accettabili in un paese dove le sperequazioni sono all’ordine del giorno. Sono 395 persone che provvedono e sovrintendono ai lavori della Camera dei Deputati: pronti, zelanti e insostituibili: da dieci anni non ci sono concorsi, quindi, i più giovani assunti, (40 anni circa d’età), sono tutti di secondo livello e con uno stipendio annuo intorno ai 50.000 euro. Solo 19 commessi hanno 40 anni di lavoro sulle spalle e prendono 136.000 euro all’anno. Ovviamente questa è la “manovalanza” perché poi, ci sono gli alti in grado che toccano cifre più sostanziose e rischiano appunto il famoso tetto dei 240.000 euro. Insomma, anche in questo caso, una casta che non ci sta a farsi mettere le mani in tasca: lavoro usurante, pericoloso, reperibilità continua, correre (sic) da una parte all’altra per sedare risse, strappare cartelli ecc.ecc. “Che vadano a ridimensionare gli stipendi dei nuovi assunti…”, è una delle argomentazioni addotte da questi signori. Quali assunti? Sono dieci anni che non si assume da quelle parti, chi dovrebbe sacrificarsi? “La casta è casta, vassì rispettata…” diceva Totò in tempi non sospetti!!! Intanto, non so come e non so fino a quando, la barca va…con buona pace della Orietta Berti.
"Oggi ho telefonato all’Agnelli e gli ho detto: "Il mio posto di lavoro non si tocca!" Lui m’ha risposto: "E chi lo tocca? Anzi mi fa schifo solo a guardarlo". (Angese )
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